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TESINA DI MATURITA’ Stolder Nunzia
Stato Liberale
Si occupava solo della sicurezza all’interno del paese, tutelava assolutamente la proprietà privata e non si interessava di
erogare spese pubbliche per i cittadini. Detto anche stato gendarme.
Dal momento in cui le prerogative della borghesia ed il mantenimento dei suoi privilegi divenne troppo
difficile a causa dell'aumento delle imposte, lo Stato di polizia entra così in crisi.
Successivamente alle rivoluzioni industriali avvenute in Inghilterra, Francia, sviluppa lo Stato liberale, dove
era affermata la classe sociale borghese. Questa forma di stato è definita anche:Stato non interventista: in
quanto attua la politica del minimo intervento, e non interviene assolutamente nell’economia;
Stato gendarme o Stato di diritto, si occupa della libertà dei singoli e di far valere i propri diritti;
Stato elitario
Si ottiene cosi il concetto di nazione e di sovranità nazionale. L’organizzazione delle stato liberale si fonda
sui principi di libertà ed indipendenza le cui caratteristiche fondamentali sono le seguenti:
Stato estraneo alla società e il suo compito è quello di garantire le condizioni legislative e di ordine
pubblico
Repressione di tutto ciò che viola le libertà borghesi basate sulla proprietà.
Non deve intervenire né in materia economica né in materia morale e religiosa
Principio della legalità
Diritto di voto limitato per censo
Quindi si occupa di garantire il mantenimento dello status quo, riservando i diritti politici agli appartenenti
della classe dominante. Ed è proprio a causa di ciò che si arriverà al suo superamento.
Stato fascista o totalitario
Si afferma per la prima volta in Italia negli anni Venti del ‘900, e si è poi diffuso in Germania, Spagna e
Portogallo.
Questa forma di stato non è solo garante ma anche artefice degli interessi della collettività; per
questo motivo lo stato pretende di intervenire in ogni articolazione della società ed in ogni forma.
Solo l’economia non risulta completamente statizzata, poiché viene mantenuto il diritto di proprietà.
Furono abolite le libertà civili e politiche, e inoltre non era ammessa alcun tipo di associazione, né
politica né sindacale, a meno che non era fascista; fu soppresso il diritto di sciopero; la stampa
venne messa sotto censura.
“Evoluzioni di forme di Stato e di forme di Governo” - analisi e confronti -
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TESINA DI MATURITA’ Stolder Nunzia
In ogni caso l’esperienza fascista cessò in Italia e in Germania con la fine della seconda guerra
mondiale, quando anche in questi due paesi si affermò lo stato democratico; mente in Spagna e
Portogallo superarono il regime fascista solo negli anni Settanta.
Stato socialista
Lo stato socialista nasce intorno alla metà dell’Ottocento e ha anticipato la crisi dello stato liberale,
ma si è affermato storicamente solo con la rivoluzione russa del 1917, ed è crollato con la
disgregazione dell’Urss.
Secondo il filosofo tedesco K. Marx la società si fonda sulla disuguaglianza sociale e sullo
sfruttamento; la libertà è un principio riservato esclusivamente ai proprietari capitalisti finché
permane la divisione in classi, affermava che l’uguaglianza si realizzava nei confronti della legge, ma
era applicata a soggetti diseguali. Nasce così una società senza classi. Ma ci fu una successiva
presa di potere da parte del proletariato.
I regimi di socialismo reale sono basati sul partito unico e motore di tutto il sistema, la caratteristica
fondamentale è che i mezzi di produzione sono proprietà dello stato, l’economia è di tipo
collettivista, quindi pianificato.
Il regime mostrò nel tempo di non essere capace di attuare un reale sviluppo, anzi la pianificazione
non seppe nemmeno mantenere livelli produttivi sufficienti ad assicurare il benessere economico per
tutta la popolazione.
Democratico
Qualcuno arrivò direttamente a questo tipo di stato. Mentre altri passarono la fase dello stato totalitario e socialista, come si è
dimostrato prima. Entrambi gli stati ebbero una crisi interna. E finite le due dittature, simbolo di questo periodo, si arrivo allo
stato democratico. Rousseau affermava il concetto di democrazia in maniera errata. Con l’evoluzione si arriva alla democrazia
indiretta grazie alla votazione dei rappresentati in parlamento.
Il fatto che esistevano anche classi non possidenti portarono la nascita dello Stato democratico,
caratterizzato:
Principio di rappresentatività;
Riconoscimento dei diritti inviolabili dell’uomo;
Principio di legalità;
Votazioni a suffragio universale.
“Evoluzioni di forme di Stato e di forme di Governo” - analisi e confronti -
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Forme di
Governo
Le forme di governo possono essere classificate in base alla natura dell'organo cui è affidato il potere
sovrano, ossia la funzione primaria, che può essere definita come funzione di indirizzo politico, e al modo
in cui tale organo è individuato e/o eletto.
La prima forma di governo, fu elaborata da Aristotele, che individuò tre modelli: monarchia, cioè governo di
uno solo, aristocrazia, cioè governo di pochi, e democrazia, cioè governo del popolo.
Monarchia
Nella storia sono state grandi monarchie quelle dell’Inghilterra, la Francia e la Spagna, basate su un modello
di monarchia assoluta, dove il potere sovrano era nelle mani del Re. L'avvento dello Stato liberale portò
un’apertura verso i parlamenti con cui il Re doveva condividere la gestione. Nasce così la monarchia
costituzionale in cui il Re rimane ancora titolare del potere esecutivo, ma perde il potere legislativo che
viene affidato al Parlamento, ed il potere giudiziario esercitato da una magistratura.
La trascendenza era incompatibile con le nuove tendenze democratiche del Novecento, per questa ragione il
re cominciava a perdere ogni voce in capitolo. Nacque la monarchia parlamentare, dove il monarca
diventava solo il rappresentante dell’unità nazionale.
Repubblica
La repubblica (dal latino "res publica", ovvero "cosa pubblica") è una forma di governo in cui la sovranità
risiede nel popolo ed il potere esecutivo è esercitato dai cittadini che sono stati eletti suffragio universale per
un periodo di tempo determinato.
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Ci sono tre tipi fondamentali di forme di governo repubblicane, e sono:
La repubblica presidenziale deriva dalla monarchia costituzionale pura. Il presidente è diretta
espressione della volontà popolare; non è responsabile di fronte al parlamento, quindi questo ultimo
non può costringerlo alle dimissioni con un voto di sfiducia. Esso svolge sia le funzioni di capo dello
stato e di capo del governo. Il potere legislativo è esercitato dal congresso eletto direttamente dal
popolo. Il potere giudiziario è affidato alla corte suprema. Si può notare un bilanciamento dei poteri
(checks and balances), nel senso che ogni organo ha la possibilità di controllare gli altri
nell’esercizio delle rispettive funzioni. La camera dei rappresentanti su deliberazione del senato ha il
potere di mettere in stato d’accusa il presidente (impeachment) il quale, può interferire sul
congresso inviando messaggi e porre il veto sulle leggi.
La repubblica semipresidenziale, ha caratteristiche sia della repubblica presidenziale sia di quella
parlamentare. In tale sistema, il governo viene a dipendere sia dalla fiducia della maggioranza
parlamentare, ma contemporaneamente anche dalla volontà politica del Presidente della
Repubblica, che è eletto dal popolo. Si tratta dunque di una forma di governo dualistica, in quanto il
voto popolare investe sia il Parlamento che il Capo dello Stato. Il primo ministro è nominato dal
Parlamento; esso può essere anche di un partito diverso da quello del presidente della Repubblica,
si parla così di cohabitation.
La repubblica parlamentare, è una forma di governo nella quale i poteri pubblici, in particolare
legislativo ed esecutivo, collaborano, ed il governo risponde politicamente attraverso l’istituto di
fiducia, davanti al parlamento eletto a suffragio universale dai cittadini. Il capo dello stato è eletto dal
parlamento e quindi è un rappresentante indiretto del popolo. Non ha responsabilità politiche poiché
non è a capo di alcuno specifico potere, ma partecipa in modi diversi a tutti e tre i poteri; è garante
della costituzione. Il parlamento, è l’unico organo eletto direttamente dal popolo, non ha solo
funzione legislativa, ma ha il compito di dare o togliere la fiducia al governo. Il governo, sottoposto
alla fiducia del parlamento, è formato dal capo del governo nominato dal capo dello stato, e dai
ministri designati dal capo del governo e nominati dal capo dello stato.
Quello italiano è un tipo di governo alquanto instabile dato che è un modello con prevalenza del parlamento;
mentre in Gran Bretagna si ha una prevalenza del governo sul parlamento. Ma occorre anche tener conto
che in Italia si ha questo tipo d’instabilità poiché si è formata successivamente ad anni di dittatura e si
temeva che si potesse ripresentare una situazione del genere se si fosse accentrato maggior potere nelle
mani del presidente del consiglio.
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Bibliografia: wikipedia.it/ federalismi.it/ temporis.info
La banca
L’organizzazione e le funzioni bancarie
Durante la crisi del 1929 ci fu un forte intervento da parte dello stato nell’economia del paese. Ci
sono stati molti riflessi economici che si sono portati fino ad oggi. Per questa ragione, negli anni ’90,
si è pensato di tornare ad una politica di tipo neoliberista per questo si è deciso di passare alla
privatizzazione delle industrie; tra cui le banche. Naturalmente la funzione della banca si è evoluta ne
tempo. Prima di vedere le suo funzioni occorre darne una definizione:
la banca è un’impresa che opera nel settore creditizio e dei regolamenti monetari, esercitando diverse
attività di intermediazione e delle attività finanziarie, offrendo così numerosi servizi.
Le funzioni della banca
Oggi nascono per riuscire a soddisfare le esigenze della clientela, e per questo motivo essa è in continuo
mutamento. Oggi le banche sono in grado di offrire una vasta gamma di operazioni, soprattutto per quanto
concerne l’erogazione di servizi.
Ma questa continua evoluzione delle banche è anche dovuta dall’importanza del ruolo che essa ricopre nel
sistema finanziario, sia per quanto riguarda le aziende, sia per le famiglie.
Le funzioni fondamentali esercitate dalle banche sono:
1) La funzione monetaria, ovvero l’intervento attivo da parte delle banche nel sistema economico;
2) La funzione creditizia, si può considerare la funzione bancaria più tradizionale; e si effettua
realizzando la corretta correlazione tra i flussi di risparmio e i flussi di investimento;
3) La funzione di politica economica, fungendo essenzialmente da meccanismo di trasmissione al
sistema economico della politica monetaria imposta dal governo e dagli altri organi a ciò preposti,
prima fra tutti la Banca d’Italia.
4) La funzione di investimento, destinando una parte delle disponibilità finanziarie, che provengono
dalla raccolta del risparmio e quelle rappresentate dal capitale proprio, ad un altro tipo di impiego;
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come l’investimento per lo sviluppo della propria struttura operativa; o attraverso l’investimento in
titoli e in divise estere, con scadenza nel medio- lungo termine.
5) La funzione stimolatrice nel risparmio e nella produzione, favorisce la formazione di risparmio con
azioni pubblicitarie e promozionali; e offrendo ai vari settori produttivi i prestiti tramite il denaro che è
affluito grazie all’operazione precedente