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“…L ’ essenziale è invisibile agli occhi…”
Antoine de Saint-Exupéry
Scienze della Terra
I Terremoti Biologia
L’occhio umano
Inglese
William Worsworth Italiano
Il Simbolismo
Filosofia
Ludwig Wittgenstein Storia
La prima guerra mondiale
MARCACCIOLI MORENA
V E
ANNO SCOLASTICO
2009/2010
Biologia
L’occhio umano L'apparato visivo dei vertebrati è
formato da organi pari e simmetrici,
gli occhi, posti nella regione
anteriore della testa e protetti dalle
cavità orbitarie.
Il globo oculare umano è avvolto da
una membrana bianca molto
sclera: essa,
resistente, la
nell’occhio osservato dall’esterno,
rappresenta la superficie bianca
che si nota attorno alla cornea.
Nella parte anteriore e centrale la
cornea,
sclera, per lasciare passare la luce, diviene trasparente, si incurva e forma la
permette il passaggio della luce e partecipa anche alla messa a fuoco
che
dell’immagine. Internamente alla sclera si trova la coroide, una sottile membrana
provvista di moltissimi vasi sanguigni (è il tessuto più vascolarizzato del nostro corpo)
con funzione di raffreddamento della retina, In quanto la superficie della retina tende
a surriscaldarsi a causa della sua opacità e della sua funzione di assorbimento della
luce. La parte anteriore della coroide forma l’iride, una membrana muscolare che
conferisce la colorazione all’occhio. L’iride è provvista di un’apertura al centro, la
pupilla, che permette alla luce di entrare nella parte interna dell’occhio. La pupilla si
in modo da regolare la quantità di luce
può dilatare o restringere (da 7-8- a 2-3 mm)
grazie ai muscoli che la circondano, situati nell’iride. Dopo aver attraversato la pupilla,
la luce passa attraverso il cristallino, una lente naturale trasparente, biconvessa e
flessibile, la cui curvatura è controllata dai muscoli ciliari. Cambiando il suo grado di
curvatura,
oggetti a diversa distanza vengono messi a fuoco
accomodazione, vedi
(questo processo è detto
Con l'avanzare degli anni il cristallino perde la
figura).
sua capacità di accomodazione: dopo i 40 anni insorge
la presbiopia, a causa della quale non si riesce a
vedere bene da vicino se non si ricorre a una La luce proveniente da un unico punto di un
correzione adeguata. Inoltre, in età avanzata esso oggetto lontano e quella proveniente da un
tende ad opacizzarsi (perde la sua trasparenza) unico punto di un oggetto vicino sono
messe a fuoco dal cambiamento della
causando l’insorgere della cataratta. convessità del cristallino.
Il cristallino, insieme alla cornea, consente di mettere
a fuoco i raggi luminosi sulla rétina, la membrana più interna dell'occhio che, con le
sue cellule sensibili alle radiazioni luminose (fotorecettori), invia al cervello,
attraverso il nervo ottico, le informazioni da interpretare. I fotorecettori sono
fovea. I due
particolarmente concentrati nella parte centrale della retina, detta
principali tipi di fotorecettori della retina vengono chiamati coni e bastoncelli. I coni
sono sensibili sia alle forme che ai colori, tuttavia non garantiscono la visione in
bastoncelli sono estremamente più sensibili alla
condizioni di scarsa luminosità. I
luce e consentono la visione in condizioni di scarsa luminosità ma non la percezione
cromatica garantita dai coni. I bastoncelli contengono un pigmento chiamato
rodopsina, che funziona in presenza di luce debole, mentre i coni contengono
fotopsine, che assorbono luce intensa e colorata. Gli esseri
pigmenti visivi detti
umani possiedono tre tipi di coni, ciascuno contenente un diverso tipo di fotopsine: i
coni blu, i coni verdi e i coni rossi, così chiamati in base ai colori che i loro pigmenti
visivi sono in grado di assorbire meglio. Quando la luce colpisce le molecole di questi
pigmenti, gli impulsi nervosi che si generano vengono convogliati dalle fibre del nervo
ottico (cioè il nervo che trasmette le informazioni visive dalla retina al cervello) verso
la corteccia visiva, che si trova nella parte posteriore del cervello.
Una sottile membrana, la congiuntiva, contribuisce a mantenere sempre umidificato
l’esterno dell’occhio. Essa riveste la parte interna delle palpebre e si ripiega coprendo
ghiandola
il bulbo e lasciando libera la cornea quando la palpebra è aperta. Una
lacrimale posta sopra l’occhio secerne una soluzione salina diluita che, grazie al
costante battito delle palpebre, si diffonde attorno al globo oculare e passa attraverso
dotti che portano alle cavità nasali. Questo fluido ripulisce e mantiene umida la
superficie oculare.
Poiché nel nervo ottico non ci sono fotorecettori, la regione in cui esso attraversa la
parte posteriore dell’occhio è detta punto cieco. Il punto cieco si trova in posizione
laterale: a destra nell'occhio destro e a sinistra nell'occhio sinistro. In questo punto, i
fasci nervosi provenienti dalle varie zone della retina si riuniscono a formare il nervo
ottico, e vengono incanalati verso il cervello. La retina viene interrotta perché i fasci
passano davanti ad essa, e non dietro come si potrebbe pensare, e devono quindi
attraversarla quando formano il nervo ottico. La visione non viene disturbata da questi
fasci, perché sono molto piccoli. Il campo visivo di ogni occhio contiene quindi un
piccolo buco, che a rigor di logica dovrebbe essere nero. Però questo buco non viene
notato consciamente, per due ragioni:
- l'altro occhio fornisce al cervello informazioni su cosa si trova in quella parte di
campo visivo, anche se non molto dettagliate
- se l'altro occhio viene chiuso, il cervello riempie comunque il buco usando
informazioni provenienti dalle zone immediatamente circostanti.
Quando viene usato un solo occhio, ciò che viene visto nell'area del punto cieco è solo
una supposizione da parte del cervello, e potrebbe essere sbagliata. Gli ottici usano
speciali immagini che sfruttano questo meccanismo e permettono al soggetto di
notare l'esistenza del punto cieco, come la seguente:
coprendosi l'occhio destro, fissando il pallino e muovendo la testa si dovrebbe notare
la scomparsa del pallino. Questo perché, quando il pallino passa attraverso il punto
cieco dell'occhio sinistro, il cervello usa l'area circostante (completamente bianca) per
riempire il pezzo mancante.
Noi non possiamo percepire la luce che viene messa a fuoco nel punto cieco ma,
poiché abbiamo due occhi con campi visivi che si sovrappongono, le immagini che
otteniamo non risultano interrotte.
All’interno del bulbo oculare ci sono due cavità: la più grande, dietro il cristallino, è
vitreo, mentre la cavità più piccola,
riempita di una sostanza gelatinosa, l’umore
davanti al cristallino, è piena di un liquido simile al plasma sanguigno, l’umore
acqueo.
Tre dei più comuni difetti della vista sono la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo;
tutti e tre i difetti sono causati da un problema di messa a fuoco delle immagini e
possono essere facilmente corretti per mezzo di lenti ottiche. Le persone con miopia
non mettono bene a fuoco gli oggetti lontani, mentre vedono chiaramente gli oggetti
vicini. Il globo oculare di un miope è più lungo del normale; il cristallino non più
appiattirsi abbastanza per compensare questo difetto anatomico e gli oggetti lontani
non vengono messi a fuoco sulla retina, ma davanti ad essa. La miopia può essere
corretta con occhiali o lenti a contatto divergenti (più sottili al centro che ai lati). Le
lenti correttive fanno divergere leggermente i raggi luminosi provenienti dagli oggetti
lontani prima che essi arrivino all’occhio; in questo modo il punto focale formato dal
cristallino si troverà esattamente sulla retina (figura A)
è un difetto della vista opposto alla miopia; il globo oculare è più
L’ipermetropia
corto del normale e la focalizzazione dell’immagine avviene oltre la retina. Le persone
ipermetropi vedono bene gli oggetti lontani, ma non riescono a mettere a fuoco quelli
vicini. Lenti correttive convergenti (più spesse al centro che ai lati) compensano
l’ipermetropia facendo convergere i raggi luminosi provenienti da oggetti vicini prima
presbiopia è un tipo di ipermetropia, che si
che essi arrivino all’occhio (figura B). La
sviluppa con l’avanzare dell’età. Tale difetto compare quando il cristallino diventa
meno elastico e, di conseguenza, perde gradualmente la capacità di mettere a fuoco
gli oggetti vicini. L’astigmatismo comporta una visione sfocata dovuta ad una
curvatura non regolare della cornea o del cristallino; a causa di questo difetto, i raggi
luminosi non convergono in modo uniforme e non vanno più a fuoco in un solo punto
della retina. L’astigmatismo viene corretto con lenti asimmetriche, in modo da
compensare l’asimmetria dell’occhio. .
A B
BIBLIOGRAFIA
- Campbell Reece, Taylor Simon – “Immagini della biologia” volume C D, seconda edizione, Zanichelli editore
- Gainotti Alba, Modelli Alessandra – “Biologia, diversità e unità dei viventi”, moduli ABCD, terza edizione, Zanichelli
editore
http://it.wikipedia.org/wiki/Occhio
http://it.wikipedia.org/wiki/Punto_cieco
http://it.wikipedia.org/wiki/Cristallino
Scienze della Terra
I Terremoti
I terremoti (dal latino terrae motus) sono movimenti improvvisi e rapidi della crosta terrestre,
prodotti da una brusca liberazione di energia meccanica in un punto all’interno della terra detto
ipocentro (o fuoco) del terremoto: da esso l’energia si propaga per onde sferiche che, pur
indebolendosi con la distanza, attraversano tutta la Terra; meno profondo è l'ipocentro e
maggiori sono gli effetti del terremoto. Il punto situato sulla crosta terrestre che corrisponde
epicentro del terremoto ed è il luogo dove il sisma
verticalmente all’ipocentro è chiamato
causa i danni maggiori.
I terremoti non sono fenomeni casuali:
in un anno se ne verificano in tutta la
Terra circa un milione (in media uno
ogni 30 secondi); ma solo qualche
migliaio di essi è abbastanza forte da
essere percepito dall’uomo, e tra
questi solo qualche decina può causare
gravi danni se si verificano in zone
abitate. I sismi si manifestano quasi
esclusivamente entro certe fasce della
aree sismiche
superficie terrestre, le
o simicamente attive, mentre
mancano in altre aree, definite
asismiche. La distribuzione generale
delle fasce sismiche coincide con il
decorso delle grandi catene montuose, delle dorsali oceaniche e di altre tipiche figure della
superficie terrestre come le fosse abissali. Un’area è detta asismica perché al suo interno non
si generano terremoti, ma ciò non significa che in essa non se ne risentano gli effetti, dovuti al
propagarsi di vibrazioni provenienti dalle vicine zone sismiche. Poiché, però, l’energia di un
terremoto si dissipa abbastanza rapidamente con la distanza dal punto in cui si è manifestato,
a mano a mano che ci si allontana dalle zone sismiche gli effetti dei terremoti si affievoliscono,
fino a scomparire.
Il modello del rimbalzo elastico
La superficie terrestre è in lento ma costante movimento e i terremoti si verificano quando la
tensione risultante eccede la capacità del materiale roccioso di sopportarla.
Questa condizione occorre molto spesso ai confini delle placche tettoniche nelle quali la
litosfera terrestre può essere suddivisa. Le rocce,
sottoposte a qualche sforzo, si comportano in maniera
elastica e si deformano progressivamente fino a che non
viene raggiunto il limite di rottura. In quel momento
nella massa rocciosa si innesca una lacerazione a partire
dal punto più debole e si crea una faglia, lungo il cui
piano le rocce possono scorrere le une contro le altre in
direzioni opposte. Le due parti dell’originaria massa
rocciosa, libere di reagire elasticamente, riacquistano
bruscamente il loro volume e la loro posizione di
equilibrio, con una serie di rapide vibrazioni, che si trasmettono alle masse rocciose circostanti
e che possono durare da pochi secondi a qualche minuto, a seconda di come e quanto si
rimbalzo elastico, con il brusco ritorno delle
estende la lacerazione. Secondo il modello del
masse rocciose all’equilibrio, l’energia elastica accumulata durante la deformazione si libera, in