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Estratto del documento

TRACCIA

 Italiano.......................................K. Hosseini “Mille splendidi soli”

 Storia...........................................Storia recente dell’Afghanistan

 Geografia...............................................La condizione femminile

 Matematica.........................La condizione femminile in statistica

 Diritto..................................I diritti delle donne nella costituzione

 Scienza delle Finanze.................................La politica di bilancio

 Economia Aziendale...............I caratteri delle imprese industriali

 Inglese...............................................................The

globalisation 2

Italiano

Khaled Hosseini: “La mia voce per chi non ha voce”

ینیسح دلاخ)

Khaled Hosseini ( è uno scrittore e medico

afghano. Nasce a Kabul il 4 marzo del 1965, ultimo di cinque

fratelli. Suo padre era un diplomatico e sua madre insegnava

persiano e storia in un liceo femminile. Nel 1976 la famiglia

Hosseini si trasferì a Parigi. Nel 1980, dopo l'arrivo dei russi, ha

ottenuto asilo politico negli Stati Uniti, a San Josè in California,

dove vive tuttora con la moglie e i due figli.

Nel 2003 ha scritto il suo primo romanzo, Il cacciatore di aquiloni

(2004), diventato un eccezionale caso editoriale. Il suo secondo romanzo, Mille splendidi

soli (2007), ha ottenuto un successo altrettanto straordinario.

Recentemente, Khaled Hosseini è tornato in Afghanistan come inviato per l'agenzia delle

Nazioni Unite per i Rifugiati.

Mille splendidi soli

"…non si possono contare le lune che brillano sui

suoi tetti nè i mille splendidi soli che si nascondono

dietro i suoi muri…"

La storia si svolge in Afghanistan, in un periodo che va dagli anni ’60 ad oggi. Mariam è

una bambina di Herat, nata dalla giovanissima serva Nana e dal proprio padrone Jalil

Khan, un uomo ricco che mai accetterà un'harami (“bastarda”). Mariam vive in povertà con

la madre relegata in una kolba, un casolare isolato fuori città. La bambina cresce con un

certo risentimento nei confronti della madre che continua a presentarle la negatività della

vita e di quell’uomo che tanto crudelmente si era sbarazzato di loro due. Nonostante la

madre parli sempre del padre, che ogni giovedì trascorre qualche ora con lei, per Mariam

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è comunque una persona eccezionale. All’età di quindici

anni Mariam fugge dalla kolba per raggiungere la casa

paterna ma viene respinta. La ragazza allora viene

riportata a casa e trova la madre impiccata ad un albero.

Mariam inizia a capire che quell’uomo in realtà l’aveva

sempre tradita. Viene ospitata a casa del padre per un po' di tempo, fino a quando

quest'ultimo le trova un marito. Mariam viene costretta a sposare Rashid, un anziano

artigiano vedovo. Andrà a vivere quindi a più di seicento chilometri dalla sua casa e dal

padre, che non fa nulla per impedirlo. Questo le fa totalmente cambiare i sentimenti che

prova verso di lui. A Kabul comincia la sua nuova vita insieme a Rashid, che la costringe a

mettere il burqa, a non parlare con nessuno, e a seguire gli altri precetti islamici. Rashid la

tratta secondo la tradizione, come una schiava, senza alcun rispetto per la sua dignità, i

suoi desideri e il suo corpo. Col tempo, Mariam imparerà a sottomettersi a quel tipo di

ordine sociale. La situazione peggiora quando la ragazza non riesce a portare a termine

nessuna gravidanza.

Laila nasce nel 1978, a Kabul. La sua storia inizia quando lei ha nove

anni. Abita a pochi metri di distanza dalla casa di Rashid e Mariam.

La sua famiglia è di costumi più "liberali". Il padre, Babi, è un ex

professore universitario; la madre Fariba non indossa il burqa. Laila è

molto intelligente ed indipendente, in quanto il padre la manda a

scuola. Fin da bambina è sempre in compagnia di Tariq, il suo

migliore amico, che lei considera come un fratello. Tariq ha 11 anni e

la difende sempre. I due crescono insieme, il loro legame è fortissimo, e col passare degli

anni da amico si trasformerà in amore della sua vita. Per evitare la guerra civile, Tariq è

costretto a scappare in Pakistan con la sua famiglia e il giorno prima della partenza, lui e

Laila, disperati dalla consapevolezza che potrebbero non vedersi mai più, hanno un unico

intenso rapporto. I continui sconvolgimenti politici impediranno alla famiglia di Laila di

vivere felice. La casa di Laila viene infatti colpita da un razzo e entrambi i genitori perdono

la vita, mentre la ragazza gravemente ferita dalle schegge viene salvata ed accolta da

Rashid e Mariam.

Dopo un primo periodo di riabilitazione Laila si accorge di essere incinta di Tariq, che le

hanno fatto credere essere morto, e deve proteggere il piccolo. Questo la costringe ad

accettare la proposta di matrimonio di Rashid. Mariam non tollera questa nuova moglie, e

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viene relegata al ruolo di serva. Quando anche Laila cade in disgrazia avendo partorito

una femmina, Aziza, nel 1993, il comportamento di Rashid nei suoi confronti diventa più

crudo, poiché l’uomo voleva un figlio maschio. I rapporti tra le due mogli migliorano,

iniziano ad allearsi. Mariam diventa per Laila una madre, un'amica e un sostegno. La vita

delle due donne si consuma tra stenti e violenze, che culminano con l'avvento dei talebani

nel '96. Intanto, Laila rimane nuovamente incinta, e stavolta di Zalmai, il figlio di Rashid.

Successivamente Tariq torna a Kabul, e va a trovare Laila.

Rashid viene a sapere che Tariq ha parlato con Laila e

cerca di ucciderla, ma viene colpito a morte da Mariam che

interviene per difenderla. Mariam decide di confessare

l'omicidio, viene condannata a morte per il suo crimine e

fucilata nello stadio cittadino. Laila fugge in Pakistan con

Tariq e i figli, ma in seguito alla sconfitta dei talebani decide

di ritornare a Kabul.

Laila riesce ad aiutare un orfanotrofio nel quale viene

assunta come insegnante. Il libro si chiude durante una sua lezione, nella quale si viene a

sapere che è di nuovo incinta e se sarà una bambina, ha già deciso quale nome darle:

Mariam.

Significato del libro

Per quanto riguarda l'interpretazione del titolo del libro di Hosseini credo che l'autore abbia

stravolto il senso originale di quelle parole. Secondo me i mille splendidi soli sono le

donne, i loro sorrisi, la loro bellezza, i loro diritti che vengono violati da quando il regime

Talebano ha preso potere in Afghanistan, ma vuole anche intendere un qualcosa che noi

non possiamo comprendere, qualcosa che va al di là di quello che possiamo vedere, che

non si può contare come le lune e i soli che splendono sulla città di Kabul.

Nonostante le sofferenze delle due protagoniste l’amore alla fine riuscirà a cambiare la

loro vita.

Negli anni '70 le donne andavano scoperte, con lo smalto alle unghie, i pantaloni attillati,

danzavano e vivevano liberamente; ma recentemente la situazione in Afghanistan è

cambiata, e la donna sembra che non abbia più alcun diritto.

Hosseini racconta la realtà di un paese chiamato Afghanistan, dai mille splendidi soli per

noi occidentali ancora molto misteriosi e lontani.

Storia 5

Storia recente dell’ Afghanistan L'Afghanistan è uno stato dell’Asia

centrale. La sua capitale è Kabul.

Nel 1913 divenne uno stato indipendente,

firmando un accordo di cooperazione con

la Russia. Dieci anni più tardi salì al trono

Mohammad Zahir Shah, che governò fino

al 1973. In quegli anni il Paese riuscì a

mantenere l'integrità nazionale, poi, a

partire dagli anni cinquanta divenne un

protettorato dell'Unione Sovietica. Negli

anni compresi tra il 1961 e il 1963, il

Pakistan chiuse il confine con

l'Afghanistan per scoraggiare i tentativi di

riunificazione dei Pashtun pakistani con quelli afghani. Nel 1964 Zahir Shah approvò una

nuova costituzione trasformando il regno in una democrazia con libere elezioni e diritti

civili. I nove anni successivi portarono a scontri sanguinosi e terribili distruzioni, dovute alle

storiche divisioni tra i vari gruppi etnici e religiosi, e il re venne detronizzato da un colpo di

stato organizzato dal principe Mohammed Daud. Sempre nel 1973 l'Afghanistan venne

proclamato una repubblica e Daud diventò il presidente.

Nell’aprile 1978 Daud venne ucciso. Il Partito Democratico del Popolo Afghano diede il via

alla "Rivoluzione d'aprile", che portò alla nascita della Repubblica Democratica

dell'Afghanistan. Al potere salì Mohammad Taraki, grazie ad un colpo di Stato. Nello

stesso anno, le riforme del nuovo regime alimentarono il malcontento della popolazione e

cominciò a organizzarsi la resistenza islamica armata.

Nel 1979 Taraki venne assassinato e Hafizullah Amin divenne primo ministro. L'unione

sovietica invase l'Afghanistan. Amin fu ucciso dai sovietici, che misero al potere Babrak

Karmal. Esplose la rivolta dei mujaheddin che intensificarono i combattimenti.

Pochi mesi dopo il Consiglio di Stato dell'ONU condannò l'invasione sovietica.

Nel 1983 il numero dei profughi afghani raggiunse livelli altissimi, poiché molti civili

fuggirono dalle loro case. Tre anni più tardi l'ex capo della polizia segreta, Najibullah,

prese il posto di Karmal alla guida del governo, e nel 1987 fece approvare una nuova carta

costituzionale. La denominazione ufficiale di Repubblica Democratica dell’Afghanistan,

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introdotta ai tempi del controllo sovietico, perse l'aggettivo "Democratica", e il Paese tornò

a chiamarsi Repubblica di Afghanistan.

Dopo anni di incontri tra il governo afghano, i gruppi ribelli, i rappresentanti USA e URSS,

nel 1988 a Ginevra si firmarono gli accordi per il definitivo ritiro sovietico. Nello stesso

anno, a Kabul, Najibullah formò un governo di coalizione con alcuni ministri non comunisti,

e iniziò ufficialmente il ritiro dell'Armata Rossa. Nel 1991, i mujaheddin rafforzarono le loro

strutture militari e finanziarie, ricevendo supporto logistico ed economico da Iran e

Pakistan. L’anno successivo, dopo giorni di sanguinosi scontri, Najibullah cedette il potere

ai mujaheddin che presero Kabul e si costituì un governo di coalizione sotto la guida di

Burhanuddin Rabbani.

Il conflitto per il potere tra Rabbani e il primo ministro riaccese la guerra civile. I talebani,

(gruppo armato che dichiarava di proteggere la libertà in Afghanistan) conquistarono

Kandahar. Nel 1996 i talebani spodestarono Rabbani, uccisero Najibullah e instaurarono a

Kabul un regime islamico conservatore (integralista).

Due anni più tardi gli Usa lanciarono missili sui campi di addestramento di Osama Bin

Laden, il leader dei talebani, in risposta agli attentati alle ambasciate Usa in Africa, e nel

1999 l'ONU impose sanzioni economiche al regime dei talebani che offrivano asilo a

Osama Bin Laden.

Nell’aprile del 2000 le forze di opposizione al governo dei talebani tentarono di ricostituire

l'Alleanza del Nord in funzione antitalebana. Nei primi mesi del 2001, nella valle sacra di

Bamiyan (sul percorso della Via della seta), ci fu da parte dei talebani la distruzione di due

delle più importanti statue raffiguranti il Buddha, opere d'arte attualmente Patrimoni

mondiali dell'UNESCO. Questo gesto fu interpretato come un vero e proprio insulto

all'Islam. L’ 11 settembre 2001 due aerei di linea, dirottati da diciannove

terroristi kamikaze, si schiantarono contro le Twin Towers a New

York. Poco dopo un terzo aereo si abbatteva a Washington su

un’ala del Pentagono, sede del Ministero della Difesa degli USA,

e un quarto aereo, diretto verso la Casa Bianca, precipitò al suolo

nella Pennsylvania. Questi atti di terrorismo provocarono migliaia

di morti.

Per questi attentati gli Stati Uniti accusarono Osama Bin Laden, fondatore

dell’organizzazione estremista Al-Qaeda. Con il consenso dei suoi concittadini, il

presidente americano George W. Bush annunciò l’inizio dell’operazione Enduring

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Freedom (libertà duratura), che prevedeva di annientare la rete terroristica Al-Qaeda e di

colpire i governi dei Paesi che la appoggiavano. Decisivo si rivelò l’aiuto del Pakistan, il cui

governo militare riuscì a tenere a freno i talebani.

Il 7 ottobre 2001 le forze americane attaccarono Kabul. Il presidente Bush, in un

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