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chiaramente quella che era ormai l’idea riguardante il popolo ebraico chiuso nella sua
legge e nelle pratiche culturali del loro unico dio.tale comportamento non poteva non
suscitare la diffidenza e il risentimento dei romani.l’atteggiamento di tacito verso i
giudei è in linea con quello dei suoi contemporanei ,ma dalle pagine dello storico non
emergono solo pregiudizi genericamente diffusi tra gli altri romani.nei 13 capitoli che
egli riserva agli ebrei,esprime non solo disprezzo e avversione ma anche un vero e
proprio odio per quel popolo definito invisus deis ,nel cui tradizionalismo egli scorgeva
la negazione del prestigio di roma. detestava gli ebrei perché apparivano spregiatori
della legge romana e timorosi soltanto delle loro leggi,tutto ciò era secondo tacito la
manifestazione di una presunzione insopportabile.significativo può essere a tal
proposito un passo di questa lunga descrizione in cui tacito scrive:”transgressi in
morem eorum idem usurpant:nec quindem prius imbuuntur,quam contemnere
deos,exuere patriam,parentes,liberos fratres vilia habere”
È bene sottolineare che l’antisemitismo romano consistette in un particolare modo di
giudicare la natio ebraica nel suo insieme in base a connotati nazionali e religiosi ma
non genetici. Cosa che accadde durante il nazifascismo,in cui,tra le tante note dolenti
vi è anche quella della shoah
EBREI E OLOCAUSTO
Termine ebraico che significa “sterminio”, con il quale si indica la persecuzione e il
programmatico genocidio degli ebrei europei da parte del regime nazista nel corso
della seconda guerra mondiale. Come conseguenza delle idee nazionaliste e razziste
Mein Kampf
proclamate da Hitler nel (1925), il regime nazista, sin dall’inizio, adottò
contro gli ebrei misure di discriminazione sistematica, formalizzate in seguito nelle
leggi di Norimberga (5 settembre 1935) con le quali la germania inaugurava
ufficialmente la propria politica antisemita.I non ariani erano privati della cittadinanza
tedesca e non godevano dunque di nessun diritto politico,tutto ciò si traduceva
nell’impossibilità per loro di reagire alla violenza e alle
ingiustizie.Obiettivo dichiarato del regime nazista prima della seconda guerra
mondiale era spingere gli ebrei all’emigrazione. Nella notte tra il 9 e il 10 novembre
1938 (la famigerata “notte dei cristalli”), come rappresaglia all’assassinio a Parigi di un
diplomatico tedesco da parte di un giovane ebreo, in Germania furono incendiate tutte
le sinagoghe e infrante le vetrine dei negozi di proprietà ebraica, mentre nei giorni
successivi le SS arrestarono e deportarono migliaia di ebrei.
Nel 1938 anche il re d’Italia Vittorio Emanuele III ratificò leggi razziali antiebraiche,
volute, sul modello di quelle tedesche, dal regime fascista di Mussolini.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale (settembre 1939) l’esercito tedesco
occupò la Polonia occidentale, che contava tra gli abitanti due milioni di ebrei, i quali
vennero sottoposti a restrizioni ancor più severe di quelle vigenti in Germania. Furono
infatti costretti a trasferirsi in ghetti circondati da mura e filo spinato; ogni ghetto
aveva il proprio Consiglio ebraico cui era demandata la responsabilità degli alloggi
(sovraffollati, con sei-sette persone per stanza), della sanità e della produzione.
Quanto era prodotto al loro interno veniva scambiato con generi di prima necessità,
come carbone e cibo in misura rigidamente razionata.allora il numero due del Reich,
Hermann Göring, inviò una direttiva al capo dei servizi di sicurezza, incaricandolo di
organizzare una “soluzione finale“ della questione ebraica in tutta l’Europa occupata o
controllata dalla Germania.A partire dal settembre 1941 gli ebrei tedeschi furono
costretti a portare ben visibile, cucita sugli indumenti o su una fascia da tenere al
braccio, una stella gialla; nei mesi seguenti decine di migliaia di ebrei furono deportati
nei ghetti in Polonia e nelle città sovietiche occupate. Fu poi la volta delle deportazioni
(Lager),adibiti
nei campi di concentramento alla funzione di campi di sterminio. Vi
confluirono gli ebrei provenienti non solo dai ghetti vicini, ma anche da tutti i paesi
europei occupati dai nazisti. Bambini, vecchi e tutti gli inabili al lavoro venivano
condotti direttamente nelle camere a gas; gli altri invece erano costretti a lavorare in
officine private o interne ai campi e, una volta divenuti inadatti alla produzione per le
terribili fatiche e privazioni subite, venivano eliminati. Il trasferimento nei campi di
sterminio avveniva generalmente in treno.I treni, composti da vagoni merci sprovvisti
di tutto, persino di prese d’aria, viaggiavano lentamente verso la destinazione e molti
deportati morivano lungo il tragitto.Le destinazioni più tristemente famose, fra le
tante, furono Buchenwald, Dachau, Bergen-Belsen, Flossenbürg (in Germania),
Mauthausen (in Austria), Treblinka, Auschwitz-Birkenau (in Polonia). Quest’ultimo era il
più grande tra i campi di sterminio; vi trovarono la morte circa due milioni di ebrei,
molti dei quali furono prima usati come cavie umane in esperimenti di ogni tipo. Per
una rapida eliminazione dei cadaveri, nel campo furono costruiti grandi forni
crematori. Nel 1944 il campo fu fotografato da aerei da ricognizione alleati a caccia di
obiettivi industriali; i successivi bombardamenti eliminarono le officine, ma non le
camere a gas.Al termine della guerra si poté calcolare che nei campi di sterminio
avevano trovato la morte più di sei milioni di ebrei, oltre a slavi, rom, omosessuali,
testimoni di Geova e comunisti.tra le varie teorie di cui si avvalse il nazismo si
annovera anche quella supero mistica di nietzsche
NIETZSCHE
Uno dei cardini di tale filosofia è il superomismo.il superuomo è colui il quale una volta
ucciso dio,cioè i valori morali della tradizione,sarà capace di rigenerare l’umanità. la
morte di dio infatti postula non solo il rifiuto delle vecchie e millenarie menzogne
metafisiche e religiose ma anche delle nuove menzogne liberali e socialiste che
vogliono consolare l’uomo raccontando favole sulla libertà la fratellanza e la giustizia
sociale.volendo dare delle caratteristiche ben precise all’oltre-uomo potrei dire che egli
è libero dalle credenze religiose e morali e dal bisogno di consolazione in seguito alla
morte di dio.in così parlò zarathustra il filosofo cerca una risposta in positivo
all’inquietudine e al senso di vuoto e desolazione che deriva dalla distruzione delle
antiche certezze simboleggiate nell’idea di dio.non tutti gli uomini secondo lui saranno
in grado di sopportare il peso di questa morte,ma solo coloro che avranno il coraggio
di guardare il vuoto che si è spalancato. l’oltre-uomo è colui che saprà riprendersi la
sua libertà e sarà capace di affrontare ogni pericolo e rischio.si aprono davanti a lui
spazi senza confini e alle infinite possibilità di senso non più vincolate a principi
assoluti,egli deve confrontarsi con le infinite interpretazioni del mondo.egli non è un
essere biologicamente selezionato e neppure appartenente ad un elite superiore,uber-
mensch è innanzitutto un essere libero che agirà non in base alle credenze della
morale tradizionale,libero dalle suggestioni metafisiche di un altro mondo,saprà quindi
godere della terra,del corpo della vita e delle sue gioie senza farsi frenare dalla
coscienza la quale è definita come il risultato di una lunga repressione alla quale
l’uomo è stato sottoposto.
D’ANNUNZIO
Anche D’annunzio coglie alcuni aspetti del pensiero di Nietzsche adattandoli ad un
proprio sistema di concezioni:il rifiuto del conformismo borghese e dei principi
egualitari che schiacciano e livellano la personalità,l’esaltazione di un vitalismo
gioioso(dionisiaco)libero dagli impacci della morale comune,il rifiuto dell’etica della
pietà ecc…d’annunzio da quindi agli elementi del superomismo nietzsciano un
carattere antiborghese reazionario e imperialistico.lo scrittore si scaglia contro la
realtà del nuovo stato unitario i cui nuovi principi vanno a contaminare il senso della
bellezza,l’energia violenta e il gusto del dominio proprie delle passate elite
dominanti.vagheggia quindi l’affermazione di una nuova aristocrazia che sappia tenere
schiava la moltitudine degli esseri comuni ed elevarsi a superiori forme di vita
attraverso il culto del bello e l’esercizio della vita attiva ed eroica,quindi il superuomo
d’annunziano viene reinterpretato in chiave elitaria,il diritto di pochi esseri eccezionali
ad affermare se stessi sprezzanti delle leggi comuni del bene e del male.tutto ciò
implica una nuova politica dello stato italiano improntata non alla mediocrità ma al
dominio sul mondo,come l’antica roma.a questo punto il superuomo ingloba in sé
l’esteta.il culto della bellezza se prima era rifiuto sdegnoso della realtà ora diventa
strumento di dominio sulla realtà,l’eroe si adopera per imporre attraverso la bellezza il
dominio di un elite su una società medio borghese considerata vile e inferiore.il
romanzo definito dal salinari il manifesto politico del superuomo,è “le vergini delle
rocce”.la voce narrante è quella del protagonista stesso,claudio cantelmo,anch’egli
sdegnoso del nuovo panorama politico dell’italia,decide di generare il superuomo il
futuro re di roma che guiderà l’italia a destini imperiali.innanzitutto cantelmo si rende
conto che le possibilità dell’azione sono lontane così cerca un sostitutivo nella
letteratura,nella realizzazione di un opera d’arte,quindi l’azione è solo
vagheggiata.l’eroe va a cercare la donna con cui generare il futuro superuomo in una
famiglia della nobiltà borbonica in piena decadenza,devastata dalla malattia e dalla
folli,la famiglia montaga.si dipete abitualmente che cantelmo non riesca a scegliere
tra le tre principesse in realtà l’eroe sceglie antolia la quale non può assecondare la
sua scelta poiché deve accudire la famiglia,scglie allora violante simbolo di un eros
perverso distruttivo,simbolo dunque di una non fecondità.come afferma l’eroe stesso:il
verbo è la suprema forza del mondo.il linguaggio è pertanto aulico e prezioso.dopo
aver tradotto nelle prime opere il disdegno per la società borghese nella figura
dell’esteta e dopo aver sperimentato la sterilità di questa figura,d’annunzio produce
una figura nuova.cantelmo è un esteta ma non soltanto quello,è anche uomo d’azione
che non si isola più dal mondo nel suo culto dell’arte ma dev finalizzare la sua azione
alla trasformazione della realtà modellandola sull’ideale di bellezza.il protagonista
vagheggia una società gerarchica e autoritaria che sappia stroncare l’arroganza delle
plebi,respinge dunque i principi egualitari,conseguenzialmente lo stato diventa
l’istituzione che favorisce l’elevazione di una classe privilegiata verso una superiore
forma di esistenza ricacciando i plebei nella loro condizione di schiavi. All’interno di
questa cornice l’intellettuale non deve limitarsi al rimpianto sterile del passato ma
devono attivarsi in difesa della bellezza ,l’arte deve essere quindi l’arma per creare un
mondo in cui la bellezza possa ancora vivere.parlando di discriminazione nella storia si
può vedere come essa sia una costante anche in campo artistico,si ricordi
ARTE
L’impressionismo che è uno dei movimenti artistici rimasti celebri per la forte carica
innovativa,non fu accolto in maniera entusiastica né serena dai contemporanei
talvolta anche dai più preparati e competenti. Parigi infatti accordò il proprio favore
alla produzione accademica e tradizionale che gli impressionisti
avversavano.l’impressionismo non può essere chiamato movimento anche se si è
consapevoli del fatto che esso individua non un gruppo organizzato una scuola o un
piano teorico. Il 15 aprile 1874 a parigi in alcune sale prestate gratuitamente dal
fotografo nadar si apriva una mostra organizzata da un gruppo di giovani pittori in
opposizione al salòn,l’esposizione ufficiale che consacrava la fama degli artisti.per