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Sintesi
Spagnolo- B. Jarnes, Locura y muerte de nadie;
Italiano- Pirandello, Uno nessuno e centomila
Francese- Baudelaire. Spleen
Filosofia-Schopenhauer
Arte-Vincent Van Gogh, Notte stellata
Inglese- Virginia Woolf, Mrs Dalloway (septimus and Virgina- the suicide-)
Estratto del documento

ESPAÑOL

BENJAMIN JARNES- Locura y muerte de Nadie

Según Coelho, entre la locura y la normalidad, que en el fondo son lo mismo,

existe un estado intermedio que se llama "Ser diferente". Sin embargo, la

gente tiene cada vez más miedo de "Ser diferente" y, paradójicamente, cada

vez más “horror de ser igual". Esta consideración nos permite establecer un

paralelo con una de las novelas más representativas de Benjamín Jarnés,

Locura y muerte de Nadie, aunque Jarnés llega a conclusiones más pesimistas

y desilusionadas que Coelho. Publicada en 1929, dicha obra es una de las más

logradas manifestaciones de la narrativa española de vanguardia en unos años

en que toda producción narrativa pasa casi desapercibida frente a la más

conocida y celebrada poesía de la Generación del 27.

En la narrativa española, del análisis de la sociedad que se llevaba a cabo en

las novelas realistas, se pasa ahora a investigar sobre el hombre y su mundo

interior, según los ojos del mismo protagonista.

La novela refleja claramente la angustia vital del hobre frente a la realidad

contemporánea en la cual se hace evidente caracterizada por la masificación

de la sociedad y cierto nivel de deshumanización. Las certidumbres del

individuo se resquebrajan y se hace patente su insatisfacción vital, poniendo

de manifiesto el drama humano y social del hombre en la sociedad moderna.

El protagonista de la novela es Juan Sánchez, prototipo del hombre moderno

que, a falta de fuertes ideologías, no encuentra un equilibrio en su estar en el

mundo.Es un hombre común, su casa burguesa es el símbolo de una profunda

falta de personalidad al no tener ningún rasgo peculiar. A lo largo de su

existencia intenta conseguir varias identidades, pero acaba cada vez con un

nuevo fracaso, experimentando profundas frustraciones.En su empeño por ser

conocido y reconocido, el protagonista intenta ser pintor, músico y poeta, pero

sigue pasando desapercibido ante la sociedad, y se vuelve loco ante su

desesperado intento de ser alguien, buscando en su locura su verdadera

identidad.

Juan Sánchez al final decide suicidarse, pero antes de que se mate, un camión

le atropella, así que en un tragicómico desenlace, también su muerte pasará

desapercibida a los ojos de los demás. Por lo tanto, pese a sus esfuerzos para

ser ‘alguien’, para lograr una verdadera identidad aún a través de la locura,

Sánchez, héroe fracasado, al final resultará ser ‘Nadie’.

ITALIANO

LUIGI PIRANDELLO- Uno, nessuno e centomila

Pirandello venne influenzato dal verismo di Capuana; dalla psicologia di Binet,

secondo cui la personalità dell’uomo non è unica ma molteplice; ma l’idea delle

‘maschere’ nasce in Pirandello grazie alla concezione vitalistica e dalla filosofia

irrazionalistica di Bergson, il quale sosteneva che la vita è un continuo divenire

come lo scorrere di un magma vulcanico, un ‘perpetuo movimento vitale’ e in

quanto tale ognuno lo interpreta a modo suo. L’uomo non può conoscere

nemmeno se stesso, crede di essere UNO, ma in realtà non ha una sola

identità. L’uomo vive secondo schemi imposti dalla società, indossando una

maschera che causa la perdita di identità, diventando NESSUNO. Succede,

però, che ognuno di noi è visto dagli altri in modo diverso, così l’uomo finisce

per assumere CENTOMILA identità. Tutto il pensiero di Pirandello si fonda sulla

dicotomia tra vita e forma, tra essere e apparire. Pirandello sostiene che gli

uomini non siano liberi ma vengono identificati come ‘pupi nelle mani di un

burattinaio, il caso’. Casualmente si nasce all’interno di una società

precostituita, governata da leggi e convenzioni fissate indipendentemente dalla

nostra volontà. Ci viene assegnato un ruolo da recitare all’interno della vita,

una grande ‘PUPAZZATA’.

L’uomo decide di rivestire questo ruolo o per pigrizia o per convenienza,

sottomettendosi volontariamente alla maschera che sta indossando. Si passa,

in questo modo, dalla persona al personaggio (maschera). La maschera è una

forma stereotipata, fissa, uguale per tutti, è una TRAPPOLA. Nel momento in cui

l’uomo si rende conto della dicotomia tra essere e apparire, tra maschera e

volto può reagire in tre modi:

°in modo passivo; i deboli si rassegnano perché incapaci di ribellarsi o perché

delusi da una nuova maschera;

° reazione umoristico-ironica; non ci si rassegna ma visto che non ci si può

liberare si accetta il gioco.

° reazione drammatica; è la reazione di chi, sopraffatto dall’esasperazione di

indossare una maschera si chiude in una soluzione isolata e disperata che

conduce o al suicidio o alla pazzia. In questo caso né ci si rassegna, né si

sorride della vita.

E tu cosa proponi Maria Pia??? Qua’è il tuo punto di vista?

FRANÇAIS

C. BAUDELAIRE- Le ‘spleen’

Charles Baudelaire est un poète “maudit” et bohèmien, sa «psychologie» est

basée sur le conflit entre le poids du Spleen et la perfection de l’Idéal , sur

l'amour , pas seulement physique, mais aussi platonicien , son rejet des valeurs

du réalisme et du positivisme , et donc sa préférence pour la sensibilité ,

l'irrationalité , la mélancolie , la vérité humaine qui est mise au centre de

l'univers ; il exalte, donc, un monde idéal , imaginaire , onirique , dans lequel

échapper, parce que le monde réel est horrible, constitué uniquement par

déceptions et par horreurs.

Il a fait entrer dans la langue française le mot anglias SPLEEN qui désigne la

rate, <<siège des humeurs noires>>. Le mot spleen est un état d’âme

d’angoisse de l’existence, dégou^t de tout, découragement qui provoque

melancolie.

Baudelaire se pose une question ‘Comme échapper au spleen?’. Baudelaire a

vécu une vie tormentèe . Pour sa vie bohème son parents l’exhortent a

voyager, puis il s’est donnè à la drogue qui le provogue des hallucinations mais

rien le permet de supprimer l’angoisse qui lo torment. Alors:

- Le voyage n’est pas une solution pour échapper au spleen parce que le

voyage n’est pas une libération, il est une évasion passagère. Le seul voyage

est celui de la Mort.

- Pas même les paradis artificiels donnés par l’ivresse ou par la drogue donne

une solution. Ils sont trompeurs parce que l’Idéal n’est pas là.

- Il considère aussi l’amour rédempteur, mais Baudelaire a eu trois formes

d’amour différents: l’amour charnel; l’amour spirituel; l’amour fraternel. Le

poète n’arrivera pas à une solution.

- La Beauté est une autre solution pour échapper à l’angoisse existentielle. La

Beauté n’est pas liée à la morale et elle semble la seule solution pour dépasser

sa profonde angoisse.

E tu cosa proponi Maria Pia??? Qua’è il tuo punto di vista? Come si lega

Baudelaire alla tesina?

FILOSOFIA

SCHOPENHAUER, la condanna al suicidio.

Per Schopenhauer la vita è sostanzialmente DOLORE.

In virtù del dolore, Schopenhauer afferma che con il tempo e poco alla volta,

l’esistenza si impara a non volerla. Si potrebbe pensare da ciò che

Schopenhauer pensi e metta capo? alla ‘filosofia del suicidio’. In realtà è

l’esatto contrario, in quanto Schopenhauer rifiuta e condanna il suicidio.

I motivi di fondo della condanna sono essenzialmente due:

1. Perché il suicidio è un atto di ‘affermazione della volontà stessa’, in quanto il suicida

anziché negare veramente la volontà di vivere, nega la vita stessa. Veronika, la protagonista

del libro, non è contenta delle condizioni che le sono toccate, la sua vita è monotona e

sempre uguale, e a questo preferisce l’alienazione, il suicidio.

2. Inolte, Schopenhauer, rifiuta il suicidio perché secondo lui il suicidio è la manifestazione

fenomenica della volontà di vivere. Pur morendo un individuo si rinasce in un altro.

Per Schopenhauer la vera risposta al dolore non consiste nel suicidio ma nella liberazione della

stessa volontà di vivere.

“Ho voglia di ricominciare a vivere , commettendo gli errori che ho sempre desiderato e che non

ho mai avuto il coraggio di compiere, affrontando il panico che potrebbe assalirmi ancora. […]

Voglio farmi nuovi amici, per insegnare loro ad avere quella dose di follia che consente di essere

saggi. Dirò loro di non seguire le regole del buon comportamento, di scoprire la propria vita, i

propri desideri, le proprie avvertenze; li spronerò a VIVERE! […] Nessuno lo fa, forse per paura di

essere definito ‘folle’. Almeno noi non abbiamo questa paura, siamo stati a Villete.”

Secondo Schopenhauer la vita umana non è guidata da alcuna ragione, ma è il fato che guida l'

uomo attraverso vicende insensate che oscillano tra la volontà e la noia. Una delle vie di liberazione

del dolore è l’arte.

L’ARTE ha carattere contemplativo e sottrae l’uomo alla catena dei desideri offrendogli

appagamento. L’arte contempla la vita, elevandosi al di sopra della volontà, del dolore e del tempo.

“Tutti viviamo in un mondo nostro. Ma se guardi il cielo stellato, ti accorgi che tutti questi mondi

diversi si combinano, formando sistemi solari, costellazioni, galassie”

ARTE

V. VAN GOGH- Notte stellata.

Van Gogh è un artista tormentato che ha fatto di questa sua “malattia” la propria forza, trasferendo

nei quadri tutta la sua prospettiva di vita e le sue emozioni. Van Gogh con le sue deformazioni

voleva esprimere e dimostrare allo spettatore una sua visione personale, interiore, della sua realtà.

Lui stesso definisce la pittura diversa dalla natura.

Il quadro di Van Gogh ‘Notte stellata’ è stato dipinto nel giugno 1889, durante il suo soggiorno

presso la casa di cura di St. Rémy a causa della intensità dei suoi atti cioè??. Notte stellata fu

dipinto a memoria, e non all’aria aperta come l’artista preferiva, questo ne spiega l’intensità

emotiva dell’opera. L’artista rimase sveg

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