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UN GRANELLO DI …
… LIBIA …
Ripercorrendo alcune tappe importanti della nostra storia, troviamo granelli di sabbia
sparsi qua e là…
All’alba del ‘900 Giolitti, uomo politico, pratico e moderato, divenne Primo ministro in
Italia.
Egli volle cambiare l’assetto del Paese attraverso una serie di riforme, e con l’appoggio
del Partito socialista italiano.
Questo partito, al suo interno, si divideva in due correnti:
Riformisti, guidati da Turati, intendevano migliorare l’assetto della società
attraverso una serie di riforme graduali. Giolitti si sentì appartenente a questo
movimento tanto che, non esitò a invitare Turati a partecipare nel governo, ma
egli rifiutò.
Massimalisti, con a capo Mussolini, ritenevano futili le riforme, in quanto
pensavano che la società sarebbe cambiata soltanto con rivoluzioni immediate.
Turati fu messo in minoranza per ben due volte: nel Congresso di Bologna, in quanto
con il Primo Sciopero Generale Nazionale, il movimento massimalista appoggiava la
massa operaia.
Una seconda volta avvenne durante il Congresso di Reggio Emilia.
IL DOPPIO VOLTO DI GIOLITTI:
Queste due immagini rappresentano il doppio volto di Giolitti,
un volto aperto e democratico nell’ affrontare i problemi del
Nord (sfondo azzurro), e un volto conservatore e corrotto per
quanto riguarda il Sud (sfondo rosso).
Nella vignetta azzurra si ha un Giolitti ben vestito, che si
rivolge al popolo del Nord, consentendo scioperi, avviando
riforme e lotte sindacali per aumentare i salari degli operai.
Nell’immagine a destra, Giolitti è vestito in modo dimesso,
con un grande fiocco rosso, si rivolge ad un paese di proletari,
ma dimostrandosi per niente neutrale dinanzi agli scioperi ed
esaltando il forte divario tra Italia del Nord ed Italia del Sud.
Giovanni Giolitti volle attuare una politica di tipo coloniale, in
quanto intendeva sia far vedere ai nazionalisti come il suo
governo era capace di dare prestigio internazionale all’ Italia, ma anche allo scopo di
ottenere più terre per far lavorare la povera gente del Sud e gli emigranti.
Il suo obiettivo quindi fu la Libia, infatti nel 1911 attaccò la Turchia, in quanto la
dominava.
Tra varie difficoltà, l’esercito italiano occupò le isole Sporadi (Dodecaneso), e così i
Turchi furono costretti alla ritirata.
Nel 1912 Turchia e Italia firmarono il Trattato di Losanna, il quale assegnò la Libia all’
Italia.
Questo territorio appena conquistato diede molte delusioni. Infatti la Libia non era
quella terra fertile e rigogliosa quale veniva descritta dalla propaganda favorevole
all’impresa coloniale, ma si presentò, letteralmente, come uno “scatolone di sabbia”
(cit. Salvemini). DUE GRANELLI DI …
… CALVINO & UNGARETTI …
Entriamo nel vivo del 1900, precisamente nel 1923. In un’isola lontana, chiamata
Cuba, nasce un bel bambino: Italo Giovanni Calvino Mameli, figlio di Giacomo
Calvino e Dorotea Evelina Mameli. Nel 1925 decisero di far ritorno in Italia e trovarono
casa in Liguria.
Qui Italo vive “fino a vent'anni in un giardino pieno di piante rare ed esotiche”.
Momenti indimenticabili con la propria famiglia, momenti ed emozioni che riporterà
costantemente nelle sue opere.
Ma il tempo scorreva e, man mano si ritrovarono a convivere con l’aria soffocante di
una nuova epoca: il fascismo.
Intraprende gli studi di agraria, ma controvoglia e quasi per coincidenza si intromette
la guerra.
Dopo l’otto settembre 1943, si ritira dall’esercito per realizzare un sogno: aggregarsi ai
partigiani;
e fa così “la prima scoperta del lancinante mondo umano”.
Dopo la liberazione si iscrive all’università di Lettere a Torino, e , nel 1947 si Laurea.
In questa grande città inizia a realizzare le sue prime esperienze nella casa editrice
Einaudi.
E, proprio in quell’ambiente “interdisciplinare, aperto alla cultura mondiale”, matura la
sua vocazione a “scrivere pensando ad uno scaffale di libri non solo di letteratura”.
Nel 1947, grazie a Pavese esordisce come scrittore pubblicando: Il sentiero dei nidi di
ragno e, nel 1949, Ultimo viene il corvo.
Tra il 1959 e il 1967 dirige, insieme a Vittorini, l'importante rivista culturale letteraria
“Il Menabò”, in cui pubblica interventi caratterizzati da un impegno di tipo etico-
conoscitivo, quali “Il mare dell'oggettività” (1959) e “La sfida del labirinto” (1962).
Nel 1963, anno della Neoavanguardia, pubblica, il racconto costruito ancora su schemi
di tipo tradizionale “La giornata di uno scrutatore”, con cui si chiude il ciclo apertosi
all'incirca un decennio prima.
Nel 1964 Calvino si sposa con l’argentina Judith Esther Singer e si trasferiscono a
Parigi, qui continuerà a lavorare per l’Einaudi ed entrerà a far parte dei circoli culturali
e letterali più all’avanguardia.
Un anno dopo nasce la figlia Abigail, ed esce il volume “Le cosmiche”, seguito da “Ti
con zero” dove libera tutte le sue passioni per la cosmologia e per l’astronomia.
Il suo prestigio cresce in tutto il mondo, nel 1972 pubblica “Le città invisibili” e, nel
1980 “ Una pietra sopra”. Si susseguono, gradualmente una serie di racconti, sino al
1984, dove la crisi della casa editrice Einaudi lo spinge a passare all’editore Garzanti.
E’ proprio in questo frangente di periodo che pubblica “Collezione di sabbia”.
Il 19 settembre 1985, a causa di un’emorragia cerebrale, Italo Calvino muore
nell’ospedale di Siena.
Torniamo indietro con il tempo. Otto febbraio 1888. Moharem Bey. Alessandria d’
Egitto. Nasce Giuseppe Ungaretti da genitori lucchesi. Il padre, operaio, muore due
anni dopo la sua nascita, la madre: Maria Lunardini, mandò avanti la gestione del forno
di proprietà, garantendo al figlio gli studi nelle scuole di alto livello.
L’amore per la poesia si intensificò grazie all’amore che provava per la città egiziana,
ma non solo, è dovuto anche alle tante amicizie provenienti da diverse parti del
mondo, come ad esempio la sua Balia, una donna croata.
Attraverso alcune riviste si avvicina sia alla cultura francese che a quella italiana,
inizia anche a leggere opere filosofiche grazie all’amico Moammed Sceab.
Arrivato il momento dell’Università, si trasferisce a Parigi e, nel 1916, il suo coinquilino
e amico d’infanzia, Sceab, si suicida.
Così, nello stesso anno, all’interno de “Il porto sepolto” , pubblica una poesia a lui
dedicata: “In memoria”.
Nel 1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale e Ungaretti, senza alcun esitazione,
partecipa alla campagna interventista per poi arruolarsi nel 19° reggimento della
fanteria. Nel 1916 fu mandato a combattere nella zona della Champagne.
Al termine della guerra, Ungaretti, rimane in Francia lavorando come corrispondente
del giornale “Il popolo d’Italia” e nell’ ambasciata italiana.
Nel 1919 vengono pubblicate le poesie francesi “La guerre” e, nel 1920, sposa Jeanne
Dupoix, dalla quale avrà due figli: Ninon e Antonietto.
Nel 1921 si trasferisce a Roma, negli anni venti aderisce al fascismo firmando il
Manifesto degli intellettuali fascisti (1925).
Successivamente a causa del suo lavoro viaggiò molto, tra Egitto, Italia e Olanda.
Nel 1933 Ungaretti raggiunse il massimo della fama e, nel 1936, gli venne offerta la
cattedra di letteratura italiana nell’Università di San Paolo del Brasile, che accettò.
1939, un anno che procura una delle disgrazie più grandi al poeta: un’appendicite mal
curata causa la morte del figlio Antonietto. Ne parlerà in alcune sue opere, come “Il
dolore” e in “Un grido e paesaggi”.
Arriva il 1942 e con questo anche il ritorno in Italia e nuovi impieghi presso l’Università
di Roma.
Verso il 1970 ottenne un premio prestigioso presso l’Università di Oklahoma, negli
Stati Uniti. Questo fu il suo ultimo viaggio.
La notte del primo giugno (1970), il poeta muore a causa di una brutta
broncopolmonite. DUE GRANELLI DI …
… COLLEZIONE DI SABBIA & TERRA PROMESSA …
1984. Calvino pubblica per la prima volta l’opera: “Collezione di sabbia”, nella collana
di Garzanti.
Qui l’autore raccoglie una serie di impressioni ricevute durante le visite ai musei
parigini e in alcuni viaggi, come in Asia e in America.
Il volume si divide in quattro parti:
Esposizioni - Esplorazioni
Contiene: Collezione di sabbia; Com’era nuovo il Nuovo Mondo; Il viandante nella
mappa; Il museo dei mostri di cera; il patrimonio dei draghi; Prima dell'alfabeto;
Le meraviglie della cronaca nera; Un romanzo dentro un quadro; Ditelo coi nodi;
Scrittori che disegnano;
Il raggio dello sguardo
Contiene: In memoria di Roland Barthes; Le effimere nella fortezza; Il maiale e
l'archeologo; La Colonna Traiana raccontata; La città scritta: epigrafi e graffiti; La
città pensata: la misura degli spazi; La redenzione degli oggetti; la luce negli occhi;
Resoconti del fantastico
Contiene: Le avventure di tre orologiai e di tre automi; La geografia delle fate;
L'arcipelago dei luoghi immaginari; I francobolli degli stati d'animo; L'enciclopedia
di un visionario ( il Codex Seraphinianus di Luigi Serafini);
La forma del tempo
Contiene: Testi riguardanti i viaggi in Giappone, Messico e Iran;
La prima parte si apre con un’introduzione che dà il titolo all’intera raccolta, Collezione
di sabbia:
“C'è una persona che fa collezione di sabbia. Viaggia per il mondo, e quando arriva a
una spiaggia marina, alle rive d'un fiume o d'un lago, a un deserto, a una landa,
raccoglie una manciata d'arena e se la porta con sé. Al ritorno, l'attendono allineati in
lunghi scaffali centinaia di flaconi di vetro entro i quali la fine sabbia grigia del Balaton,
quella bianchissima del Golfo del Siam, quella rossa che il corso del Gambia deposita
giù per il Senegal, dispiegano la loro non vasta gamma di colori sfumati, rivelano
un'uniformità da superficie lunare, pur attraverso le differenze di granulosità e
consistenza, dal ghiaino bianco e nero del Caspio che sembra ancora inzuppato
d'acqua salata, ai minutissimi sassolini di Maratea, bianchi e neri anch'essi, alla sottile
farina bianca punteggiata di chiocciole viola di Turtle Bay, vicino a Malindi nel Kenia.
In un'esposizione di collezioni strane che c'è stata di recente a Parigi - collezioni di
campani da mucche, di giochi di tombola, di capsule di bottiglie, di fischietti di
terracotta, di biglietti ferroviari, di trottole, d'involucri di rotoli di carta igienica, di
distintivi collaborazionisti dell'occupazione, di rane imbalsamate -, la vetrina della
collezione di sabbia era la meno appariscente ma pure la più misteriosa, quella che
sembrava aver più cose da dire, pur attraverso l'opaco silenzio imprigionato nel vetro
delle ampolle”.
Collezione di sabbia)
(Incipit di
La natura di Ungaretti è sensibilissima. I sentimenti di amicizia, di affetto, e
soprattutto d’amore, sono in lui spontanei, assoluti, e lo renderanno impetuoso ma
anche dolcissimo per tutta la vita.
La sua sensibilità trova uno stimolo nella religione Musulmana, che egli respira in
Egitto.
Confesserà più tardi:
“Ho udito la malinconia dolcissima espressa nella
cantilena del beduino. Il beduino ha un canto che si
mescola ai gridi fuggitivi di bestie partite da molteplici
e interminabili luoghi, ai silenzi della luna altissima, a
voli di lunghe ombre sul nuvolo solare… Se l’arabo
torna dal deserto, nelle vene gli latrano i mastini. Ecco
perché il nomade è inguaribile, il deserto è un vino, ed
è una droga, e accende un’ira che non si sfoga se non
nel sangue,
o in lentissimi amori”.
(Pensieri della giovinezza)
Deserto, Dolore, Pietà saranno i titoli di raccolte di poesie negli anni della sua
giovinezza e della prima maturità.
Una sintesi della maturazione avvenuta nel poeta che ha ormai fatto suo il
“deserto” Egiziano, il “dolore” dei poveri e degli oppressi, la “pietà” dell’uomo e
di Cristo per tutti. UN GRANELLO DI …
… DESERTO AFRICANO …
La calda Africa ci conduce sul cammino di un grande uomo della storia latina:
Agostino d’Ippona, il quale vedeva nel deserto un luogo da vivere in comunità.
Egli fu un filosofo, un teologo e un vescovo.