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Sintesi
Introduzione Le paure che nascono dentro, tesina


La paura nelle sue varie forme, trattata da Dino Buzzati nei suoi racconti, vissuta dagli italiani dalla strage di piazza Fontana in poi, e i suoi effetti sulla neurobiologia.

Collegamenti


Italiano - Buzzati e la paura narrata nei suoi racconti e nei suoi dipinti

Storia - La strage di Piazza Fontana: una strage di Stato?

Psicologia - psicologia del terrorismo
Psicologia - come si modificano le paure nel passaggio tra fanciullezza e adolescenza

Neurobiologia della paura

Inglese - Psychological consequences after 9/11
Estratto del documento

FOBIA

La fobia è una paura marcata e persistente con caratteristiche peculiari:

− è sproporzionata rispetto al reale pericolo dell’oggetto o della situazione;

− non può essere controllata con spiegazioni razionali, dimostrazioni e ragionamenti;

− supera la capacità di controllo volontario che il soggetto è in grado di mettere in atto;

− produce l’evitamento sistematico della situazione-stimolo temuta;

− permane per un periodo prolungato di tempo senza risolversi o attenuarsi;

− comporta un certo grado di disadattamento per l’interessato;

− l’individuo riconosce che la paura è irragionevole e che non è dovuta ad effettiva

pericolosità dell’oggetto, attività o situazione temuta.

La fobia è dunque una paura estrema, irrazionale e sproporzionata per qualcosa che non

rappresenta una reale minaccia e con cui gli altri si confrontano senza particolari tormenti

psicologici. Chi ne soffre, infatti, è sopraffatto dal terrore all'idea di venire a contatto magari con

un animale innocuo come un ragno o una lucertola, o di fronte alla prospettiva di compiere

un'azione che lascia indifferenti la maggior parte delle persone (ad esempio, il claustrofobico non

riesce a prendere l'ascensore o la metropolitana).

Le persone che soffrono di fobie si rendono perfettamente conto dell'irrazionalità di certe

reazioni emotive, ma non possono controllarle.

L'ansia da fobia, o "fobica", si esprime con sintomi fisiologici come tachicardia, disturbi gastrici

e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, tremito e

spossatezza. Si sta male e si desidera una cosa sola: fuggire!

Scappare, d'altra parte, è una strategia di emergenza. La tendenza ad evitare tutte le situazioni o

condizioni che possono essere associate alla paura, sebbene riduca sul momento gli effetti della

paura, in realtà costituisce una micidiale trappola: ogni evitamento, infatti, conferma la

pericolosità della situazione evitata e prepara l'evitamento successivo (in termini tecnici si dice

che ogni evitamento rinforza negativamente la paura).

Tale spirale di progressivi evitamenti produce l'incremento, non solo della sfiducia nelle proprie

risorse, ma anche della reazione fobica della persona, al punto da interferire significativamente

con la normale routine dell'individuo, con il funzionamento lavorativo o scolastico oppure con le

attività o le relazioni sociali.

Il disagio diviene così sempre più limitante. Chi ha la fobia dell'aereo può trovarsi, ad esempio, a

rinunciare a molte trasferte, e la cosa diventa imbarazzante se è necessario spostarsi per lavoro.

Chi è terrorizzato dagli aghi e dalle siringhe può rinunciare a controlli medici necessari o privarsi

dell'esperienza di una gravidanza. Chi ha paura dei piccioni non attraversa le piazze e non può

godersi un caffè seduto ai tavolini di un bar all'aperto e così via.

“L'unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura.”

Franklin Roosevelt, Messaggio inaugurale, 1933 49

AGORAFOBIA

I segni e i sintomi dell’agorafobia sono numerosi rispetto alla maggior parte delle altre fobie,

così come proprio il disturbo in sé è più complesso.

La paura di varcare quella “zona di sicurezza” che ci si crea, è la paura più comune. A causa di

questa paura di uscire, si evitano situazioni e luoghi aperti e frequentati; se si riesce ad uscire

poi, ci si sente stressati, sale la pressione arteriosa e di conseguenza l’ansia. Se la paura di

uscire è veramente grande, si cerca la compagnia di qualcuno in modo da sentirsi più protetti,

questo è il modo più comune per gli agorafobici di affrontare il problema.

Alcuni dei sintomi sono:

• Paura di essere soli;

• Paura di avere un attacco di panico;

• Fare costantemente affidamento sugli altri per uscire;

• Ci si barrica in casa per un lungo periodo di tempo e ci si crea una “zona di sicurezza”;

• Paura di non essere capaci di reagire ad una situazione particolare;

• Paura di perdere il controllo soprattutto quando ci si trova in mezzo alla gente;

• Sensazione di vertigini e capogiri;

• Sudorazione;

• Tremore;

• Dolore toracico;

• Nausea;

• Sensazione di intorpidimento e formicolio;

• Paura di usare mezzi pubblici;

• Percezione dell’ambiente come irreale.

Questo non è un elenco completo dei sintomi, sono solo i più comuni, è interessante notare

come alcuni di questi sintomi si possano associare con quelli di chi soffre di attacchi di panico.

Spesso un altro sintomo riscontrato da più persone è la paura del buio totale, è come se senza

luce venisse meno anche l’aria, e quindi si blocca anche la respirazione.

CLAUSTROFOBIA

La claustrofobia è sicuramente una delle fobie più diffuse. II claustrofobico è un soggetto affetto

dalla paura eccessiva e irrazionale degli spazi stretti e chiusi come tunnel o ascensori. In

situazioni simili, il soggetto farà di tutto per uscire all'aperto e godere pienamente di quel senso

di libertà che solo il sentirsi "libero di respirare" gli può consentire. Le paure correlate più

frequenti sono il timore che il soffitto e il pavimento si chiudano, schiacciando le persone che si

trovano nella stanza, il timore che il rifornimento d'aria si esaurisca e si muoia soffocati, il timore

di svenire a causa della mancanza di aria e luce.

Il cinema, inteso ovviamente come locale, è un posto poco piacevole per chi soffre di questa

fobia: non vi sono finestre, le uscite non sempre sono controllabili, c'è molta gente in sala, e

spesso non ci si può muovere con libertà per non disturbare le altre persone. Tutte queste

sensazioni sgradevoli fanno spesso rinunciare alla frequentazione di queste sale. Uno degli eventi

più temuti dal claustrofobico è quello di doversi sottoporre ad una risonanza magnetica, esame

che prevede l'inserimento dell'intera persona in un tubo molto stretto e totalmente chiuso. Non

sono rari, ovviamente, coloro che soffrono di questo disturbo in ascensore.

Altro posto che mette in crisi tanta parte della popolazione è la metropolitana. Qui c'è proprio di

50

tutto: oscurità, sotterranei, cunicoli, affollamento, odori sgradevoli, ventate improvvise d'aria e

rumori stridenti dei treni.

Oltre alle classiche manovre di evitamento o di fuga di fronte alla situazione fobica, il

claustrofobico tiene a bada l'ansia cercando delle giustificazioni apparentemente logiche che

spieghino il motivo di una scelta che altri considerano un po' strana o quanto meno poco usuale.

E così queste persone preferiscono salire le scale, adducendo i più svariati motivi: l'opportunità

di fare del moto per tenersi in forma, la necessità di raccogliere le idee prima di andare a parlare

con qualcuno (l'ascensore è sempre troppo veloce!), e via dicendo.

La claustrofobia deve essere tenuta distinta dall'agorafobia, tipica di chi soffre o ha sofferto di

attacchi di panico, che non si limita alla paura degli spazi chiusi, ma riguarda tutte le situazioni,

anche all'aperto, da cui non vi sia una rapida via di fuga (es. un ponte, una lunga coda o

l'autostrada).

FOBIA SOCIALE

La fobia sociale è un disturbo alquanto diffuso tra la popolazione. Secondo alcuni studi, la

percentuale di persone che ne soffre va dal 3% al 13%. Sempre secondo questi studi sembra che

ne soffrano più le donne che gli uomini.

La caratteristica principale della fobia sociale è la paura di agire, di fronte agli altri, in modo

imbarazzante o umiliante e di ricevere giudizi negativi.

Questa paura può portare chi ne soffre ad evitare la maggior parte delle situazioni sociali, per la

paura di comportarsi in modo “sbagliato” e di venir mal giudicati.

Solitamente le situazioni più temute da chi soffre di fobia sociale sono quelle che implicano la

necessità di dover fare qualcosa davanti ad altre persone, come ad esempio esporre una relazione

o anche solo firmare, telefonare o mangiare; a volte può creare ansia semplicemente entrare in

una sala dove ci sono persone già sedute, oppure parlare con un proprio amico.

Le persone che soffrono di fobia sociale temono di apparire ansiose e di mostrarne i “segni”, cioè

temono di diventare rosse in volto, di tremare, di balbettare, di sudare, di avere batticuore,

oppure di rimanere in silenzio senza riuscire a parlare con gli altri, senza avere la battuta

“pronta”.

Infine, accade spesso che chi ne soffre, quando non si trova in una situazione temuta, riconosca

come irragionevole la propria paura e tenda, conseguentemente, ad auto accusarsi e

rimproverarsi per non riuscire a fare cose che tutti fanno.

La fobia sociale, se non trattata, tende a rimanere stabile e cronica, e spesso può dare luogo ad

altri disturbi come la depressione.

Tale disturbo sembra esordire normalmente in età adolescenziale o nella prima età adulta. 51

Solitamente si distinguono due tipi di fobia sociale:

semplice, quando la persona teme solo una o poche tipologie di situazioni (per esempio è

incapace di parlare in pubblico, ma non ha problemi in altre situazioni sociali come partecipare

ad una festa o parlare con uno sconosciuto);

generalizzata, quando invece la persona teme pressoché tutte le situazioni sociali. Nelle forme

più gravi e pervasive, si tende a preferire la diagnosi di disturbo evitante di personalità.

ANGOSCIA (secondo Freud)

Freud distingueva tra “angoscia reale” e “angoscia nevrotica”.

L’angoscia reale è una paura razionale e giustificata dagli eventi, perché si origina dalla

percezione di un pericolo esterno. Questo tipo di paura scompare quando scompare il pericolo.

L’angoscia nevrotica, invece, è più uno stato soggettivo dovuto a carenze personali, a impulsi o a

norme morali da cui originano disagi e permanenti sensi di colpa.

Per Freud l’angoscia nevrotica è di due tipi: angoscia d’attesa e fobia. Nella prima si prevede per

sé e per i propri cari le soluzioni peggiori. L’altra forma di angoscia sono le fobie, cioè la paura

di uno stimolo o di una situazione specifica che appare sproporzionata rispetto alla minaccia che

rappresenta.

“A partire da una certa età, i nostri amori, le nostre amanti, sono figli della nostra angoscia.”

Marcel Proust, Albertine scomparsa, 1927 (postumo)

EVITAMENTO

L' evitamento è una strategia difensiva che permette

alla persona di non entrare in

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