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DEPRESSIONE E NATURA
NEGLI ANNI
TRENTA
L o scenario degli Stati Uniti che si presenta nel corso degli anni ’30 è quello di un
paese fortemente attaccato nel settore economico. Il più vasto tentativo di
ripresa economica ebbe inizio con l’amministrazione Roosevelt, presidente dal
Tra East e West America:
1933 al 1945. Egli concepì un programma di rilancio dell’economia tramite una
politica deflazionistica atta a ridurre la circolazione monetaria. Per questo furono
gli effetti della Grande
introdotte nuove tasse, ridotte le spese del governo e abbassati gli stipendi dei dipendenti
pubblici. Questo evento venne riconosciuto come New Deal o Nuovo Corso e si basava sul
Depressione
crescente intervento del governo nell’economia. Vennero introdotti sussidi a favore dei
disoccupati e degli agricoltori i quali videro il prezzo di mercato
dei loro prodotti ridotto alla metà. Furono stanziati dei fondi per
opere pubbliche e varati programmi di recupero, il più
importante è quello della Tennessee Valley Authority dove
costruirono dighe risanando un’area di campi in rovine e
generando energia elettrica. Roosevelt
varò anche una legge per la
ricostruzione industriale, la cosiddetta
Nira, che favoriva accordi tra imprese
per limitare la concorrenza e sostenere
i prezzi. Le spese del
programma governativo
contribuirono a far uscire il paese dalla depressione, ma nel 1937 a
fronte di oscillazioni del governo e alla crescita del deficit,
l’amministrazione bloccò le spese pubbliche e limitò i sussidi
facendo precipitare l’economia. Fu soltanto l’espansione delle
spese militari, a partire dal 1939, a consentire il rilancio
dell’economia e l’assorbimento della
disoccupazione. Con l’avvento del New Deal venne introdotto
un sistema pensionistico internazionale, furono varati
programmi di assistenza a favore dei disagiati e venne
riconosciuta la libertà di organizzazione dei lavoratori, furono
inoltre stabiliti i minimi salariali e i massimi di ore lavoro.
N
ei romanzi americani di questo periodo travagliato gli scrittori
cercarono di registrare la realtà sociale con un
linguaggio realistico e secco. La schiera di narratori che esordisce negli anni Venti per poi
affermarsi definitivamente negli anni Trenta e Quaranta è composta da Faulkner,
Hemingway e Steinbeck; tutti autori che esplorano temi sociali e storici. Ed è in uno
sfondo di difficoltà economica quale quella degli anni ‘30 che si sviluppa una delle più
importanti opere di John Steinbeck: “Furore”. In quest’opera viene narrata la drammatica
odissea di una delle tante famiglie di contadini in viaggio dall’Oklahoma alla California alla
ricerca di un lavoro. I temi analizzati da "Furore" sono: il problema dei lavoratori
sottostipendiati, lo sciopero come unico mezzo di opposizione al potere precostituito e si
possono vedere chiaramente alcune tesi di Steinbeck, come quella dell'energia intrinseca
alla maternità, in una considerazione della donna che ha il ruolo di perno strutturale di
una famiglia disastrata. Sono inoltre presenti riflessioni sulla miseria, che conduce
all'impoverimento psicologico della persona e la rende più malvagia e soggetta alle
credenze. Nel romanzo traspaiono nuclei di preziosa bellezza, similitudini naturali,
metafore affascinanti quale la concezione degli individui come singoli costituenti di
un'anima più grande. Il tutto viene reso con una notevole abilità stilistica, con una parlata
spontanea e sgrammaticata e con un libero fluire degli eventi.
“Furore”, diventato il simbolo della Grande Depressione americana, fu anche adattato per
il cinema da John Ford ed ha ispirato le musiche di Woody Guthrie, maestro di Bob Dylan e
Bruce Springsteen.
I personaggi di “Furore” agiscono in base alla concreta necessità e senza cercare
giustificazioni morali. Per Benedetto Croce (Pescasseroli 1866 – Napoli 1952) l’attività
pratica coincide con la volontà: agire è volere; non c’è volizione senza azione, né
. “ ... e su questo terreno, traballante a ogni passo, dobbiamo
azione senza volizione
fare il meglio che possiamo per vivere degnamente, da uomini, pensando, operando,
coltivando gli affetti gentili; e tenerci sempre pronti alle rinunzie senza per esse
disanimarci”. Se la volizione è individuale si ha l’attività economica; se la volizione è
universale si ha l’attività etica. Secondo Croce nell’attività economica la volizione si dirige
verso un obiettivo particolare dando origine alla ricerca dell’utile; nell’attività etica l’utile
viene oltrepassato estendendosi alla molteplicità degli individui. Alla prima corrispondono
i fini individuali e su di essa si fonda il giudizio circa la maggiore
o minore coerenza dell’azione presa per se stessi; alla seconda i
fini universali e su di essa si basa il giudizio circa la maggiore o
minore coerenza dell’azione rispetto al fine universale.
La situazione emotiva della popolazione americana degli anni
’30 si riconduce al pensiero kierkegaardiano secondo il quale
l’uomo è ex-sistenza caratterizzata da scelta, progettualità e
“La possibilità è la più pesante delle categorie”
possibilità.
afferma Kierkegaard (Copenaghen 1813 – 1855) perché in essa
tutto è possibile (il bene come il male): il destino dell’uomo è
incerto perché è aperto a qualsiasi possibilità. Ciò comporta un rischio che genera
angoscia che è considerata il sentimento puro della possibilità ed è colei che mette l’uomo
“ L'angoscia è la vertigine della libertà”
di fronte all’incertezza riguardo al proprio destino.
afferma Kierkegaard nell’opera “Il concetto
dell’angoscia”. L'angoscia è la vertigine che scaturisce dalla
possibilità della libertà, l'uomo sa di poter scegliere, di aver di
fronte a sé la possibilità assoluta, ma è proprio questa
indeterminatezza che lo angoscia. Ne deriva quindi la
disperazione che è soggettiva ed è dettata dalla necessità
e impossibilità della scelta ed è per Kierkegaard la malattia
mortale dell’io. Essa può avere un duplice senso: la
disperazione perché l’uomo non si accetta com’è; e la
disperazione per il fatto che l’uomo si è ritenuto
autosufficiente. L’unico antidoto a questa malattia
è la fede che vede l’uomo come colui che è nelle
mani di Dio: credere è una scelta che l’uomo prende
al buio, non sapendo cosa realmente lo aspetta.
lla grande crisi economica americana degli anni ’30 possono farsi risalire gli inizi di
A Fallingwater o Bear Run, come i proprietari hanno sempre
chiamato sia la casa che il fondo che la circonda. Per Frank
Lloyd Wright, come per quasi tutti gli architetti americani,
la crisi coincise con l’inaridirsi degli incarichi. Per
combattere la crisi economica, il governo aveva lanciato un
vasto
programma di opere
pubbliche e
un’autostrada venne a
passare attraverso la proprietà della famiglia
Kaufmann, dando nuova vitalità alla zona. I
Kaufmann decisero di trasferirsi in un punto della
proprietà facilmente raggiungibile e di farsi costruire
una casa atta a un soggiorno in qualsiasi stagione.
Wright era l’architetto che volevano e lui accettò la sfida. Dopo una serie di bozzetti, nel
1936 si diede inizio alla costruzione. La natura fu sempre la grande maestra di Wright e il
suo unico desiderio era la semplicità: questo significava eliminare tutto ciò che era
all’apparenza superfluo rispetto alla natura. In
Fallingwater, per raggiungere la sua architettura
organica, Wright adopera non solo i materiali del luogo
quale la pietra, ma anche e soprattutto una tecnologia
espressiva che bene si integra con i suoi volumi nello
spazio. Egli si serve del cemento armato per distribuire
gli ambienti slanciando ognuno di essi quanto più
possibile verso
l’esterno, protendendo vetrate e terrazze e
sospendendo – in apparenza – la costruzione nel
vuoto: la casa in realtà poggia su solai in pietra
eretti sulla roccia sottostante, la stessa dalla quale
scaturisce la cascata. Inoltre Wright evita di introdurre
materiali estranei, e una sorta di principio ecologico
sovrintende alla sua scelta di rivestimenti e arredi:
l’intero progetto infatti, ruota attorno alla consapevolezza che il benessere degli abitanti è
tanto maggiore quanto più la casa promuove un accordo pieno e articolato tra umanità e
natura.
F
allingwater is a perfect example of harmony
between man and nature. It recalls the concept of
“picturesque” that shows the
relationship between man and nature as something
of benign. This concept is translated in the painting
“The Hay Wain” by John Constable in which are
represented some human activities with nature: we can
see hay mowers, an angler, a washwoman and some men on a cart who are going to
collect the hay. In the foreground there’s also a dog which acts as an observer of what is
going on. Constable’s work is very often assimilated to that of the romantic poet
Wordsworth because their subjects are rustic life and people in close contact with nature.
This painting contrasts with “The Great Fall” by William Turner in which we can find the
romantic concept of “sublime”. This concept is associated with vastness, natural
magnificence and strong emotion; it also induces feelings of
paralysis and terror in the viewer. In fact the painting wants to
underline the majesty, the strength, the power of nature and the
frailty of man who is fascinated but also terrified by it; because
here nature is the master of the man.
I potizzando uno sbarramento dell’acqua della cascata, si
potrebbe
usufruire
dell’energia
cinetica dell’acqua
per produrre energia
elettrica che serva non solo la Casa sulla
Cascata ma anche altre residenze poste
nelle vicinanze dell’edificio. L’impianto è
composto da un sistema di raccolta
dell’acqua, una conduttura forzata, una
turbina, un alternatore e un sistema di
controllo. Ciò che è fondamentale per realizzare l’impianto è il salto, ovvero il dislivello tra
la quota dove è presente il lago artificiale e dove l’acqua viene restituita al suo corso
naturale attraverso le turbine. A seconda del salto si hanno turbine di diverso genere: con
un dislivello da 10 a 1000 m viene impiegata la turbina Pelton; per un salto d’acqua da 10
a 100 m si ha la turbina Francis e per dei salti da pochi metri si utilizza la turbina Kaplan.
Quest’ultima, progettata nel 1913 dall’ingegnere austriaco Viktor Kaplan, è quella che
verrebbe adoperata per un ipotetico impianto idroelettrico a Bear Run; il suo principio di
funzionamento è quello dell’elica di una nave: la girante della turbina è immersa nel flusso
d'acqua che fa girare le pale dell'elica. L’alternatore è il dispositivo che trasforma l’energia
cinetica dell’acqua in energia elettrica, mantenuto in movimento dalla rotazione della
turbina. Esso è costituito da una spira che viene fatta ruotare all’interno di un campo
magnetico; la diversa orientazione della spira fa sì che il flusso magnetico vari in
continuazione generando corrente indotta. Per la legge di
Faraday – Neumann, più rapidamente si muove la spira
tanto maggiore sarà la forza elettromotrice e la corrente
indotta. La legge afferma che quando si ha la variazione
del flusso del campo magnetico in un circuito, si ha una
corrente indotta che viene generata da una forza
elettromotrice indotta, la cui formula è:
∆φ
fem = ∆t
Se R è la resistenza all’interno del circuito è inoltre
possibile definire la corrente attraverso la seguente
formula: ∆φ
i = R ∆t