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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: spazio e tempo: immutabili negli anni?
Autore: Ruspi Maria luisa
Descrizione: il problema della natura dello spazio e del tempo è stato a lungo oggetto di indagine sia da parte dei filosofi che da parte dei fisici; soprattutto per il tempo essi si sono posti domande come: - il tempo ha un inizio e una fine o si estende allinf
Materie trattate: Fisica, Scienza, Filosofia, Italiano, Storia Dell' Arte
Area: scientifica
Sommario: fisica: einstein relativita scienze: big bang, la materia oscura, LHC italiano: italo calvino: cosmopoliche filosofia Kant: critica ragion pura arte Picasso: les damoiselle d' avignon
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spiegare ciò che vediamo, ma può essere eliminata pensando ad uno spazio non più piano
come quello euclideo, ma curvo, secondo la geometria non euclidea dello spazio-tempo.
Lo spazio-tempo viene deformato dalla presenza di un oggetto dotato di massa e la
• deformazione è tanto maggiore quanto più grande è la massa presente.
Lo spazio e il tempo non sono più due contenitori in cui si posizionano i corpi e gli
• eventi, ma si modificano a seconda dei corpi presenti in ogni regione di spazio,
producendo una curvatura dello spazio in cui si muovono gli oggetti.
La Terra si muove attorno al Sole seguendo la sua orbita non perché ci sia una forza
• gravitazionale che la tiene agganciata al Sole, ma perché è in uno spazio deformato
dalla presenza della massa del Sole: la Terra non è soggetta a nessuna forza
gravitazionale, e perciò continua nel suo moto rettilineo uniforme, ma …… in uno
spazio curvo in cui la linea retta è l’ellisse dell’orbita. Anno 2008/2009
Ruspi Maria Luisa 9
Alcune conseguenze
I pianeti percorrono le loro orbite perché rotolano
• nell’avvallamento dello spazio-tempo creato dalla
massa del Sole; la Relatività Generale spiega tra
l’altro l’anomalia della precessione di Mercurio,
prima inspiegabile
La legge di gravitazione di Newton rimane valida, ma
• non più per una forza agente a distanza, ma per la
deformazione dello spazio causata dalla massa: non
cambia la formula del moto, cambia la sua
interpretazione Figura 5 – Spostamento del perielio
di Mercurio
L’azione della gravità, ovvero la deformazione dello
• spazio-tempo non è istantanea, ma si propaga con la Uno degli effetti previsti dalla R.G. è lo
velocità della luce (onde gravitazionali e gravitoni spostamento del perielio di Mercurio,
ossia del punto più vicino dell'orbita, nel
come mediatori dell’azione gravitazionale) campo gravitazionale del Sole. Nel caso
di Mercurio, per il quale l'effetto è
Non solo lo spazio diviene curvo in presenza di una
• maggiore essendo il pianeta più vicino
massa, ma anche il tempo: in prossimità di una al Sole, l'effetto dell'avanzamento del
massa il tempo scorre più lentamente, fatto perielio è di circa 43" per secolo. Nel
dimostrato sperimentalmente con orologi atomici caso della Terra è di circa 4" per secolo.
posti al livello del mare e a grande altezza. Anche la luce risente della curvatura dello
•
spazio-tempo in vicinanza di una grande massa
come il Sole: durante le eclissi riusciamo a
vedere la luce di stelle che stanno dietro al Sole
poiché la loro luce viene deviata dalla massa del
Sole.
È massima la deviazione della luce in
corrispondenza dei buchi neri, dove la densità di
massa raggiunge valori estremi, tanto che la
stessa luce viene inghiottita dal buco nero.
Un
Figura 6 – Curvatura dei raggi di luce
raggio di luce proveniente dalla stella A viene
curvato passando nelle vicinanze del campo
gravitazionale del Sole. La stella viene osservata
nella posizione apparente B data dalla proiezione
del raggio di luce che arriva a Terra. I raggi di
luce vengono curvati passando nelle vicinanze di
un campo gravitazionale causato dalla presenza
di una massa. Anno 2008/2009
Ruspi Maria Luisa E la relatività oggi? 10
E la relatività oggi? Anno 2008/2009
Ruspi Maria Luisa E la relatività oggi? 11
Biografia
Albert Einstein, nato nel 1879 a Ulm, piccola ma famosa cittadina
tedesca, è morto nel 1955 a Princeton nel New Jersey.
Trascorse la sua prima giovinezza a Monaco, educato nel rigido sistema
scolastico bavarese; dopo un breve soggiorno a Milano si trasferì a
Zurigo dove continuò gli studi sino al dottorato in matematica e fisica
presso il Politecnico.
Dopo la laurea continuò a dedicarsi intensamente ad alcuni problemi di
fisica teorica anche quando, per risolvere i più gravi immediati problemi
economici, prese la cittadinanza svizzera per assumere un modesto
impiego presso l' Ufficio Brevetti di Berna.
Nel 1905 pubblicò tre articoli sugli Annalen der Physik, il primo sui
quanti di luce,il secondo sul moto browniano, destinato a confermare l'
Figura 7 – A, Einstein atomicità della materia, il terzo sui fondamenti della relatività ristretta.
Questi ormai storici lavori furono l' avvio di una lunga e brillante carriera accademica, iniziata a Zurigo e
proseguita in terra tedesca fino al 1932 quando, a causa delle persecuzioni antisemitiche naziste, fu
costretto ad abbandonare la Germania per essere accolto a braccia aperte in USA.
Einstein, naturalizzato cittadino americano, si stabilì a Princeton, dove insegnò presso l'Institute for
Advanced Studies fino al 1945, anno del suo ritiro dall'attività accademica.
Nella storia del potere creativo del pensiero umano, Einstein rappresenta un simbolo, un personaggio che ha
colpito la fantasia della gente, uno scienziato che ha dato un alto e qualificato contributo allo sviluppo della
fisica moderna.
Quest'uomo considerato da molti artista e quasi profeta che disprezzava la violenza e la guerra fu, suo
malgrado doppiamente coinvolto nella realizzazione della bomba atomica di cui è considerato padre
putativo: in primo luogo perchè uno dei risultati della teoria della relatività, riguardante la cosiddetta
equivalenza massa-energia (E=mc ), doveva rappresentare il punto di partenza del successivo sviluppo dell'
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energia nucleare; in secondo luogo perchè si deve al suo intervento (voluto da altri) se il governo degli Stati
Uniti d' America mise a disposizione i capitali che portarono alla costruzione della bomba di Hiroshima.
Tornando alle ricerche teoriche di Einstein, dobbiamo ricordare la classica memoria del 1916, I fondamenti
della teoria della Relatività generale, frutto di oltre dieci anni di studio. Questo lavoro è considerato dal fisico
stesso il suo maggior contributo scientifico e si inserisce nella sua ricerca rivolta alla geometrizzazione della
fisica. Fino agli ultimi anni della sua vita egli tentò più volte di elaborare una teoria capace di unificare su
una comune base geometrica i fondamentali campi allora meglio conosciuti: il campo gravitazionale e il
campo elettromagnetico.
Nonostante lo sforzo di elaborazione teorica, i risultati non furono quelli sperati. "La natura non si lasciò
convincere a fare ciò che forse non è nella sua stessa natura".
Dopo la seconda guerra mondiale, Einstein cercò in tutti i modi di favorire la pace nel mondo, promuovendo
una vasta campagna popolare contro la guerra e le persecuzioni razziste. Proprio una settimana prima di
morire, insieme ad altri sette Nobel, compilò una dichiarazione pacifista contro le armi nucleari. Questo
messaggio all'umanità, che rappresenta una specie di testamento spirituale dello scienziato, termina con
queste parole:
"Noi rivolgiamo un appello come esseri umani a esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticate il
resto. Se sarete capaci di farlo è aperta la via di un nuovo paradiso, altrimenti è davanti a voi il rischio della
morte universale". Anno 2008/2009
Ruspi Maria Luisa SCIENZE - Relatività Generale e Cosmologia 12
SCIENZE - Relatività Generale e Cosmologia
“La cosa più incomprensibile dell'Universo
è che esso sia comprensibile”
(A.Einstein)
“Lo spazio-tempo agisce sulla materia dicendole come
muoversi. A sua volta la materia agisce sullo spazio-
tempo dicendogli come curvarsi”
(“Gravitazione” di Misner, Thorne, Wheeler)
Negli anni ‘20 fu formulata la teoria dell’ ”Espansione dell’Universo”, secondo la quale
l’Universo si sta espandendo in tutte le direzioni, apparentemente senza avere un centro.
Inizialmente Einstein non accettò questa teoria, per poi riconoscere la sua validità, quando
Hubble la dimostrò partendo dal red shift, lo spostamento verso il rosso dello spettro della
luce emessa dalle galassie, tanto maggiore quanto più grande era la distanza delle galassie
e pertanto la velocità di allontanamento rispetto alla Terra.
L’espansione dell’Universo ha portato alla formulazione di vari modelli di evoluzione
dell’Universo, che affrontano domande come: “l’universo ha avuto un inizio ?” e “Se ha
avuto un inizio, come finirà ?
La teoria più nota è la teoria del “Big Bang”:
se l’universo si espande, all’inizio doveva essere
• concentrato in un unico punto da cui si è espanso
generando lo spazio-tempo curvo attuale. Una
verifica sperimentale è stata fornita dalla scoperta
della radiazione di fondo presente nell’universo,
l’eco del Big Bang
dopo l’esplosione iniziale che ha proiettato la
• materia e l’energia in tutte le direzioni, l’attrazione Figura 8 – Big Bang
gravitazionale tende a rallentare l’espansione.
Questa espansione è destinata a continuare
sempre o ad un certo istante si fermerà e l’universo comincerà a contrarsi fino a
ridursi ad un unico buco nero come quello iniziale ?
La materia osservabile nell’universo sembra non essere sufficiente a creare una forza
• gravitazionale in grado di fermare l’espansione e portare alla contrazione
dell’universo, a meno che non esista una grande quantità di materia non visibile (la
cosiddetta materia oscura).
Questo è uno dei tanti problemi che vuole affrontare per esempio il nuovo grande
• acceleratore di particelle (LHC – Large Hadron Collider) di Ginevra Anno 2008/2009
Ruspi Maria Luisa SCIENZE - Relatività Generale e Cosmologia 13
La materia oscura e la massa mancante
Non tutto ciò che esiste è visibile.
Come sappiamo, un oggetto perché sia visibile deve emettere delle particolari radiazioni, le
“onde elettromagnetiche”. Gli scienziati sono convinti che nell'Universo esista qualche
cosa che non emette onde elettromagnetiche quindi né luce, né radiazioni di altro tipo:
nell’Universo esisterebbe pertanto qualche cosa di assolutamente invisibile, che per tale
motivo viene chiamato "materia oscura", ma se non possiamo vederla, come possiamo
sapere che esiste ?
Nel 1933 l’astronomo Zwicky, studiando i moti relativi delle galassie, notò che queste si
muovevano molto in fretta e calcolò che la materia contenuta nel gruppo di galassie
osservate, doveva essere almeno 20 volte maggiore di quella corrispondente alle stelle e ai
gas visibili, altrimenti le galassie non avrebbero potuto restare unite perché la velocità che
le animava era tale che avrebbe dovuto disperderle
nello spazio.
Negli anni Settanta, alcuni astrofisici provarono che
anche nella nostra galassia doveva esserci molta più
materia di quella che si riusciva a vedere diretta-
mente; misurarono la massa della Via Lattea som-
mando la quantità totale di luce emessa e quindi
valutò gli effetti gravitazionali che questa materia
avrebbe dovuto esercitare sulla vicina galassia di
Andromeda. La conclusione fu che la nostra galassia
dovrebbe avere una massa dieci volte maggiore di
quella misurabile visivamente.
Si sapeva che le galassie girano intorno ad un'asse
che attraversa il loro centro, dove è concentrato il
maggior numero di stelle, allo stesso modo in cui i
pianeti girano intorno al Sole, cioè più velocemente
quelli vicini all’astro centrale, più lentamente quelli
lontani. Gli scienziati però notarono che le stelle più Figura 9 – Materia oscura
esterne delle galassie osservate ruotavano all'incirca mappa tridimensionale della distribuzione di
alla stessa velocità di quelle più interne, anzi, a volte materia oscura nell’Universo,
questa velocità era anche leggermente superiore.
Il fenomeno non poteva essere spiegato in altro modo se non ammettendo che la massa
delle stelle visibili nel centro non era tutto ciò che effettivamente esisteva nella galassia: di
conseguenza, doveva esserci della materia che non si riusciva a vedere, ma che produceva
i suoi bravi effetti gravitazionali.
La conclusione fu quindi che nell'Universo dovesse esserci materia in quantità maggiore di
quella che si riusciva a vedere attraverso gli strumenti, e ad essa fu dato il nome di "materia
oscura" (in inglese Dark Matter). Essa avrebbe dovuto essere presente sia alla periferia
delle singole galassie, sia intorno alle galassie aggregate in ammassi e poteva essere