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simbolica del mondo e si riferisce ai legami segreti che vi sono fra le

cose. Infatti tipico della letteratura decadente è l’attenzione verso

la psiche e specialmente verso i lati più oscuri della mente come: il

sadismo e il masochismo, attraverso i quali ricercano nuovi stimoli

per non cadere nella noia, la nevrosi infatti è per loro un tema

costante, che accostato alla malattia più in generale diventa

metafora di una crisi storica profonda, ma anche per certi versi

privilegiata, perché segno di distinzione dalla massa.

Nasce così la tipica figura del “poeta maledetto”, quel poeta

decadente che rifiuta le abitudini, le leggi, i valori della società

“normale” e che cerca nel male una via suprema di liberazione, per

pervenire l'annientamento della propria personalità, la sregolatezza

dei sensi e l'eccitazione data dall'alcol e dalla droga.

Tra i momenti privilegiati della conoscenza per i decadenti, vi è

soprattutto il periodo in cui l’arte ha dato origine ha una

sottocorrente del decadentismo: l’estetismo. Nell’estetismo, l’esteta

è colui che assume come principio regolatore della sua vita non i

valori morali come : il bene e il male, il giusto e l’ingiusto;ma solo il

bello, ed è esclusivamente in base ad esso che agisce e giudica la

realtà. 5

Il decadentismo mette in evidenza la crisi dei valori

risorgimentali e per questo che abbraccia tutto il periodo

storico che va dalla prima guerra mondiale fino alla fine

della seconda, attraversando dittature come : Fascismo,

Stalinismo, Comunismo e Nazismo. Profilando anche scenari

politici molto inquietanti, infatti tutta la prima metà del

novecento e stata dominata da forze razionali e oscure, da

personaggi proiettati verso progetti di guerra e di sterminio

di massa.

Valery de Bauyn

Tesina di Italiano-Storia anno scolastico 2006/2007

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L’INFANZIA

Adolf Hitler nacque a Braunau am Inn, il 20 aprile 1889, in una

cittadina austriaca proprio al confine con la Baviera, allora regno

autonomo facente parte dell'Impero Germanico; la sua era una

famiglia piccolo borghese. Suo padre, Alois, era un modesto

funzionario delle dogane, spesso violento, mentre la madre, Klara,

faceva la casalinga. Hitler rifiutò il destino di

impiegato che il padre aveva progettato per

lui; si sentiva attratto dall'arte, in particolare

dalla pittura e dall'architettura, ma quando,

dopo la morte del padre tentò di iscriversi

all'Accademia delle Belle Arti di Vienna, la sua

domanda fu respinta per "scarse attitudini".

Nonostante ciò il giovane Hitler deciso a

tentare la fortuna, rimase a Vienna ma, non

avendo alcuna specializzazione, non riuscì a trovarsi un lavoro

stabile, vivendo fra il 1909 ed il 1913, poveramente spalando neve,

lavorando come manovale nei cantieri edili, oppure sfruttando la

sua abilità nel disegno, dipingendo quadretti raffiguranti le più note

vedute di Vienna, che alcuni suoi amici s’incaricavano poi di

vendere dividendone i guadagni con lui. E’ qui che iniziò a

interessarsi di politica e a condividere le idee di chi sosteneva che

gli ebrei fossero la causa di molti problemi della società. Nel

frattempo abbandonò l’Austria per vivere in Germania…

7

Partecipò alla prima guerra mondiale, combattendo nell’esercito

tedesco, fu ferito due volte in battaglia e alla fine della guerra,

quando era ancora ricoverato in ospedale per intossicazione, inizia

ad auto convincersi che la sconfitta della Germania era stata

causata dagli ebrei. Fu così che decise di

entrare in politica nel partito Tedesco dei

Lavoratori.

Grazie alla sua capacità di parlare in

pubblico, in poco tempo guadagnò

un’incredibile popolarità e fu allora che

decise di cambiare il nome del partito in

Partito Nazionalsocialista Tedesco dei

Lavoratori, presto abbreviato in Partito

nazista, del quale divenne il leader.

L’ASCESA DEL NAZISMO

L’otto novembre 1923, con l’aiuto dei membri del suo partito, Hitler

tentò di rovesciare il governo con un colpo di stato, ma il tentativo

fallì ed essi furono arrestati e condannati a cinque anni di carcere,

ma lui ne scontò solo otto mesi, durante i quali scrisse la prima

parte di Mein Kampf (La mia battaglia), l'opera in cui riassunse i

capisaldi dell'ideologia nazista, tracciando il suo progetto di

conquista dell'Europa. Le fonti intellettuali di Hitler erano alquanto

eterogenee e il nazionalsocialismo si presentava così più come un

conglomerato di idee dalle matrici più disparate che come

un'ideologia organizzata e strutturata. In Mein Kampf le istanze

nazionaliste e il progetto di una grande Germania che radunasse

tutte le genti di lingua tedesca trovavano una teorizzazione che ben

s’inseriva nel clima causato dalla disfatta della guerra: Hitler

propose infatti un piano di ampliamento del territorio nazionale,

giustificandolo con la necessità di allargare il Lebensraum ("spazio

vitale") per il popolo tedesco. Le altre nazioni dovevano

sottomettersi alla razza ariana, in virtù della sua conclamata

superiorità, destinata com'era a regnare sul mondo intero. Nemici

degli ariani secondo la sua ideologia, erano in primo luogo gli ebrei,

responsabili del disastro economico e della diffusione delle ideologie

marxiste e liberali. 8

Fu così che uscito di prigione, approfittò delle divisioni interne degli

altri partiti e della difficile situazione economica tedesca per

rivolgersi alla popolazione con parole semplici e soluzioni

immediate. I risultati arrivarono presto e il 30 gennaio del 1933

Adolf Hitler fu nominato cancelliere (cioè capo del governo) e

tra il 1933 e il 1939, riuscì a trasformare la Germania in una grande

potenza militare e politica: ricostruendo e riarmando le forze

armate, rioccupando i territori ceduti alla fine della prima guerra

mondiale e avviando una campagna per conquistare nuovi territori,

con un programma d’azione antidemocratico, imperniato sul

nazionalismo e sull’antisemitismo.

Valery de Bauyn

tesina di Italiano-Storia anno scolastico 2006/2007

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Il nazionalsocialismo è una dottrina politica nata nel XX secolo è

affermatasi in Germania attraverso la dittatura ideologica e politica

del Partito nazionalsocialista. È intesa polemicamente a

condizionare il socialismo antindividualistico con l'elemento

nazionale come coscienza di purezza razziale, come solidarietà

all'interno e volontà di preminenza all'esterno. Questo poiché Hitler,

il fondatore del partito, vedeva come la fonte di tutti suoi valori, per

lui misticamente genuini, l'«anima della razza» e il «sangue» che

determinano secondo lui, per via misteriosa il carattere fisico e

morale di una persona. È per questo che dove quest'intima

connessione tra sangue e carattere viene meno si determina “un

caos culturale che porta alla rovina”. Fu proprio dalla coscienza dei

valori razziali che si sviluppo l’idea di liberare l'anima tedesca da

tutti gli influssi estranei, di rinnovare in codesto spirito tutte le

istituzioni, le scienze, le arti contaminate dell'ebraismo. Secondo i

nazisti, lo stesso cristianesimo doveva essere liberato dalla

sovrastruttura degli elementi ebraici perché riemergessero in primo

piano i valori nordici da esso accolti. In tale maniera si poteva

reintegrare una civiltà germanica genuina, imperniata sui due

supremi valori nordici, la «libertà» e l'«onore», sostanziata da una

religione veramente sentita, mistica.

In politica estera, il nazionalismo, fattosi Stato, dapprima lasciava

agire con cautela i diplomatici della vecchia scuola, limitandosi a

intrighi e putsch quali l'assassinio di Dollfuss in Austria (1934),

realizzando già così, però, rivendicazioni revisioniste in misura dei

cedimenti delle potenze e delle loro rivalità (rimilitarizzazione,

Anschluss dell'Austria, Sudeti). Alimentando l'irrequietudine dei

tedeschi fuori del Reich, provocava però, con la rivendicazione di

Danzica, la II guerra mondiale (settembre 1939). Nel corso della

guerra, che lo portava a controllare interi Paesi in Europa fra il 1939

e il 1944, il n. faceva le sue esperienze più conseguenziarie, delle

quali la «decisione definitiva» della deportazione ed eliminazione

degli Ebrei fu l'espressione più cruda. E furono uomini e comandi

delle SS, sempre più dominatori di partito e Stato, sia pur in rivalità

con la Reichswehr, con l'ausilio di gruppi dei diversi Paesi partecipi

dell'ideologia autoritaria e antisemitica in Francia, Olanda, Norvegia,

ad applicare i principi di egemonia razziale, specialmente nei Paesi

dell'Est. La forza delle armi coalizzate di Gran Bretagna, U.S.A.,

U.R.S.S. infranse lo «Stato delle SS», attuando poi nella Germania

10

occupata la «denazificazione», invero in misura e con intensità

diversa nelle differenti zone. Questa però non è riuscita a

distruggere totalmente il n., che è riaffiorato in movimenti di Destra

e in nostalgici di Germania e di altri Paesi coi suoi simboli (la

svastica solare) e il suo antisemitismo.

Valery de Bauyn

tesina di Italiano-Storia anno scolastico 2006/2007

Shoah è un termine ebraico che significa “sterminio”, col quale si

indica la persecuzione e il programmatico genocidio degli ebrei

europei da parte del regime nazista nel corso della seconda guerra

mondiale. Per indicare l’evento è comunemente, anche se

holókauston,

impropriamente, usato il termine olocausto (greco

11

hólos, kaustós,

composto di "tutto, intero" e "bruciato"), che

originariamente definiva il rito religioso in cui l'offerta veniva

distrutta dal fuoco.

LA PERSECUZIONE DEGLI EBREI :

Come conseguenza delle idee nazionaliste e razziste proclamate da

Hitler nel Mein Kampf (1925), il regime nazista, sin dall'inizio, adottò

contro gli ebrei misure di discriminazione sistematica, formalizzate

in seguito nelle leggi di Norimberga (5 settembre 1935). Secondo

l'ideologia antisemita e razzista del regime, ebreo era chiunque

risultasse avere tre o quattro nonni osservanti della religione

ebraica, indipendentemente dalla effettiva partecipazione alla vita

della comunità ebraica; mezzo-ebreo era chi aveva due nonni

osservanti o era sposato con un ebreo; chi aveva un solo nonno

mischlinge

ebreo veniva designato come (meticcio). Ebrei, mezzi

mischlinge,

ebrei e in quanto non ariani, erano soggetti a leggi e

prescrizioni discriminatorie. 12

L'ARIANIZZAZIONE DELL'ECONOMIA:

Dal 1933 al 1939 Partito nazista, enti governativi, banche e imprese

private misero in atto un'azione comune volta a emarginare gli

ebrei dalla vita economica del paese. I non-ariani vennero licenziati

dalla pubblica amministrazione; gli avvocati e i medici ebrei persero

i clienti ariani; le ditte di proprietà ebraica furono liquidate o

acquisite da non-ebrei a prezzi molto inferiori al valore reale; i ricavi

ottenuti dal trasferimento delle imprese dagli ebrei ai nuovi

proprietari (la cosiddetta "arianizzazione" dell'economia) furono

assoggettati a speciali tassazioni; gli ebrei impiegati in ditte

liquidate o arianizzate persero il lavoro.

LA NOTTE DEI CRISTALLI:

Obiettivo dichiarato del regime nazista prima della seconda guerra

mondiale era spingere gli ebrei all'emigrazione. Nella notte tra il 9 e

il 10 novembre 1938 (la notte dei cristalli), come rappresaglia

all'assassinio a Parigi di un diplomatico tedesco da parte di un

giovane ebreo, in Germania furono incendiate tutte le sinagoghe e

infrante le vetrine dei negozi di proprietà ebraica, mentre nei giorni

successivi le SS arrestarono e deportarono migliaia di ebrei. Molti

ebrei tedeschi e austriaci decisero di abbandonare il paese senza

ulteriori indugi; centinaia di migliaia di persone trovarono rifugio

all'estero, ma altrettante si videro costrette o scelsero di rimanere.

Nel 1938 anche il re d'Italia Vittorio Emanuele III ratificò leggi

razziali antiebraiche, volute, sul modello di quelle tedesche, dal

regime fascista di Mussolini

L'OCCUPAZIONE DELLA POLONIA:

Allo scoppio della seconda guerra mondiale (settembre 1939)

l'esercito tedesco occupò la Polonia occidentale, che contava tra gli

abitanti due milioni di ebrei, i quali vennero sottoposti a restrizioni

ancor più severe di quelle vigenti in Germania. Furono infatti

costretti a trasferirsi in ghetti circondati da mura e filo spinato; ogni

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