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percepire la sensazione di assenza dal tempo nel momento in
cui ci si trova e non dopo, quando, avendo ripreso il contatto
con la realtà temporale, è automaticamente uscito da quella
sensazione atemporale.Leopardi riesce perfettamente a
vivere la sensazione cosmica dell'infinito: quando il rumore
delle piante (realtà fisica) attiva la percezione acustica, il
poeta, che si trova nella realtà metafisica, al di là della siepe,
riesce a rimanere in bilico ("vo comparando") tra le due
realtà, di qua e di là dalla siepe. Ecco allora la percezione
dell'infinito: riuscire ad essere fuori dal tempo con il pensiero,
ed avere la prova tangibile (grazie al rumore delle piante) di
esserci.Quello che il Leopardi scopre in questa nuova
dimensione, è un infinito pieno, dentro al quale il poeta
naufraga piacevolmente spaziando nel passato e nel futuro.
padrone della situazione, alla scoperta di un mondo nuovo,
enorme, affascinante, smisurato che in seguito, purtroppo, si
dimostrerà vuoto, privo di un senso logico e di un senso
storico.Sembra che l'ansia romantica di vivere la vita
analizzando a fondo tutte le emozioni e il rigore illuminista di
perseguire scrupolosamente il vero, abbiano incanalato il
Leopardi in una lotta drammatica e suicida contro il tempo, il
vero responsabile delle nostre emozioni quelle che danno un
senso alla vita.Senza il tempo ogni sensazione non avrebbe
inizio né fine e sarebbe un0 normale stato di essere senza
distinzione da altre sensazioni. La stessa sensazione (bella o
brutta che sia poco conta) diventa piacevole, se inserita nel
tempo passato, nel ricordo; pessima nel presente, perché
cosi rivela la sua vera natura; ambigua se riferita al futuro,
perché da una parte la fantasia la concepisce bella, dall'altra
la ragione non può prescindere dal dato oggettivo del
passato.
LA CONCEZIONE DEL TEMPO DI PIRANDELLO.
Anche Pirandello riprende il tema caro alla filosofia di
Bergson che ritiene che l universo sia continuo divenire,
oggetto ad un evoluzione creatrice, per cui
contemporaneamente resta se stesso e cambia. Ovviamente
anche l uomo è partecipe a questo moto continuo o flusso
vitale, ma allo stesso tempo vorrebbe capirlo, schematizzarlo
e riportarlo ad una legge.Così l uomo cerca di analizzare tale
flusso, ma è troppo limitato nel tempo e nello spazio per
raggiungerne risultati utili, la ricerca risulta superficiale o
addirittura vana.Da qui nasce il dramma: l uomo tenta di
catturare il flusso inutilmete, in forme fisse e quindi
inadeguate. Più si sforza producendo forme diverse epiu si
aliena, in quanto piu si circonda di forme fittizzie e piu si
allontana dalla realtà.Il tempo è una delle tante forme create
dall uomo per le sue esigenze, e quindi è falsa ed
inconsistente.Vera è inve la nozione di durata o tempo
soggettivo, scandito cioè dalla coscienza di ogni singolo
individuo.Ma la durata non conosce la distinzione presente-
passato-futuro, e non procede linearmente a senso
unico:emette salti, accellerazioni e decellerazioni.Ogni
individuo è dunque un mondo a se stante che può sfiorare gli
altri, ma non comunicarci in quanto manca qualsiasi termine
commune di riferimento.
I FUTURISTI E IL TEMPO.
Con il Futurismo il nostro argomento arriva ad una svolta sostanziale, infatti
questi artisti pongono il tempo alla base della loro nuova e rivoluzionaria
visione della vita. La protesta è indirizzata al passato perché tanto i romantici
quanto i decadenti (per citare solo quelli che abbiamo preso in esame), hanno
fallito nella loro ricerca: i primi, con miti ed ideali, i secondi con intuizioni
ed irrazionalità, entrambi non sono riusciti a congiungere il tempo interiore
delle proprie emozioni cori quello esterno delle percezioni, e proprio da
questo scarto doloroso avrebbero scritto le opere ben note. I Futuristi
propongono di vivere nel tempo, nella dinamicità di tutte le cose che ci
circondano; osservare il tempo che scorre in noi o nelle cose è il sistema
migliore per perdere per non vivere.È inutile rincorrere la realtà in
movimento per fermarla e ridurla al nostro stato contemplativo, dobbiamo
invece competere con la sua caratteristica costitutiva,cioè il movimento.In
pratica i Futuristi, che ce l'hanno con "L'immobilità pensosa" del passato, con
i musei e le biblioteche, che cercano addirittura di fuggire dal rigo della
pagina, dopo aver eluso le regole della sintassi e della grammatica, non
ricercano una ribellione fine a se stessa, stanno solamente velocizzando il
punto di osservazione della realtà quotidiana, al fine di potersi congiungere
realmente con essa.
I futuristi avevano capito che per fermare il tempo bisognava correre più
veloci di questo; solo cosi, con il movimento, si poteva trovare il punto di
contatto con la realtà. Sarebbe come quando con l'auto si percorre una strada
parallela alla ferrovia: solo se si raggiunge la stessa velocità del treno
quell'interno, con le persone, le stoffe, le luci, gli oggetti, si rivela a noi in
tutta la sua nuda realtà, solo allora le cose si manifestano in quello che
realmente sono.Se invece restiamo fermi e lasciamo passare il treno, quel
determinato scompartimento, appena percepito dalla vista e non ancora ben
fissato dalla mente, si arricchisce di una sensazione, mista di curiosità e
mistero, così veniamo trasportati dal fascino che acquistano le cose in
movimento; un fascino che da sempre ha determinato stupore, meraviglia è
disparate congetture mentali, da parte di chi osserva immobile il fenomeno,
come si è visto, sin dall'antichità, con il culto del sole e della luna.Gli artisti
del Futurismo volevano rappresentare la velocità, "il movimento aggressivo,
l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo e il pugno".
Lo dicono chiaramente quando affermano che il mondo si è arricchito di una
bellezza nuova: "la bellezza della velocità" e mi pare doveroso non appuntare
l'attenzione solo sulla "velocità", ma sulla "bellezza" della velocità.Ci fanno
capire, cioè, che solo nella velocità, essendo noi per primi in movimento,
possiamo cogliere quella sensazione che tutti abbiamo avvertito e più
intensamente soprattutto, quelli che si sono fermati ad osservare il fluire del
tempo sulla propria vita.Secondo i futuristi non dobbiamo subire il tempo,
racchiudere in noi stessi un attimo passato per riviverlo, a nostro piacimento
(verticalizzazione): più subiamo il fascino del tempo, più ci allontaniamo
dalla realtà.
Il Futurismo avrebbe dunque intuito una cosa rivoluzionaria, cioè che quella
sensazione struggente, che determina poi le creazioni artistiche nei vari
campi di espressione, non sarebbe derivata dalla realtà che viviamo, ma dal
fatto che questa sia nel tempo e più è percepito il tempo di quella realtà, più
noi siamo toccati da quel fascino.
Da qui la convinzione della inutilità della poesia e della necessità della sua
fine; questo il significato del titolo "Uccidiamo il chiaro della luna" del
manifesto del 1909.La percezione del tempo determina in noi una sensazione
panica estetica che si spiega solo col nostro bisogno di capire il mistero del
tempo che da sempre affascina e stupisce tutti, poiché custodisce il senso
della nostra stessa esistenza.L'esperienza del Futurismo è particolarmente
importante poiché imposta il problema in una ottica del tutto nuova, inoltre si
trova spesso in contrasto con tutta la tradizione precedente. Questa grande
originalità non ha però avuto un lungo seguito, un po' per gli eventi bellici
seguiti da li a poco, un po' perché non da tutti è stato recepito il significato
profondo, nascosto dietro le appariscenti e rumorose espressioni di questi
artisti; è significativo comunque il fatto che il futurismo sopravviva, in
quantità variabile, in quasi tutte le avanguardie estetiche del '900 e che
Futurismo non sia solo Marinetti o manifesti di programmi stravaganti mai
attuati.Se prendiamo in esame il romanzo di Aldo Palazzeschi "Le sorelle
Materassi", notiamo ad esempio come la lezione del Futurismo sia assimilata
in maniera sostanziale e non ostentata in forma provocatoria. Il racconto di
Palazzeschi descrive la vita immobile delle sorelle velocizzata,
all'improvviso, dalla venuta del nipote. Le abitudini di vita e i valori morali,
immutati per molti anni, cadono di fronte all'accelerazione delle vicende
seguenti: Remo infatti rappresenta il nuovo, colui che sa cogliere al volo le
opportunità, che non dà tempo al tempo; cosi anche le tranquille sorelle
vengono trasportate dal turbinio degli. avvenimenti.
Alla fine poco importa se rimangono indebitate se, cioè, nessuna nuova
certezza sostituisce i vecchi valori: nelle sorelle rimane la nostalgia per quei
movimentati giorni, per aver vissuto ad una velocità superiore alle proprie
possibilità.Quando Remo sarà partito, la vita riprenderà il suo ritmo lento e si
parlerà ancora a lungo di lui, così come all'inizio della storia si ricordava
l'eccezionale incontro con il Papa e questa analogia, tra il sacro ed il profano,
non mi pare casuale.
Anche i poeti Crepuscolari sembrano aver intuito qualcosa di simile; con il
rifiutare tutto il materiale poetico tramandato, hanno finito per analizzare la
realtà nella sua essenzialità congenita, cioè senza il tempo; solo cosi, infatti,
hanno potuto' descrivere le cose a loro care scansando quella languida
sensazione determinata dal tempo.
I Crepuscolari, dal canto loro, hanno osservato la realtà alla sua stessa
velocità, ma, contrariamente ai Futuristi, non alle velocità "nuvolaresche",
bensì da fermi e loro possono a ben diritto rivendicare quella posizione
poiché per metà lo sono veramente: scrivono con la loro metà ancora viva,
quella legata alle sensazioni portate dal tempo ma traggono ispirazione
dall'altra, quella già morta, quella più vicina alla verità delle cose, quella
verità che si legge distintamente solo quando il tempo si è fermato.
Questi poeti colgono della realtà gli aspetti immobili, quelli che si ripetono
monotoni, quelli che girano alla stessa velocità della loro vita. Si aggrappano
alle cose che svaniscono nel tempo, con maggior attenzione a quelle vecchie,
proprio perché sono più vicine alla distruzione abbracciano di slancio tutto
ciò che sta per finire come attratti dal destino comune.
Nessuno meglio di loro ha dato un volto al tempo, ha definito "l'odore del
passato": la polvere sulle cose, le foto ingiallite, la bellezza sfiorita, un
angolo di città visto dalla finestra, la musica ripetitiva dell'organino
dell'ambulante, la vita spiata al di là del vetro, da chi sente di non
appartenervi più ed essere già in gran parte nel passato.
Dal punto di vita artistico, quello dei Crepuscolari è un osservatorio
privilegiato, poiché possono sincronizzarsi con la realtà esterna, riuscendo a
percepire, da vivi, la condizione di sensazione determinata dal tempo.
I Crepuscolari, dal canto loro, hanno osservato la realtà alla sua stessa
velocità, ma, contrariamente ai Futuristi, non alle velocità "nuvolaresche",
bensì da fermi e loro possono a ben diritto rivendicare quella posizione
poiché per metà lo sono veramente: scrivono con la loro metà ancora viva,
quella legata alle sensazioni portate dal tempo ma traggono ispirazione
dall'altra, quella già morta, quella più vicina alla verità delle cose, quella
verità che si legge distintamente solo quando il tempo si è fermato.
ENGLISH LITTERATURE.
THE MODERN AGE.
Between 1900 and the end of the World War I in 1918, a
literary movement, called Modernism, broke with the realistic
tradition of Victorian fiction, following the example given by
Henry James. The most important changes were the
fragmentation of the traditional ideas of place and time and
the consequent collapse of the traditional plot with a story
that has a beginning and an end, as well as clearly
identificable characters and setting; a new idea of the
representative function of the literature, with the accent on
psychological truth, rather than an realistic details, led to an
use of complex language which often refused traditional
syntax, grammar and punctuation
Bergson's conception of time had a great influence on