Sintesi

Tesina sui colori



Nella mia tesina affronto il tema del colore, un argomento complesso che interessa vari ambiti del sapere con interpretazioni differenti e variegate tra loro. Ho deciso di trattare questo argomento perché tutto il mondo è colorato e in base alle differenti tonalità che esso presenta comunica in modo particolare con noi. Già da quando ero bambina ero affascinata dai colore e dal disegno, crescendo con l’adolescenza mi sono avvicinata ai mandala, con cui non solo riuscivo a esprimere al meglio la mia creatività ma ho trovato in essi un modo per scacciare ansia e stress. Quando si colora un mandala non si fa altro che rappresentare il proprio stato d’animo, almeno in quel particolare momento. Infatti i colori sono l’espressione del proprio io interiore, come diceva Kandinskij “il colore è un potere che influenza direttamente l’anima”, ciò si può osservare nella scelta di un abito ma anche nella tinta per capelli, chi predilige tonalità sgargianti sarà sicuramente una persona eccentrica, spesso aggressiva mentre chi preferisce indossare abiti bianchi tende a essere fresca e solare.
Come sarebbe una realtà in bianco e nero, privata delle sfumature più accese? Sicuramente monotona, insapore privata della forza delle emozioni umane. È un concetto che fa pensare che P.Noyce riprende nel film ‘Il mondo di Jonas’ (2014) che descrive proprio una realtà incolore, dove emozioni come l’amore, la gioia e la tristezza sono state debellate per tenere sotto controllo una società che potrebbe per questo motivo essere definita totalitarista. Tutto ciò attraverso la somministrazione di un farmaco quotidianamente. La visione di questo film ha suscitato in me la curiosità di voler analizzare più a fondo tale fenomeno, in particolare la sua sfumatura di significato in base alla disciplina o all’artista che lo tratta, considerando dapprima il significato assunto nell’antichità, successivamente l’interpretazione nelle varie discipline e saperi in particolare nella letteratura inglese con Wilde ,nella letteratura italiana con Pascoli, nella psicologia con Lusher e nella storia con la classificazione dei detenuti nei lager nazisti. Concludendo ho spiegato la percezione del colore da un punto di vista fisico e biologico per comprendere fino in fondo il suo significato.




I colori nel corso della storia sono stati sempre fonte di attrazione, assumendo spesso una funzione magica. È sufficiente pensare all’arcobaleno, visto come un ponte che collegava il mondo spirituale con quello materiale. Per questa ragione si sosteneva che le pietre preziose, che emanano una tale luminosità, fossero dotate di poteri.
In Mesopotamia l’uso del colore con funzione magica e simbolica si manifestava nelle Ziqqurat: ogni piano era dedicato ad un pianeta e caratterizzato da una differente colorazione.
In Egitto nella scrittura geroglifica si utilizzava il nero per le valenze positive e il rosso per quelle negative. Anche in Palestina i colori erano carichi di significato, basti pensare agli amuleti nei quali venivano rappresentati simboli in argento e oro.
In sintesi è possibile analizzare il significato che i diversi colori hanno assunto nel corso della storia:


Nero


Poiché l’origine del mondo è da sempre stata associata al Caos, al vuoto e alle tenebre esso era ritenuto simbolo del Principio. Il nero insieme all’acqua mutava però di significato, facendo riferimento alla fecondazione, fertilità. Spesso era associato all’idea della morte, del lutto. (Basti pensare al manto nero che è legato a ciò). Allo stesso tempo era simbolo del male che ha la meglio su tutto e si manifestava attraverso animali come il cinghiale o il serpente. Poiché in Mesopotamia e in Grecia si considerava la donna malvagia, le divinità degli inferi erano rappresentate deformi, spesso metà uomo metà bestia.

Ha assunto diversi significati simbolici:
-Simbolo della luce: ci si ricollega al fatto che la prima fase della creazione consiste proprio nella separazione tra giorno e notte. Le immagini più rappresentative sono il volo di un uccello o un fiore sacro a cinque petali bianchi. Il “bianco-luce” era visto anche come simbolo dell’epifania divina, l’intensità dei fenomeni naturali ha fatto sì che essi venissero considerati come il mezzo attraverso cui si mostra il Divino.
-Simbolo di purezza: poiché le azioni e le attività più virtuose sono bianche nel tempo esso è divenuto simbolo di purezza. Ad esempio con l’ardere del fuoco si pensava di ottenere l'immortalità, i lavaggi erano considerati simbolo di purificazione così come le vesti bianche .

Blu azzurro



- Colore divino: poiché il cielo è azzurro si pensava che esso fosse il colore del luogo dove risiedevano gli Dei. Proprio per questo gli dei erano considerati azzurri e arrivavano da luoghi blu.Era simbolo di pace e di potenza soprannaturale per tale motivo gli occhi azzurri erano considerati segno di elevatezza d’animo.
- Colore magico: si può far riferimento agli amuleti egiziani per i defunti che infatti erano azzurri spesso con la forma di occhio o di scarabeo .

Verde



-Simbolo di vita e fertilità’: il verde può essere considerato una mediazione tra la luce del giallo e l’oscurità del blu. L'albero verde simboleggia vita e fertilità che nella cultura delle civiltà antiche era situato al centro del giardino dell’Eden, generatore dei frutti dell'immortalità nell’albero mesopotamico, simbolo della conoscenza del bene e del male nell’albero biblico, mentre a Creta era segno dell’armonia tra l'uomo e la natura .
-Simbolo di risurrezione: La rigenerazione della vegetazione nel corso dell’anno veniva spesso interpretata come una promessa di risurrezione; per questo le piante sempreverdi erano associate all’eternità.
-simbolo magico, di salute:Spesso si pensava che le piante fossero dotate di poteri magici legate ad esempio alla guarigione, eterna giovinezza. Chi cercava di impossessarsi dei frutti veniva punito, basti pensare ad Adamo ed Eva. Il verde si trovava anche nei talismani, nelle pietre, nel trucco del viso; negli abiti da festa, in Egitto nei gioielli, simbolo di sanità, portafortuna.

Giallo oro


-Simbolo di sacralità: L'oro era il simbolo del sacro, per via della sua immutabilità in colore e lucentezza ed era legato strettamente agli dei. Per questo motivo l’utilizzo dell’oro nell’antichità era molto diffuso, come rivestimento in lamine d’oro per le sculture o come decorazione per gli edifici sacri.
-Filiazione divina: fa riferimento al potere e alla ricchezza, alla visione del re come un Dio. All’inizio era strettamente legata ai regnanti , poi si estese anche agli eroi, ai guerrieri. In Età Imperiale, a Roma l’uso dell’oro divenne spropositato con l’unico scopo di esibire il potere.
-simbolo di incorruttibilità’: l'oro era spesso simbolo di immortalità poiché chimicamente si presenta come un materiale resistente, immutabile. Per questo capitava spesso che nella tomba del defunto si posizionavano suppellettili d’oro, per mantenere integro lo spirito in modo tale da ricongiungersi con gli dei mentre invece il corpo si logorava.

Rosso


Il rosso era spesso legato al sangue, simbolo di salute e di energia vitale, poiché nell’antichità gli uomini e gli dei erano stati generati con il sangue delle divinità. Spesso esso era associato a un ruolo di protezione e sicurezza, infatti si ungevano le case di sangue per tenere lontani i demoni, gli amuleti venivano adoperati per proteggersi dalle forze malefiche. Nella preistoria si era soliti dipingere il defunto di rosso poiché si pensava che esso avesse poteri purificatori. Era anche simbolo di ricchezza, lusso (ciò è legato alla difficoltà nel produrlo). Spesso era simbolo di guerra, di lotta, associato quindi al sangue durante le battaglie.
Nella sua accezione negativa era simbolo di odio e di crudeltà. Nell’antico Egitto simboleggiava situazioni di pericolo come ad esempio collera divina, ma faceva riferimento anche al fuoco e agli Inferi.



Max Lusher è uno psicologo svizzero che considera il colore strettamente collegato allo stato d’animo. Partendo da questo presupposto elaborò il test del colore, riuscendo ad analizzare l’umore di una persona in base alla sua preferenza tra gli 8 colori che il test comprende. Egli sostiene che chi predilige il rosso vuole vivere pienamente, intensamente. È infatti il desiderio in tutte le sue forme, rappresenta il bisogno di arrivare a determinati risultati e successi, il desiderio sessuale, l’eroismo, la competizione. Chi invece sceglie il grigio tende a chiudersi in sé stesso, rifiuta di impegnarsi per proteggersi da qualsiasi influenza esterna. Lusher rappresenta il blu come portatore di calma e serenità. Il verde rimanda alle sensazioni che suscita la natura, freschezza e pulizia. Prende distanza dalla visione del nero collegata alla morte e al dolore, sostenendo invece che rappresenta eleganza e potere. Ritiene che chi sceglie il giallo è un individuo che ha bisogno di speranza come in attesa di una felicità più grande mentre chi predilige il viola ha bisogno di rapporti magici, vuole affascinare sé stessa e gli altri. Chi sceglie il marrone ha la necessità di raggiungere un benessere fisico, soddisfazione sessuale.



Il tema del colore ha caratterizzato anche alcuni capitoli tristi della storia europea. Si fa riferimento al periodo della dittatura nazista ed in particolare all’utilizzo del colore per la classificazione dei deportati nei campi di concentramento.



I detenuti dei lager nazisti erano costretti a portare un triangolino di stoffa cucito nella maglia e nel pantalone in modo tale da poterli distinguere in base al crimine commesso,alla religione, nazionalità e razza.
In sintesi si descrive la classificazione secondo un criterio cromatico:
Triangolo rosso: rappresentava i prigionieri politici, internati con un mandato di arresto per motivi di sicurezza, una scusa per arrestare gli oppositori al nazionalsocialismo.
Triangolo verde: identificava i criminali comuni di razza ariana fra i quali i sorveglianti delle squadre di lavoro e i capiblocco, addetti al mantenimento dell'ordine nei lager.
Triangolo nero: rappresentava gli asociali che secondo i nazisti comprendeva prostitute, vagabondi, malati di mente e inizialmente gli zingari.
Triangolo blu: identificava gli apolidi e i rifugiati all'estero della guerra repubblicana di Spagna.
Triangolo viola: Il viola era attribuito ai testimoni di Geova.
Triangolo rosa: Il rosa era attribuito agli omosessuali.
Triangolo marrone: Il marrone era associato ai detenuti di origine Zingara.
Stella gialla: comunemente conosciuta come Stella di David rappresentava gli ebrei.
Era costituita da sei punte, frutto di due triangoli sovrapposti. Spesso uno era giallo, per rappresentare l’origine ebraica, l’altro di un colore differente per la distinzione per categorie generali, ad esempio un triangolo nero-giallo identificava un detenuto asociale ebreo.






Colors that symbolize purity , innocence and sin populate the novel at crucial moments. One of the first example is when Sybil Vane’s body is described as “little” and “white”, emphasizing her ruined purity. Dorian’s development into a monstruos, unnatural figure is stained with bloody colors. Increasingly, as we move towards the climax of the novel, redness seems to gather until Dorian starts to see blood like marks on his portrait. These color symbols create a visual surface in the text, showing us clearly the difference between right and wrong and giving to the action a kind of painted effect. White usually connotes innocence, as it does when Dorian is first introduced. It is, in fact, “the white purity” of Dorian’s boyhood which Lord Henry finds so captivating. Basil invokes whiteness when he learns that Dorian has sacrificed his innocence, and he quotes a biblical verse: “Though your sins be as scarlet, yet I will make them as white as snow.” When Dorian begins to lose his innocence he orders flowers “as few white ones as possible” and at the end of the novel, Dorian wishes again his rose-white boyhood. In fact, if an artist painted what Dorian Gray's portrait shows, he would use white and red: red because it symbolizes passion, desire to live, but also moral degradation; white because it represents the innocence and ingenuity of creatures who have not yet confronted the world.






Pascoli riprende l’utilizzo del colore tipico dell’impressionismo nella letteratura in particolare nel Temporale:


Un bubbolio lontano...

Rosseggia l’orizzonte,
come affocato, a mare:
nero di pece, a monte,
stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un’ala di gabbiano.



Questa poesia si inserisce in quello che si può definire impressionismo pascoliano. Tale corrente artistica dava importanza all’accostamento tra colori primari e complementari e al loro dialogare tra loro. In Pascoli nonostante non sia un pittore sono presenti tali pennellate di colore da un punto di vista linguistico: frasi molto brevi con segni di punteggiatura frequenti che a volte perdono la loro valenza grammaticale e strutturale per diventare puri e semplici segni grafici di accostamento di gruppi di parole. Questo uso del colore a pennellate sembra quasi andare a tagliare il quadro. Tutto questo nella lirica temporale è riscontrabile. Essa è dedicata ad un fenomeno meteorologico che in realtà si distacca dalla categoria del sublime. Il temporale si presenta in termini uditivi che nell’ultimo verso sfocia in un concetto di speranza. La poesia inizia con un richiamo onomatopeico: quel bubbolio richiama il rumore del temporale che sta arrivando da lontano. Inizia poi l’alternarsi della tavolozza dei colori pascoliana: l’orizzonte si mostra rosso, come infuocato dalla parte del mare mentre a monte il nero di pece si presenta come tagliato da stracci di nubi bianche. Tra il nero di pece si trova un casolare che rimanda ad un concetto di solitudine, solo in mezzo al nero.Viene mostrata subito dopo un’ala di gabbiano che è una pennellata bianca. Va a creare una simmetria con il casolare che si immagina chiaro tra l’oscurità del temporale. Allo stesso tempo il bianco del casolare è associato a un’idea di conforto, di sicurezza dal nero della tempesta, fonte di terrore. Rimanda quindi al mito del nido, che protegge dall’urgere di forze aggressive e paurose respingendole al di là dei propri confini, creando un clima d’illusoria pace e serenità al suo interno. In seguito è presente un concetto di speranza che va oltre il nero, verso il rosso trionfale: il sole che tramonta. L’impressionismo pascoliano si nota anche dal punto di vista linguistico: non c’è un gruppo di parole che supera le 5, come un accumulo di immagini e pennellate.
Pascoli si concentra in particolari che in realtà sono pure impressioni. Egli tende a mostrare il mondo non come in realtà è ma come egli stesso lo percepisce, lo sente. Trasforma in colori quelli che sono fenomeni atmosferici (temporale, tramonto, nebbia) utilizzando immagini delicate e macchie di colore in cui i contorni sfumano. Il brontolio di un tuono è visto da un punto di vista impressionistico che accosta insieme immagini uditive, coloristiche o visive. Per mezzo della gradazione tonale e la scelta di inquadrature fisse trasforma l’attenzione di derivazione pittorica impressionista in acquerelli verbali.



Kandinskij è il fondatore dell’astrattismo, una corrente artistica che cerca di esprimere il sentimento dell’artista attraverso linee e colori. Egli sosteneva che l’opera d’arte fosse in grado di comunicare con l’interiorità dello spettatore attraverso il colore che suscita sia un effetto fisico, facendo riferimento alle impressioni momentanee determinate dalla tonalità che rileva la retina, sia un effetto psichico, generato dalle emozioni che esso suscita allo spettatore nel momento in cui il colore penetra nell’anima. Ciò è possibile poiché ha un odore, un suono e un sapore. Egli associa l’astrattismo alla musica per la sua capacità di suscitare emozioni nell’ascoltatore nonostante non sia presente alcun riferimento sulla realtà.
Kandinskij nell’opera lo spirituale nell’arte sostiene che l’anima sia un pianoforte con molte corde, il colore il tasto mentre l’artista è la mano che fa vibrare l’anima. Nel corso delle sue opere espone varie teorie sul colore, sostenendo che il movimento del colore non è altro che una vibrazione che tocca le corde dell’anima, classificandoli in base alle emozioni che suscitano, identificando ciascuno con uno strumento musicale differente.
Il giallo ha una forza vitale, energetica, come il suono di una tromba, richiama l’eccitazione.
Il rosso evoca la forza e la passione, può essere accostato al giallo ma ci si differenzia poiché è più profondo, come il suono di una tuba.
L’azzurro e il blu chiaro sono freddi, indifferenti, generano una melodia simile al suono del flauto evocano l’idea di infinito, mentre il blu scuro è più profondo, come il suono dell’organo.
Il bianco in realtà non ha un suono, ma ha un’energia che viene conservata per adoperarla in seguito.
Il nero invece non può essere considerato un colore, è spento, come una pausa dopo una composizione musicale, come il silenzio dopo la morte.
I colori secondari (verde, arancione e viola) presentano qualità espressive intermedie ai primari.
Kandinskij associa ad ogni forma geometrica un determinato colore: il triangolo al giallo, il quadrato al rosso, il cerchio all’azzurro.




Distingue inoltre i colori caldi da quelli freddi poiché danno rispettivamente la sensazione di avanzare o di retrocedere, di attrarre o di respingere lo spettatore.



La percezione del colore



Con il termine colore si fa riferimento alla percezione visiva generata dai segnali nervosi che i fotorecettori della retina inviano al cervello nel momento in cui assorbono le radiazioni elettromagnetiche di determinate lunghezze d'onda e intensità nel cosiddetto spettro visibile. La luce solare emette radiazioni in tutta la gamma di lunghezze d’onda. Tali fotoni stimolano i coni e i bastoncelli, tipi differenti di fotorecettori. I bastoncelli non permettono la discriminazione dei colori, consentono la visione notturna e crepuscolare essendo molto sensibili alla luce. I coni sono i responsabili della percezione dei colori e ne esistono di 3 tipi: coni blu, coni verdi e coni rossi, ciascuno con un differente tipo di opsina, sensibile quindi a differenti tipi di lunghezze d’ onda. Gli occhi di ogni essere umano sono sensibili a lunghezze d’onda che variano da 700 a 400 nm (spettro della luce visibile). I bastoncelli hanno l’unico compito di informare il cervello riguardo la presenza o meno di fotoni mentre invece i coni danno informazioni riguardo la lunghezza d’onda dei fotoni.
Capita che un individuo sia incapace di distinguere luci di diversa lunghezza d'onda poiché affetto da daltonismo. Il riconoscimento di tale patologia si attua attraverso un test standard che consiste nel riconoscimento di numeri o lettere fatte di pallini colorati.
La cecità ai colori si ha quando una o più classi di coni non funziona, possono mancare o non essere in grado di produrre pigmento visivo. Nella forma più frequente di cecità al rosso-verde i coni rossi mancano e non si riesce a distinguere il rosso dal verde.
In un individuo sano quando i fotoni stimolano tutti i tre tipi di coni o i bastoncelli, è favorita la visione della luce bianca. Negli esseri umani gli occhi sono in grado di vedere fotoni che arrivano alla retina dopo aver rimbalzato su oggetti nel ambiente circostante. Nel momento in cui più fotoni della medesima lunghezza d’onda rimbalzano su un oggetto allora questo apparirà bianco. Se nessun fotone raggiunge la retina poiché sono stati assorbiti dall’oggetto questo allora ci apparirà nero. Avrà un determinato colore solo se trasmette fotoni di una sola lunghezza d’onda mentre tutti gli altri vengono assorbiti dall’oggetto.
La percezione dei colori è favorita dalla stimolazione combinata dei tre tipi differenti di coni. Dunque si attua attraverso l’integrazione di informazioni provenienti da tutti e tre. Ad esempio il giallo risulta dalla combinazione di dati provenienti dai coni verdi, che sono i più stimolati, i coni rossi meno e i coni blu che non vengono quasi stimolati.
Ci appare il bianco quando sono sollecitati tutti i tre tipi.


La discriminazione dei colori è possibile poiché la luce solare, emette radiazioni in tutta la gamma delle lunghezze d’onda e quindi appare bianca poiché è frutto della sovrapposizione dei colori che essa stessa contiene .Essi insieme formano quello che viene definito spettro luminoso nel quale si susseguono rosso, arancione,giallo, verde, azzurro, indaco e violetto. Ad ognuno di essi è associata una differente lunghezza d’onda. La visione di un determinato colore si genera poiché quando un oggetto viene colpito dalla luce bianca, assorbe alcuni colori e ne riflette altri, quindi non è altro che una lunghezza d’onda emessa dalla luce solare, riflessa e non assorbita. Una conferma della composizione della luce bianca è la dispersione della luce, studiata da Newton nella seconda metà del Seicento: inviando la luce solare in un prisma a sezione triangolare essa non apparirà bianca, ma le sue componenti saranno ben distinguibili.

Ma cosa è la dispersione della luce?


La dispersione della luce è un fenomeno che si origina poiché l’indice di rifrazione di un mezzo materiale trasparente dipende dal colore che lo attraversa.
Indici di rifrazione del vetro flint
Colore Indice di rifrazione
Violetto 1,522
Blu 1,516
Giallo 1,510
Rosso 1,507


Quando un fascio di luce incide su un prisma è soggetto a due rifrazioni: una dall’aria al vetro e l’altra dal vetro all’aria. Il raggio rifratto ha direzione diversa da quello incidente. Si forma un angolo, chiamato angolo di deviazione (tra il raggio incidente e il raggio uscente), il cui valore varia in base all’angolo al vertice e all’indice di rifrazione del materiale. E’ questo il motivo per cui si genera il fenomeno della dispersione. I raggi di luce paralleli con colori differenti escono dal prisma con angoli di deviazione differenti. I colori che compongono la luce bianca sono deviati differentemente e quindi non essendo più sovrapposti sono ben distinguibili l’un l’altro, per questo si crea quello che viene chiamato spettro luminoso.

Si può definire la luce visibile un’onda elettromagnetica. L’insieme delle frequenze delle onde elettromagnetiche è chiamato spettro elettromagnetico.

La luce visibile non è altro che una piccola parte, esattamente una radiazione che a differenza dei raggi x e gamma non viene assorbita dall’atmosfera ed è l’unica onda elettromagnetica che l’occhio umano è in grado di percepire. Ha una lunghezza d’onda che va da 390nm a 760 nm e prende il nome di spettro visibile. Si possono però ottenere altri spettri usando sorgenti luminose diverse dal Sole. Le loro caratteristiche dipendono dal tipo di luce che esse emettono.
I corpi solidi o liquidi portati all’incandescenza generano uno spettro continuo, che appare sotto forma di una striscia continua di vari colori. Essi emettono radiazioni visibili di tutte le lunghezze d’onda.

Le sostanze gassose fortemente riscaldate o attraversate dalla corrente elettrica emettono uno spettro a righe. Esso risulta come un insieme di righe brillanti e separate dove ognuna è un’immagine della fenditura di selezione da cui è passata la luce prima di essere scomposta dal prisma. Una sostanza gassosa emette solo alcune lunghezze d’onda.


Le stelle generano uno spettro continuo di luce nonostante non si trovino allo stato solido o liquido ma in quello di plasma, in cui elettroni e ioni si muovono indipendente. In realtà però lo spettro solare mostra molte righe scure. Ciò è dovuto all’assorbimento di specifiche lunghezze d’onda della luce da parte del gas che si trova negli strati più esterni. Infatti ogni gas, attraversato da luce di spettro continuo, assorbe le stesse lunghezze d’onda che è in grado di emettere. E’ conosciuto con il nome di spettro di assorbimento.




I colori condizionano la nostra vita?


Il colore, come ho evidenziato nella mia tesi, sin dall’antichità ha influenzato la nostra vita, e i vari campi del sapere, letteratura, storia, fisica: ogni disciplina, sin dagli albori, ha cercato di spiegare ogni aspetto di questo tema. Ancora oggi tutti, bambini, uomini e donne, si rapportano col colore, questo è testimoniato dalle varie espressioni che utilizziamo ogni giorno “essere verde dall’invidia”, “di umore nero”. Un altro esempio riguarda il mondo della moda: quando l’industria della moda decide il colore dell’anno, trovare outfit di altre tonalità risulterà più complicato. Eppure, come può il colore del vestiario influenzare il nostro modo di essere, di apparire? Le donne vestite di rosso, secondo uno studio condotto da un’università americana, apparirebbero più provocanti, mentre gli uomini vestiti di rosso, sembrerebbero comunicare estroversione. Tuttavia, quando parliamo di questo tema, non possiamo non valutare l’accezione negativa del significato che molto spesso erroneamente si attribuisce al colore: il colore della pelle e l’atteggiamento razzista nei confronti di chi ha “la pelle nera”; fin quando il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi, disse Bob Marley, ci sarà sempre la guerra. A questo proposito un altro autore del 1900, ha trattato il tema del colore in una sua famosa poesia:
Caro fratello bianco, quando sono nato ero nero, quando sono cresciuto ero nero, quando sono al sole sono nero, quando sono malato sono nero, quando morirò, sarò nero.
Mentre tu, uomo bianco, quando sei nato eri rosa, quando sei cresciuto, eri bianco, quando vai al sole, sei rosso, quando hai freddo, sei blu, quando hai paura, sei verde, quando sei malato, sei giallo, quando morirai, sarai grigio. Allora, chi è l’uomo di colore?
Ecco come, il colore nelle diverse accezioni, positive e negative, influenza da sempre la nostra vita, il nostro modo di pensare e di apparire, sulla base delle proprie credenze e culture, “i colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni”. (Picasso).
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