vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Ho deciso di proporre il tema della città nella mia tesina di maturità perché mi affascina l’impatto che essa può avere sulla formazione della persona.
Quando si pensa ad una città in relazione ad un romanzo o ad una poesia, essa è semplicemente uno scenario, il luogo dove si svolge la vicenda. È stato interessante analizzare un contesto in cui, al contrario, la città è personaggio di una storia o addirittura protagonista indiscussa di un’opera.
Il crescente interesse verso l’area metropolitana probabilmente è dovuto al progressivo inurbamento avvenuto tra il XX e XXI secolo e la nuova percezione di essa è da ricondurre soprattutto a una maggiore attenzione ai legami locali e internazionali e alla sua suddivisione interna.
Numerosi urbanisti e architetti dal Novecento in poi si sono interrogati su quale fosse la soluzione migliore per progettare una città. Si possono notare notevoli differenze tra gli schemi progettuali elaborati dal razionalismo architettonico, in particolare da Le Corbusier, e le proposte dell’urbanistica contemporanea.
Il mio intento nella tesina è quello di affrontare l’argomento “città” nel suo essere protagonista di un’epoca e della profonda influenza che il luogo d’origine può avere su uno scrittore
Storia dell'arte - I piani urbanistici di Le Corbusier, la “pianificazione indeterminata” dell'urbanistica moderna.
Inglese - "Ulysses" di James Joyce.
Italiano - Saba e la città di Trieste.
Storia - La storia di Trieste.
LA CITTÀ COME PROTAGONISTA
L’URBANISTICA TRA XX E XXI SEC.
Lo schema progettuale elaborato dal Razionalismo architettonico
I piani urbanistici di Le Corbusier: Ville Contemporaine de 3 Millions
d'Habitants (1922), Chandigarh nuova capitale del Punjab (1952 - 65)
L’urbanistica contemporanea:
la “pianificazione indeterminata” della città
RUOLO DELLA CITTÀ NELL’OPERA DI J. JOYCE E U. SABA
Dublino diventa protagonista nei romanzi di James Joyce
“Ulysses” di James Joyce
Rapporto di profondo affetto che unisce Saba a Trieste
“Trieste” e “Città Vecchia” di Umberto Saba
TRIESTE DAL PUNTO DI VISTA STORICO
- L'irredentismo
- La Grande guerra e il passaggio all'Italia
- L'occupazione tedesca
- La liberazione di Trieste 2
INTRODUZIONE
Ho deciso di proporre il tema della città perché mi affascina l’impatto che essa può avere sulla
formazione della persona.
Quando si pensa ad una città in relazione ad un romanzo o ad una poesia, essa è semplicemente uno
scenario, il luogo dove si svolge la vicenda. È stato interessante analizzare un contesto in cui, al
contrario, la città è personaggio di una storia o addirittura protagonista indiscussa di un’opera.
Il crescente interesse verso l’area metropolitana probabilmente è dovuto al progressivo inurbamento
avvenuto tra il XX e XXI sec. e la nuova percezione di essa è da ricondurre soprattutto a una
maggiore attenzione ai legami locali e internazionali e alla sua suddivisione interna.
Numerosi urbanisti e architetti dal Novecento in poi si sono interrogati su quale fosse la soluzione
migliore per progettare una città. Si possono notare notevoli differenze tra gli schemi progettuali
elaborati dal Razionalismo architettonico, in particolare da Le Corbusier, e le proposte
dell’urbanistica contemporanea.
Il mio intento è quello di affrontare l’argomento “città” nel suo essere protagonista di un’epoca e
della profonda influenza che il luogo d’origine può avere su uno scrittore.
APPROFONDIMENTO - storia dell’arte -
Come prima cosa mi è sembrato opportuno fare una distinzione tra il modello a carattere utopistico
della città, elaborato da Le Corbusier, e la “pianificazione indeterminata” proposta dall’urbanistica
moderna.
Esaminerò ora il contributo di Le Corbusier all’urbanistica relativamente alle proposte contenute nel
progetto “Ville Contemporaine de 3 Millions d'Habitants” presentato nel 1922 al Salon d’Automne e
lo sviluppo di “Chandigarh, nuova capitale del Punjab”.
Il “Progetto ideale per una città da tre milioni di abitanti” non è stato pensato per un contesto
specifico ma si struttura come un’ipotesi di laboratorio, una sorta di esperimento scientifico, in cui
vengono introdotte una serie di problematiche da studiare e verificare, che possono essere riassunte
come segue:
classificazione delle funzioni urbane
moltiplicazione degli spazi verdi
creazione di prototipi funzionali
razionalizzazione dell’habitat collettivo 3
La città è concepita come grande concentrazione umana contenuta in una serie limitata di grattacieli
capaci di ospitare ciascuno da 10.000 a 50.000 persone, ma distanziati ampiamente tra loro nel
verde. Il grande sogno di poter realizzare la città ideale
si concretizza nel 1951. Il primo ministro
indiano, Nehru, chiamò Le Corbusier e suo
cugino Pierre per destinare al "più grande
architetto del mondo" l'edificazione della capitale
del Punjab. La divisione degli spazi qui giunge a
chiudere definitivamente il divario tra uomo e
costruzione: la città segue la pianta di un corpo
umano; gli edifici governativi e amministrativi
nella testa, a sud del tronco gli edifici
residenziali, i polmoni sono i parchi verdi che
forniscono ossigeno e le vene e le arterie si
concretizzano in un ordinatissimo sistema viario,
con la separazione delle strade dedicate ai pedoni
e quelle dedicate al solo traffico automobilistico.
Di fronte a problemi come il crescente inurbamento e
la riduzione degli spazi minimi d’esistenza,
l’urbanistica contemporanea, più che alla possibilità
di progettare il futuro secondo schemi prevedibili,
comprende che l’architettura deve fare riferimento ad
un linguaggio aperto e si orienta quindi verso una
“pianificazione indeterminata”, flessibile, in grado di
cambiare e adattarsi all’inevitabile mutamento della
società. Gli architetti, spesso assoggettati al mercato
consumistico, devono avere come obbiettivo
principale l’ottimizzazione del consumo e molti
luoghi che prima avevano un ruolo fondamentale
nella città, come ad esempio il centro storico, passano
in secondo piano in confronto ai nuovi centri
commerciali. - inglese -
“I'm deuced glad, I can tell you, to get back to the old country. Does a fellow good, a bit of a holiday.
I feel a ton better since I landed again in dear dirty Dublin …”
“A Little Cloud” from James Joyce’s Dubliners, p.86*
Da un punto di vista letterario sono due gli autori la cui relazione con la città d’origine mi ha
colpito: James Joyce con la sua “dirty Dublin” e Umberto Saba e il suo amore per Trieste. 4
James Joyce had a love-hate relationship with Dublin. He left his hometown at the age of 22 but he
was never able to abandon it, despite more than 35 years of self-imposed exile abroad.
Joyce himself wrote “My intention was to write a chapter of the moral history of my country and I
chose Dublin for the scene because that city seemed to me the centre of paralysis.” (Letters, vol.
2,134).
He set all his works there and he made Dublin the
capital of literary cities in the twentieth century.
Dublin turns to be itself a character of all his novels.
The city becomes a microcosm in the universe,
which the author brought to life again and again
with great accuracy.
Although the city of Dublin in “Dubliners”, “A
Portrait of the Artist as a Young Man” and
“Ulysses” is consistently set in the same historical
period (and there is a similar social and cultural
context,) each image of the city and our experience
with it changes.
For example the 15 stories in “Dubliners” are not united by their geography, each story is more or
less arranged around a single location; they are united by their paralysis.
In “The Portrait”, Dublin is filtered through the protagonist’s consciousness: for Stephen, as well as
for Joyce, the city is no longer “out there” in the world, but inside his imagination.
The novel that best shows Joyce’s ability to paint a detailed picture of the city is, his famous
work, “Ulysses”. It deals with a Leopold Bloom's day in Dublin City, the people he meets and the
thoughts that go through his mind. He goes around with Stephen Dedalus, a young writer who is
Joyce's alter ego. In “Ulysses”, Dublin is depicted with
topographical precision in order to
welcome both Dubliners and non-
Dubliners. The city is like a maze with a
great number of street-signs and place
names which follow the movement of the
characters and their encounters.
Joyce claimed that if Dublin were to be
destroyed in some catastrophe it could be
rebuilt, brick by brick, using his work as a
model.
Even if many of the churches, banks and
public buildings named in “Ulysses” are
still there, today Dublin is a different city, but you can still hear the echo of the steps of Leopold
Bloom who walked across it.
th
Every 16 June, Dubliners celebrate the Bloomsday by following a charming tour across the city,
visiting the places described in the book. Bloomsday has become a National Holiday in Ireland and
it is celebrated in many other countries around the world for example Melbourne, Toyko, Capetown,
Rome, Buenos Aires, Toronto and New York.
It celebrates the day on which Ulysses takes place, the date was significant in Joyce's life. It was the
day of his first date with Nora Barnacle, the woman who would become his wife. 5
- italiano -
Una delle mete preferite da Joyce per il suo esilio volontario è stata proprio Trieste, città natale di
Saba; una città di confine, zona di scambio con la grande tradizione europea.
Umberto Poli nasce il 9 marzo 1883 a Trieste, da madre
ebrea e padre cristiano. Alcuni attribuiscono il cognome
d’arte Saba al forte ricordo di Peppa Sabaz, la nutrice che
l’ha cresciuto, mentre altri lo attribuirebbero alla parola
ebraica che indica il "pane".
Umberto Saba fu in grado di portare la voce di Trieste nel
resto d’Italia e all’Estero, testimoniando un clima
particolarmente fertile di collaborazione e integrazione
non solo fra culture, ma anche fra discipline e diversi
campi di studio, di pensiero e di rappresentazione della
realtà.
Saba iniziò a concentrarsi sin dal 1913 sul progetto
letterario di un Canzoniere che racchiudesse al suo
interno tutta la sua produzione poetica.
“Il Canzoniere” come si presenta nella sua versione
definitiva del 1961 appare diviso in tre parti, che si
rifanno all’idea di una scansione cronologica, riferendosi
alla giovinezza, alla maturità e alla vecchiaia dell’autore. Ogni sezione del Canzoniere può essere
considerata come un’opera compiuta in se stessa. Uno dei temi centrali è il tema cittadino, con il
ruolo da protagonista assegnato alla città natia, Trieste.
Per comprendere l’opera di Saba bisogna tener presente il rapporto saldissimo, di profondo affetto,
insieme psicologico e poetico, che unì il poeta alla sua città e che costituisce uno degli aspetti più
caratterizzanti della sua attività letteraria.
L’impressione che lascia, nel suo insieme, la lettura del
Canzoniere è quella di una «coraggiosa affermazione della vita» sullo
sfondo di «una bella giornata». Di una bella
giornata vissuta a Trieste.
Scrive lo stesso Saba in “Storia e cronistoria del Canzoniere”, un’analisi critica delle proprie liriche
compiuta in terza persona pubblicata nel 1948.
Due delle poesie che meglio mettono in evidenza l’amore di questo autore per Trieste sono “Città
Vecchia” e “Trieste”. 6
Città Vecchia Trieste
Spesso, per ritornare alla mia casa Ho attraversato tutta la città.
prendo un'oscura via di città vecchia. Poi ho salita un'erta,
Giallo in qualche pozzanghera si specchia popolosa in principio, in là deserta,
qualche fanale, e affollata è la strada. chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
Qui tra la gente che viene che va siedo; e mi pare che dove esso termina
dall'osteria alla casa o al lupanare termini la città.
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l'infinito Trieste ha una scontrosa
nell'umiltà. grazia. Se piace,
Qui prostituta e marinaio, il vecchio è come un ragazzaccio aspro e vorace,
che bestemmia, la femmina che bega, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
il dragone che siede alla bottega per regalare un fiore;
del friggitore. come un amore
la tumultuante giovane impazzita con gelosia.
d'amore, Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
sono tutte creature della vita scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
e del dolore; o alla collina cui, sulla sassosa
s'agita in esse, come in me, il Signore. cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
Intorno
Qui degli umili sento in compagnia circola ad ogni cosa
il mio pensiero farsi un'aria strana, un'aria tormentosa,
più puro dove più turpe è la via. l'aria natia.
da “Il Canzoniere” – Trieste e una donna La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.
da “Il Canzoniere” – Trieste e una donna
Ciò che accomuna entrambi i componimenti, sebbene Saba descriva aspetti diversi, è che entrambi
si riferiscono alla città natale dell’autore.
Saba, infatti, descrive la sua città concentrandosi su due diverse caratteristiche: in “Trieste” l’autore
si limita ad osservarla con distacco, in lontananza, scorgendone soltanto l’aspetto esteriore, mentre
in “Città Vecchia” entra nel cuore di essa e ritrae ciò che rappresenta la sua reale “essenza”, cioè i
suoi abitanti.
Saba però non descrive tutti gli abitanti della città, ma solo quelli di una certa categoria che vive