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con riduzione delle abilità motorie.
I bambini colpiti spesso imparano a camminare in
ritardo e, intorno ai 5 anni, mostrano un'andatura
particolare, difficoltà a fare le scale, ingrossamento
(ipertrofia) dei polpacci.
La malattia progredisce causando grave scoliosi, perdita della deambulazione entro i
12 anni e, in seguito, perdita della funzione degli arti superiori. Anche i muscoli
respiratori e il cuore sono coinvolti e sono proprio le complicanze cardiache e
respiratorie a ridurre l'aspettativa di vita di questi pazienti. In alcuni casi ci può essere
un deficit cognitivo, di entità molto variabile.
Come si trasmette? La malattia è causata dall’ alterazione del gene
codificante per la distrofina, localizzato sul
cromosoma X. In genere solo i maschi (che
hanno un solo cromosoma X) presentano i
sintomi, mentre le femmine, a parte alcune
eccezioni, sono portatrici sane (perché
possiedono un altro cromosoma X oltre a quello
mutato, che può compensarne le funzioni). In
alcuni casi la malattia si trasmette in modo
sporadico: l'alterazione genetica compare
direttamente nell'individuo colpito e non è
presente nella madre.
Quali sono le possibilità di cura attualmente disponibili?
Al momento non esiste una terapia risolutiva per la malattia, l’unica soluzione sarebbe
ricorrere alla medicina rigenerativa.
2.2. ADA-SCID
Che cos'è e come si manifesta? L'Ada-Scid appartiene al gruppo
delle immunodeficienze combinate gravi (Scid),
malattie in cui il sistema immunitario è
gravemente compromesso, al punto che
l'organismo è incapace di difendersi da qualsiasi
agente infettivo. L'Ada-Scid si manifesta già
nelle prime settimane di vita con estrema
suscettibilità a tutti i tipi di infezioni, anche da
parte dei batteri e dei virus più innocui per le
persone sane. In assenza di trattamento, 5
compaiono ben presto infezioni ricorrenti,
soprattutto a carico dell'apparato respiratorio,
che possono risultare fatali per i bambini affetti
entro i primi anni di vita.
Come si trasmette? L'Ada-Scid è causata dall'alterazione del gene
che permette la produzione di un enzima
chiamato adenosin deaminasi (Ada), importante
nella maturazione di un gruppo di cellule del
sistema immunitario (i linfociti). La malattia si
trasmette come carattere autosomico recessivo:
questo significa che se in una coppia entrambi i
genitori sono portatori sani, a ogni gravidanza si
ha un rischio del 25% di generare figli affetti.
Quali sono le possibilità di cura attualmente disponibili?
Fino a poco tempo fa, l'unico trattamento risolutivo era il trapianto di midollo osseo da
donatori compatibili. In alternativa, si può fornire al bambino l'enzima Ada purificato,
di origine bovina (terapia Peg-Ada), somministrato con iniezioni periodiche. Non
sempre, però, questa terapia è efficace. Dal 2002 è disponibile un protocollo di terapia
genica, messo a punto per la prima volta dai ricercatori dell'Istituto San Raffaele-
Telethon per la Terapia Genica di Milano (Hsr-Tiget), che ha permesso finora di curare
in maniera definitiva 13 bambini affetti dalla malattia.
3. Nuove prospettive mediche Per la cura di queste patologie, fino a poco
tempo fa incurabili, si può ricorrere a trapianti di
organo, di tessuto, o di singole cellule. L’idea di
curare alcune malattie con trapianti di organi, o
addirittura di cellule, nel caso del midollo osseo,
non è nuova. Sin dall’inizio del Novecento i
medici hanno iniziato a utilizzare queste
tecniche. Ora però i meccanismi sono un po’ più
chiari e con le cellule staminali si sono aperte
nuove possibilità.
Le staminali potrebbero portare alla fine delle
lunghe liste d’attesa per i trapianti; infatti, se si
trovasse il modo di generare interi organi grazie 6
a queste particolari cellule, il problema della
disponibilità di organi svanirebbe.
Le staminali potrebbero portare alla fine stessa della pratica del trapianto, che è
ancora molto invasiva e spesso problematica. Questo se un giorno, dopo aver
compreso in modo efficace tutti i meccanismi delle staminali, si riuscisse a fornire
nuove cellule agli organi ammalati, semplicemente iniettando cellule staminali.
Un ulteriore metodo di terapia allo studio è quello di immettere nel corpo umano
fattori di crescita specifici, che facciano in modo che le staminali già presenti nei
tessuti da curare, aumentino la loro attività e si moltiplichino.
4. Le cellule staminali
Le cellule staminali rappresentano la nuova frontiera della medicina e la concreta
speranza di vincere malattie che fino a ieri parevano incurabili. Ma cosa sono le cellule
staminali? Dove si trovano? Come è possibile utilizzarle per curare? E per curare cosa?
Cosa sono?
4.1. Analizzando il processo di formazione di un
organismo si può osservare il momento in cui
nasce ogni tipo di cellula staminale. Una cellula
è definita staminale se è in grado di dar luogo a
una progenie di cellule via via sempre più
differenziate e specializzate. Le cellule staminali
sono quindi le cellule progenitrici di tutti gli
organi e i tessuti del nostro corpo. Sono cellule
indifferenziate, che non hanno ancora assunto
una specifica funzione ma che – a determinate
condizioni – possono specializzarsi e svilupparsi
in tessuti e organi. Tutti possono comprendere
quanto questa loro caratteristica le renda
preziose per la medicina. Se si riuscisse a
istruire adeguatamente queste cellule, si
potrebbero utilizzare per “riparare” organi e
tessuti danneggiati. È un orizzonte nuovo quello
che si sta aprendo, l’orizzonte appunto della
medicina rigenerativa.
Dove si trovano?
4.2. La distinzione importante è quella tra cellule
staminali embrionali e adulte. Le prime sono
presenti nell’embrione di una settimana e sono
dette “totipotenti” perché in grado di
differenziarsi in tutti i tipi cellulari del nostro
corpo. L’estrazione di queste cellule pone però
dei seri problemi di natura bioetica perché
comporta la distruzione dell’embrione. Le cellule 7
staminali adulte - più propriamente somatiche,
perché non provengono necessariamente da
adulti ma anche da bambini o cordoni ombelicali
- sono presenti in alcuni dei nostri organi e
tessuti, e hanno generalmente il compito di
rigenerare l’organo o il tessuto in cui risiedono.
Le cellule staminali del midollo osseo, per
esempio, sono emopoietiche, cioè in grado di
differenziarsi in cellule specializzate del sangue.
Ogni giorno 200 miliardi di globuli rossi sono generati nel corpo da cellule staminali
emopoietiche. A seconda delle loro caratteristiche, le staminali adulte possono essere
“multipotenti”, ovvero in grado di dar luogo ad alcuni tipi di cellule, o “unipotenti”,
cioè capaci di specializzarsi in un solo tipo cellulare. Dunque le cellule staminali adulte
si possono estrarre da diversi organi e tessuti, e in particolare dal midollo osseo, dal
tessuto adiposo e dal sangue del cordone ombelicale.
4.3. Totipotenza, pluripotenza, multipotenza e unipotenza
Esistono diversi tipi di cellule staminali che possono essere classificati in base alla loro
capacità di generare progenie in: Totipotenti, Pluripotenti, Multipotenti e Unipotenti.
L’organismo adulto possiede solo cellule staminali Unipotenti; gli altri tipi di cellule
staminali si possono ritrovare solo nel corso dello sviluppo embrionale e fetale.
Cellule staminali Totipotenti:
- Le cellule staminali totipotenti hanno l’abilità di
differenziarsi in tutti i tipi di cellule. In
particolare, nei mammiferi, la cellula totipotente
è lo zigote, e solo le due cellule che risultano
dalle sue prime divisioni conservano la capacità
di dar vita a tutto ciò che serve al successivo
sviluppo. Tra la terza e la quarta divisione
cellulare le cellule iniziano a perdere la loro
totipotenza. A questo punto avviene la
formazione della morula, così chiamata perché
l’uovo fecondato assume la forma di una piccola
mora, composta all’incirca da sedici cellule.
Cellule staminali pluripotenti
- Viene definita pluripotente una cellula che può
generare ogni tipo di cellula che si trova
nell’embrione. Allo stadio di morula la
segmentazione si accentua, le cellule
cominciano a produrre un liquido che va a
riempire gli spazi intercellulari e poi si raccoglie
al centro della morula. Si passa così allo stadio
di formazione della blastocisti: 8
Le cellule esterne della morula formano il
o trofoblasto che darà luogo alla placenta e
agli altri sistemi di sostegno che
serviranno allo sviluppo in utero
dell’embrione (ma che non comporranno
l’embrione stesso)
Le cellule più interne della morula
o l’embrioblasto
formano che darà vita
all’embrione vero e proprio e poi al feto
Le cellule del trofoblasto e dell’embrioblasto sono definite pluripotenti perché, se prese
singolarmente, non possono portare allo sviluppo di un organismo. Le cellule
dell’embrioblasto però possono dar vita a tutti i tessuti presenti in un uomo sviluppato.
Sono queste le famose cellule staminali embrionali, oggetto di ricerca scientifica e di
dispute bioetiche.
Cellule staminali multipotenti:
- È multipotente una cellula staminale adulta che
produce più di un tipo di cellula specializzate:
A partire dall’ottavo giorno dal concepimento,
l’embrioblasto assume l’aspetto di un disco nel
quale si possono distinguere tre strati diversi di
cellule, detti foglietti germinativi:
L’endoderma che darà vita a: intestino,
o sistema respiratorio, fegato e altri tessuti.
Il mesoderma che darà vita a:cellule del
o sangue, vasi sanguigni, cuore e altri
tessuti.
L’ectoderma che darà vita a: sistema
o nervoso centrale, pelle
Le cellule dei foglietti germinativi quindi non possono dar vita a tutti i tessuti di un
organismo sviluppato, ma solo a quelli sopra specificati, e vengono quindi definite
“multipotenti”.
Cellule staminali unipotenti:
- 9
Le cellule staminali unipotenti, a differenza di tutte le altre, possono dar luogo solo
ad un determinato tipo di cellule: ad esempio, la cellula staminale germinale può
dare origine solo a spermatozoi.
Questo tipo di cellule si origina una volta terminato lo sviluppo dell’organismo, e
sono chiamate anche staminali adulte o staminali tessuto specifiche.
L’organismo adulto è composto da tre tipi di popolazioni cellulari:
Popolazioni cellulari in espansione, presenti nei tessuti che continuano a
o crescere per lungo tempo
Popolazioni cellulari stabili, che compongono i tessuti non soggetti a crescita
o Popolazioni cellulari di rinnovo, presenti nei tessuti il cui normale
o funzionamento richiede la continua reintegrazione delle cellule via via
perdute. Quest’ultimo processo avviene quotidianamente
in tessuti come la pelle, i capelli, le unghie, il
sangue e altri. In altri tessuti che compongono
organi come il cuore o il cervello, questo
processo può avvenire, ma molto più raramente
che nei tessuti sopra citati. Al termine del loro
sviluppo i nostri organi mantengono una sorta di
magazzino-officina che contiene la materia
prima con la quale, quando è necessario
vengono prodotte le cellule di ricambio per
mantenere il sistema in condizioni normali.
4.4. Cellule staminali adulte e embrionali
Cellule staminali adulte:
- Le cellule staminali adulte sono cellule indifferenziate che si trovano nei tessuti
adulti, possono rigenerarsi e possono, entro certi limiti, differenziarsi per dar luogo
a tipi di cellule specializzate nei tessuti in cui hanno origine. Queste cellule,
chiamate anche staminali somatiche, si trovano in posizioni strategiche, all’interno
degli organi, che permettono loro di sapere tramite impulsi biochimici se c’è
bisogno di produrre cellule mature.
Un altro aspetto fondamentale delle cellule staminali adulte è la cosiddetta
staminalità. Questo termine si riferisce al potenziale di una cellula staminale di
generare diversi tipi di cellule mature.
Ciò è reso possibile dalla divisione asimmetrica delle cellule staminali: anziché dare
vita a due cellule identiche tra loro, danno vita a due cellule figlie diverse tra loro.
La divisione asimmetrica consiste in diverse fasi:
Il ciclo cellulare procede in modo analogo
o alle cellule normali nelle fasi di crescita (G1), 10
di duplicazione del DNA (fase S) e degli