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Che cosa sono le cellule staminali,
caratteristiche e proprietà
CELLULA STAMINALE E CELLULA
DIFFERENZIATA
Una cellula staminale è una cellula primitiva e indifferenziata che
tramite un processo, detto di differenziamento cellulare
(“passaggio di una cellula da una condizione di organizzazione più o
meno generale e omogenea ad una più speciale ed eterogenea”- E.G.
Conklin), è in grado di dare origine ad una cellula più matura e
differenziata, con funzioni più specifiche rispetto alla madre.
Le cellule generate tramite differenziamento, se ancora staminali,
possono a loro volta differenziarsi in cellule più mature e così via, fino
alla cessazione dell’attività proliferativa e alla costituzione di cellule
altamente specializzate (presenti esclusivamente in un organismo
adulto).
Le cellule differenziate riescono ad “esprimere”(se ancora poco
mature) o sintetizzare particolari proteine strutturali, in base al
tessuto di appartenenza: ad esempio infatti, due cellule che hanno
avuto origine da una stessa cellula staminale (e quindi contengono
geni strutturali pressoché identici) possono compiere, nella fase di
splicing
trascrizione della sintesi proteica, un differente in base al
tessuto di cui faranno parte e perciò da uno stesso mRNA non maturo
si ricavano così due mRNA maturi diversi uno dall’altro e quindi due
differenti proteine strutturali al termine della sintesi proteica.
Negli esseri umani, i principali tessuti in cui le cellule staminali si
differenziano sono il tessuto epiteliale, connettivo, muscolare e
nervoso. 5
PROPRIETÀ “NECESSARIE E SUFFICIENTI” DI
UNA CELLULA STAMINALE
Per essere definita “staminale” una cellula deve necessariamente
godere delle seguenti tre proprietà:
Proprietà di AUTO-RINNOVAMENTO, che consiste nella capacità di
una cellula di compiere più o meno facilmente un numero illimitato
di replicazioni, mantenendo lo stesso stadio differenziativo.
L’auto-rinnovamento e il differenziamento cellulare avvengono
contemporaneamente e in due modi possibili:
a) Mediante divisione (o mitosi) asimmetrica obbligata,
processo che coinvolge la singola cellula staminale, la quale
dà origine a due cellule figlie: l’una perfettamente identica
alla cellula madre, l’altra più matura e in grado di
differenziarsi. Questa mitosi viene definita “asimmetrica”
perché, rispetto alla classica divisione mitotica, le cellule
figlie non sono entrambe identiche alla cellula madre (figura
1).
b) Mediante differenziamento stocastico (o divisione
simmetrica), processo che coinvolge un’intera popolazione
di cellule staminali, la quale si divide in due gruppi
contenenti circa lo stesso numero di cellule (circa metà in un
gruppo e l’altra metà nell’altro). Le staminali di un gruppo
compiono ognuna un meccanismo simmetrico
proliferativo, che consiste in una classica mitosi: da una
cellula staminale si ottengono due cellule figlie staminali
perfettamente identiche alla madre. Tale meccanismo
consente a una popolazione di cellule staminali che svolge
divisione simmetrica di conservarsi: infatti, dopo ogni
divisione il loro numero rimane pressoché costante. Al
contrario, le staminali dell’altro gruppo compiono ognuna un
meccanismo simmetrico differenziativo, secondo cui da
una cellula madre hanno origine due cellule figlie più mature
e in grado di differenziarsi (figura 2). 6
Figura 1: Figura 2:
divisione asimmetrica divisione simmetrica
obbligata
Proprietà di POTENZA DIFFERENZIATIVA, che consiste nella
capacità di una cellula di dare origine ad una o più linee (o tipi)
cellulari, tramite differenziamento.
La potenza è proporzionale al numero di tipi cellulari in cui una
cellula staminale può differenziarsi: più grande è la quantità di
tipologie differenziative, maggiore è la potenza della cellula.
Proprietà di PLASTICITÀ, che consiste nella capacità di una cellula
di modificare le proprie espressioni delle funzioni di proliferazione
(funzioni che descrivono l’andamento proliferativo, cioè la qualità e
la quantità di cellule differenziate generate da una cellula
staminale) in caso di necessità (ad esempio, in caso di richiesta da
parte del tessuto di residenza della staminale a seguito di
un’ablazione - rimozione - tissutale).
Classificazioni
delle cellule
staminali
Dato l’elevato numero di tipologie staminali che concorrono nella
creazione, nello sviluppo e nel mantenimento dell’individuo adulto,
non esiste un’unica classificazione sempre opportuna ed efficace per
ogni grado di studio e di ricerca. In ogni caso, le principali 7
classificazioni che inglobano al loro interno tutte le cellule staminali
sono due: la prima, in base alla potenza differenziativa; la
seconda, in base all’origine.
PRIMA CLASSIFICAZIONE
Le cellule staminali possono essere suddivise in cinque categorie
principali, in base al loro grado di potenza differenziativa, di seguito
elencate in ordine decrescente.
Cellule TOTIPOTENTI: sono le cellule staminali più immature e non
differenziate e presentano il maggior grado di potenza
differenziativa. Esse riescono a generare cellule in grado di
differenziarsi in tutte le cellule di un organismo adulto, sia in quelle
dei tessuti embrionali sia in quelle degli extraembrionali. Questa
particolare caratteristica permette alle cellule staminali totipotenti
di dare origine ad un organismo intero.
Negli animali, le cellule totipotenti sono gli zigoti, cellule diploidi
ognuna prodotta durante la fecondazione, ovvero la fusione di due
cellule aploidi specializzate (gamete maschile e gamete
femminile).
Lo zigote fecondato inizia immediatamente a compiere divisioni
mitotiche, le quali portano alla formazione di cellule sempre più in
grado di differenziarsi: perciò, la caratteristica della totipotenza
viene persa dalla cellula circa tre giorni dopo la fecondazione,
quando l’individuo diploide in sviluppo risulta essere costituito da
sedici cellule, che si dispongono a formare una struttura simile ad
una “mora”, da qui il nome di morula (figure 3 e 4).
Cellule PLURIPOTENTI: sono le cellule staminali presenti
nell’individuo in formazione a partire dallo stadio di morula fino a
circa l’ottavo giorno dopo la fecondazione. Le cellule della morula,
a differenza di quelle totipotenti, iniziano a differenziarsi tramite la
fase di blastocistogenesi, che inizia dalla formazione della 8
morula (terzo giorno dopo la fecondazione) e termina circa il
quattordicesimo giorno dopo la fecondazione. La blastocistogenesi
consiste nel processo di formazione della blastocisti, ovvero lo
stadio in cui un individuo diploide in sviluppo è costituito da
sessantaquattro cellule. Durante la blastocistogenesi, le cellule una
volta totipotenti, si specializzano in due differenti funzioni: alcune
si occupano di dare origine alla massa cellulare esterna della
blastocisti, il trofoblasto (tessuto che concorre alla successiva
formazione della placenta e degli altri tessuti extraembrionali); le
altre si occupano della costituzione della massa cellulare interna
della blastocisti, l’embrioblasto (figure 3 e 4).
Tramite questo primo differenziamento le cellule diventano
pluripotenti e si distinguono dalle totipotenti poiché le cellule del
trofoblasto non hanno la capacità di originare quelle
dell’embrioblasto e viceversa.
Le cellule pluripotenti dell’embrioblasto vengono definite CELLULE
STAMINALI EMBRIONALI (ES, Embryonic Stem Cells) e sono
oggetto della maggior parte delle nuove ricerche sulle staminali.
Tali cellule, sebbene non riescano a costituire i tessuti
extraembrionali (generati dalle cellule del trofoblasto) e quindi un
intero individuo, restano comunque di fondamentale importanza:
infatti, le ES possono dare origine ad ogni cellula di ciascuno dei 3
stati germinativi (o foglietti embrionali) in cui si divide
l’embrione. Essi sono: l’endoderma (che costituisce i tessuti di
gran parte degli organi interni – ad esempio il rivestimento interno
dello stomaco, l’intestino, il fegato e i polmoni), il mesoderma
(che costituisce ad esempio i muscoli, le ossa, il sangue e
l’apparato urogenitale) e l’ectoderma (che costituisce il sistema
nervoso e il tessuto epidermico).
Cellule MULTIPOTENTI: sono le cellule staminali che vengono
generate dal differenziamento delle cellule pluripotenti
dell’embrioblasto.
Tali cellule compaiono per la prima volta in un organismo a partire
dall’ottavo giorno dalla fecondazione (impianto dell’embrione 9
nell’utero) e rimangono presenti nell’individuo, sebbene in esigue
quantità, anche dopo la nascita (figure 3 e 4).
Esse, poiché più differenziate (e quindi più mature), possiedono
una minore potenza differenziativa rispetto a quelle pluripotenti:
infatti sono in grado di dare origine a cellule diverse, ma tutte di
uno stesso tessuto (o strato germinativo) e perciò, non più
all’intera struttura embrionale.
Cellule OLIGOPOTENTI: sono le cellule staminali generate dal
differenziamento delle multipotenti.
Esse compaiono per la prima volta nella fase successiva a quella
embrionale: quella fetale. Il feto è il nome dell’organismo
pluricellulare in sviluppo a partire circa dal secondo mese dopo il
concepimento (8va- 9na settimana), fino al momento della nascita.
Le cellule oligopotenti, dotate di una minor potenza rispetto alle
multipotenti, sono in grado di generare solo particolari e
specifiche cellule di uno stesso tessuto (o strato germinativo).
Cellule UNIPOTENTI: sono le cellule staminali presenti in maggior
quantità in un organismo adulto.
Originate dal differenziamento di quelle oligopotenti, compaiono
anch’esse per la prima volta durante lo sviluppo fetale.
Le cellule unipotenti, dotate della minor potenza differenziativa,
generano una sola tipologia di cellula di un tessuto.
Figura 3: totipotenti
Primi stadi dell’embriogenesi: da cellule staminali a
multipotenti 10
Figura 4: totipotenti
Primi stadi dell’embriogenesi: da cellule staminali a
multipotenti
SECONDA CLASSIFICAZIONE
La seconda classificazione, decisamente più semplice rispetto alla
prima, prevede una distinzione delle cellule staminali in due gruppi in
base al momento in cui vengono originate: durante stadi di sviluppo
embrionale molto precoci (CELLULE STAMINALI EMBRIONALI) o in fasi
successive(CELLULE STAMINALI SOMATICHE).
Le cellule staminali EMBRIONALI (ES), come detto in
precedenza, sono le cellule pluripotenti dell’embrioblasto.
La principale caratteristica che le distingue da quelle somatiche
è la durata limitata: le ES, infatti, si trovano esclusivamente in
fase di blastocistogenesi e si estinguono completamente con il
progredire dello sviluppo embrionale.
Proprio per questo motivo, l’unico modo in cui i ricercatori
possono lavorare su tali cellule consiste nel prelevarle ed
isolarle direttamente da un embrione in fase di blastocisti.
Questo procedimento, riuscito con cellule umane per la prima
volta, come già detto, nel 1998, porta necessariamente alla
morte dell’embrione (poiché privato di gran parte delle
cellule) e a conseguenti problematiche di tipo etico.
Le cellule staminali SOMATICHE (dal greco “soma, somatos”>
“soma”, “corpo”) o ADULTE hanno origine in tarda fase
embrionale, in fase fetale e in fase adulta. 11
Tali cellule, al contrario di quelle embrionali, si trovano nel corpo
di un individuo anche dopo la nascita e sono date dall’insieme
delle cellule multipotenti, oligopotenti e unipotenti.
Una loro comune caratteristica, quella di essere tessuto-
omeostasi
specifiche, le rende subito disponibili per funzioni di
biologica riparazione tissutale.
(stabilità interna all’organismo) e
La ricerca sulle cellule staminali somatiche non causa alcun
problema di ordine etico, ma offre minori prospettive di
successo rispetto alla ricerca sulle embrionali poiché le cellule
staminali somatiche sono molto più difficili da estrarre, isolare e
coltivare in vitro aumentandone il numero.
Esempi di cellule staminali somatiche
CELLULE STAMINALI EMATOPOIETICHE (HSC,
Hematopoietic Stem Cells)
Le cellule staminali ematopoietiche sono multipotenti e durante lo
sviluppo dell’individuo si concentrano gradualmente nel midollo