Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Introduzione Tesina Radar
La seguente tesina di maturità sul tema del radar e la sua importanza strategica. La tesina permette i seguenti collegamenti con le presenti materie: in elettronica il radar, in storia il radar nella guerra, la Battaglia d'Inghilterra, la Battaglia del Mediterraneo, l'inganno dello Sbarco in Normandia, in inglese what is the radar, in italiano Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, in educazione fisica l'importanza dell'educazione fisica nel fascismo.

Collegamenti
Tesina Radar
Elettronica - Il radar.
Storia - Il radar nella guerra, la Battaglia d'Inghilterra, la Battaglia del Mediterraneo, l'inganno dello Sbarco in Normandia.
Inglese - What is the radar?.
Italiano - Il sentiero dei nidi di ragno (Italo Calvino).
Educazione fisica - L'importanza dell'educazione fisica nel fascismo.
ARMAMENTI 22
LA BATTAGLIA
23
ESITI 25
WHAT IS THE RADAR? 26
ITALO CALVINO: IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO
27
L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE FISICA NEL FASCISMO.
29
BIBLIOGRAFIA – SITOGRAFIA
30 INTRODUZIONE.
Il radar è un sistema che utilizza le onde elettromagnetiche per rilevare la posizione e
eventualmente la velocità degli oggetti chiamati bersagli o target.
I radar furono usati in quasi tutte le battaglie della Seconda Guerra Mondiale come
arma di difesa e di attacco e contribuirono alla vittoria finale degli Alleati; ma in modo
particolare furono fondamentali in queste due battaglie:
La battaglia d’Inghilterra, dove grazie ai radar e al sistema Dowding gli aerei inglesi
riuscirono ad intercettare l’80 % degli incursori aerei tedeschi.
La battaglia del Mediterraneo, dove l’assenza del radar da parte degli italiani all’inizio
della guerra e ai sistemi arretrati installati dopo, portò un notevole vantaggio agli
inglesi.
La mentalità fascista italiana non mirava al progresso, infatti in Italia all’inizio della
guerra mancavano i radar e le strategie belliche erano datate. Oltre a questi problemi
la scelta sbagliata del Duce di scendere in guerra per supportare Hitler portò
all’armistizio con gli Alleati l’8 settembre 1943 con tutte le conseguenze del caso.
Nell’Italia settentrionale occupata dai tedeschi, i bombardamenti angloamericani
distruggevano città e industrie. Intanto per combattere gli occupanti tedeschi
nascevano piccole organizzazioni partigiane, come racconta Italo Calvino nel suo
romanzo “Il Sentiero dei nidi di ragno”.
Il fascimo portò diversi problemi in Italia, ma è proprio grazie a questa mentalità che i
soldati italiani attuarono tecniche offensive rischiosissime, oltre a difendere il proprio
onore e la patria fino alla morte. Infatti, fin da bambini nell’educazione fisica scolastica
era insegnato loro lo spirito di sacrificio e i maschi seguivano un addestramento
premilitare. 3
IL RADAR.
Il radar è un sistema che utilizza le onde elettromagnetiche appartenenti
allo spettro delle onde radio o microonde per il rilevamento e la determinazione
della posizione (coordinate in distanza, altezza e azimuth) ed eventualmente
della velocità di oggetti (bersagli, target) sia fissi che mobili, come aerei, navi, veicoli,
formazioni atmosferiche o il suolo.
Il termine RADAR fu coniato dalla marina statunitense nel 1940 come sigla di Radio
Detection And Ranging. Questa è divenuta molto frequente nel parlato comune ed ha
perso il suo valore di sigla difatti ormai è scritto minuscolo. Nello stesso periodo in
Italia si chiamava radiotelemetro. Nel Regno Unito invece inizialmente fu chiamato
RDF, acronimo di Range and Direction Finding (individuazione di distanza e direzione).
Questa sigla che era già diffusa il cui significato era Radio Direction Finder
(individuatore radio di direzione), cioè indicava il dispositivo in grado di definire la
direzione e il verso di propagazione delle onde radio. Questa strategia fu usata per
nascondere il vero scopo del radar.
CENNI STORICI.
Sono stati numerosi gli scienziati e gli ingegneri che contribuirono alla nascita e allo
sviluppo dei radar.
Il primo fu Heinrich Hertz dell'università di Karlsruhe, in Germania, nel 1886 notò che
le onde radio erano riflesse dagli oggetti metallici.
4
Nel 1904, quasi vent’anni dopo Christian Hulsmeyer di
Dussendorf, in Germania, ideò il telemobilescopio, uno
strumento in grado di rivelare oggetti nell’oscurità e
nella nebbia. La sua portata era di poche centinaia di
metri (dovuta alla scarsa potenza dei trasmettitori
esistenti) non interessò alla marina neppure durante la
Prima Guerra Mondiale. Se invece fosse stato
sviluppato e installato avrebbe evitato la tragedia del
Titanic nel 1912.
Tuttavia fu Nikola Tesla nell'agosto del 1917 a stabilire i principi di funzionamento delle
frequenze e il livello di potenza dei primi radar, anche se avevano ancora una portata
ridotta.
Bisognerà aspettare il dopoguerra per un sistema a lunga portata. Nel 1922 Guglielmo
(nell’immagine)
Marconi sviluppò il radiotelemetro, un sistema in grado di
individuare mezzi mobili a distanza. Questa invenzione la presentò ai vertici della
marina nel 1935. Questo progetto fu trovato interessante e affidato nell’esercito al
prof. Ugo Tiberio, il quale non troverà i fondi necessari per sviluppare un sistema
pienamente efficiente.
Nel 1935 Robert Whatson Watt fu incaricato di trovare un sistema per localizzare gli
aerei nemici e riuscì a realizzare un radiolocalizzatore ad impulsi, installato subito
dopo sulle coste britanniche.
Nel 1936 l'ungherese Zoltán Bay fu il primo a produrre un modello funzionante nei
laboratori di Tungsram.
La guerra portò ad un'accelerazione delle ricerche con lo scopo di trovare le migliori
soluzioni per le nuove esigenze difensive. Nel dopoguerra l'uso del radar si è
ampiamente diffuso anche in ambito civile per il controllo del traffico aereo civile, il
controllo meteorologico e il controllo delle velocità automobilistiche.
FUNZIONAMENTO E CONFIGURAZIONE.
Un’idea del funzionamento dei radar si può avere esaminando
un normale radar a impulsi, il quale è in grado di localizzare un
oggetto attraverso la determinazione della distanza e la
direzione della sua visuale. La distanza dell’oggetto si ricava
misurando il tempo t che il segnale emesso impiega per
viaggiare dal trasmettitore del radar, va a colpire l’oggetto, è
riflesso e torna al ricevitore dello stesso radar. Il segnale si
propaga nell’aria alla velocità della luce, quindi la distanza si
calcola facendo il rapporto fra il tempo e la velocità della luce
(quasi 300.000 km/s, quindi 6,67 microsecondi per chilometro), il tutto fratto 2 perché
nel viaggio fa andata e ritorno. La direzione si ricava dall’orientamento del fascio
elettromagnetico emesso dall’antenna. Il sincronizzatore genera una serie d’impulsi di
comando (di sincronismo) che accendono periodicamente il modulatore; questo a sua
volta fa da interruttore al tubo di potenza a radiofrequenza (magnetron o klystron).
5
Questi impulsi inviati all’antenna la quale li irradia
nello spazio entro un fascio la cui direzione
dipende dall’orientamento dell’antenna. Se il
fascio colpisce un oggetto, gli impulsi di
radiofrequenza vengono riflessi e sono captati
dall’antenna come eco. Se l’antenna è solo una,
quindi con funzione trasmittente e ricevente, il
duplexer commuta e isola la sensibilissima e
delicatissima sezione ricevente quando viene
inviato l'impulso; viceversa quando riceve il segnale di ritorno lo invia al ricevitore ed
isola la sezione trasmittente. Tutto questo in una frazione di secondo.
Gli echi captati sono convertiti a una frequenza più bassa, tra 15 e 90 MHz, in modo da
poter essere più adatti ad eseguire la successiva operazione di amplificazione. La
conversione è ottenuta attraverso il battimento della radiofrequenza con la frequenza
generata da un oscillatore locale. Poi il segnale è filtrato eliminando il rumore e i
segnali ricevuti da oggetti fissi, questo per mezzo dei separatori di frequenza. Nei
radar moderni il segnale è convertito in forma digitale, in modo da poter esser letto da
un computer. In seguito è amplificato, perché troppo debole per essere elaborato. Un
dispositivo simile a un orologio calcola il tempo trascorso dalla trasmissione del
segnale alla sua ricezione.
Infine il tutto è rappresentato. In genere si usa uno schermo di forma circolare sul
quale sono rappresentati dei cerchi concentrici indicanti la distanza espressa in miglia
o chilometri. Il centro è, dove si trova l’antenna del radar e la posizione dei bersagli
appare sullo schermo sotto forma di puntini o figure. Gli schermi in origine erano
collegati a un tubo a raggi catodici, mentre oggi si utilizzano display LCD
programmabili con una loro memoria interna.
I radar Doppler sfruttano appunto l’effetto Doppler (in base al quale se noi guardiamo
da un punto stazionario un oggetto in movimento il suo spostamento genera onde di
frequenza e quest’ultima sarà più alta nella direzione di
avvicinamento) per calcolare la velocità degli obiettivi.
L’effetto Doppler viene anche usato per distinguere gli
oggetti in movimento e quelli fissi (ad esempio palazzi,
montagne). Gli echi degli oggetti fissi sono detti clutter e non
sono rappresentati sullo schermo.
I radar d'inseguimento sono sistemi nei quali un meccanismo,
controllato automaticamente dai segnali d'eco, mantiene il
fascio del radar puntato su un oggetto in moto rispetto al
radar stesso. L'utilizzazione di più radiofrequenze migliora le prestazioni dei radar
d'inseguimento ed è vantaggiosa anche nei confronti dell'effetto perturbante dovuto
alle riflessioni del terreno o del mare, o per difendersi da azioni di disturbo provocate
deliberatamente.
LE ANTENNE.
Le antenne dei radar in genere sono riflettori di forma parabolica altamente direzionali
e possono ruotare in ogni direzione in modo da poter scrutare ogni frazione di cielo o
6
di mare. I fasci prodotti devono essere stretti e ben collimati. La larghezza del fascio
prodotto è direttamente proporzionale alla lunghezza d'onda della radiazione e
inversamente proporzionale all'ampiezza dell'antenna, quindi le antenne migliori sono
quelle di grandi dimensioni. Ovviamente nelle unità mobili non è possibile utilizzare
antenne enormi, dunque queste sfruttano i radar a microonde, che sono meno
suscettibili al rumore ed hanno una migliore risoluzione. Il movimento del fascio radar
si ottiene con un movimento periodico dell’antenna, solitamente ottenuto con una
rotazione lenta e continua.
I sistemi radar di terra usati per la rivelazione di velivoli aerei, spesso hanno due
apparecchi radar distinti: uno effettua una scansione orizzontale per individuare
l'aereo e determinarne l'azimutm (l’angolo che si forma tra l’obiettivo e il nord, il cui
vertice è l’antenna), mentre l'altro compie una scansione verticale per determinare
l'angolo di elevazione.
Ai radar per la localizzazione orizzontale, quindi quelli navali, non serve una grande
efficienza per scrutare il cielo dunque
le antenne si riducono a una sottile
striscia di forma parabolica. Alcuni di
questi sono usati per rivelare gli aerei
a bassa quota.
Non sempre l'antenna trasmittente è
anche quella ricevente, questo solo
nei radar monostatici, mentre in quelli multistatici ne ha due o più dove quelle
riceventi possono essere distanti anche centinaia di metri dalla prima trasmittente.
DISTANZA MINIMA DI RILEVAZIONE E PORTATA STRUMENTALE.
La distanza minima cui il radar può rilevare oggetti è inversamente proporzionale al
tempo di commutazione, perché se il trasmettitore è acceso, non può essere attivato
anche il ricevitore.
Per protata del radar si intende la distanza massima alla quale può essere rilevata la
presenza di un oggetto di area equivalente σ. Essa dipende dalle caratterristiche del
ricevitore, in particolare la potenza minima (Pmin) che il ricevitore è in grado di
rivelare.
Dalla formula si rileva: Pi è la potenza degli impulsi, Aa è l’aera dell’antenna, σ è l’area
dell’oggetto, ʎ è la lunghezza d’onda e Pmin la potenza minima.
Per aumentare la portata, occorre quindi impiegare antenne di grande area, lavorare a
frequenze elevate e quindi con lunghezze d’onda molto piccole, e aumentare la
potenza degli impulsi. Si osserva però che la potenza degli impulsi compare in ragione
7
della radice quarta, mentre l’area dell’antenna e la lunghezza d’onda compaiono in
ragione della radice quadrata; di conseguenza per raddoppiare la portata occorre
moltiplicare la potenza degli impulsi, mentre per ottenere lo stesso risultato è
sufficiente quadruplicare l’area dell’antenna o impiegare una lunghezza d’onda
quattro volte più piccola.
La portata non è data solo da questi elementi ma ci sono anche dei fattori di disturbo
quali la rumorosità intrinseca del ricevitore, la sua sensibilità e i disturbi ambientali
quali i fenomeni atmosferici e la presenza di montagne o palazzi (clutter). Un altro