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europei di affrontare i problemi sociali in un momento in cui le

condizioni di vita della popolazione erano state rese drammatiche

dalla guerra. In Gran Bretagna i laburisti attuarono con successo la

politica del Welfare State; in Francia la rinascita si espresse

nell’approvazione di una Costituzione, che dette vita alla Quarta

Repubblica francese. Intanto, i Paesi europei sentirono l’esigenza di

avviare un autonomo processo di sviluppo che inizialmente investì

solo il campo economico. Allo scopo di intensificare i rapporti tra i

Paesi membri si formò il Consiglio d’Europa(1949), e nacquero

organismi sovranazionali come la Ceca, per la produzione del

carbonio e dell’acciaio, la Cee, per la liberalizzazione dei commerci

nel mercato unico, e l’Euratom. Per gli studi sull’energia atomica.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale,i problemi che doveva

affrontare l’Italia erano molti. Fra le questioni più immediate si

imposero la scelta istituzionale fra monarchia e repubblica, la

necessità di una nuova Costituzione. Il quadro politico vedeva una

forte presenza dei partiti di sinistra(comunisti e socialisti), che

aspiravano a modificare la società italiana. Le lezioni amministrative

del 1946, le prime in cui votarono anche le donne, videro invece

l’affermazione della Democrazia cristiana, guidata da Alcide De

Gasperi. Il referendum istituzionale del 1946 decretò la fine della

monarchia e la vittoria della repubblica; venne quindi eletta

l’Assemblea costituente, per redigere la Costituzione del nuovo

Stato italiano. Nel 1947 venne firmato a Parigi il trattato di pace,

con cui l’Italia dovette cedere territori alla Francia, alla Iugoslavia e

concedere l’ indipendenza all’Albania. Il clima politico internazionale

della guerra fredda ebbe inevitabili riflessi anche in Italia: De

Gasperi formò nel 1947 un governo composto dai soli

democristiani. Il 18 aprile 1948 si tennero le prime elezioni politiche

della repubblica,che videro la vittoria della Democrazia cristiana e la

sconfitta di socialisti e comunisti, uniti nel Fronte Popolare. Tale

risultato sancì l’inizio del predominio democristiano come elemento

centrale nell’assetto politico dello Stato. Si inaugurava così il

“sistema bipolare imperfetto”. La coalizione centrista affrontò i gravi

problemi della ricostruzione e della ripresa economica del Paese.

Un aiuto concreto venne dagli Stati Uniti con il piano Marshall che

consentì il primo rilevante sviluppo industriale dell’Italia. I governi

centristi vararono la riforma agraria, istituirono la Casa per il

Mezzogiorno, riorganizzarono l’Istituto per la ricostruzione

industriale, fondarono l’Ente nazionale idrocarburi(Eni) e l’Ina-Casa,

per il rilancio dell’edilizia popolare.

CESARE PAVESE

Cesare Pavese nacque a Santo Stefano Belbo(Cuneo) nel 1908 e morì

suicida in un albergo di Torino nel 1950, per ingestione di sonniferi. La

causa prossima del suicidio fu una delusione sentimentale. Un’attricetta

americana,Bowling, venuta in Italia a tentare la fortuna a Cinecittà, se ne

ritornò delusa negli Stati Uniti, gettando nella disperazione Pavese che

aveva intrecciato con lei una relazione. Ma questo fu solo l’epilogo di una

tentazione della morte che accompagnò Pavese, come un “vizio assurdo”

per tutta la vita. Le notizie su Pavese si possono ricavare dal diario dello

scrittore “Il mestiere di vivere”. Egli, insieme con Moravia e Vittorini, è

stato considerato un iniziatore del Neorealismo degli anni 30, anzi

addirittura il “capofila”. Tuttavia anche il Neorealismo di Pavese ha

carattere lirico,per una mescolanza di Realismo e Decadentismo. Pavese

ha alcuni punti significativi con Vittorini:fu anch’egli studioso e

divulgatore. Tuttavia,mentre in Vittorini al sentimento della pena del

mondo si accompagna la speranza in un domani migliore e più degno, in

Pavese, nonostante gli sforzi che egli compì per uscire dalla solitudine

mediante l’attività di scrittore e la militanza nel partito comunista,finisce

per prevalere un sentimento cupo e disperato della vita, quello stesso che

lo portò alla resa e al suicidio.

L’attività letteraria di Pavese comincia con un libro di versi Lavorare

stanca e, dopo un lungo intermezzo narrativo, Paesi tuoi, Casa in collina,Il

compagno, La luna e i falò. Molto importante è “Lavorare stanca”,con cui

parve iniziare il Neorealismo. Ci offre una poesia nuova, opposta a quelle

Ermetica, cosiddetta poesia-racconto, antilirica, di carattere narrativo,

svolta in versi liberi e lunghi, in un linguaggio prosastico ed aderente alle

cose. Tutto concorre nelle poesie di Lavorare stanca a darci

un’impressione realistica:personaggi, ambienti e temi. I personaggi sono

operai, ragazzi di fabbrica, vagabondi, carcerati; gli ambienti sono la

campagna, le colline, le osterie; i temi svolgono tutti, più o meno,il motivo

di fondo dell’opera di Pavese: il contrasto tra campagna e città, tra

adolescenza e maturità, tra solitudine e impegno politico e sociale. Si tratta

dell’avventura dell’adolescenza che, orgoglioso della sua campagna,

immagina consimile la città, ma vi trova la solitudine e vi rimedia col

sesso e la passione, che servono soltanto a sradicarlo e a gettarlo lontano

da campagna e città in una tragica solitudine, che è la fine

dell’adolescenza. Tuttavia, questa, è anche l’avventura dello stesso Pavese,

che si portò sempre dentro di sé e in contrasto, la sua anima di campagna e

la sua anima di città; sicchè il suo realismo, si risolve, in fondo, in un

soggettivismo solipsistico di tipo decadente, nel dramma del

disadattamento alla vita, dell’incomunicabilità e dell’angoscia esistenziale,

che tenne lontano lo scrittore dalla resistenza attiva e resa fiacca la

militanza politica nel suo partito. Perciò la sua opera solo in superficie è

realistica: in realtà è lirica, rievocativa ed elegiaca.

Alla solitudine e all’incomunicabilità, del resto, Pavese era condannato dal

mito dell’infanzia, sentita come un Eden perduto, in cui egli cercava di

rientrare invano dopo le deludenti esperienze di adulto. Per questo un tema

ricorrente in lui è la nostalgia struggente del paese al quale ritorna sempre,

o desidera tornare, chi un giorno è espatriato.

Nel romanzo è rappresentato il crollo dei miti dell’infanzia e la

consapevolezza della solitudine irrimediabile, sentita come un preludio di

morte. Il protagonista è Anguilla, un giovane cresciuto in collina in una

famiglia di contadini. Divenuto adulto, va in America, dove fa fortuna ma

vive come uno sradicato. Nel dopoguerra ritorna a casa e trova tutto

mutato. Nuto,il suo vecchio amico, che fa il falegname, gli racconta ciò

che è avvenuto negli anni della sua assenza: le distruzioni della cascina,

dove Anguilla trascorse l’infanzia. Così Anguilla e Nuto rievocano i loro

anni remoti, i volti delle persone scomparse, i falò che i contadini

accendevano sulle colline. Ma una notte il mezzadro Valino appicca il

fuoco alla cascina, facendo morire le bestie e i suoi. Sono i moderni falò, i

falò della follia, tanto diversi dagli antichi. E Nuto racconta ad Anguilla la

storia di un altro tragico falò. Delle tre padroncine della Mora:Silvia è mal

maritata,Irene è morta per aborto, Sara è stata uccisa e bruciata dai

partigiani. Un altro falò, dunque, in cui sembrano bruciare per sempre i

miti dell’infanzia. La rievocazione dell’infanzia in Pavese non si risolve

pertanto in abbandono, dolcezza e conforto, ma risulta un motivo di

desolazione e di amarezza, una sorta di cupio dissolvi, di desiderio e di

morte.

IL NEOREALISMO

IL Neorealismo riprende il Realismo ottocentesco ma in mutate condizioni

culturali, politiche e sociali. Di esso possiamo distinguere due momenti:il

Neorealismo degli anni ’30, sorto in pieno periodo fascista, e quello, più

cospicuo, che si svolge dopo la 2° Guerra Mondiale. Molti degli autori del

Neorealismo vissero per tutto l’arco del 900 o altri ancora sono viventi. Il

Neorealismo degli anni Trenta sorge soprattutto nell’ambito di “Solaria”,

la rivista fiorentina fondata nel 1926 da Liberto Carocci. Fu così chiamato

dal critico Bocelli per descrivere o gli ambienti borghesi della città, come

Roma, o gli ambienti umili e provinciali , come la Calabria e la Sicilia. Il

Neorealismo sembrò un ritorno al Verismo di fine 800, ma fu solo

apparentemente. Infatti, mentre il Verismo in genere ha carattere elegiaco e

nostalgico ed è improntato a una passiva accettazione della condizione

umana di dolore e d’infelicità, il Neorealismo è caratterizzato da intenti

civili e sociali: negli anni 30, in modo allusivo e discreto; nel dopoguerra,

in piena democrazia,in modo più scoperto,critico e polemico. Gli autori

neorealisti degli anni 30 furono Alberto Moravia, Alvaro,Silone,Vittoriani,

Bernari e Pavese. Questi li ritroviamo operanti e impegnati anche nel

Neorealismo del secondo dopoguerra. Quest’ultimo si svolse tra il 1945 e

il 1955 e fu il frutto delle grandi esperienze storiche di quegli anni: la

guerra, la Resistenza, l’occupazione straniera, gli anni duri e difficili della

ricostruzione. In quegli anni si assunse un atteggiamento di condanna

verso la letteratura precedente, accusata di aver collaborato al Fascismo o

di averlo subito passivamente. Gli scrittori neorealisti attingono i temi

dell’Italia reale, umile, misera e segreta del loro tempo o degli anni

immediatamente precedenti: l’oppressione fascista e l’occupazione tedesca

e alleata, gli episodi della Resistenza, le impiccagione e le fucilazioni, i

campi di concentramento, l’occupazione delle fabbriche e delle terre. Più

valido e artisticamente più efficace fu il Neorealismo nel cinema, e non

soltanto per la genialità di registi famosi come Rossellini e Vittorio De

Sica, ma anche perché il cinema era un’arte giovane e non aveva problemi

di indipendenza con la tradizione. Soprattutto esso potè valersi delle

esperienze naturalistiche del cinema francese e degli studi teorici dei

registi russi Pudovkin e Einestein. Più lento e travagliato e con risultati

artistici più limitati fu il Neorealismo nella letteratura, che si trovò di

fronte a notevoli difficoltà. Mentre nel cinema i nuovi contenuti balzarono

sullo schermo per l’evidenza realistica delle immagini, nella letteratura

non bastava proporre i nuovi contenuti, ma occorreva accompagnare la

narrazione con una profonda analisi storica dell’epoca. Infine, un’ulteriore

difficoltà, era la ricerca di un linguaggio adeguato alla novità dei contenuti

umani e sociali. Questo linguaggio doveva essere formato da una lingua

tradizionale e di forme dialettali storicamente più efficaci e diffuse, capaci

di concorrere alla formazione di una medietas linguistica che escludesse

sia le forme dotte dalla traduzione letteraria e sia le forme gergali e

strettamente locali dei dialetti, per effetto dell’allargamento della coscienza

nazionale alle grandi masse popolari dopo la caduta del Fascismo, e della

loro partecipazione alla vita democratica del Paese.

L’ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE

L’ONU fu costituita a San Francisco il 26 giugno 1945,su iniziativa degli

Stati che avevano vinto la Seconda Guerra Mondiale. Essendo aperta

l’adesione degli altri Stati, l’ONU ha poi visto rapidamente moltiplicarsi il

numero dei suoi membri. L’Italia vi è entrata nel 1955. Oggi all’ONU

aderiscono circa 190 Stati. I suoi obiettivi sono il mantenimento della pace

e della sicurezza internazionale; la promozione dello sviluppo economico,

sociale e culturale dei popoli; la tutela dei diritti dell’uomo e delle libertà

fondamentali. L’ONU svolge poi un’attività di promozione di specifiche

convenzioni e costituisce la sede dei dibattiti e negoziati internazionali

spesso di notevole importanza, condotti per lo più in seno ad apposite

conferenze. Con l’adesione gli Stati assumono una serie di obblighi

reciproci e nei confronti dell’Organizzazione stessa; ma questa resta pur

sempre un’organizzazione volontaria, alla quale si aderisce se e finchè lo si

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