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Sintesi
Sintesi Tesina sull'alienazione


In questa tesina viene analizzata l'alienazione attraverso un percorso multidisciplinare. In italiano viene presentata l'opera di Luigi Pirandello, "I Quaderni di Serafino Gubbio operatore", in ambito storico invece vengono ripercorsi due periodi storici fondamentali per l'uomo: la Seconda Rivoluzione industriale e l'ambito storico sociale in cui si afferma il concetto di società di massa. In ambito filosofico viene presentato il pensiero filosofico di Karl Marx che descrive il concetto di alienazione originale.
La tesina sull'alienazione inoltre abbraccia anche altre discipline, come per esempio la letteratura latina, con la descrizione della figura del sapiens presente nel pensiero dello scrittore classico latino Seneca; in inglese invece viene presa in esame l'opera di Dickens, "Hard Times". Altri argomenti che vengono presentati sono invece quelli della rotazione e della rivoluzione della Terra nell'ambito del pensiero scientifico di Galileo Galilei, il quale portò avanti degli studi rivoluzionari.
In Fisica vengono invece enunciate le leggi di Keplero e infine in Arte viene riportata la descrizione dell'opera pittorica realizzata da Edward Munch, "La passeggiata".





Collegamenti

Tesina sull'alienazione


Italiano: Pirandello, i Quaderni di Serafino Gubbio operatore.
Storia: La società di massa e la Seconda Rivoluzione industriale.
Filosofia: Marx e l'alienazione originale.
Latino: Seneca, la figura del sapiens.
Inglese: Dickens e Hard times.
Scienze: Galileo, la rotazione e la rivoluzione della terra.
Fisica: Le leggi di Keplero.
Arte: Munch, La passeggiata.
Estratto del documento

lavoro socialmente necessaria per produrla”. Questo non equivale al suo prezzo dato che

agiscono altre variabili (domanda, offerta etc).

 La teoria del plusvalore.

Il sistema capitalista non produce per il consumo ma per l’accumulazione di denaro.

Secondo la schematizzazione D – M – D’ (con D’>D). una certa somma è spesa per

comprare merce (forza lavoro, materie, macchine) si ottiene un prodotto che venduto

procura al capitalista una quantità di denaro superiore. Ma da dove deriva il plusvalore?. Il

plusvalore non può dipendere dallo scambio, non dal denaro che è solo il mezzo di scambio,

allora deve necessariamente dipendere dal processo produttivo. Il valore di scambio della

forza-lavoro dell’operaio è dato dal valore dei beni che servono a mantenere integra tale

forza-lavoro (ovvero la casa, il cibo etc). Il Plus valore si determina perché la somma pagata

dal capitalista è inferiore al valore delle merci prodotte. Il plusvalore è dunque l’effetto del

pluslavoro fornito dall’operaio a vantaggio del capitalista.

 Plusvalore, profitto e reinvestimento.

Si può ottenere il plusvalore o aumentando la durata della giornata lavorativa o diminuendo

le ore necessarie a produrre la quantità di merce equivalente al valore di scambio della forza-

lavoro. È da sottolinearsi che il plusvalore non è il profitto del capitalista poiché egli ha dei

costi fissi, tra questi reinveste incrementando il circolo D – M – D’ e annientando i suoi

concorrenti capitalisti.

 Dalla rivoluzione alla dittatura del proletariato.

In quale modo si sarebbe dovuta attuare la società comunista non fu chiarito da Marx che con

molto realismo sostenne che non c’è un modo univoco per ogni situazione storico-sociale, ma il

problema più importante era sull’uso della violenza nella rivoluzione. Gli obiettivi della

rivoluzione erano abbattere lo stato borghese e le sue istituzioni; iniziare la fase di dittatura del

proletariato.

Su come sarebbe stata la società comunista Marx non si volle pronunciare, limitandosi a

descrivere il nuovo mondo come il superamento della proprietà e della dimensione dell’avere.

Un mondo a misura d’uomo in cui si terrà debito conto dei bisogni e delle capacità di ciascuno.

Movimenti della terra rotazione e

rivoluzione

ROTAZIONE TERRESTRE

Movimento che la Terra compie attorno al proprio, asse muovendosi da Ovest verso Est in senso

antiorario, per un osservatore posto in direzione del Polo Nord: questo movimento è detto diretto.

Poiché ogni punto della Terra compie in un giorno una rotazione completa di 360°, la sua velocità

angolare sarà identica a tutte le latitudini

La sua velocità lineare (distanza percorsa da un punto nell'unità di tempo) invece decresce al

crescere della latitudine (ma cresce con l’altitudine), perchè i punti più distanti dall'asse di rotazione

si spostano più velocemente: essa è massima all'equatore (circa 460 m/s) e nulla ai poli.

L’asse di rotazione è un asse immaginario che è perpendicolare all’equatore, ed è inclinato di 66°33’

rispetto al piano dell’orbita terrestre attorno al Sole, che prende il nome di eclittica.

Una rotazione completa richiede circa 24 ore, e questo periodo è detto giorno.

Tutto sul nostro pianeta partecipa a questo movimento, compresa l’atmosfera, quindi qualunque

osservatore che si trovi sulla Terra non può apprezzarlo, anche se all’equatore la velocità di

rotazione raggiunge gli 1668 Km/ora!

Perciò anche se in passato molti avevano intuito che la Terra non fosse immobile, le prime prove

della rotazione risalgono al XVIII e al XIV secolo.

Prove della rotazione

Prove indirette (osservazionali): sono solo indicative del fenomeno, che non riescono a dimostrare.

1. Analogia con gli altri pianeti

Tutti i pianeti del Sistema Solare ruotano nello stesso verso della Terra (moto diretto), tranne Venere

ed Urano che ruotano in senso opposto.

2. Rigonfiamento equatoriale

La Terra possiede un rigonfiamento equatoriale, formatosi proprio a causa del suo moto di rotazione

quando il nostro pianeta era ancora caldo e fluido.

Prove dirette: sono anche quantitative, cioè riescono a misurare l’entità del fenomeno.

1. Esperienza di Guglielmini

Nel 1791 il fisico e astronomo G. B. Guglielmini fece un esperimento lanciando dalla Torre degli

Asinelli di Bologna dei corpi: partendo da un’altezza di 100m,

essi cadevano spostati verso est di 17mm rispetto alla

posizione che avrebbero assunto se fossero caduti

verticalmente.

Questo accade perchè qualsiasi corpo posto sulla Terra

partecipa al suo moto di rotazione, e finisce per essere

trascinato da ovest verso est con una velocità lineare tanto

maggiore quanto più in alto esso si trova.

Perciò un corpo che si trovi fermo sulla sommità della torre

ruota da ovest verso est più velocemente di uno che si trovi

alla base. Quando il corpo cade, tende a mantenere costante la

sua velocità di rotazione iniziale (legge d’inerzia), e raggiungerà il suolo, che si muove più

lentamente della sommità della torre, in un punto tanto più spostato verso est

quanto più in alto il corpo si trovava. 2. Esperienza di Foucault

Nel 1851 il fisico francese Léon Foucault sospese

alla cupola del Panthéon di Parigi ad un’altezza

di 68m, attraverso un perno girevole, una sfera di

bronzo del peso di 28 Kg e la fece oscillare. La

sfera era dotata di una punta, che lasciava una

traccia sul pavimento sottostante cosparso di

sabbia.

Il pendolo così costruito era dotato di oscillazioni

molto lente, e dopo un certo tempo si poteva

facilmente osservare che la punta non ripassava

mai nello stesso solco, ma ne tracciava sempre di

nuovi, come se il piano di oscillazione ruotasse

da est verso ovest rispetto al suolo. Ma dal

momento che già Galileo aveva dimostrato che il piano di oscillazione di un pendolo resta costante,

se me doveva dedurre che a ruotare era in realtà stato il pavimento, e cioè più in generale la Terra,

da ovest verso est.

A Parigi si ottenne una rotazione di 360° in circa 32 ore; se la prova fosse stata effettuata ai poli,

sarebbe durata 24 ore, mentre all’equatore il piano di oscillazione sarebbe rimasto sempre lo stesso.

Questo perchè esiste una formula matematica che lega il periodo di rotazione del piano del pendolo

alla latitudine del luogo.

Conseguenze della rotazione

1. Alternarsi del dì e della notte

La Terra risulta costantemente divisa dal circolo di illuminazione in due emisferi, uno illuminato

(dì) ed uno in ombra (notte). Per la presenza dell’atmosfera che provoca fenomeni di diffusione, il

passaggio dal dì alla notte non avviene bruscamente (come ad esempio sulla Luna), ma

gradualmente. La fascia di passaggio dal dì alla notte è rappresentata dai crepuscoli, la cui durata

aumenta con la latitudine perchè i raggi solari, essendo più inclinati, devono attraversare uno strato

di atmosfera maggiore.

2. Movimento apparente della sfera celeste

Essa sembra ruotare in 24 ore da est verso ovest, trascinando con sé le stelle, che apparentemente

non sembrano cambiare le loro posizioni reciproche (in realtà a causa del moto di rivoluzione

questo accade, ma a causa dell’enorme distanza delle stelle l’entità del fenomeno è minima).

3. Forza di Coriolis

Descritta per la prima volta dal fisico francese G. Coriolis nel 1835: si tratta di una forza apparente

che possiede ogni corpo libero di muoversi sulla superficie terrestre non parallelamente

all’equatore. Esso subisce una deviazione rispetto alla sua destra se si trova nell’emisfero nord, o

alla sua sinistra se si trova nell’emisfero sud.

Il fenomeno si spiega ricordando che la velocità lineare di rotazione di ogni punto della Terra

diminuisce con la latitudine: massima all’equatore, vale zero ai poli. Quindi un corpo che parta

dall’equatore e si sposti ad esempio verso il Polo Nord attraverserà regioni che possiedono velocità

lineare di rotazione sempre minore: esso però tende a conservare la sua velocità iniziale (legge

d’inerzia) e quindi “guadagnerà spazio”, finendo per spostarsi sempre più verso la sua destra.

Questo fenomeno interessa ad esempio le masse d’aria o le correnti marine in movimento, e il

valore della “deriva” dipende innanzitutto dalla latitudine, ma è tanto più evidente quanto maggiore

è la velocità del corpo. RIVOLUZIONE TERRESTRE

Movimento che la Terra compie in senso antiorario, per un osservatore posto in direzione del Polo

Nord, descrivendo lungo l’eclittica in 365 d 6h 9min un’orbita ellittica di cui il Sole occupa uno dei

due fuochi (prima legge di Keplero).

Il punto più vicino al Sole è detto perielio (circa 147 milioni di Km, raggiunto il 3 gennaio) e il

punto più lontano è detto afelio (circa 152 milioni di Km, raggiunto il 2 luglio). Anche la velocità di

rivoluzione non è costante, in accordo alla seconda legge di Keplero: in perielio vale 30,3 Km/sec,

in afelio vale 29,3 Km/sec.

Come già detto, l’asse di rotazione dell’orbita terrestre è inclinato di 66°33’ rispetto al piano

dell’eclittica, e durante il moto di rivoluzione esso si può considerare sempre parallelo a se stesso.

Il moto di rivoluzione della Terra viene spiegato dalle Leggi di Keplero (1571-1630).

Studiando le caratteristiche del moto dei corpi celesti, egli cercò di coglierne il principio unificatore.

I pianeti più esterni hanno tempi di rivoluzione lunghissimi: infatti al crescere della distanza,

espressa secondo un valore cubico, affinchè il rapporto t2/d3 resti costante bisognerà che il tempo di

rivoluzione aumenti molto di più.

Prove della rivoluzione E’ difficile portare delle prove alla rivoluzione: la

periodicità con cui la Terra incontra le stelle cadenti o

il confronto con quanto accade per gli altri pianeti sono

soltanto prove indirette di questo fenomeno.

Le due prove dirette della rivoluzione terrestre,

l’aberrazione stellare e la parallasse, sono due

fenomeni complessi che vennero scoperti solo con

l’avvento di telescopi sufficientemente potenti.

1.Aberrazione stellare

Scoperta da James Bradley nel 1727, è un fenomeno

ottico per cui a causa dello spostamento della Terra

lungo l’eclittica, una stella ci appare in una posizione

sempre proiettata leggermente in avanti rispetto alla sua posizione reale: a causa di ciò, quando si

osserva una stella bisogna puntare il telescopio in una direzione che non corrisponde realmente alla

sua posizione effettiva.

Per quanto si tratti di un paragone approssimativo, l’effetto di aberrazione è simile a quanto accade

quando stiamo correndo sotto la pioggia: per proteggerci dobbiamo inclinare in avanti l’ombrello,

anche se la pioggia cade in verticale. A causa dell’aberrazione, ogni stella sembra descrivere in cielo

in un anno una piccolissima ellisse.

2. Parallasse stellare

Questa prova, a lungo cercata dagli astronomi antichi, fu trovata fa Friedrich Bessel nel 1838, e si

basa sulla considerazione che se la Terra descrive in un anno un’orbita ellittica attorno al Sole,

allora osservando la posizione di una stella vicina e ripetendo l’osservazione dopo sei mesi, se ne

dovrebbe notare lo spostamento rispetto alle stelle più lontane, considerate “fisse”. Questo è in

realtà ciò che accade, ma ancora una volta lo spostamento è talmente piccolo che può essere

apprezzato solo con telescopi sufficientemente potenti, e anche in questo caso la stella sembra

descrivere in cielo in un anno una piccolissima ellisse, la cui ampiezza va diminuendo

all’aumentare della sua distanza dalla Terra.

Conseguenze della rivoluzione

Se l’asse terrestre fosse perpendicolare al piano dell’eclittica, il circolo di illuminazione sarebbe

perpendicolare all’equatore ed avremmo così in ogni punto della Terra 12 ore di dì e 12 ore di buio.

Poichè invece l’asse terrestre è inclinato di 66°33’ rispetto all’eclittica, la situazione è alquanto

diversa: l’inclinazione con cui i raggi solari colpiscono la Terra colpiscono la Terra cambia nel

corso dell’anno (vedi oltre), e così pure la durata del dì e della notte.

Solo all’equatore permangono 12 ore di dì e di notte per tutto l’anno

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