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La seguente tesina tratta del del terremoto e dello tsunami cha hanno investito la regione del thoku in gisppone
Architetti - Frank Lloid Wright
L
detta magnitudo ovvero una stima dell'energia sprigionata da un terremoto nel punto della
frattura della crosta terrestre cioè all'ipocentro secondo i criteri indicati dal geofisico
statunitense Charles Richter. La scala Mercalli è una scala che misura l'intensità di
un terremoto e la causa degli effetti che esso produce su persone, cose e manufatti. Essa
prende il nome da Giuseppe Mercalli, sismologo e vulcanologo famoso in tutto il mondo
ideatore della scala.
Che cos’è un maremoto:
Il maremoto è un anomalo moto ondoso del mare, originato da un terremoto sottomarino o
da altri eventi che comportino uno spostamento improvviso di una grande massa d'acqua.
Di solito un maremoto si genera in mare aperto dove l'onda rimane poco intensa e poco
visibile e concentra la sua forza in prossimità della costa quando l'onda si solleva e si
riversa più o meno dentro l'entroterra (una barca in mare aperto può anche non accorgersi
del passaggio di un'onda di maremoto) dopo il maremoto del Tōhoku è invalso nel mondo
l'uso del termine giapponese tsunami (津波 lett. "onda del porto")
L'intensità di un maremoto dipende dalla quantità di acqua spostata al momento della
formazione del maremoto stesso, intensità valutabile quando l'onda raggiunge le coste: in
generale un'onda di maremoto che lungo il litorale non supera 2,5 m in altezza non
provocherà grandi danni e i suoi effetti non saranno pericolosi, mentre un'onda di oltre
4–5 m in altezza sarà distruttiva per il litorale investito, in Giappone le onde superarono
picchi di 10 metri. 3 – Il terremoto:
Il terremoto si è generato nella prefettura di Miyagi. La zona presso l'epicentro ha tremato
per circa 6 minuti, raggiungendo una magnitudo momento di 8.9. Sulla terraferma, circa
100 km dall'epicentro, si è rilevato un valore di scuotimento sismico massimo
corrispondente al nono grado. Ulteriori scosse si sono succedute dopo quella iniziale delle
14:46: una di magnitudo 7,0 alle 15:06, una di magnitudo 7,4 alle 15:15 ed una di
magnitudo 7,2 alle 15:26, e sono state oltre quaranta le scosse di magnitudo superiore a
5,0 che hanno avuto luogo nelle ore seguenti la scossa iniziale. Molte parti della città di
Tokyo sono rimaste temporaneamente senza fornitura di energia elettrica. All'alba del 13
marzo (ore 5:00 locali) si sono verificate altre scosse di 6,8 e 6,0 nel nord est del Paese. Il
14 marzo si verifica un'altra grande scossa di magnitudo 6,2 avvertita anche a Tokyo. Il 15
marzo un'altra della stessa magnitudo si è riscontrata a 120 chilometri a sud-ovest
di Tokyo, nei pressi del monte Fuji con epicentro a Shizuoka Il 16 marzo una scossa di 6,0
scuote la prefettura di Chiba, alla periferia est di Tokyo. Il 17 marzo la tv Nhk annuncia che
una nuova scossa di magnitudo 5,8 si è registrata poco fuori da Tokyo, con epicentro al
largo delle coste della prefettura di Ibaraki, a nord della capitale.
4 – II maremoto:
In seguito alla scossa si è generato uno tsunami con onde alte oltre 10 metri che hanno
raggiunto una velocità di circa 750 km/h. Molti paesi, tra cui la Nuova Zelanda, l'Australia,
la Russia, Guam, le Filippine, l'Indonesia, la Papua Nuova Guinea, Nauru, le Hawaii, le
Marianne Settentrionali e Taiwan hanno, di conseguenza, dichiarato l'allerta tsunami. In
Giappone l'allerta è stata subito portata al livello massimo. Le coste giapponesi più colpite
dalle onde anomale sono state quella della prefettura di Iwate, dove si è registrata l'onda
più alta, abbattutasi nelle vicinanze della città di Miyako, che ha raggiunto la straordinaria
altezza di 40,5 metri, e quella della prefettura di Miyagi, che ha subito i maggiori danni,
con automobili, edifici, navi e treni travolti dalle onde.
Lo tsunami ha anche raggiunto il mare Mediterraneo, passando attraverso lo Stretto di
Gibilterra. Le immagini da satellite hanno mostrato che la fatica, indotta da queste
oscillazioni, sulla massa di ghiaccio della piattaforma di ghiaccio Sulzberger che si riversa
nell'oceano, ha provocato la rottura ed il distacco dalla stessa di due grossi iceberg , per
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una perdita complessiva di 125 km di ghiaccio; si tratta del primo distacco rilevato di
iceberg da quell'area da 46 anni.
A distanza di tre anni dall'evento, modelli elaborati al computer suggeriscono che alla
formazione dell'onda di tsunami di tale altezza abbia contribuito l'effetto congiunto di una
grande frana sottomarina innescata dal terremoto
5 – Conseguenze del sisma:
Vittime:
A un mese dall'evento, il numero delle vittime da parte della National Police Agency
giapponese fu di 13.228 morti e 14.529 dispersi, con stime dei dispersi effettivi vicine ai
17.000 per un totale di oltre 30.000 vittime. Ad oggi, il numero ufficiale è di 15.703 morti
accertati, 5.314 feriti e 4.647 dispersi. Due treni passeggeri sono stati travolti dalle
onde, uno dei quali è stato ritrovato solo il 13 marzo tra Iwate e Miyagi assieme ai 70
passeggeri, tutti salvi, che si erano rifugiati in una scuola sfuggendo alle onde. Altri
superstiti trascinati in mare dal riflusso dello tsunami sono stati recuperati fino a 15 km
dalla costa di Fukushima. Dalle 9:30 dell'11 marzo è stato attivato il sistema Google
Person Finder, già utilizzato per i terremoti di Haiti, del Cile e di Christchurch. Il 14 marzo i
soccorritori hanno ritrovato 2.000 cadaveri nella sola prefettura di Miyagi.
Danni alle infrastrutture:
Nei primi momenti dopo il sisma si sono sviluppati incendi e smottamenti. Una colonna di
fumo si è innalzata dalla zona del porto di Tokyo, con danni registrati anche a Tokyo
Disneyland. L'antenna in cima alla Tokyo Towerha subito un collasso strutturale risultando,
sin dalle prime ore, vistosamente pendente.
Una diga di un bacino di irrigazione nella prefettura di Fukushima è crollata. L'acqua che
ne è fuoriuscita ha investito alcuni edifici e causato danni alla viabilità della città
di Sukagawa.
La rete ferroviaria giapponese Shinkansen ha bloccato tutti i treni ad alta velocità, mentre
altri servizi ferroviari in varie parti del paese sono stati sospesi. Il 12 marzo la rete dei
trasporti dell'area metropolitana di Tokyo, la rete ferroviaria Shinkansen sul tratto Tokaido e
i servizi autobus hanno incominciato a riprendere normalità.
A Sendai lo tsunami ha allagato l'aeroporto. Negli aeroporti
di Tokyo Haneda e Narita il traffico è stato subito sospeso
per una verifica precauzionale delle piste ed è ripreso il
giorno successivo al sisma.
Nella città di Ichihara, nella prefettura di Chiba, una
raffineria della Cosmo Oil Company è esplosa, generando
un vasto incendio.
Un cargo della società italiana Romeo Group è stato
completamente distrutto a Ishinomaki, un secondo cargo è
stato scaraventato sulla terraferma con l’intero equipaggio
a bordo sano e salvo.
La fornitura d'acqua si è interrotta in almeno 1,4 milioni di
case e circa 3 milioni di persone sarebbero rimaste senza
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elettricità. A ciò si è aggiunta la penuria di beni di prima
necessità come cibo, acqua e carburante a Sendai.
Le centrali nucleari:
Il sisma ha provocato lo spegnimento automatico di undici centrali nucleari da parte dei
sistemi di emergenza.
Le centrali che hanno subito i maggiori danni sono state quelle di Fukushima Dai-ni
(Fukushima II) e, in particolare, Fukushima Dai-ichi (Fukushima I), situate nella prefettura
di Fukushima. I reattori attivi a Fukushima I erano i n. 1, 2 e 3, mentre altri tre erano stati
spenti per manutenzione. Questi si sono disattivati automaticamente dopo la scossa, ma i
sistemi di raffreddamento sono comunque risultati danneggiati, causando un
surriscaldamento incontrollato. Il livello dell’acqua negli impianti è sceso sotto i livelli
minimi di guardia in tutti e due i siti, e pertanto è stata dichiarata l’emergenza nucleare (la
prima nella storia del Giappone). Alle 15:40 dell’11 marzo il reattore n. 1 di Fukushima I ha
subito la fusione delle barre di combustibile e un’esplosione visibile anche dall’esterno,
che ha provocato il crollo di parte delle strutture esterne della centrale. In un’ora sarebbero
state rilasciate più radiazioni che nell’arco di un anno. Il 12 marzo si è verificato lo stesso
problema al reattore n. 3 della stessa centrale. Per contenere il surriscaldamento è stato
autorizzato il rilascio controllato di vapore e si è proceduto all’irrorazione dei reattori con
acqua di mare e acido borico (capace di assorbire neutroni e rallentare la reazione del
combustibile). Il 14 marzo si è interrotto l’impianto di raffreddamento del reattore n. 2,
subito irrorato con acqua marina e un prodotto a base di boro realizzato da un’ azienda
chimica italiana per rallentare la reazione all’interno della centrale nucleare. Nella notte del
15 marzo è avvenuta un’esplosione, con successivo incendio, al reattore n. 4: anche se
spento, il guasto all’impianto di raffreddamento ha impedito di contenere il
surriscaldamento dovuto al decadimento naturale del combustibile nucleare, e questo ha
portato alla vaporizzazione dell’acqua della piscina di soppressione in cui è immerso il
reattore e alla successiva reazione tra vapore bollente e lo zirconio che riveste le barre di
combustibile; l’acqua attorno al reattore si è prosciugata portando il surriscaldamento fuori
controllo. Gli incendi e la radioattività hanno reso problematico l’accesso negli impianti dei
tecnici che cercavano di riprendere il controllo dei reattori. Tuttavia, i contenitori primari
dei reattori interessati dagli incidenti (n. 1, 2, 3 e 4) hanno resistito alle esplosioni e al
surriscaldamento. Gli avvenimenti sono stati classificati dall’Agenzia per la sicurezza
nucleare a pari livello con il Disastro di Černobyl’.
Nella centrale di Onagawa è scoppiato un incedio lontano dal reattore subito estinto
mentre nella Centrale di Tokai i sistemi di autospegnimento si sono attiva corettamente.
6 – Risposte del governo nipponico e dal mondo:
Dopo la prima scossa e il successivo tsunami, il primo ministro del Giappone Naoto
Kan ha annunciato che il governo ha mobilitato le forze di autodifesa in varie zone colpite
dal terremoto. Ha chiesto poi pubblicamente al popolo giapponese di restare calmo
promettendo di aggiornare sulla situazione attraverso vari media. Ha spiegato, infine, che
le centrali nucleari si sono spente in seguito alla scossa, ma nonostante ciò il pericolo di
fuoriuscita di materiale radioattivo non è stato scongiurato. In un discorso alla nazione il 13
marzo dichiara: «È il mo