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Filosofia- Nietzsche: il legame tra il superuomo e la terra,brano "il superuomo e la fedeltà alla terra"[Così parlò Zarathustra]
Latrino- Lucio Giunio Moderato Columella,il "De Re Rustica"
Storia dell'Arte- "Le spigolatrici" di Millet
Storia- L'emigrazione dalla fine del XIX secolo agli anni '60
Inglese- The early period of Yeats' production; Seamus Heaney and "The voice of Earth"
Scienze- La teoria della "tettonica delle placche"
Fisica- Campo magnetico e legame tra forza di Lorentz e Aurore Boreali
-This poem is a free verse poem with eight stanzas containing two couplets. In
addition, there is no consistent rhyme scheme, although it has some rhymes:
“thumb” and “gun” (in the first two lines); “sound”, “ground” and “down” (in the
second stanza); and “men like them” (line 28).Moreover, it is written in first person
narrative; we can see that in the first line of the first stanza: “Between my finger
and my thumb”.
-Related to the title, it is only when we have read the poem carefully that we
realise that all the three generations are involved in digging: his grandfather dug
turf, his father dug up potatoes, and he is digging up his memories and his past.
So, the title is good and right, because reading it we can guess more or less about
what we are going to be told in the poem; at least we can guess that the poem
deals with digging.
The poem begins in the present tense as Seamus Heaney describes seeing his
elderly father straining among the flowerbeds, then it goes into the past tense
when he remembers his father and grandfather at work. The last two stanzas
return to the present, when Heaney realizes that his work is to write. At the end, in
the final line, however, it is in the future tense, to emphasize
Seamus Heaney’s determination “I’ll dig”.
-In the first stanza the poet writes that the pen is close naturally in the hand as if it
were a gun. In the second stanza he looks out of the window his father work, and
with a enjambement, he emphasizes the transition from the present to the past, in
fact, in the third stanza he begins to remember his father, who was digging the
ground twenty years before.
Heaney, after recalling his father, remembers his grandfather that also dug, and
his grandfather worked more than all the "other men on Toner's bog" and devoted
his time to dig with passion and love. In the seventh stanza we return to the
present and the poet says he does not have any spade like his father or his
grandfather, but he has the pen, so he will not dig the earth but the mind in search
of memories that bind him to Ireland. The poem ends with the future tense as
Heaney says that he will dig with this pen.
(collegamento Storia-Italiano)
Dopo la seconda guerra mondiale l’Italia è un paese devastato. La situazione è
tragica in ogni regione, si sente ovunque il bisogno di ricostruire non solo le città ma
l’”italiano” e di proiettare nel futuro la partecipazione popolare alla lotta antifascista.
Il popolo italiano desidera superare le difficoltà economico-culturali a cui è andato
incontro durante il periodo fascista. Gli scrittori sentono la necessità di stare vicini ai
cittadini dando vita alla corrente letteraria del Neorealismo.
(Italiano)
Il termine “Neorealismo” inizialmente indicò un fenomeno Cinematografico. Il cinema
ebbe un ruolo nuovo e acquisì un aspetto totalmente diverso rispetto all’azione
propagandistica di Mussolini, ora famosi registi come Roberto Rossellini o Vittorio De
Sica denunciano con i propri film le condizioni degli Italiani. In questi film i veri attori
sono i cittadini infatti vengono utilizzati pochi attori famosi coinvolgendo il popolo
Roma Città Aperta
italiano: per esempio in (di Rossellini) gli attori sono presi
direttamente dal popolo così da rendere la storia “vera”; utilizzare la gente comune
al posto degli attori professionisti aveva un enorme vantaggio poiché spesso si
utilizzava il dialetto permettendo al film di essere seguito anche da coloro che non
Sciuscià”
conoscevano l’italiano. Tra i film più famosi ritroviamo “ di Vittorio De Sica,
che mostra le difficili condizioni in cui deve vivere un ragazzo che per poter
mangiare deve pulire le scarpe ai signori ricchi ( il nome deriva dall’inglese shoe-
shine pronunciato male dagli italiani).
In letteratura il Neorealismo trova le proprie fondamenta sul giornale di Elio Vittorini il
“Politecnico”: Vittorini con questo giornale si allontanava dal fascismo ritenendo che
il letterato dovesse essere autonomo dalla politica (era però importante conoscerla)
e vicino al popolo.
Il Neorealismo si impone il dovere di modificare la letteratura italiana che fino a quel
momento era stata lontana dai cittadini (eccetto alcuni casi), ma non esiste una
“scuola neorealista” infatti molti autori scrivono importantissime opere realiste pur
non essendo realisti o uscendo dai limiti del movimento (come Calvino e Pavese).
La nuova corrente letteraria stabiliva un’immediatezza di comunicazione tra lo
scrittore e il lettore che si trovava “faccia a faccia” con i fatti. I neorealisti hanno
come modello di riferimento Giovanni Verga, ma a differenza dell’autore verista la
situazione storica è cambiata radicalmente, il popolo vive in condizioni disagiate non
solo in Sicilia ma in ogni regione. I temi rimangono comunque simili a quelli del
Realismo infatti gli autori desiderano descrivere come vivono i cittadini italiani nelle
proprie città sottolineando la differenza tra i “buoni” e i “cattivi”.
Gli autori ora si percepiscono vicini sia al popolo che alla propria terra: ognuno
descrive la situazione che i cittadini vivono nella propria città o nella propria regione.
Tra gli autori neorealisti occorre ricordare il Calabrese Corrado Alvaro: egli nacque a
San Luca e si mostrò sempre legato ai monti dell’Aspromonte.
La sua opera più conosciuta è “Gente in Aspromonte”: il romanzo si compone di 13
brevi racconti ambientati in Aspromonte. I protagonisti di questi racconti sono per lo
più contadini e pastori, uomini e donne di una Calabria isolata dall’Italia in cui
l’ignoranza e le superstizioni regnano da padroni.
“Gente in Aspromonte”:
-Il racconto principale è appunto esso narra le vicende di
un pastore, Argirò, che a causa della morte della mandria si ritrova poverissimo. Egli
ha quattro figli: il primo Antonello è il più grande, egli segue il padre dai fratelli
Mezzatesta (i signori del luogo) per chiedere aiuto economico ma ben presto deve
abbandonare la famiglia e andare a lavorare; la famiglia di Argirò nonostante le
difficoltà si allarga: nascono due gemelli entrambi muti. L’ultimogenito, Benedetto,
secondo il padre avrebbe detto più parole degli altri perché nato dopo due muti ed
egli sarebbe dovuto diventare predicatore. La famiglia cerca di
mantenere gli studi in seminario di Benedetto e il pastore Argirò, che intanto aveva
comprato una mula con la quale portava la merce dal porto alla città, una volta
compresa la possibilità di riscattarsi socialmente ritornò fanciullo: egli vedeva la
realtà con gli occhi di un bambino meravigliandosi per ogni dono della natura. La
situazione però precipitò: Antonello perde il lavoro e torna a casa stremato dalla
fame, il pastore va a salutare il figlio ma essendo in periodo quaresimale Benedetto
non può parlargli, egli ha così compiuto un faticoso viaggio inutilmente; tornato a
casa i figli di Mezzatesta gli incendiano la stalla facendo morire la mula. La situazione
è tragica e una notte scoppia un incendio nel bosco dei Mezzatesta: fu Antonello ad
appiccare il fuoco, egli desiderava vendicarsi del torto subito; inoltre fornì a tutti gli
uomini la carne che essi desiderassero (aveva ucciso tutti gli animali di Filippo
Mezzatesta). Egli si diede dunque alla malavita mostrando come nel Sud Italia spesso
si tenda a creare un antistato: quando verrà arrestato dichiarerà “Finalmente potrò
parlare con la giustizia[…] e dirle il fatto mio”.
Il Rubino Ventiquattr’ore
-Altri racconti significativi sono e : con essi Corrado
Alvaro descrive il mondo degli emigranti. Il primo racconto narra le vicende di un
uomo ritornato dall’America con un rubino trovato casualmente in un taxi (del quale
non sapeva neppure aprire la portiera); egli, tornato in patria, apre un negozio in cui
vende tutto ciò che ha accumulato in 5 anni di soggiorno, ma non riesce a
comprendere il valore del rubino, che viene scambiato per una pietra particolarmente
colorata, e lo regala al figlio per poter giocare a biglie con gli altri bambini.
“Ventiquattr’ore” invece racconta la storia di tre emigranti che cercano di truffare un
prete, essi però riconoscono quel prete (proveniva dalla loro stessa città)
risparmiandolo gli chiedono di unirsi a loro; i quattro però vengono indicati da una
donna capace di predire la morte altrui. Così gli Italiani si preparano ad affrontare la
loro possibile ultima notte: in un locale essi hanno la possibilità di cantare e vengono
assunti, uno dei tre i si innamora di una donna.
-Corrado Alvaro nelle sue opere utilizza un’ironia nera, in quanto spesso i suoi
racconti fanno riflettere attraverso scene divertenti e paradossali. Egli pur
analizzando la situazione sociale del suo paese mostra una speranza di
miglioramento. Tale speranza viene percepita così da tutti gli Italiani che desiderano
vivere in un Italia vera in cui tutti sono uguali e non vi sono persone più ricche di
altre.
(Storia dell’arte)
-La situazione in cui devono vivere i cittadini è difficile in ogni città d’ Europa, in
particolare oltre ai letterati anche alcuni artisti decidono di rappresentare i poveri
lavoratori. Nasce così anche in arte il Realismo: esso si sviluppa principalmente in
Francia come metodo scientifico per indagare la realtà, spiegandone le contraddizioni
e le miserie senza però coinvolgere emotivamente l’artista. L’unico fine dell’artista
diventa quello di annotare minuziosamente le caratteristiche del mondo che lo
circonda, astenendosi il più possibile da qualsiasi giudizio di tipo soggettivo.
-Particolare è la situazione dei “poveri tra i poveri” descritta da Jean-François Millet:
egli fu il primo di otto figli di una coppia di contadini molto religiosi. Nacque a
Gruchy, Normandia, e a causa delle condizioni economiche non poté ricevere
un’istruzione di primo livello, ma studiò comunque la Bibbia e un po’ di latino. Si
mostrò subito un abile disegnatore tanto da compiere numerosi ritratti: oggi è
ricordato soprattutto per le sue opere Realiste,tra le quali una delle più importanti è
“LE SPIGOLATRICI”
[Les glaneuses : olio su tela- 83.5 x 110 cm-Museo del Louvre(Parigi) ]
L’opera è considerata uno dei più importanti esempi della pittura realistica. Il primo
piano è occupato interamente da tre contadine intente alla spigolatura, un’attività
svolta in prevalenza dalle donne più povere, la cui sussistenza era legata alla
possibilità di raccogliere le spighe sfuggite alla mietitura. Alle spalle delle donne
l’abbondante raccolto, sorvegliato da un sovrintendente a cavallo, è in
contrapposizione alle misere spighe sottolineando il divario tra i ricchi e i poveri.
La linea dell’orizzonte, molto alta, delimita il campo d’azione e confina le tre figure
sotto la luminosa prospettiva della mietitura. I loro gesti sono come immobilizzati e
cristallizzati: l’utilizzo di determinate forme sottolinea la difficoltà delle donne a
cambiare posizione quasi non ne fossero capaci. Millet sottolinea la povertà delle
donne attraverso gli abiti tipici dei contadini ( indossati sia in estate che in inverno);
altri elementi tipici del Realismo, quali i volti imbruttiti e le mani nodose e deformate
dal lavoro, pur essendo presenti non sono particolarmente evidenziate.
È importante inoltre l’utilizzo dei colori: Millet mette in luce le tre donne con l’utilizzo
di colori diversi dalla scala dei verdi (infatti il verde nelle sue tonalità è usato per
rappresentare il paesaggio),in particolare egli enfatizza le toppe cucite sugli abiti
consumati, e i copricapo ,utili a proteggere le donne dai raggi del Sole che le
colpiscono continuamente durante il lavoro.
(Latino)
L’uomo dunque è da sempre legato alla terra ,egli ha sempre cercato di conoscerne i
segreti. La terra rappresenta una risorsa importante e fin da subito essa ha segnato
la differenza tra le civiltà più progredite. Una civiltà che certamente imparò i segreti
della terra fu quella romana: i Romani conquistarono inizialmente la penisola italiana,