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Sintesi
Latino: carpe diem;

Italiano: Giuseppe Ungaretti (sentimento del tempo);

Storia: prima guerra mondiale;

Filosofia: Henri Bergson;

Spagnolo: Juan Ramon Jimenez (el viaje definitivo);

Inglese: James Joyce (Ulysses);

Francese: Marcel Proust (À la recherche du temp perdu).
Estratto del documento

LA FUGACITA’ DEL

TEMPO

LATINO: CARPE DIEM ORAZIANO

ITALIANO: SENTIMENTO DEL TEMPO DI UNGARETTI

STORIA: LA PRIMA GUERRA MONDIALE

FILOSOFIA:BERGSON - TEMPO DELLA SCIENZA E

TEMPO DELLA COSCIENZA

SPAGNOLO: EL VIAJE DEFINITIVO - JIMENEZ

INGLESE: ULYSSES BY JOYCE

FRANCESE: A LA RECHERCHE DU TEMPS PERDU

Jessica Cambria

LATINO

CARPE DIEM

Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi

finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios

temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati,

seu plures hiemes, seu tribuit Iuppiter ultimam,

quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare

Tyrrhenum: sapias, vina liques, et spatio brevi

spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida

aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.

Tu non cercare- non è lecito saperlo- quale sorte a me quale a te

gli dei abbiano dato, Leuconoe, e i calcoli babilonesi non

scrutare. Quant’è meglio subire quel che sarà,

siano molti gli inverni che Giove ci ha assegnato,

o sia l’ultimo questo, che contro gli scogli strema

il Tirreno. Sii saggia, filtra il vino e accorcia la speranza,

poiché la vita è breve. Mentre parliamo sarà fuggito

avido il tempo: cogli l’attimo, senza fidarti del domani.

La filosofia oraziana del Carpe Diem si fonda sulla considerazione che

l’uomo non è in grado di conoscere il futuro, né determinarlo. Egli può

solo intervenire sul presente e solo su questo deve concentrare le sue

azioni e deve cercare di cogliere le occasioni, le opportunità e le gioie che

si presentano oggi, senza alcun condizionamento derivante da speranze o

timori per il futuro. Questa filosofia è stata spesso fraintesa poiché è stata

intesa come un semplice invito a godere della vita. Il poeta,invece, nel

dissuadere la giovane Leuconoe dall’interrogare gli astrologi, intende dire

che è ben più saggio carpire alla fuga del tempo l’attimo che fugge

piuttosto che concepire progetti per un domani che è sottratto al controllo

degli uomini. La formula del Carpe Diem è dunque da intendere come una

raccomandazione a “staccare una giornata”, a strappare la breve durata

dell’oggi dall’insieme del tempo. Nella morale oraziana la ricerca del

piacere coesiste sempre con la forza ascetica della rinuncia: rinuncia a

progetti per il domani, a vani tentativi di conoscere il futuro e a speranze

illusorie. ITALIANO

SENTIMENTO DEL TEMPO

Le poesie scritte a partire dal 1919 e inserite nel Sentimento del tempo

rappresentano un sostanziale mutamento di prospettiva rispetto

all’Allegria. Nell’Allegria le singole liriche miravano a fissare

l’attimo della folgorazione, l’istante in cui si manifesta il mistero della

vita; il tempo è qui concepito come un’entità discontinua, un insieme

di attimi separati e distinti tra loro. Nel Sentimento del tempo

Ungaretti intende evidenziare un altro modo possibile di intendere il

tempo; esso è infatti qui sentito come durata , come causa del mutare

delle cose , in un processo continuo di distruzione e rinascita. L’autore

stesso in un intervento del 1963, Ungaretti commenta Ungaretti, ha

illustrato le tre tematiche fondamentali da cui emerge tale visione del

tempo:

«Ci sono tre momenti nel Sentimento del tempo del mio modo di

sentire successivamente il tempo. Nel primo mi provavo a sentire il

tempo nel paesaggio come profondità storica; nel secondo, una

civiltà minacciata di morte mi induceva a meditare sul destino

dell’uomo e a sentire il tempo, l’effimero, in relazione con l’eterno;

l’ultima parte del Sentimento del tempo, ha per titolo L’Amore, e in

essa mi vado accorgendo dell’invecchiamento e del perire della mia

carne stessa».

Lo scenario privilegiato in cui si collocano le liriche di questa raccolta

è la città di Roma. Per Ungaretti Roma è innanzitutto il luogo della

memoria, lo strumento che permette di cogliere il tempo come durata.

Il ricordo degli antichi splendori è ancora presente nei resti degli

edifici sparsi per la città, ma la loro consunzione rende evidente come

il trascorrere del tempo faccia tutto perire, anche le civiltà più illustri.

STORIA

LA PRIMA GUERRA MONDIALE

La prima guerra mondiale fu provocata da fenomeni che da tempo erano

presenti in Europa. La scintilla che fece scoppiare la 1° Guerra Mondiale

fu l'assassinio dell'erede al trono austroungarico, l'arciduca Francesco

Ferdinando, il 28 giugno 1914 a Sarajevo per mano di un nazionalista

serbo. L’Austria mandò immediatamente un ultimatum alla Serbia, la quale

rifiutò di scendere a patti. il 28 luglio del 1914 l’Austria dichiarò guerra

alla Serbia.

Da una parte si schierarono l’Austria e la Germania, dall’altra l’Inghilterra,

la Francia e la Russia, mobilitate in difesa della Serbia. La Germania

invase la Francia. L’intenzione tedesca era di portare avanti una “guerra di

movimento”, rapida e veloce, ma il tentativo fallì. Inizialmente l’Italia si

proclamò neutrale. In quel periodo l’opinione pubblica era divisa in due

fazioni, da una parte c’erano i “neutralisti”, dall’altra gli “interventisti”. Il

26 aprile del 1915, il governo italiano si alleò segretamente con la Triplice

Intesa (Inghilterra, Francia, Russia), stipulando il Patto di Londra. Il 24

maggio le truppe italiane entrarono in guerra guidati dal generale Cadorna

ma sul fronte italo-austriaco, il conflitto si presentò subito estremamente

difficile. L’offensiva austriaca divenne sempre più pressante, finché

l’esercito italiano subì la famosa sconfitta di Caporetto, il 24 ottobre del

1917. Il 1918 fu l’anno decisivo del conflitto che ne segnò anche la

conclusione della Prima Guerra Mondiale. Sul fronte italo-austriaco,

l’esercito italiano, guidato dal un nuovo generale Armando Diaz, riuscì a

conquistare Trento e Trieste, stipulando un armistizio con l’Austria; la

Turchia si arrese e la Germania firmò l’armistizio. La Conferenza di Pace

di Parigi penalizzò duramente i paesi perdenti, in particolar modo la

Germania, facendo prevalere gli interessi delle due potenze europee:

Francia ed Inghilterra. Con l'applicazione dei trattati di pace l' Italia

ricevette dall'Austria il Trentino, Alto Adige, Trieste ed Istria. La

Germania, riconosciuta responsabile del conflitto, dovette pagare ingenti

danni di guerra e perse le colonie.

FILOSOFIA

BERGSON- TEMPO DELLA SCIENZA E

TEMPO DELLA COSCIENZA

Nel “Saggio sui dati immediati della coscienza” Bergson sviluppa il concetto del

“Tempo” come chiave di lettura della realtà, distinguendone due tipi diversi:

-Il tempo della scienza che corrisponde ad una successione indefinita di istanti

omogenei e uniformi, distinti però gli uni dagli altri, come lo spazio tra le lancette

dei vari secondi di un orologio. Il tempo della scienza è un tempo ripetibile,

reversibile come fosse un abitudine, un continuo ripetersi delle stesse cose

-Il tempo della coscienza che corrisponde invece a una successione di stati

qualitativi della coscienza, diversi gli uni dagli altri, ma anche profondamente

connessi tra loro. La durata è il tempo della coscienza, che fluisce senza soluzione

di continuità e senza stati discreti. Nella durata il tempo si conserva, per cui ogni

momento è unico, dato che, anche si ripresentassero due situazioni identiche, la

seconda sarebbe vissuta da una coscienza modificata dai cambiamenti intercorsi.

Il tempo della coscienza è come un gomitolo che si arrotola su se stesso, dove ogni

segmento è diverso dall’altro perché è unito al filo già arrotolato (il passato

individuale). Il tempo della scienza è invece come una collana di perle, in cui ogni

momento è diverso dall’altro. SPAGNOLO

EL VIAJE DEFINITIVO

…Y yo me iré. Y se quedarán los pájaros

cantando;

y se quedará mi huerto, con su verde árbol,

y con su pozo blanco.

Todas las tardes, el cielo será azul y plácido;

y tocarán, como esta tarde están tocando,

las campanas del campanario.

Se morirán aquellos que se amaron;

y el pueblo se hará nuevo cada año;

y en el rincón aquel de mi huerto florido y encalado,

mi espíritu errará nostáljico…

Y yo me iré; y estaré solo, sin hogar, sin árbol

verde, sin pozo blanco,

sin cielo azul y plácido…

Y se quedarán los pájaros cantando.

El texto se organiza en tres partes: la primera trata sobre el transcurso

normal de la vida en el entorno donde transcurrirá la vida del autor

una vez éste haya muerto; en la segunda el autor contempla el hecho

de que morirán igualmente aquellos que le amaron mientras que

nacerán otros y su espíritu irá de un lado a otro, sin rumbo fijo, por su

huerto, nostálgico; y en la última parte Jiménez sintetiza todo lo

anterior reiterando que tras la muerte lo perderá todo y se quedará solo

mientras que la vida, indiferente,continúa su fluir. En este poema

Jiménez aborda el tema de la muerte. Diariamente mueren muchas

personas y, por así decirlo, el mundo continúa girando. También el

poeta señala que, en el lado opuesto, cada año nacen muchas personas.

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