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Scienze: Sostenibilità Ambientale;
Filosofia: Serge Latouche.
Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito in un mondo finito è un
folle, oppure un economista. Kenneth Boulding 3
Introduzione
Con il presente elaborato si intende esaminare il modello economico occidentale con l'esposizione
delle sue caratteristiche generali, del processo storico che ne ha determinato lo sviluppo e delle sue
conseguenze sul sistema globale. L'obbiettivo principale di tale analisi è mostrare la necessità di un
cambiamento immediato e radicale sul piano sociale, economico e ambientale rispetto al modello
consumistico. Una valida alternativa a quello occidentale potrebbe essere il modello della
decrescita, che verrà descritto con alcuni approfondimenti relativi all'ambito economico-lavorativo,
agro-alimentare e urbanistico.
Si intende, inoltre, dimostrare che lo sviluppo di una società semplice e frugale sia possibile
sebbene l'umanità, o meglio una sua parte, debba rimodulare i propri standard di vita. Nel lavoro,
tra i contenuti di particolare rilievo, sono presenti l'esposizione parziale del Manifesto della
Decrescita e un confronto del modello economico occidentale con la storia della civiltà dell'Isola di
Pasqua.
Non mancano, nel corso della dissertazione, i rifermenti e le citazioni di numerosi studiosi della
materia, appartenenti a differenti epoche storiche. 4
Capitolo I - La crescita e lo sviluppo delle società occidentali
1.1 Che cos'è la crescita
Ore 07:30 - La radiosveglia suona, mi alzo dal letto e mentre faccio colazione sento al notiziario che
il governo ha varato nuove misure per la crescita economica, sbloccando finanziamenti per 30
miliardi di euro che, secondo il ministero dell'economia garantiranno la competitività del paese sul
piano internazionale.
Ore 13:30 - Compro un quotidiano, in prima pagina leggo: "Le forze politiche sostengano tutti gli
investimenti necessari in favore dello sviluppo”. In basso a destra, sempre in prima pagina,
l'intervista al segretario di un sindacato, il quale sostiene che la ricetta per superare i disagi causati
dalla crisi ha come ingredienti lavoro e crescita.
Ore 20:30 - Guardo un talk show in TV, in cui interviene l'amministratore delegato di una delle
maggiori aziende del paese; anch’egli afferma che l'unica via d'uscita dalla crisi sono gli
investimenti per la crescita.
Che cosa significa crescita?
Accezione del termine riporterebbe all'idea di progresso che domina nella cultura occidentale, cioè
quell'insieme di pratiche economiche e politiche attuate con il fine di garantire una produzione
crescente di merci da vendere.
Esistono poi due differenti tipi di crescita economica:
∙ Estensiva, con la quale si ha un aumento di produttività generato da un incremento dei
fattori produttivi (es. manodopera, capitali investiti).
∙ Intensiva, con la quale si ha un aumento della produttività generata dall'introduzione di una
innovazione (es. innovazione tecnologica, applicazione di una scoperta scientifica, ecc.) che
permette di aumentare la produzione.
I sostenitori dell'economia basata sulla crescita ritengono che tale modello di sviluppo possa fornire
benessere e ricchezza per un tempo illimitato. La crescita dipende, però, dalla disponibilità delle
risorse naturali quindi non può superare un certo limite a meno di una diminuzione della
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popolazione mondiale. I limiti fisici del pianeta rendono, pertanto, la prospettiva di una crescita
economica infinita assolutamente irrealizzabile.
Detto con le parole del giornalista Tiziano Terzani: “ L'economia che si fonda sulla crescita è fatta
per costringere molte persone a lavorare a ritmi spaventosi per produrre cose per lo più inutili
perché altri lavorino a ritmi spaventosi per poterle comprare, perché questo garantisce il profitto alle
grandi aziende e alle banche”.
1.2 Differenze tra crescita e sviluppo
Quando si parla di crescita generalmente si parla anche di sviluppo ma questi due termini non sono
sinonimi. La crescita, come già accennato, consiste nell'aumento di produzione dei beni destinati al
singolo individuo con l'incremento del consumo di risorse.
Lo sviluppo, invece, consiste nel miglioramento del benessere economico (ricchezza) e della qualità
della vita di una comunità di persone appartenenti ad un paese o ad una regione specifica. Lo
sviluppo economico misura la crescita del benessere economico di una collettività prendendo in
considerazione diversi fattori, sia economici che qualitativi.
Nel contesto delle economie occidentali, la finalità dello sviluppo è quella di far aumentare la
crescita. Da poco meno di 60 anni l'unico vero tipo di sviluppo, come disse il candidato alle
presidenziali francesi del 1974 Renè Dumont, è quello appartenente al modello consumistico,
presente ormai in gran parte dei sistemi economici mondiali. Ancora oggi però sono numerose le
popolazioni del globo che non considerano lo sviluppo come base sulla quale costruire le proprie
attività al punto che certe culture non possiedono nemmeno vocaboli per indicare il concetto stesso
di sviluppo.
1.3 Nascita delle società consumistiche
Le moderne società occidentali sono il risultato di un rapido processo evolutivo iniziato nella metà
del XVIII secolo, quando ebbe luogo la prima rivoluzione industriale che portò allo sviluppo delle
prime macchine industriali e alla nascita del moderno sistema produttivo.
Solo verso l'inizio del XX secolo, con la seconda rivoluzione industriale, iniziò a essere utilizzata
quella immensa riserva di energia sepolta da centinaia di milioni di anni nel sottosuolo, che ha
permesso ad alcuni popoli di conoscere un'epoca di benessere senza precedenti;
questa riserva è costituita dai combustibili fossili ed in particolare dal petrolio.
Dopo millenni in cui l'uomo ha potuto contare solo sulla forza delle proprie braccia o su quella degli
animali, nell'arco di una sola generazione, grazie all'utilizzo dell'energia fossile l'uomo ha
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trasformato radicalmente il modo di realizzare prodotti; considerando il fatto che con un litro di
petrolio è possibile produrre l'energia generata da 50 uomini in 24 ore di lavoro.
Il petrolio, il carbone e il gas hanno garantito una disponibilità di energia davvero elevata, rispetto
alle epoche pre-industrializzazione. Questa eccedenza di energia si è tradotta in una crescita
esponenziale dei beni prodotti e consumati e in un ampliamento della forbice che separa chi può
permettersi di consumare beni superflui e chi non può accedere a ciò che è indispensabile per la
propria sopravvivenza.
A partire dagli anni '60 del secolo scorso, la prosperità che si diffuse in occidente dopo più di un
ventennio dalla fine della WWII, portò alla diffusione dei nuovi beni di consumo (elettrodomestici,
vestiti alla moda, automobili) proposti come “Status Symbol”, vale a dire che il possesso di un
oggetto tende a dimostrare esteriormente che il possessore ha raggiunto un determinato un livello di
ricchezza o di potere personale.
In questo nuovo sistema fondato sulla crescita dei desideri, sulla volontà di possedere e accumulare,
c'è sempre un obiettivo che si può raggiungere facilmente che però fornisce solo un benessere
temporaneo e puramente materiale. Da un punto di vista psicologico, nacque nelle società
americanizzate quella sorta di “feticismo per l'oggetto”, cioè il desiderio morboso di possedere ciò
che viene aggressivamente pubblicizzato dai mass media, che ancora oggi è presente nelle società
occidentali rendendo l'uomo sempre più schiavo della dipendenza degli oggetti.
Secondo diversi studi condotti dal Massachusetts Institute of Technology (M.I.T) di Boston, nel
corso del XXI sec. il sistema consumistico è destinato al collasso, in relazione a tre principali
variabili:
∙ La crisi prodotta dall'esaurimento dei combustibili fossili, prevista verso il 2020
∙ La crisi prodotta dall'inquinamento del pianeta, prevista verso il 2040
∙ La crisi prodotta dalla drastica riduzione delle risorse alimentari, prevista verso il 2070
Le conseguenze del modello occidentale
Capitolo II -
2.1 Un mondo limitato
Per le società occidentali, l'adozione di politiche economiche e sociali finalizzate solo alla crescita
ha prodotto più problemi che benefici, in relazione al fatto che questo modello economico sarebbe
realmente efficiente solo se le risorse di cui l'uomo dispone fossero infinite.
Da 1987, diversi organismi scientifici internazionali “segnano sul calendario” un giorno particolare,
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detto Global Overshoot Day, cioè la data in cui il totale delle risorse consumate dall'umanità in
quell'anno supera la capacità della terra di rigenerarle nella stessa quantità; in sostanza dopo lo
scadere dell' Overshoot Day l'umanità consuma più risorse di quanto il pianeta possa produrre,
entrando così in debito. Più questa data si avvicina al 1° gennaio più questo debito aumenta, dato il
costante incremento della richiesta di risorse da parte dei paesi industrializzati. Se nel 1987
l'Overshoot Day cadeva il 19 dicembre, nel 2011 questa data è arrivata al 27 settembre e si è
calcolato che nel 2053 si arriverà al 1° gennaio, cioè quando verranno consumate il doppio delle
risorse che la Terra può fornire.
Il debito ecologico che l'umanità sta contraendo con la natura non sarà sostenibile per sempre, come
emerge dal rapporto The Limits to Growth stilato nel 1972 dal M.I.T di Boston su richiesta
dell'associazione Club di Roma. In estrema sintesi, le conclusioni del rapporto che:
∙ Se il tasso di crescita della popolazione, dell'industrializzazione, dell'inquinamento, della
produzione di cibo e dello sfruttamento delle risorse continuerà ad aumentare, i limiti dello
sviluppo sulla Terra saranno raggiunti in un momento imprecisato entro i prossimi cento
anni. Il risultato più probabile sarà un declino improvviso ed incontrollabile della
popolazione e della capacità industriale.
∙ È possibile modificare i tassi di sviluppo e giungere ad una condizione di stabilità ecologica
ed economica, sostenibile anche nel lontano futuro. Lo stato di equilibrio globale dovrebbe
essere progettato in modo che le necessità di ciascuna persona sulla terra siano soddisfatte.
Il rapporto ha subito poi 2 aggiornamenti, il primo nel 1992 e il secondo nel 2006 che hanno
confermato le previsioni del rapporto del 1972. Per dare un'idea di quali siano i limiti posti dalla
finitezza del globo, si è calcolato che se l'intera popolazione, circa 7.000.000.000 di persone, da un
momento all'altro potesse vivere con un tenore di vita occidentale, le risorse del pianeta si
esaurirebbero completamente nell'arco di meno di un decennio, dato che attualmente solo il 20%
degli uomini consuma i 4/5 delle risorse e l'80% dell'energia disponibili.
2.2 L'impronta umana sull'ecosistema terra: il concetto di Resilienza
Oggi la popolazione cresce a ritmi esponenziali e le risorse della Terra diventano sempre più esigue
per poter soddisfare le esigenze imposte dagli standard di vita occidentali. Nei secoli passati la
popolazione umana era numericamente molto inferiore rispetto a oggi e le tecnologie decisamente
più arretrate, perciò l'impatto complessivo delle sue attività sul pianeta era sostenibile. Tra gli
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infiniti esempi di inquinamento del globo che si possono immaginare alcuni dei più sbalorditivi
sono: ogni minuto 40 ettari di foreste vengono abbattute; in Italia in meno di 50 anni si è
cementificata una porzione di territorio grande come la regione Toscana; la pioggia che cade oggi su
tutto il pianeta ha mediamente un ph di 4,6 cioè dieci volte più acida di quella che cadeva ai tempi
dei nostri bisnonni; le scorie prodotte dalle centrali nucleari saranno pericolose per diversi migliaia
di anni; l'anidride carbonica prodotta dalle attività umane ogni anno, rimarrà in atmosfera per
almeno i 100 anni successivi.
I sistemi ecologici hanno la capacità di auto-ripararsi dopo aver subito un danno dovuto a un
evento naturale (frane, incendi, ecc) o antropico (inquinamento, disboscamento) e tale capacità in