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Sintesi
Il Supereroe nel tempo


Inglese: Dr. Jekyll e Mr. Hyde. Dr Jekyll è colui il quale vuole distruggere il male e allontanarlo dalla propria personalità (eroe della storia borghese), una divisione interna che dimostra come l’eroe esista solo superficialmente, mentre nell’intimo l’uomo contiene un evil potential, shaped as Mr. Hyde. Ciò che Stevenson vuol mostrare è che non esistono ideali assoluti di bontà o cattiveria, perché l’uomo ne è un misto, preannunciando così Freud e Nietzsche i quali dimostrarono il dualismo umano.

Italiano: Premessa al titanismo degli Sturmer: un’eroica lotta contro le tradizioni e le chiusure mentali dei padri; riferimenti al Prometeo di Goethe che sdegnoso rifiuta la stirpe a cui appartiene. Il supereroe romantico, Foscolo nella lettera da Ventimiglia ne “Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis” descrive Napoleone (eroe della storia epica) come il genio mosso dalla natura per compiere il dovere affidatogli

Filosofia: Hegel e la sua filosofia politica, lo spirito della nazione e del mondo mossi da individui superiori che modificano l’organizzazione globale con azioni rivoluzionarie, sempre terminate con la loro morte cruenta; Nietzsche e il suo oltreuomo: negazione dell’ideale di Dio, sostituito con l’uomo il quale possiede dei poteri divini di adesione totale alla vita, anche se caotica, casuale e oscura. L’uomo ha ormai superato Dio uccidendolo nel profondo.

Greco: Dai commenti di Nietzsche alle tragedie: il superuomo greco pare essere nell’Edipo re sottoforma del sovrano positivo e amato salvatore della sua città dai pericoli del mondo (Lettura dei primi versi). Nell’ambito del dionisiaco nietzscheano il dramma rimane comunque insito nell’uomo greco, l’eroe non può essere ancora totalmente positivo. Nelle Argonautiche, infatti, anche Giasone sembra descritto come il novello eroe epico ma con risvolti negativi.

Latino: Tacito, l’Agricola e il discorso di Calgaco. I Calèdoni si ribellano al dominatore romano con un’eroica tenacia, dimostrando come le deboli minoranze possano far valere i propri principi se giusti. Calgaco fa riferimento all’ideale di libertas, configurandosi come il paladino del bene contro una società corrotta e sfruttatrice, che è dominata con schiacciante e sanguinaria violenza.

Storia: La guerra fredda: il tempo del bipolarismo e della lotta propagandistica danno vita al prototipo di eroe americano attraverso nuove forme di comunicazioni come il fumetto e capitan America.

Non esiste una precisa e univoca definizione di “eroe” valida per tutti i periodi storici attraversati dalla società umana; al giorno d’oggi l'eroe è colui il quale compie uno straordinario e generoso atto di coraggio, il salvatore del bene comune a discapito di sé. Se, però, analizzassimo, anche solo superficialmente, l’eroe della mitologia omerica, ad esempio, è eroe il guerriero valoroso che lotta spietatamente contro il nemico in vista di una gloria personale; oppure osserviamo l’eroe classico il quale è identificato da Platone con la kalokagathìa, un’ideale che rispecchia solitamente i valori aristocratici, ovvero basati sul principio del migliore, del nobile. In ogni caso l’eroe è colui il quale si distingue dagli altri, qualcuno che vuole prevalere in nome di una sua peculiare capacità e intende sconfiggere il “male” che lo ostacola nel raggiungimento del suo obiettivo, il quale si configura come tutto ciò che l'eroe non è e non deve essere.
La mutazione dell’ideale di eroe va di pari passo con la modifica della concezione di bene e male, per cui nella tradizione greco-romana essi erano incarnati da delle divinità in perpetua lotta; ma nel corso della storia è stata ridimensionata a tal punto da divenire, nella fine dell’Ottocento, una lotta dell’intimo umano contro sé stesso, identificando il bene con la ragione e il male come l’istinto irrazionale. È evidente, dunque, la perdita dell’ideale dell’uomo greco “bello e buono”, dal momento che viene riconosciuta l’esistenza di un sé oscuro e malvagio, di un Mr. Hyde nascosto in ognuno di noi.
È proprio su questo punto che lo scrittore scozzese Stevenson incentra il suo romanzo più famoso The strange case of Dr Jekyll and Mr Hyde in cui, per amore della scienza, lo scienziato protagonista è deciso a sperimentare su sé stesso il medicinale che divide il bene e il male dall’unità dell’essere.
Spesso, l’interpretazione che ognuno ha dell’idea di bene e male risulta, però, molto diversa e talvolta diametralmente opposta; basti pensare banalmente alla lotta per l’affermazione del giovane rispetto al padre, contrasto che trova le sue origini dai punti di vista differenti. Con un sentimento di conflitto analogo, gli sturmer settecenteschi vogliono emanciparsi dalla “società dei padri illuministi” proclamando la riscossa dell'irrazionalismo legato ad un rinnovato sentimento verso la natura. Viene così a crearsi il prototipo di “eroe romantico”: il ribelle solitario che, orgoglioso della sua superiorità spirituale e della sua forza, sprezzante della mediocrità, si erge a sfidare ogni autorità, ogni legge, ogni convenzione, ogni limite per affermare la sua libertà e la sua individualità d’eccezione (atteggiamento che viene definito titanismo). A rappresentare efficacemente questo nuovo modello è lo Jacopo Ortis foscoliano, protagonista del romanzo epistolare “Le Ultime lettere di Jacopo Ortis”. Il motore del romanzo è la contestazione del trattato di Campoformio del 1797 firmato da quello stesso eroe epico in un primo momento tanto omaggiato da Foscolo in una delle sue odi, Napoleone Bonaparte.
Ad aver predetto una fine tragica per Napoleone non fu solo lo scrittore di Zante, ma anche un noto filosofo coevo: G. W. F. Hegel. Il ruolo che l’imperatore stava interpretando era, dal filosofo, considerato al limite dell’umano, a tal punto che vi si riconosce chiaramente una spinta superiore a muoverlo nelle sue battaglie e imprese. La filosofia successiva mutò notevolmente la concezione dell’eroismo nel momento in cui si perse la fiducia verso un’entità divina in grado di conferire capacità superiori. L’uomo è in grado di mutare sé tramite atti di volontà di adesione alla vita divenendo il nietzschiano Übermensch.
Per Nietzsche l’oltreuomo è propriamente una figura futura, perciò ogni reale tentativo passato di avvicinamento a tale ideale era destinata al fallimento. Il dionisiaco del mondo greco, caotico e oscuro, esprimeva sé nel dramma dell’uomo che non poteva opporsi al fato. Le Argonautiche di Apollonio Rodio narrano le vicende di Giasone coinvolto in peripezie insuperabili per un uomo e portate a termine per mezzo di artefici magici. O anche la tragedia sofoclea dell’Edipo Re, opera per eccellenza dell’uomo nobile che è destinato alla miseria nonostante la sua saggezza.
Il mondo latino individuava, a dispetto della visione nichilista di Nietzsche, alcuni paradigmi di modelli da seguire, di persone in qualche modo valorose e distinte dalla massa. Questi personaggi, fortemente combattuti dall’imperatore, assumevano connotati diversi dal tipico paradigma; infatti, Tacito descrive, all’interno dell’“Agricola”, gli atteggiamenti eroici di una popolazione “barbara” settentrionale, i Calédoni, i quali lottano per la loro indipendenza rispetto allo stato Romano. Tale atteggiamento è rimarcato nel discorso del loro generale, Calgaco; discorso che è subito dopo seguito da quello del generale romano Giulio Agricola, il quale incarna, invece, l’eroe all’interno dell’impero. Egli non si confronta violentemente contro le chiusure del sistema imperiale, bensì è eroe perché compie il suo dovere senza eccessive manifestazioni di vittoria e, nel momento in cui entra in contrasto col volere imperiale, si ritira volontariamente dalla politica.
Tutto il percorso svolto è servito ad identificare cosa ci sia dietro all’ideale di giustizia, di eroismo a cui noi ci appelliamo oggi nel nostro immaginario quotidiano. La figura di un uomo che porti il bene, la pace e la salvezza del mondo è la chiave che ha contraddistinto la guerra ideologica della metà del Novecento, combattuta tanto appassionatamente dagli americani, quanto dai sovietici e che ha dato la luce al personaggio di Capitan America. Egli rappresenta il mito americano verso cui Uncle Sam voleva indirizzare il popolo del Patto Atlantico ed incarna il vero motivo per cui questo percorso è stato da me intrapreso.
Estratto del documento

M A P PA Filosofia:

Nietzsche e

l‘ oltreuomo

Italiano: Greco:

Il supereroe

l ‘ eroe l ‘ edipo re

Romantico sTORIA: Latino:

Inglese: gUERRA FREDDA E Tacito e

Dr. jekyll PROPAGANDA L ‘ aGRICOLA

and Mr. Hyde

Matematica: Le derivate

Fisica: Il secondo principio della termodinamica

Inglese:   Dr.   Jekyll   e   Mr.   Hyde.   Dr   Jekyll   è   colui   il   quale   vuole   distruggere   il   male   e   allontanarlo   dalla   propria   personalità  

(eroe  della  storia  borghese),  una  divisione  interna  che  dimostra  come  l’eroe  esista  solo  superficialmente,  mentre  nell’in-­‐

Dmo  l’uomo  conDene  un   evil  poten*al,  shaped  as  Mr.  Hyde.  Ciò  che  Stevenson  vuol  mostrare  è  che  non  esistono  ideali  

assoluD  di  bontà  o  caHveria,  perché  l’uomo  ne  è  un  misto,  preannunciando  così  Freud  e  Nietzsche  i  quali  dimostrarono  

il  dualismo  umano.

Italiano:  Premessa  al  Dtanismo  degli  Sturmer:  un’eroica  loPa  contro  le  tradizioni  e  le  chiusure  mentali  dei  padri;  riferi-­‐

menD  al  Prometeo  di  Goethe  che  sdegnoso  rifiuta  la  sDrpe  a  cui  apparDene.  Il  supereroe  romanDco,  Foscolo  nella  lePe-­‐

ra  da  VenDmiglia  ne  “Le  UlDme  LePere  di  Jacopo  OrDs”  descrive  Napoleone  (eroe  della  storia  epica)  come  il  genio  mos-­‐

so  dalla  natura  per  compiere  il  dovere  affidatogli   1

Filosofia:  Hegel  e  la  sua  filosofia  poliDca,  lo  spirito  della  nazione  e  del  mondo  mossi  da  individui  superiori  che  modificano  

l’organizzazione   globale   con   azioni   rivoluzionarie,   sempre   terminate   con   la   loro   morte   cruenta;   Nietzsche   e   il   suo   oltreuo-­‐

mo:  negazione  dell’ideale  di  Dio,  sosDtuito  con  l’uomo  il  quale  possiede  dei  poteri  divini  di  adesione  totale  alla  vita,  an-­‐

che  se  caoDca,  casuale  e  oscura.  L’uomo  ha  ormai  superato  Dio  uccidendolo  nel  profondo.  

Greco:  Dai  commenD  di  Nietzsche  alle  tragedie:  il  superuomo  greco  pare  essere  nell’Edipo  re  soPoforma  del  sovrano  posi-­‐

Dvo  e  amato  salvatore  della  sua  ciPà  dai  pericoli  del  mondo  (LePura  dei  primi  versi).  Nell’ambito  del  dionisiaco  nietzschea-­‐

no  il  dramma  rimane  comunque  insito  nell’uomo  greco,  l’eroe  non  può  essere  ancora  totalmente  posiDvo.  Nelle  Argonau-­‐

Dche,  infaH,  anche  Giasone  sembra  descriPo  come  il  novello  eroe  epico  ma  con  risvolD  negaDvi.

La2no:  Tacito,  l’Agricola  e  il  discorso  di  Calgaco.  I  Calèdoni  si  ribellano  al  dominatore  romano  con  un’eroica  tenacia,  dimo-­‐

strando  come  le  deboli  minoranze  possano  far  valere  i  propri  principi  se  giusD.  Calgaco  fa  riferimento  all’ideale  di   libertas,  

configurandosi  come  il  paladino  del  bene  contro  una  società  corroPa  e  sfruPatrice,  che  è  dominata  con  schiacciante  e  

sanguinaria  violenza.

Storia:  La  guerra  fredda:  il  tempo  del  bipolarismo  e  della  loPa  propagandisDca  danno  vita  al  protoDpo  di  eroe  americano  

aPraverso  nuove  forme  di  comunicazioni  come  il  fumePo  e  capitan  America.  

Non   esiste   una   precisa   e   univoca   definizione   di   “eroe”   valida   per   tuH   i   periodi   storici   aPraversaD   dalla   società   umana;   al  

giorno   d’oggi   l'eroe   è   colui   il   quale   compie   uno   straordinario   e   generoso   aPo   di   coraggio,   il   salvatore   del   bene   comune   a  

discapito  di  sé.  Se,  però,  analizzassimo,  anche  solo  superficialmente,  l’eroe  della  mitologia  omerica,  ad  esempio,  è  eroe  il  

guerriero  valoroso  che  loPa  spietatamente  contro  il  nemico  in  vista  di  una  gloria  personale;  oppure  osserviamo  l’eroe  clas-­‐

sico  il  quale  è  idenDficato  da  Platone  con  la  kalokagathìa,  un’ideale  che  rispecchia  solitamente  i  valori  aristocraDci,  ovve-­‐

ro  basaD  sul  principio  del  migliore,  del  nobile.  In  ogni  caso  l’eroe  è  colui  il  quale  si  disDngue  dagli  altri,  qualcuno  che  vuole  

prevalere  in  nome  di  una  sua  peculiare  capacità  e  intende  sconfiggere  il  “male”  che  lo  ostacola  nel  raggiungimento  del  

suo  obieHvo,  il  quale  si  configura  come  tuPo  ciò  che  l'eroe  non  è  e  non  deve  essere.  

La  mutazione  dell’ideale  di  eroe  va  di  pari  passo  con  la  modifica  della  concezione  di   bene  e   male,  per  cui  nella  tradizione  

greco-­‐romana  essi  erano  incarnaD  da  delle  divinità  in  perpetua  loPa;  ma  nel  corso  della  storia  è  stata  ridimensionata  a  tal  

punto  da  divenire,  nella  fine  dell’OPocento,  una  loPa  dell’inDmo  umano  contro  sé  stesso,  idenDficando  il  bene  con  la  ra-­‐

gione  e  il  male  come  l’isDnto  irrazionale.  È  evidente,  dunque,  la  perdita  dell’ideale  dell’uomo  greco  “bello  e  buono”,  dal  

momento  che  viene  riconosciuta  l’esistenza  di  un  sé  oscuro  e  malvagio,  di  un  Mr.  Hyde  nascosto  in  ognuno  di  noi.

È  proprio  su  questo  punto  che  lo  scriPore  scozzese   Stevenson  incentra  il  suo  romanzo  più  famoso   The  strange  case  of  Dr  

Jekyll  and  Mr  Hyde   in  cui,  per  amore  della  scienza,  lo  scienziato  protagonista  è  deciso  a  sperimentare  su  sé  stesso  il  medi-­‐

cinale  che  divide  il  bene  e  il  male  dall’unità  dell’essere.

Spesso,  l’interpretazione  che  ognuno  ha  dell’idea  di  bene  e  male  risulta,  però,  molto  diversa  e  talvolta  diametralmente  

opposta;  basD  pensare  banalmente  alla  loPa  per  l’affermazione  del  giovane  rispePo  al  padre,  contrasto  che  trova  le  sue  

origini   dai   punD   di   vista   differenD.   Con   un   senDmento   di   confliPo   analogo,   gli   sturmer   sePecenteschi   vogliono   emancipar-­‐

si  dalla  “società  dei  padri  illuminisD”  proclamando   la  riscossa  dell'irrazionalismo  legato  ad  un  rinnovato  senDmento  verso  

la  natura.  Viene  così  a  crearsi  il  protoDpo  di  “eroe  romanDco”:  il  ribelle  solitario  che,  orgoglioso  della  sua  superiorità  spiri-­‐

tuale  e  della  sua  forza,  sprezzante  della  mediocrità,  si  erge  a  sfidare  ogni  autorità,  ogni  legge,  ogni  convenzione,  ogni  limi-­‐ 2

te,  per  affermare  la  sua  libertà  e  la  sua  individualità  d’eccezione  (aPeggiamento  che  viene  definito  Dtanismo).  A  rappre-­‐

sentare  efficacemente  questo  nuovo  modello  è  lo  Jacopo  Or2s  foscoliano,  protagonista  del  romanzo  epistolare  “Le  UlD-­‐

me  lePere  di  Jacopo  OrDs”.  Il  motore  del  romanzo  è  la  contestazione  del  traPato  di  Campoformio  del  1797  firmato  da  

quello  stesso  eroe  epico  in  un  primo  momento  tanto  omaggiato  da  Foscolo  in  una  delle  sue  odi,  Napoleone  Bonaparte.

Ad  aver  predePo  una  fine  tragica  per  Napoleone  non  fu  solo  lo  scriPore  di  Zante,  ma  anche  un  noto  filosofo  coevo:   G.  W.  

F.  Hegel.  Il  ruolo  che  l’imperatore  stava  interpretando  era,  dal  filosofo,  considerato  al  limite  dell’umano,  a  tal  punto  che  vi  

si  riconosce  chiaramente  una  spinta  superiore  a  muoverlo  nelle  sue  baPaglie  e  imprese.  La  filosofia  successiva  mutò  note-­‐

volmente   la   concezione   dell’eroismo   nel   momento   in   cui   si   perse   la   fiducia   verso   un’enDtà   divina   in   grado   di   conferire   ca-­‐

pacità   superiori.   L’uomo   è   in   grado   di   mutare   sé   tramite   aH   di   volontà   di   adesione   alla   vita   divenendo   il   nietzschiano  

Übermensch.

Per  Nietzsche  l’oltreuomo  è  propriamente  una  figura  futura,  perciò  ogni  reale  tentaDvo  passato  di  avvicinamento  a  tale  

ideale  era  desDnata  al  fallimento.  Il  dionisiaco  del  mondo  greco,  caoDco  e  oscuro,  esprimeva  sé  nel  dramma  dell’uomo  

che   non   poteva   opporsi   al   fato.   Le   Argonau*che   di   Apollonio   Rodio   narrano   le   vicende   di   Giasone   coinvolto   in   peripezie  

insuperabili  per  un  uomo  e  portate  a  termine  per  mezzo  di  artefici  magici.  O  anche  la  tragedia  sofoclea  dell’Edipo  Re,  

opera  per  eccellenza  dell’uomo  nobile  che  è  desDnato  alla  miseria  nonostante  la  sua  saggezza.

Il   mondo   laDno   individuava,   a   dispePo   della   visione   nichilista   di   Nietzsche,   alcuni   paradigmi   di   modelli   da   seguire,   di   per-­‐

sone  in  qualche  modo  valorose  e  disDnte  dalla  massa.  QuesD  personaggi,  fortemente  combaPuD  dall’imperatore,  assu-­‐

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