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Sintesi

Supereroi: tra presente e passato, tesina



La seguente tesina di maturità liceo scientifico affronta il ruolo e l'importanza del concetto di eroe/supereroe nel tempo. Si è scelto di sviluppare una tesina attorno al mondo dei Supereroi innanzitutto perché quello dei Supereroi è un mondo affascinante, coinvolgente, che da sempre ha conquistato ragazzi ed adulti, infatti non è un caso se questo mondo lo si può ritrovare nei più diversi ambiti: dai fumetti che gli hanno dato vita, al cinema che ne ha raccolto con enfasi il successo, ai saggi, alle mostre, sia di arte sia di scienze, sia di fotografia, e molto di più.


Collegamenti
Supereroi: tra presente e passato, tesina



Inglese - Sherlok e la Victorian Age
Filosofia - Superman e l'oltreuomo di Nietzsche
Storia - Cap America, eroe mediatico e l'ingresso del Giappone nella II Guerra Mondiale
Fisica - Flash e l'Acceleratore di particelle (dalla relatività di Einstein alla fisica quantistica: materia ed antimateria)
Estratto del documento

"THE PERFECT HERO FOR HIS AGE"

Al Although Arthur Conan Doyle

wrote about Holmes in a period that goes

through three different periods in British life

(Victorian, Edwardian, and Georgian), in Holmes

stories there are always Victorian’s features.

Sherlock’s stories, written from 1887 to 1927

represented the good, the bad, and the ugly of Victorian society: its

ideals, its accomplishments, and its deepest fears.

Holmes himself embodies the values of this era; in fact he is

called “the perfect hero for his age”.

A man who believed in reason above all, in a time in which

science challenged traditional beliefs and the status quo was

threatened by social and economic changes.

Charles Darwin's 1859 The Origin of

Species changed the world by calling into question the Biblical belief in

creationism, and suggesting that the mysteries of the physical world

could be explained by science. Victorian Age was a time of optimism for the British

Empire.

Industrial revolution had made England prosper,

so London population grew from one million

people to six million in a year, causing

overcrowding, poverty, homelessness, drug

abuse and crime. 8

While the great divide between rich and poor and the economic

strain of maintaining the colonies

social problems that

exacerbated were already difficult,

Victorian Britons, put their faith in technology and science.

As critic writes: "Through the character of Holmes, Doyle brilliantly popularized the

confidence in scientific laws that allowed the observer to deduce causes from effects."

Just as palaeontologists could identify an organism

from fossil fragments, so could Holmes reconstruct a

crime by tracing physical clues and putting them

together.

When Holmes and Watson first meet in A Study in

Scarlet (1887), Holmes is in a laboratory where he has

just discovered "an infallible test for blood stains."

It is not a coincidence that Scotland Yard first adopted

the new science of fingerprinting the same year that The Hound of the Baskervilles first

appeared.

Scientific rationalism was the order of the day, and Sherlock Holmes represented this

very well.

But Holmes's role as the consummate Victorian gentleman was equally important in

making him a hero.

Among the enormous changes brought by the industrial

revolution there was an expanding middle class with

concern about its place in society.

Holmes offered readers reassurance about traditional

English values, especially useful at a time when England

was beginning to feel uncertain about its place in the world.

With each crime he solves, the social order is restored, and proper class values are

reaffirmed. Although Sherlock Holmes gradually evolves from a

cold "reasoning machine" to someone more human,

he always remains intellectually far superior to the

ordinary man. 9

Eccentric but elegant, brilliant but frequently bored, Holmes

injects himself with drugs, because, as he says:

"I abhor the dull routine of existence."

Holmes's reliance on cocaine, opium or,

occasionally morphine, was typical of French

and English writers known as the Decadents.

Hoping to shock the middle classes, these

writers made fashionable the image of the "sensitive artist" who, as

Holmes himself puts it, loves "all that is bizarre and outside the

conventions and routine of everyday life."

Arthur Conan Doyle's readers recognized their city and their time in the Sherlock

Holmes stories. It was easy to imagine that he was just around the corner, riding in the

next cab. Many people believed that Holmes was real.

In fact, people immediately fell in love with this character because many Victorians had

a deep resentment against the Police in London, as they did not appear to be protecting

the public, their methods were seen as inefficient and a number of officers were

considered corrupted.

They liked the fact that he cracked every case and always defeated evil!

He became the perfect detective.

When Doyle tried to kill off his famous character in 1893, there was a public outcry and

Doyle received death threats warning him to keep Holmes alive!

Sherlock Holmes has become one of the

most celebrated and famous fictional

detectives the world has ever known.

Today, with his

stories, we can go

back in time and

feel immersed in

the vapours dank

and dark of London,

and glimpse another world in all of its

splendour and squalor. 10

SUPERMAN, L’UOMO D’ACCIAIO

I Supereroi hanno caratteristiche ben precise per essere tali:

il valore, il coraggio, l’abilita, l’astuzia, l’onore.

Caratteristiche derivanti nel modo più assoluto dall’eroe,

Simbolo di tutti i tempi.

Il primo, il più grande ed il più famoso

Supereroe, SUPERMAN incarna alla perfezione

tutto ciò.

Unico abitante sopravvissuto

all’estinzione del suo del pianeta Krypton,

spedito sulla terra

come un Mosè del futuro,

forte come Hercules,

fu allevato da una modesta coppia di contadini e scoprirà di possedere superpoteri

strabilianti, da mettere al servizio del genere umano.

Arrivato da un’altro luogo, un posto dove non può tornare perché è stato distrutto,

lasciandosi alle spalle la sua comunità, nella quale aveva un nome di origine ebraica,

“Kal-El” arriva a noi attraverso i suoi creatori, immigrati ebrei che si erano lasciati alle

spalle l’Europa nell’anno in cui – proprio come Krypton – stava per esplodere!

deato nel lontano 1933, proprio quando Hitler saliva al

I

potere, nel giugno del 1938 faceva capolino nelle edicole

degli Stati Uniti sulla copertina di una nuova rivista di

fumetti chiamata Action Comics.

Superman nasce in un momento particolare della storia

americana: nel 1938.

E’ il periodo che precede la guerra in Europa.

Gli Stati Uniti, che sembravano un colosso invincibile, senza

inquietudini e senza paure, nel momento più alto di

industrializzazione, hanno conosciuto la crisi di quel modello.

Milioni di americani hanno sperimentato la povertà, la disoccupazione, ed il

ridimensionamento della propria fede sulla crescita economica.

Ora che l’isolazionismo è al suo apice e la Grande Depressione è alla fine, che le minacce

di guerra sono lontane, oltre l’Atlantico, c’è bisogno di credere che il “sogno americano”

è ancora possibile. 11

Quel Supereroe, di fronte ai primi rumori di guerra,

diviene lo specchio di un paese che non vuole

leggere le ombre. Con la sua dedizione ai

valori tradizionali, il suo patriottismo la sua

incorruttibile fede nella giustizia,

ispira fiducia, è rassicurante.

Egli è la personificazione del “Supereroe contemporaneo”,

derivato in gran parte dalla figura del Superuomo ottocentesco

fino all’ Übermensch delle teorizzazioni filosofiche di Nietzsche.

In cosa SUPERMAN fa rivivere la teoria del filosofo?

Innanzitutto nella traduzione originale che fu data all'espressione

“Übermensch”, sebbene l'interpretazione che meglio rispecchia l'ideale

di Nietzsche, sia l’ oltre-uomo. Al concetto dell’uomo che sa

superare se stesso e i propri

limiti, per accedere al più alto

grado dell’evoluzione,

esercitando il diritto che gli

viene dalla forza e dalla

superiorità rispetto agli altri,

che Sieghel si è ispirato per

dare vita al suo SUPERMAN.

Con la famosa frase “Dio è morto e l’abbiamo ucciso noi”, Nietzsche intendeva dire che

l’influenza di Dio è ormai terminata da un pezzo, che la sua assenza ha lasciato un vuoto

morale che può essere colmato solo dalla creazione di una nuova moralità, basata però

totalmente sulla volontà dell’oltreuomo.

Nella sua opera “Così parlò Zarathustra”, il filosofo proclama che il

successo ultimo della razza umana sarà quello di creare appunto

l’ “Übermensch”, superuomo, o “l’oltre uomo” che avrebbe dovuto

superare se stesso, quel se stesso prigioniero.

E’ in questi caratteri generali, in una lettura “compendiata” di Nietzsche che

riconosciamo il nostro Supereroe; diversamente, se ne approfondiamo li principi ci

accorgiamo che SUPERMAN non si pone al di sopra ”della morale”, “dell’etica” e “del

dovere” come invece auspicava il filosofo. 12

Non si lascia guidare dalle proprie pulsioni e non agisce perseguendo un’evoluzione

che si basa sul superamento di quella volontà che opprime l’uomo, lacerando così il

“velo di Maya”, di Schopenhauer.

Anzi, è profondamente incardinato nel senso del dovere al servizio ed in una ferrea

morale.

Ciò nonostante, si può affermare che il Superman di Siegel si

avvicina molto più all’Übermensch di

Nietzsche, di quanto non abbia fatto l’errata

interpretazione di Hitler, che vi trasse spunto per creare

una razza di superuomini, gli ariani.

Tuttavia Nietzsche,

teorizzando il suo superuomo come soggetto in grado di andare oltre

i limiti dell'umana natura ed in grado di dare significato alla

propria vita, con il concetto di volontà di potenza, dell’”io creativo”

al di là di ogni convenzione morale e sociale, senza però andare

a definire come in pratica lo si potesse raggiungere, si prestò

inconsapevolmente a fraintesi.

Nel superuomo non rientrava

alcuna

prospettiva

di violenza o

spirito di dominio,

ed egli non credeva certo che

la superiorità o

l’inferiorità

fossero determinate dalla

razza

sosteneva infatti che

chiunque potesse

diventare Übermensch

attraverso

la vittoria

sul nichilismo passivo

13

CAPTAIN AMERICA

Ma alla fine, cos’è il supereroe, se non lo specchio delle paure, delle speranze e dei

dell’umanità̀

bisogni stessa? realtà̀

Da sempre si cerca di spiegare la attraverso la letteratura, il mito, e l’arte, ai quali

chiediamo insegnamenti e guide per orientarci nella vita.

I miti e le storie sono stati, e sono ancora un potentissimo strumento di suggestione e

di propaganda collettiva per trasmettere valori comportamentali e, alle dipendenze o

meno del potere politico, sono stati investiti del compito di affermare e trasmettere

messaggi ad alto contenuto morale.

E’ proprio nel Novecento che, durante la Seconda Guerra Mondiale, il “mito” verrà usato

per propaganda:

Negli anni Trenta i Supereroi sono riusciti a far evadere dalla dura realtà della

depressione i propr

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