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Sintesi
Questa è la filosofia di vita di un produttore di musica elettronica che passa interi pomeriggi nel cercare di trovare nuovi suoni, nuovi rumori, nuove dissonanze, per portare avanti la ricerca avviata da Luigi Russolo, John Cage, Stockhausen, Kraftwerk ecc. Naturalmente, il nostro produttore ha sempre al suo fianco i suoi fedeli compagni di avventure: Campionatore Akai MPD 24, Computer Apple, Sintetizzatore Virus Ti Snow. Ebbene sì: macchine che lo accompagnano giorno dopo giorno nella creazione di nuove forme di musica elettronica. Il nostro produttore vuole dimostrare che un musicista non necessita di abilità  nell'usare strumenti musicali, di tecniche assurde ed estremamente complicate nello scrivere musica. A volte anche con delle macchine e con un linguaggio musicale concreto ed efficace si possono creare autentiche opere d'arte. Eppure, dato che non usa strumenti, il produttore del "suono-rumore" viene definito un ARTISTA MEDIOCRE che crea MUSICA SENZA SENSO. Il nostro produttore vuole raccontare la storia dell'era del "suono-rumore", vuole sottolineare la potenza dell'ideologia alla base di questa e delle complesse tecniche che compongono l'elettronica e la musica dei Rumori. IO voglio dimostrare che il "Suono-Rumore" e la musica elettronica non sono BAGGIANATE, ma ARTE allo stato puro. IO voglio dimostrare che la Macchina vale più di uno strumento. Anche l'Elettronica è arte. Anche L'avanguardia è arte. Anche il Rumore è arte. Anche le Macchine sono arte. Il Titolo indica che l'Elettronica nasce dal Rumore. Dopo questa premessa, buona lettura.
Estratto del documento

Il Rumore è vita nel senso originario del termine,è ciò che di più semplice e immediato si

possa immaginare e pensare, è il Suono prodotto da un martello che sbatte contro l’acciaio,

dal motore di un macchina, da un campo elettromagnetico, da un colpo di tosse… Dovunque ci

si trovi ciò che udiamo è Rumore. Quando lo vogliamo ignorare ci disturba, quando lo

ascoltiamo può catturare l’attenzione e, a volte, arrivare ad affascinarci. Questo non è altro

che l’elemento base del suono e non una fonte di disturbo. La sua dinamicità ed energia danno

la sensazione di un “continuum” vitale. Il Rumore è vivificante, è vita. Nel Novecento la sua

importanza viene finalmente colta, e gli artisti incominciano a creare opere sempre più

“rumorose”. Solo nella musica, però, possiamo trovare la sua vera esaltazione: infatti diviene

l’elemento cardine di quasi tutte le composizioni musicali del XX secolo.Tutti i più grandi

artisti e compositori sentono la necessità di inserire rumori e dissonanze di ogni tipo per

rendere le loro opere più reali e vive. Con il linguaggio espressionista di Arnold Schonberg si

ha la prima netta rottura con il passato: la dodecafonia, con i suoni stridenti che la

caratterizzano, fa il suo clamoroso ingresso. Tuttavia i veri primi “inni al rumore” nascono in

ambito futurista. Per i futuristi italiani il Rumore esprime la velocità del Novecento ed è in

grado di esaltare la modernità, la meccanizzazione industriale e la confusione della nuova

epoca, rompendo definitivamente con un passato che implica i concetti di armonia e di

equilibrio come fondamenta di tutta l’arte. Il Rumore è il cuore della musica elettronica. Il

Novecento è l’era della musica elettronica, del “suono-rumore”.

1 Futuristi,

i padri dell’Elettronica

Luigi Russolo: fondatore del

“suono-rumore”

11 Marzo 1913: Luigi Russolo compone “L’Arte dei Rumori”. La rivoluzione musicale inizia

da qui.

“La vita anticha fu tutto silenzio. Nel diciannovesimo secolo,

coll’invenzione delle macchine, nacque il Rumore. Oggi, il

Rumore trionfa e domina sovrano sulla sensibilità degli uomini”.

Nell’antichità il suono era attribuito alle divinità, perciò nacque la

concezione di suono come cosa a sé, indipendente dalla vita. La

musica che ne risultò poteva essere considerata solamente divina e

inviolabile, ma tale concezione rallenta il suo progresso.

L’impostazione classica non può più essere utilizzata per creare

nuove composizioni, diviene insulsa. Le regole basate su equilibrio e

perfetta armonia non hanno più ragione di esistere. Il Rumore che

domina la vita quotidiana di ogni singolo essere umano diviene il

cuore di tutte le nuove produzioni musicali.

“L’arte musicale ricercò ed ottenne dapprima la purezza la limpidezza e la dolcezza del

suono, indi amalgamò suoni diversi, preoccupandosi però di accarezzare l’orecchio con

soavi armonie. Oggi l’arte musicale, complicandosi sempre più, ricerca gli amalgami di

suoni più dissonanti, più strani e più aspri per l’orecchio. Ci avviciniamo così sempre più

al Suono-Rumore”.

L’orecchio umano ha bisogno di nuovi stimoli, di nuove emozioni acustiche. La vita moderna

ha già abituato l’essere umano al piacere dell’udire rumori di qualsiasi tipologia e se ne

compiace a sentirli inseriti in opere musicali. Come giustamente sottolinea Russolo:

“Il suono musicale è troppo limitato nella varietà qualitativa dei timbri. Le più grandi

orchestre si riducono a quattro o cinque classi di strumenti”.

2

Le note musicali possono essere disposte in modi sempre diversi in modo da creare nuove e

soavi melodie, ma i timbri rimangono sempre gli stessi. Questa stretta cerchia di strumenti

non è in grado di creare innumerevoli timbri! Per questo

“Bisogna rompere questo cerchio ristretto di suoni puri e conquistare la varietà infinita

dei suoni-rumori”

La voglia di rompere totalmente con il passato è fortissima e Russolo lo enuncia chiaramente

con questa lapidaria sentenza:

“Noi futuristi abbiamo tutti profondamente amato e gustato le armonie dei grandi

maestri, Beethoven e Wagner ci hanno squassato i nervi e il cuore per molti anni. Ora ne

siamo sazi e godiamo molto più nel combinare idealmente dei rumori di tram, di motori a

scoppio, di carrozze e di folle vocianti, che nel riudire, per esempio, l’<<Eroica>> o la

<<Pastorale>>”.

Strabilianti e lodevoli parole che hanno al proprio interno una mirabile carica rivoluzionaria.

I grandi maestri vanno lodati, elogiati e ammirati per le loro sublimi composizioni, ma oramai

è giunta l’ora di cambiare: il novecento DEVE essere l’era del Suono-Rumore.

3 L’antenato dei Synth,

L’intonarumori

Russolo crede fortemente in ciò che invoca e teorizza, tanto da creare lo strumento che

anticipererà il “Noise Generator” dei giorni nostri: l’Intonarumori.

“Noi vogliamo intonare e regolare armonicamente e ritmicamente questi svariatissimi

rumori”.

Questa nuova macchina è in grado di produrre innumerevoli dissonanze e vibrazioni

irregolari, portando alla creazione delle “6 famiglie di rumori”. Tutto ciò è possibile dato che il

Rumore è un segnale i cui valori di ampiezza variano casualmente eliminando ogni forma di

periodicità. Grazie a questa fondamentale peculiarità, esistono svariati tipi di rumore che

possono essere divisi in due grandi gruppi: Rumore Bianco e Rumore Colorato. Il primo

presenta tutte le lunghezze d’onda con la stessa intensità, causando la variazione casuale dei

valori all’interno della gamma di variazione definita. Il secondo privilegia una determinata

sezione dello spettro, rendendo alcuni sezioni spettrali preponderanti. Un esempio pratico di

rumore bianco può essere individuato nell’assordante

fruscio causato da un’emittente radio quando vi è

mancanza di segnale, mentre un tipico rumore

colorato può essere il rombo di una macchina, nella

quale la zona spettrale contenete le frequenze più

basse è privilegiata rispetto alle altre (in questo caso

si può parlare di rumore rosa). Attualmente questa

vasta gamma di dissonanze può essere creata tramite

il Noise Generator, un particolare oscillatore che

genera tutte le frequenze dello spettro udibile, da 20

Hz a 20 kHz, permettendo la creazione di forme

d’onda complesse. Nei primi del novecento gli

oscillatori, i synth, i compressori non esistevano, e la grande intuizione di Russolo fu quella di

creare un nuovo strumento in grado di agire come un vero e proprio sintetizzatore. La portata

rivoluzionaria di questa invenzione è notevole: si può definire il primo ingegnere del suono

4

del XX secolo, che assimilando la grande lezione di Joseph Fourier ha provato a costruire uno

strumento in grado di creare nuove onde sonore e nuove tipologie di spettri.

Russolo era cosciente del fatto che:

“Ogni rumore ha un tono, talora anche un accordo che predomina nell’insieme delle sue

vibrazioni irregolari. Ora, da questo caratteristico tono predominante deriva la

possibilità pratica di intonarlo, di dare cioè ad un dato rumore non un solo tono ma una

certa varietà di toni, senza perdere la sua caratteristica, voglio dire il timbro che lo

distingue.”

Per questo era necessario costruire uno strumento in grado di realizzare la vasta gamma di

rumori che l’orecchio umano può percepire. Il suo genio però si spinge oltre, spezza tutte le

regole perché egli non segue la suddivisione scientifica, ma ne crea una sua. Le 6 famiglie sono

così suddivise:

1 2 3 4 5 6

Rombi Fischi Bisbigli Stridori Rumori Voci di

ottenuti a animali e di

percussione uomini:

sui:

Tuoni Sibili Mormorii Scricchiolii Metalli Gridi

Scoppi Sbuffi Borbottii Fruscii Legni Strilli

Scrosci Brusii Ronzii Pelli Gemiti

Tonfi Gorgoglii Crepitii Pietre Urla

Boati Stropiccii Ecc. Ululati

Risate

Suddivisione dettagliata e geniale, che ha portato alla creazione di più intonarumori per

riuscire a creare una composizione musicale in grado di avere una vastità di suoni smisurata,

perché come sottolinea il pittore:

“I movimenti ritmici di un rumore sono infiniti. Esiste sempre come per il tono, un ritmo

predominante.”

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Primi Tentativi di produzioni

“Rumorose”

L’intuizione del pittore non fu solamente teorica: insieme al collega Pratella crearono

eccezionali opere musicali. “La Città Che Sale” è l’opera più riuscita, nella quale tutto ciò che è

stato teorizzato vede la sua completa realizzazione in

un caposaldo della Musica, in grado di influenzare le

generazioni future di artisti e musicisti. La prima

parte dell’opera è lenta, con qualche rumore che si

fonde con l’incalzare dell’intonarumori, il quale crea

un tappeto sonoro affascinante ma allo stesso tempo

inquietante. A metà dell’opera, l’intonarumori cresce

di intensità, come se questo fosse il motore di un

aereo o di una navicella spaziale, lasciando poi lo

spazio a un susseguirsi di rumori bianchi, e forme

sonore similari a quelle tipiche dell’elettronica

odierna. Dopo questo breve intermezzo sembra che

la calma e l’equilibrio tornino a regnare nella composizione, fino a quando una tempesta di

rumore non coinvolge l’intera produzione, portando caos nella nostra mente e turbamento

nella nostra anima. La tempesta sembra aver fine, ma nella parte finale diviene sempre più

forte: un vortice di vibrazioni irregolari colpiscono inaspettatamente il nostro essere, creando

nuovamente quella sensazione di angoscia che la prima tempesta aveva procurato in noi. A

primo impatto può dare l’impressione di essere un’opera senza alcun senso logico dato

l’enorme quantitativo di dissonanze e sgradevoli suoni. Tuttavia in questo caos sonoro, ogni

suono ha un suo senso, ogni suono è essenziale,

ogni suono ha una collocazione determinata e

precisa. Altra composizione essenziale è

“Tipografia”, nella quale i rumori sono causati da

essere umani. Grida, strilli, gemiti, urla sono tutte

composte ritmicamente, creando una produzione

unica nel suo genere. Ancora una volta il tappeto

sonoro è creato tramite l’utilizzo

dell’intonarumori, macchina essenziale per ogni

opera artistica creata dai musicisti futuristi.

Importante non solamente per il valore artistico

aggiunto che donava a ogni produzione musicale,

ma anche per l’amore incondizionato dei futuristi

nei confronti delle macchine. Sebbene quello delle

macchine e quello della musica sembrino due

mondi completamente opposti, grazie al Futurismo e alle loro idee rivoluzionare questi due

poli si sono fusi insieme, dando inizio a una sensazionale avanguardia nel panorama musicale.

6 Se non ci fossero le

macchine…

La Macchina diviene determinante per la vita dell’essere umano e Marinetti esalta la sua

importanza nel manifesto “L’uomo moltiplicato e il Regno della Macchina”:

“Noi sviluppiamo e preconizziamo una grande idea nuova che circola nella vita

contemporanea: l’idea della bellezza meccanica; ed esaltiamo quindi l’amore per la

macchina, quell’amore che vedemmo fiammeggiare sulle guance dei meccanici, aduste e

imbrattate di carbone.”

La macchina deve essere trattata con cura e amore, perché pure lei possiede un’anima. Grazie

alla macchina l’uomo può migliorare ogni sua prestazione fisica e artistica, e avere una fedele

compagna che lo aiuti in ogni situazione.

“I Motori […] bisogna accarezzarli, trattarli con riguardo, non maltrattarli mai, né

affaticarli troppo.”

Essenzialmente per Marinetti la macchina prova emozioni come un essere umano, e come tale

ha bisogno di cure e coccole. Tuttavia l’esternazione che rivoluzionerà il rapporto “uomo-

macchina” nelle generazioni a venire è la seguente:

“Bisogna dunque preparare l’imminente e inevitabile identificazione dell’uomo col

motore, facilitando e perfezionando uno scambio incessante d’intuizione, di ritmo,

d’istinto e di disciplina metallica, assolutamente ignorato dalla maggioranza e soltanto

indovinato dagli spiriti più lucidi.”

L’uomo e la macchina devono fondersi insieme e creare una relazione indissolubile tra loro.

La macchina è essenziale per l’uomo, l’uomo è essenziale per la macchina. Per questo

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