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Il Rumore è vita nel senso originario del termine,è ciò che di più semplice e immediato si
possa immaginare e pensare, è il Suono prodotto da un martello che sbatte contro l’acciaio,
dal motore di un macchina, da un campo elettromagnetico, da un colpo di tosse… Dovunque ci
si trovi ciò che udiamo è Rumore. Quando lo vogliamo ignorare ci disturba, quando lo
ascoltiamo può catturare l’attenzione e, a volte, arrivare ad affascinarci. Questo non è altro
che l’elemento base del suono e non una fonte di disturbo. La sua dinamicità ed energia danno
la sensazione di un “continuum” vitale. Il Rumore è vivificante, è vita. Nel Novecento la sua
importanza viene finalmente colta, e gli artisti incominciano a creare opere sempre più
“rumorose”. Solo nella musica, però, possiamo trovare la sua vera esaltazione: infatti diviene
l’elemento cardine di quasi tutte le composizioni musicali del XX secolo.Tutti i più grandi
artisti e compositori sentono la necessità di inserire rumori e dissonanze di ogni tipo per
rendere le loro opere più reali e vive. Con il linguaggio espressionista di Arnold Schonberg si
ha la prima netta rottura con il passato: la dodecafonia, con i suoni stridenti che la
caratterizzano, fa il suo clamoroso ingresso. Tuttavia i veri primi “inni al rumore” nascono in
ambito futurista. Per i futuristi italiani il Rumore esprime la velocità del Novecento ed è in
grado di esaltare la modernità, la meccanizzazione industriale e la confusione della nuova
epoca, rompendo definitivamente con un passato che implica i concetti di armonia e di
equilibrio come fondamenta di tutta l’arte. Il Rumore è il cuore della musica elettronica. Il
Novecento è l’era della musica elettronica, del “suono-rumore”.
1 Futuristi,
i padri dell’Elettronica
Luigi Russolo: fondatore del
“suono-rumore”
11 Marzo 1913: Luigi Russolo compone “L’Arte dei Rumori”. La rivoluzione musicale inizia
da qui.
“La vita anticha fu tutto silenzio. Nel diciannovesimo secolo,
coll’invenzione delle macchine, nacque il Rumore. Oggi, il
Rumore trionfa e domina sovrano sulla sensibilità degli uomini”.
Nell’antichità il suono era attribuito alle divinità, perciò nacque la
concezione di suono come cosa a sé, indipendente dalla vita. La
musica che ne risultò poteva essere considerata solamente divina e
inviolabile, ma tale concezione rallenta il suo progresso.
L’impostazione classica non può più essere utilizzata per creare
nuove composizioni, diviene insulsa. Le regole basate su equilibrio e
perfetta armonia non hanno più ragione di esistere. Il Rumore che
domina la vita quotidiana di ogni singolo essere umano diviene il
cuore di tutte le nuove produzioni musicali.
“L’arte musicale ricercò ed ottenne dapprima la purezza la limpidezza e la dolcezza del
suono, indi amalgamò suoni diversi, preoccupandosi però di accarezzare l’orecchio con
soavi armonie. Oggi l’arte musicale, complicandosi sempre più, ricerca gli amalgami di
suoni più dissonanti, più strani e più aspri per l’orecchio. Ci avviciniamo così sempre più
al Suono-Rumore”.
L’orecchio umano ha bisogno di nuovi stimoli, di nuove emozioni acustiche. La vita moderna
ha già abituato l’essere umano al piacere dell’udire rumori di qualsiasi tipologia e se ne
compiace a sentirli inseriti in opere musicali. Come giustamente sottolinea Russolo:
“Il suono musicale è troppo limitato nella varietà qualitativa dei timbri. Le più grandi
orchestre si riducono a quattro o cinque classi di strumenti”.
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Le note musicali possono essere disposte in modi sempre diversi in modo da creare nuove e
soavi melodie, ma i timbri rimangono sempre gli stessi. Questa stretta cerchia di strumenti
non è in grado di creare innumerevoli timbri! Per questo
“Bisogna rompere questo cerchio ristretto di suoni puri e conquistare la varietà infinita
dei suoni-rumori”
La voglia di rompere totalmente con il passato è fortissima e Russolo lo enuncia chiaramente
con questa lapidaria sentenza:
“Noi futuristi abbiamo tutti profondamente amato e gustato le armonie dei grandi
maestri, Beethoven e Wagner ci hanno squassato i nervi e il cuore per molti anni. Ora ne
siamo sazi e godiamo molto più nel combinare idealmente dei rumori di tram, di motori a
scoppio, di carrozze e di folle vocianti, che nel riudire, per esempio, l’<<Eroica>> o la
<<Pastorale>>”.
Strabilianti e lodevoli parole che hanno al proprio interno una mirabile carica rivoluzionaria.
I grandi maestri vanno lodati, elogiati e ammirati per le loro sublimi composizioni, ma oramai
è giunta l’ora di cambiare: il novecento DEVE essere l’era del Suono-Rumore.
3 L’antenato dei Synth,
L’intonarumori
Russolo crede fortemente in ciò che invoca e teorizza, tanto da creare lo strumento che
anticipererà il “Noise Generator” dei giorni nostri: l’Intonarumori.
“Noi vogliamo intonare e regolare armonicamente e ritmicamente questi svariatissimi
rumori”.
Questa nuova macchina è in grado di produrre innumerevoli dissonanze e vibrazioni
irregolari, portando alla creazione delle “6 famiglie di rumori”. Tutto ciò è possibile dato che il
Rumore è un segnale i cui valori di ampiezza variano casualmente eliminando ogni forma di
periodicità. Grazie a questa fondamentale peculiarità, esistono svariati tipi di rumore che
possono essere divisi in due grandi gruppi: Rumore Bianco e Rumore Colorato. Il primo
presenta tutte le lunghezze d’onda con la stessa intensità, causando la variazione casuale dei
valori all’interno della gamma di variazione definita. Il secondo privilegia una determinata
sezione dello spettro, rendendo alcuni sezioni spettrali preponderanti. Un esempio pratico di
rumore bianco può essere individuato nell’assordante
fruscio causato da un’emittente radio quando vi è
mancanza di segnale, mentre un tipico rumore
colorato può essere il rombo di una macchina, nella
quale la zona spettrale contenete le frequenze più
basse è privilegiata rispetto alle altre (in questo caso
si può parlare di rumore rosa). Attualmente questa
vasta gamma di dissonanze può essere creata tramite
il Noise Generator, un particolare oscillatore che
genera tutte le frequenze dello spettro udibile, da 20
Hz a 20 kHz, permettendo la creazione di forme
d’onda complesse. Nei primi del novecento gli
oscillatori, i synth, i compressori non esistevano, e la grande intuizione di Russolo fu quella di
creare un nuovo strumento in grado di agire come un vero e proprio sintetizzatore. La portata
rivoluzionaria di questa invenzione è notevole: si può definire il primo ingegnere del suono
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del XX secolo, che assimilando la grande lezione di Joseph Fourier ha provato a costruire uno
strumento in grado di creare nuove onde sonore e nuove tipologie di spettri.
Russolo era cosciente del fatto che:
“Ogni rumore ha un tono, talora anche un accordo che predomina nell’insieme delle sue
vibrazioni irregolari. Ora, da questo caratteristico tono predominante deriva la
possibilità pratica di intonarlo, di dare cioè ad un dato rumore non un solo tono ma una
certa varietà di toni, senza perdere la sua caratteristica, voglio dire il timbro che lo
distingue.”
Per questo era necessario costruire uno strumento in grado di realizzare la vasta gamma di
rumori che l’orecchio umano può percepire. Il suo genio però si spinge oltre, spezza tutte le
regole perché egli non segue la suddivisione scientifica, ma ne crea una sua. Le 6 famiglie sono
così suddivise:
1 2 3 4 5 6
Rombi Fischi Bisbigli Stridori Rumori Voci di
ottenuti a animali e di
percussione uomini:
sui:
Tuoni Sibili Mormorii Scricchiolii Metalli Gridi
Scoppi Sbuffi Borbottii Fruscii Legni Strilli
Scrosci Brusii Ronzii Pelli Gemiti
Tonfi Gorgoglii Crepitii Pietre Urla
Boati Stropiccii Ecc. Ululati
Risate
Suddivisione dettagliata e geniale, che ha portato alla creazione di più intonarumori per
riuscire a creare una composizione musicale in grado di avere una vastità di suoni smisurata,
perché come sottolinea il pittore:
“I movimenti ritmici di un rumore sono infiniti. Esiste sempre come per il tono, un ritmo
predominante.”
5
Primi Tentativi di produzioni
“Rumorose”
L’intuizione del pittore non fu solamente teorica: insieme al collega Pratella crearono
eccezionali opere musicali. “La Città Che Sale” è l’opera più riuscita, nella quale tutto ciò che è
stato teorizzato vede la sua completa realizzazione in
un caposaldo della Musica, in grado di influenzare le
generazioni future di artisti e musicisti. La prima
parte dell’opera è lenta, con qualche rumore che si
fonde con l’incalzare dell’intonarumori, il quale crea
un tappeto sonoro affascinante ma allo stesso tempo
inquietante. A metà dell’opera, l’intonarumori cresce
di intensità, come se questo fosse il motore di un
aereo o di una navicella spaziale, lasciando poi lo
spazio a un susseguirsi di rumori bianchi, e forme
sonore similari a quelle tipiche dell’elettronica
odierna. Dopo questo breve intermezzo sembra che
la calma e l’equilibrio tornino a regnare nella composizione, fino a quando una tempesta di
rumore non coinvolge l’intera produzione, portando caos nella nostra mente e turbamento
nella nostra anima. La tempesta sembra aver fine, ma nella parte finale diviene sempre più
forte: un vortice di vibrazioni irregolari colpiscono inaspettatamente il nostro essere, creando
nuovamente quella sensazione di angoscia che la prima tempesta aveva procurato in noi. A
primo impatto può dare l’impressione di essere un’opera senza alcun senso logico dato
l’enorme quantitativo di dissonanze e sgradevoli suoni. Tuttavia in questo caos sonoro, ogni
suono ha un suo senso, ogni suono è essenziale,
ogni suono ha una collocazione determinata e
precisa. Altra composizione essenziale è
“Tipografia”, nella quale i rumori sono causati da
essere umani. Grida, strilli, gemiti, urla sono tutte
composte ritmicamente, creando una produzione
unica nel suo genere. Ancora una volta il tappeto
sonoro è creato tramite l’utilizzo
dell’intonarumori, macchina essenziale per ogni
opera artistica creata dai musicisti futuristi.
Importante non solamente per il valore artistico
aggiunto che donava a ogni produzione musicale,
ma anche per l’amore incondizionato dei futuristi
nei confronti delle macchine. Sebbene quello delle
macchine e quello della musica sembrino due
mondi completamente opposti, grazie al Futurismo e alle loro idee rivoluzionare questi due
poli si sono fusi insieme, dando inizio a una sensazionale avanguardia nel panorama musicale.
6 Se non ci fossero le
macchine…
La Macchina diviene determinante per la vita dell’essere umano e Marinetti esalta la sua
importanza nel manifesto “L’uomo moltiplicato e il Regno della Macchina”:
“Noi sviluppiamo e preconizziamo una grande idea nuova che circola nella vita
contemporanea: l’idea della bellezza meccanica; ed esaltiamo quindi l’amore per la
macchina, quell’amore che vedemmo fiammeggiare sulle guance dei meccanici, aduste e
imbrattate di carbone.”
La macchina deve essere trattata con cura e amore, perché pure lei possiede un’anima. Grazie
alla macchina l’uomo può migliorare ogni sua prestazione fisica e artistica, e avere una fedele
compagna che lo aiuti in ogni situazione.
“I Motori […] bisogna accarezzarli, trattarli con riguardo, non maltrattarli mai, né
affaticarli troppo.”
Essenzialmente per Marinetti la macchina prova emozioni come un essere umano, e come tale
ha bisogno di cure e coccole. Tuttavia l’esternazione che rivoluzionerà il rapporto “uomo-
macchina” nelle generazioni a venire è la seguente:
“Bisogna dunque preparare l’imminente e inevitabile identificazione dell’uomo col
motore, facilitando e perfezionando uno scambio incessante d’intuizione, di ritmo,
d’istinto e di disciplina metallica, assolutamente ignorato dalla maggioranza e soltanto
indovinato dagli spiriti più lucidi.”
L’uomo e la macchina devono fondersi insieme e creare una relazione indissolubile tra loro.
La macchina è essenziale per l’uomo, l’uomo è essenziale per la macchina. Per questo