Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 24
Sublime, empatia del cuore e dello spirito tesina Pag. 1 Sublime, empatia del cuore e dello spirito tesina Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 24.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sublime, empatia del cuore e dello spirito tesina Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 24.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sublime, empatia del cuore e dello spirito tesina Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 24.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sublime, empatia del cuore e dello spirito tesina Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 24.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sublime, empatia del cuore e dello spirito tesina Pag. 21
1 su 24
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi

Introduzione Sublime, empatia del cuore e dello spirito tesina



Giunta quasi al termine di questo intenso percorso di formazione classica, mi sono a lungo interrogata su cosa mi abbiano davvero lasciato questi cinque anni di impegno e di studio a tratti quasi - con aggettivi tanto cari al Leopardi - "matto e disperatissimo".
La risposta più significativa che ho trovato e che per me costituisce un motivo di immensa gioia e soddisfazione, è stato il fatto di aver a poco a poco imparato a scorgere in un crescendo, durante il cammino, la Bellezza che si cela dietro a quei tanti oggetti di studio che, purtroppo, molto spesso finiscono per risultare noiosi e privi di senso, proprio perché svuotati del loro significato più puro, autentico.
Mai come quest'anno, poi, mi sono accorta di come tutto sia magnificamente collegato, di come non sfugga niente, nessun "anello" montaliano, nessuna tessera di mosaico per quanto piccola o lontana dalle altre che sia, ma, soprattutto, di quanto l'eredità artistica e culturale del passato abbia ancora una valenza fondamentale per la comprensione del presente, di questo "oggi" ai nostri occhi così complicato e per gettare uno sguardo più consapevole e avveduto sul futuro.

Alla luce di tutto ciò sarà forse più semplice capire il motivo che mi ha portato a scegliere il Sublime come oggetto di questa riflessione e della mia tesina di maturità.
Si tratta, infatti, di un argomento più volte emerso nel corso di questo ultimo anno scolastico e che forse, proprio per questo, potrebbe risultare banale, scontato.
In realtà è stato a dir poco stupefacente scoprire come ci siano ancora così tante cose da dire a suo riguardo, perché il Sublime è immune all'inesorabile scorrere del tempo, travalica le stagioni e, con il suo alone di affascinante mistero, continua a rapire e a sconvolgere le menti che vi si accostano, assorbendole completamente nel suo abbraccio.
Spero, infine, che in questo piccolo progetto si riesca a intravvedere almeno parte di quella passione, di quel desiderio di conoscere e indagare il mondo che mi sta attorno, da cui ho sempre cercato di farmi guidare e trasportare, specialmente in questi ultimi mesi. La mia tesina inoltre permette vari collegamenti interdisciplinari.

Collegamenti


Sublime, empatia del cuore e dello spirito tesina



Greco/Latino:

L'Anonimo del Sublime e il Περί Ὕψους

.
Inglese:

Edmund Burke

.
Filosofia:

Immanuel Kant, Edith Stein

.
Storia dell'Arte:

Caspar David Friedrich (Il viandante sul mare di nebbia)

.
Biologia:

Il sistema neuronale a specchio

.
Italiano:

Giacomo Leopardi

.
Estratto del documento

IL TERMINE

UN’ETIMOLOGIA AMBIVALENTE

«Possiamo pensare l’assolutamente grande, l’assolutamente

potente, ma qualsiasi presentazione di un oggetto destinata a “far

vedere” questa grandezza o questa potenza assoluta ci appare

dolorosamente insufficiente.» 2

Da buona classicista quale credo di esser diventata dopo cinque

Sublime

intensi anni di formazione liceale, il mio approccio al non

poteva che avere inizio con una scrupolosa osservazione della sua

etimologia.

In italiano il termine ricalca, infatti, quello latino

sublimis, sub limes

di aggettivo composto da (sotto) e (porta,

ingresso), che letteralmente vale “attaccato in alto”, “sospeso sotto

3 4

l’architrave” , “che giunge fin sotto la porta più alta” e quindi , in

senso spirituale, letterale ed estetico, assume la valenza di

“nobilissimo, eccelso”.

sublimis

L’aggettivo è però presente anche nella

sublimus, sub limus,

variante composto sempre da (basso) e da che

stavolta può avere la doppia valenza di “obliquo” (e quindi,

letteralmente, “che dal basso sale obliquamente”) oppure di “fango,

limo”, ottenendo dunque il significato diametralmente opposto di

“sotto il fango”, ad indicare l’abisso nascosto sotto lo strato di

La pittura del segreto nell’epoca postmoderna,

J.F. Lyotard, Baruchello,

2 Milano, Feltrinelli 1982, p.54

Dizionario Etimologico Online

Accezione proposta dal (consultabile sul

3

sito www.etimo.it) Vocabolario Treccani

Alternativa alla precedente, proposta dal

4 Online (consultabile sul sito www.treccani.it)

5

bruttezza che tanto sarà caro ai poeti di epoca tardoromantica-

decadente.

Interessante è anche osservare l’etimologia del termine greco

originariamente usato per esprimere il concetto di sublime. In greco

antico, infatti, si ha “τὸ ὕψος” con la valenza letterale di “altezza”,

“altura”; un sostantivo, dunque (e non soltanto un aggettivo come

accadrà poi nella lingua latina), che rievoca, nella radice ὕψ-, la

preposizione ὑπέρ, indissolubilmente legata all’idea di andare

“oltre” un limite.

Di conseguenza, il termine ospitava già al suo interno una

componente trascendentale, quella di travalicare la dimensione

umana fino ad accostarsi, attraverso una purificazione (κάθαρσις)

dell’anima, a quella metafisica, travolgente e in grado di far

provare sensazioni straordinarie.

Anche in seguito alla sua analisi etimologica, tuttavia, non è difficile

sublime

rendersi conto di quanto il sia un termine talmente

rarefatto ed evanescente, quasi appunto appartenesse a un’altra

dimensione, da rimanere sostanzialmente inafferrabile e

incomprensibile nella sua interezza. Tralasciando, infatti, la sua

accezione apparentemente più umile di “sotto il fango”, si è

compreso che l’ambito in cui il sublime vada inserito abbracci tutto

ciò che è in grado di porre l’uomo al di sopra della sua comune

esperienza di vita, di “innalzarlo” fino al clima rarefatto tipico delle

grandi altezze. Ma detto ciò, che cosa può essere dunque

sublime? Sublime?

definito O meglio ancora: in che cosa consiste, il

Nelle prossime sezioni si cercherà di rispondere a questi due

interrogativi, presentando con la maggior accuratezza possibile i

tratti salienti dell’evoluzione che il concetto ha avuto nel corso dei

secoli, le sue diverse zone di pertinenza, dalla letteratura, all’arte,

all’estetica, fino ad approdare a una sua nuova chiave di lettura

antropologica/neuroscientifica. 6

L’EVOLUZIONE DEL CONCETTO

. LE ORIGINI: L’ANONIMO DEL SUBLIME

1 «Ὕψος μεγαλοφροσύνης ἀπήχημα»

«Il sublime è l’eco di un alto sentire» 5

Sublime

La prima trattazione di spicco sul è costituita dal ben

Περί Ὕψους,

noto testo di un autore Anonimo del I secolo d.C. , a

lungo erroneamente identificato con Cassio Longino (retore greco

del III secolo d.C.) e poi rinominato Pseudo-Longino.

Benchè l’autore resti di fatto - con un omaggio a Pirandello - "uno,

nessuno e centomila", il testo rappresenta, innanzitutto,

un’importante testimonianza dell’ambiente culturale romano del

periodo in cui è stato composto.

Il I secolo d.C., nel corso del quale operarono autori come Tacito,

Quintiliano, Persio, e Giovenale, era stato caratterizzato da una

sempre minore libertà di espressione concessa ai letterati da parte

di imperatori dispotici come furono, ad esempio, i Flavi. Questo

fatto si tradusse quasi automaticamente nel dilagare di

declamationes

un’eloquenza corrotta e costituita ormai solo da

fittizie, tema che venne largamente analizzato, o quantomeno posto

in evidenza, da tutti gli autori finora citati. Ma fu probabilmente

proprio grazie al motivo per cui i maggiori eruditi dell’epoca si

Περί Ὕψους,

Pseudo-Longino, Milano 2013, BUR, cap. IX.2, p.161

5 7

corrucciavano da veri e propri “laudatores temporis acti”, ovvero

Περί Ὕψους

per questa nefasta contaminazione dell’oratoria, che il

venne ideato e poi messo per iscritto dal nostro Anonimo.

L’opera, infatti, scritta per un nobile romano appassionato di

letteratura greca, Postumio Floro Terenziano, in risposta a un altro

trattatello di retorica di un tale Cecilio di Calatte, aveva come

obiettivo quello di mostrare come fosse possibile approdare a uno

sublime

stile attraverso le adeguate tecniche retoriche.

Sublime,

Il quindi, nella sua accezione originaria stava ad indicare

uno stile oratorio travolgente e ricco di tensione emotiva, al quale

6

risultasse “difficile, o meglio dire, impossibile resistere” , che

6

permettesse "approfondita riflessione" , che persistesse “nella

6

memoria” dei posteri -assunti come modello di pubblico ideale- e

6

che fosse “difficile da cancellarsi” .

Di conseguenza si intuisce che per l’Anonimo il Sublime non si

consumi soltanto nella sua dimensione retorica e letteraria di stile

elevato, solenne, bensì nella sua dimensione etica di rapporto

empatico tra l’acuta sensibilità dell’Autore e il proprio Lettore,

anche ad enorme distanza di tempo (e questo spiegherebbe

l'enorme fortuna del testo), proprio come un passo tratto da

un'Introduzione al trattato, curata da Giulio Guidorizzi, mette bene

in evidenza:

“Il sublime, dunque, è innanzitutto un metro che commisura la

dimensione di chi vi si accosta; il quale non è soltanto lo scrittore,

ma anche il destinatario dell’opera letteraria, perché tra i due poli

della comunicazione si stabilisce un forte legame di empatia: infatti,

solo quando l’anima dell’ascoltatore “vibra all’unisono” con quella

dell’autore, solo quando egli si trova in uno stato psicologico di tesa

sospensione, in cui i limiti della propria personalità quasi si

annullano, si può giungere a percepire la sublimità, che associa alla

stessa esperienza il poeta che crea e il pubblico a cui si rivolge. Il

sublime, nella prospettiva dell’Anonimo, sembra essere dunque in

primo luogo un processo di agnizione: riconoscere la grandezza di

uno spirito [quello dell'autore], la profondità di un’idea, lo

7

sconfinato potere della parola.”

sublime

Si nota, così, quanto il pseudolonginiano, all'interno di un

testo che oserei definire esso stesso "sublime", sia distante e,

tuttavia, ponga le basi alle interpretazioni che del termine furono

, Περί Ὕψους,

Pseudo-Longino Milano 2013 , BUR, cap. VII.3, p.147

7

6 Introduzione Περί Ὕψους,

Giulio Guidorizzi, allo Pseudo-Longino, Milano

7 1991, Mondadori, pp. 9-10 8

date in epoche successive. Ciò è dato dal fatto che, per l'Anonimo,

l'aggettivo sublime andasse riferito alla natura di un uomo dotato di

un genio artistico (sostanzialmente innato) e "capace di andare al di

là dell'umanità, suscitando entusiasmo, ammirazione, estasi,

coraggio, forza d'animo e rivelazioni superiori" in chi avesse saputo

apprezzarlo e conoscerlo in profondità. Sublime

In conclusione, nella sua accezione originaria, il non

sarebbe altro che "l'esplicazione artistica del Genio all’interno di

8

testi letterari" , la quale solo, in seguito, in età moderna, diventerà

8

"esplicazione del Meraviglioso in Natura" .

2. LA SVOLTA ROMANTICA: EDMUND BURKE

«Tutto ciò che può destare idee di dolore e di pericolo, ossia tutto

ciò che è in un certo senso terribile, o che riguarda oggetti terribili,

o che agisce in modo analogo al terrore, è una fonte

del sublime; ossia è ciò che produce la più forte emozione che

l'animo sia capace di sentire.» 9

L'idea moderna di Sublime si sviluppò come presupposto all'estetica

romantica durante il Settecento inglese, grazie all'originale

Inchiesta sul

interpretazione dello scritto longiniano costituita dall'

Bello e il Sublime (1757) dell'irlandese Edmund Burke (1729-

1797). Egli, attivo in un periodo in cui la percezione estetica

-contaminata dall'arcadismo e dal neoclassicismo - aveva visto

ridurre la nozione del "bello" a quella di "grazioso", ripristinò la sfera

del turbamento legato all'osservazione di eventi naturali

spaventosi, quella della bellezza che attrae e che al contempo

ferisce, focalizzando tutta la sua attenzione su quell'orrido

dilettevole, così difficile da spiegare a parole eppure così

profondamente radicato nella psiche umana, che nella sua analisi

prende il nome di Sublime.

Storia del sublime: dallo Pseudo Longino alle poetiche

Giuseppe Panella,

8 della modernità, Clinamen 2012, cit., p. 40

Inchiesta sulle origini del Bello e del Sublime,

Edmund Burke, a cura di G.

9 (A philosophical enquiry into the origin of our ideas of

Sertoli, Palermo 1985 1

the Sublime and the Beautiful, London 1757) cit., p. 71

9

De rerum natura

Già Lucrezio nel suo aveva scritt

Dettagli
Publisher
24 pagine
2 download