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Introduzione Story of management - Tesina
La seguente tesina di maturità descrive la storia del management. La tesina permette i seguenti collegamenti: in Storia il parallelismo tra crisi di fine '800, del '29 e del 2008, in Filosofia Marx, l'alienazione del lavoratore (effetto del capitalismo incontrollato), in Italiano Italo Svevo, la fase imprenditoriale di Zeno Cosini, in Latino Petronio, ascesa dei liberti e cena di Trimalchione, in Inglese James Joyce, "Paralysis of Will", in Arte Walt Disney, Artista e imprenditore, in Chimica gli idrocarburi (fonti di energia per le industrie) e in Matematica la curva di offerta (matematica per l'economia).
Collegamenti
Story of management - Tesina
Storia: Il parallelismo tra crisi di fine '800, del '29 e del 2008.
Filosofia: Marx, l'alienazione del lavoratore (effetto del capitalismo incontrollato).
Italiano: Italo Svevo, la fase imprenditoriale di Zeno Cosini.
Latino: Petronio, ascesa dei liberti e cena di Trimalchione.
Inglese: James Joyce, "Paralysis of Will".
Arte: Walt Disney, Artista e imprenditore.
Chimica: Gli idrocarburi (fonti di energia per le industrie).
Matematica: La curva di offerta (matematica per l'economia).
STORY OF MANAGEMENT
Breve storia dell’imprenditorialità dalla fine del XIX all’inizio del XXI secolo
“Perché le persone
che sono abbastanza
folli da pensare di
poter cambiare il
mondo sono coloro
che lo cambiano
davvero” - Steve Jobs
(1955 - 2011) CARLO FAVA, VB
1
LICEO SCIENTIFICO G.GALILEI
INDICE: Mappa concettuale pag. 3
pag. 4
Storia dell’imprenditorialità
Storia: crisi economiche di fine ‘800, ’29 e 2008 pag. 6
Filosofia: Marx, l’alienazione del lavoratore pag. 9
Latino: Petronio, Cena di Trimalcione, l’ascesa dei liberti pag. 10
Italiano: Italo Svevo, la fase imprenditoriale di Zeno Cosini pag. 10
Inglese: James Joyce, “Paralysis” pag. 11
pag. 11
Storia dell’arte: Walt Disney, artista e imprenditore pag. 12
Chimica: Gli idrocarburi pag. 13
Matematica: La curva di offerta
Sitografia pag. 15 2
MAPPA CONCETTUALE:
STORIA DELL’ARTE INGLESE
Walt Disney, artista e James Joyce, ITALIANO
imprenditore “Paralysis” Italo Svevo,
la fase
CHIMICA imprenditoriale di
Gli idrocarburi Zeno Cosini
STORY OF MANAGEMENT
Storia dell’imprenditorialità LATINO
MATEMATICA Petronio, Cena di
La curva di offerta Trimalcione, l’ascesa dei
STORIA FILOSOFIA liberti
Crisi di fine ‘800, del ’29 Marx, l’alienazione
e del 2008 del lavoratore 3
STORY OF MANAGEMENT
Breve storia dell’imprenditorialità dalla fine del XIX all’inizio del XXI secolo
Dell’innovazione tecnologica che portò la Rivoluzione Industriale fu padrona la borghesia. I primi
stabilimenti industriali mutarono la conformazione urbana, la città cambiò da centro commerciale a
centro industriale, i contadini abbandonarono le sterili campagne a favore delle nuove promesse di
lavoro, le strade divennero caotiche e pericolose e gli operai sempre più sfruttati, così che già
dalla seconda metà del XIX secolo si andò delineando un nuovo assetto sociale.
Al vertice di tale assetto piramidale vi erano i capitalisti, i banchieri, gli assicuratori, tutti coloro che
disponevano di un capitale da poter investire a favore di nuovi profitti, a metà vi era la nobiltà, la
quale nelle monarchie europee conservava ancora un’importanza politica, infine la base della
piramide era costituita dagli operai (che presero il nome di Proletariato), i quali versavano in
condizioni medico-sanitarie e morali davvero spaventose; spesso costretti a vivere in case comuni
privi anche di servizi igienici e altrettanto spesso inclini a dipendenze che ne logoravano ancor più
la breve vita. L’attuazione di una politica economica liberale da parte di molte nazioni Occidentali
portò ad una logica conseguenza: verso la fine del XIX secolo era tutt’altro che raro che due grandi
compagnie si occupassero dello stesso settore, e a causa delle grandissime dimensioni di ognuna
era praticamente impossibile una totale acquisizione di una da parte di un’altra, così si dovette
ricorrere a stratagemmi per l’epoca innovativi, principalmente i Cartelli e i Trust.
I primi consistono in accordi tra due o più
imprese appartenenti allo stesso ramo di
produzione, anche di diversi Paesi, per
eliminare o ridurre la pressione della
concorrenza all’interno di un settore.
Maggiormente restrittivo è invece il trust,
qui infatti due o più imprese rinunciano
alla propria autonomia a favore di
un’organizzazione superiore che ne
controlli le quote capitali. Celebre
esempio di trust è la Standard Oil,
fondata nel 1879 da John D. Rockefeller
e che in pochi anni arrivò a controllare il
90% dell’industria petrolifera degli Stati
Uniti.
Di fatti nel 1890 fu varata negli States la
prima legge antitrust, lo Sherman Act, che dichiarava illegali tutti gli accordi commerciali che
avessero costituito una restrizione al commercio. Leggi simili arrivarono in Europa solo dal 1923
(con il primo antitrust tedesco) e in Italia nel 1990.
Il XX Secolo risultò essere un secolo di innovazioni paradossali sia a livello sociale, che economico
e tecnologico. Innovazione radicale alle prime decadi del ‘900 fu l’introduzione della catena di
montaggio nella produzione industriale da parte di Henry Ford per conto dell’omonima casa
automobilistica e successivamente imitata da Giovanni Agnelli per la FIAT. L’introduzione di tale
sistema produttivo ebbe effetti incredibili sia sull'abbassamento dei prezzi che sull’assetto della
produzione operaia. Ogni lavoratore con tale sistema svolgeva un semplice compito ripetendolo
migliaia di volte; i vantaggi per il capitalista erano enormi: in primis veniva a mancare la
specializzazione del lavoratore a 360 gradi, da un lato spariva così la figura dell’artigiano per
cedere il posto a quella del lavoratore-macchina completamente impegnato nella realizzazione di
pezzi singoli e “aiutante” della macchina. In breve tempo la strategia della produzione in serie fece
il giro del mondo e fu adottata da aziende operanti nei più diversi settori produttivi, abbassando i
prezzi dei beni, riducendo i costi di produzione e alienando sempre più il lavoratore.
L’enorme produzione necessitava di sistemi di vendita di eguali proporzioni, così dall’inizio del XX
secolo ci si trovò di fronte alla necessità di sviluppare nuove strategie commerciali. La pubblicità
già preesistente subì un improvement decisivo, con il lancio di ciò che oggi chiamiamo Trend. 4
Tale politica di vendita innovativa si basava innanzitutto su un
nuovo fenomeno sociale che divenne tipico del Novecento: la
massa.
Le multinazionali ne approfittarono tanto quanto i regimi totalitari
per imporre modelli che dovevano a loro dire migliorare la vita
dell’individuo; in pratica pressarono così tanto su tale politica di
vendita da ribaltare le regole del gioco: non fu più il
consumatore a scegliere il prodotto secondo i propri gusti bensì
l’impresa a dettare modelli di vita alla massa, ovviamente
raggiungibili solo tramite l’acquisto di un determinato prodotto.
Tale politica, attuata dalle industrie della moda, da quelle
automobilistiche e dei beni di lussuosi, si rivelò infallibile già nel
secondo dopoguerra ed ebbe il suo culmine dagli anni '80 in poi,
epoca di boom economico in cui più che mai la pubblicità fornì
modelli di vita principalmente orientati ai giovani.
Le aziende che seppero sfruttare tale cambiamento si rivelarono
imbattute fino ai giorni nostri, ma il mercato dagli anni '90 in poi
fu dominato da quelle aziende che alla produzione materiale
preferirono quella virtuale. Con l'avvento del web si ebbe un cambiamento radicale della vita delle
persone. Come abbiamo già visto da sempre la tecnologia rivoluzionò la vita delle persone, e con
l'avvento del capitalismo anche il modo di fare impresa. Le aziende fondate da Bill Gates e Steve
Jobs si rivelarono delle vere e proprie bombe economiche, difatti è importante specificare la
genialità di Apple e Microsoft che pur operando nello stesso settore riuscirono a diversificare i
prodotti da loro ideati. Mentre Apple punta tutt'oggi alla creazione materiale di computer,
smartphone e tablet, la Microsoft captò sin dagli albori che la stragrande maggioranza delle
aziende impegnate nella New Economy possedeva le competenze elettroniche per la produzione
degli hardware ma necessitava dei software, ben più complicati. Bill Gates riuscì così a cavalcare
l'onda e vendere il software a molteplici industrie cumulando in trent'anni oltre 70 miliardi di dollari
di capitale.
Agli albori del ventunesimo secolo l'industria informatica controllava flussi capitali miliardari,
eppure l'ambito economico controllato era sempre ristretto alla compravendita di prodotti da parte
di consumatori, la vera rivoluzione avvenne con l'avvento di Google e Facebook. Le companies
site nella celebre Silicon Valley hanno una caratteristica mai vista prima di allora: offrono servizi
gratuiti. Ma come fanno allora a rimanere in piedi e capitalizzare miliardi di dollari ogni anno? Da
dove arrivano i soldi? La risposta è semplice: pubblicità. Ogni qualvolta visitiamo una pagina web
tramite Google, effettuiamo una ricerca, mettiamo un like su Facebook, Instagram o qualsiasi altra
piattaforma social, doniamo a tale azienda informazioni su cosa ci piace, quali sono le nostre
esigenze, se preferiamo una macchina sportiva o un'utilitaria, un hamburger o una pizza; non a
caso quando accediamo al nostro account Facebook troviamo tra le inserzioni risultati di ricerche
che abbiamo effettuato precedentemente su Google.
Le righe di codice che rendono
possibile la memorizzazione di tali dati Valore di mercato della Data Driven Economy in miliardi di USD
si chiamano cookies e sono la base di 60
quella che oggi è chiamata Data Driven
Economy . Interi pacchetti di
informazioni riguardanti i gusti di 45
migliaia di persone vengono venduti
per milioni o a volte miliardi di dollari ad 30
altre multinazionali non
necessariamente legate al settore
informatico. Il potenziale di tali manovre 15
commerciali risiede appunto nel fatto
che la maggior parte della popolazione 0
virtuale ne è all'oscuro o comunque 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
vede la propria identità come un prezzo
da poter pagare per ottenere un sevizio. 5
Startup italiane aperte annualmente
Altra idea di imprenditorialità quantomai 1600
recente sono le Startup, la filosofia alla base
di tali aziende risiede nell'ottenere un 1200
massimo riscontro economico con il lancio
sul mercato di un'idea. Al giorno d'oggi le 800
Startup si occupano principalmente della
realizzazione di servizi per il web e app, che
poi forniscono gratuitamente o a modici 400
prezzi (prezzo medio 1,99€) a chiunque
possegga uno smartphone o un tablet. La 0
crescita di tali "imprese 2.0" è davvero 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
impressionante, si parla di cifre a sei zeri in
caso di successo, tanto che la maggior parte
si trasformano in S.p.A. nel giro di pochi anni.
Ma allora qual è il modo migliore di fare impresa nel XXI secolo?
Sicuramente inserirsi in tali dinamiche, l'epoca delle piccole-medie imprese confinate al contesto
provinciale è ormai terminata, è preferibile che ad un negozio di scarpe sia associato un e-
commerce bel sponsorizzato sul web, inoltre recenti statistiche dimostrano che nell'era degli
smartphone passiamo circa il 30% del tempo giornaliero online. Dati di questo tipo non possono
essere ignorati, proprio per questo la pu