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La seguente tesina parla della figura di Steve Jobs.
Storia: La rivoluzione elettronica
Fisica: Circuiti
Matemtatica: Il significato geometrico di derivata
Italiano:D'Annunzio e il progresso
Filosofia: La scuola di francoforte
Latino: Quintiliano e la comunicazione
Inglese:George Orwell
Scienze Naturali: Le Biotecnologie
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definì indefinito. La prima cosa che fece da iCEO fu quella di eliminare la
possibilità di creare dei computer, progettati da terzi, con sistema operativo
Macintosh. Operò questa scelta perché non faceva che erodere il fatturato
dell’azienda. Dopo essere ritornato alla produzione propria la Apple si
concentrò sulla revisione delle linee di prodotto. Fu istituita una riunione
settimanale composta da 30 dipendenti che portavano la loro idea. Tale scelta si
rivelò un cumulo di powerpoint prestampati che Steve commentò con
l’espressione: ”patetici”. Abolì in queste riunioni i powerpoint e licenziò il 70%
dei collaboratori. Cominciò quindi a tagliare i prodotti Apple che esistevano in
una moltitudine di versioni. A questo punto un giorno, durante la riunione,
divise la lavagna in quattro parti: la prima parte era costituita dal computer
professionale quello che oggi viene definito MAC Pro. La seconda parte fu
chiamata quella del portatile professionale che corrisponde al Macbook Pro. La
terza fu chiamata da Jobs quella del desktop consumatore che corrisponde
all’attuale iMac. L’ultima è quella del portatile consumatore che corrisponde a
quella del Macbook Air. Fu questa la vera innovazione cioè quella di creare
qualcosa di unico. Andando controcorrente alla Microsoft e l’IBM che stavano
creando infinite versioni di modelli. Da qui nacque il desiderio dei consumatori
di avere un prodotto Apple che rappresenta un prodotto unico sul mercato. Per
questo motivo grazie alla sua comunicazione, alla sua strategia di marketing, la
Apple ottenne un profitto di 309 milioni solo nel primo trimestre del 1997.
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Storia: La Rivoluzione Elettronica
L’avvento del circuito integrato e la nascita del computer
Gli ultimi decenni del’900 sono ricordati come un’epoca di grandi
trasformazioni nell’economia e nella società del mondo industrializzato. Come
alla fine dell’800 l’emergere di nuove tecnologie e di nuovi settori produttivi
aveva mutato profondamente le strutture economiche e la stessa vita quotidiana
nei paesi più sviluppati,così ora si assiste al declino di industrie che avevano
svolto un ruolo centrale per oltre un secolo, all’affermarsi di nuove tecniche
produttive,all’aprirsi di nuovi campi di
attività che lasciavano intravedere una
realtà economica sociale molto diversa da
quella che aveva avuto la sua massima
espansione negli anni’50 e ’60 del ‘900. Il
centro propulsore di questo processo di
trasformazione sta certamente
nell’elettronica, cioè in quella branca della
fisica che studia il movimento degli
elettroni e che,già nella prima metà del
‘900, era stata alla base di alcune
fondamentali scoperte nel campo delle
comunicazioni radiofoniche e televisive.
Ma più importante e la più rivoluzionaria
fra le applicazioni della tecnologia
elettronica fu attuata nel secondo
dopoguerra nel settore dei computer:
apparecchi capaci di riprodurre in qualche
misura i meccanismi di funzionamento del
cervello umano, mediante l’apertura e la Steve Jobs e Steve Wozniak nel giorno della fondazione
della Apple Computer®
chiusura di una serie di circuiti elettrici; di
eseguire operazioni matematiche senza
possibilità di errore in tempi infinitamente brevi di quelli consentiti all’uomo; di
reagire, se opportunamente programmati,a impulsi esterni e di comandare, in
base a questi impulsi, l’attività di altre macchine.
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I primi calcolatori erano stati realizzati già durante la seconda guerra
mondiale ma, basati sull'uso di componenti elettromeccaniche (i relais,
comunemente impiegati nella telefonia), erano soggetti a usura, oltre che
estremamente ingombranti. La sostituzione del relais prima con la valvola, poi
col transistor consentì, nel corso degli anni ’50, di ridurre enormemente le
dimensioni del computer e di aumentarne la potenza di calcolo, l'affidabilità e la
complessità. Un ulteriore salto qualitativo fu compiuto nel decennio successivo
con l'introduzione del circuito integrato: una piastrina di silicio sulla quale
possono essere riprodotte, in forma miniaturizzata, le funzioni di un'intera rete
di transistor. Nascevano così, anche sotto la spinta delle imprese spaziali, I
computer della terza generazione: apparecchi che non solo vantavano, rispetto i
loro predecessori, dimensioni ancora più ridotte, velocità di calcolo ancora
maggiore oltre alla possibilità di collegare molti apparecchi periferici a una sola
memoria centrale. Ma Avevano anche costi di produzione sensibilmente più
bassi. E questo fu certo un fattore decisivo per far uscire il computer dall'ambito
dei laboratori specializzati e degli istituti di ricerca e per farlo entrare nel mondo
della produzione di massa.
I successivi sviluppi della tecnologia consentirono di produrre processori
sempre più piccoli e sempre più veloci ed elaborare programmi sempre più
complessi. Del resto, nell'industria del computer l’hardware è meno importante,
sotto il profilo dei costi, rispetto al software.
Strettamente legata alla rivoluzione del computer è la crescita di nuove
tecnologie E di nuove branche della scienza applicata. Lo sviluppo
dell'informatica si è intrecciato con quello della cibernetica, Scienza nata negli
anni ’40 che studia processi di controllo di comunicazione negli organismi
viventi e cerca di riprodurli nelle macchine.(2)Con la nascita dell’Informatica
nacquero le prime aziende produttrici di hardware come la IBM, la HP e la
Motorola. Aziende che svilupparono le prime schede utilizzate da Steve Jobs
nell’Apple I.
La carriera di Steve Jobs e Steve Wozniak cominciò con la costruzione del
“Blue Box” dispositivo in grado di fare chiamate gratuite. Nella realizzazione del
Blue Box, Woz è stato la mente, mentre Jobs sentendo il profumo degli affari, ha
fatto in modo di pubblicizzare il prodotto, riuscendo a venderne una buona
quantità. Nel 1975 i due iniziano a progettare il loro primo computer nella
camera da letto dei genitori di Steve Jobs.
All‟inizio Wozniak progetta il suo computer principalmente sulla carta, perché
avrebbe voluto utilizzare il processore Motorola 6800, ma costava 170 dollari ed
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era un prezzo troppo elevato per le loro tasche. Nel 1976 la MOS Technologies
commercializzò il chip 6502 al prezzo di 25 dollari, così Wozniak poté adattare i
progetti basati sul processore 6800 di Motorola a questo nuovo processore. Il
progetto venne completato nel garage di casa Jobs nel 1976.I due battezzarono il
loro primo computer “Apple che lavorava anche per l‟HP, di cui il
I”.Woz,
contratto prevedeva che ogni sua invenzione dovesse essere prima visionata da
essa, dovette presentare il progetto alla società, ma essa lo respinse perché non
pensava che un computer fosse interessante per la gente comune.Il primo Aprile
1976 Steve Jobs e Steve Wozniak fondarono la “Apple Computer Co.” assieme
al co-fondatore Ronald Wayne.(3)
2 Nuovi Profili storici Volume 3 pagina 823 paragrafo 2
3Dal libro Steve Jobs Confidential di Schlender Capitolo 1.
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Fisica: Circuito Capacitivo,
La Base dell’Informatica Moderna
I circuiti sono la base dell’Hardware
informatico. Oggi grazie alla loro
funzione possiamo costruire schede
sempre più potenti. Il primo circuito
che prenderemo in considerazione è il
circuito Capacitivo costituito da una
corrente continua e da un alternatore.
Essendo continua la corrente esso si comporta come un circuito aperto. Nel
circuito non passa più corrente continua ma alternata. Nella prima fase si carica
l’armatura positiva e per induzione quella negativa. Nella seconda fase il
conduttore si scarica, nella terza fase se invertiamo i poli, con questa inversione,
si inverte il senso della corrente. La corrente essendo alternata genera una Forza
elettromotrice alternata (f.e.m) che fluisce una corrente elettrica che anticipa di
un quarto di periodo la f.e.m.
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In un circuito capacitivo la corrente non circola più quando sul condensatore le
armature sono completamente cariche, la corrente è massima quando le
armature sono completamente scariche. Possiamo determinare la capacità che
risulta essere pari alla quantità di carica distribuita sulle armature, Q
=
fratto, la differenza di potenziale tra le armature. C ΔV
Applichiamo la legge delle maglie che dice che la somma algebrica
delle differenze di potenziale che si incontrano percorrendo una maglia è pari a
zero.
f.e.m=AV=0
f.e.m - Q/c=0
Q=c f.e.m
Applichiamo la derivata per ricavare la corrente alternata che circola nel
circuito. dQ d
= =
i(t) (Cf sin wt)
0
dt dt
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Matematica: La Derivata
Per derivata di una funzione si intende una funzione dove si determina la retta
tangente. Andiamo a definire il rapporto incrementale:
→
f : A B
∀C ∈A,∀h ∈R + ∈A
/ c h
Data una funzione reale di variabile reale. Preso un C appartenente al Dominio
e preso un incremento h appartenente ad R tale che c+h sia appartenente al
dominio. Se consideriamo un quoziente.
+ − Δx
f (c h) f (c) =
+ − Δy
(c h) c
Tale rapporto corrisponde alla
pendenza della retta secante della
funzione nel punto A e nel punto B.
G e o g r a fi c a m e n t e a bb i a m o u n a
situazione di questo tipo.
Se invece riduciamo h ovvero lo
facciamo tendere a zero vuol dire che c+h tende a c. Geometricamente accade
che la secante tende alla tangente
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Q u n d i + −
f (c h) f (c) =
possiamo definire la derivata come il lim f '(c)
limite del rapporto incrementale. h
h→0
[D( f (x))] x=c
Data una funzione y=f(x) e preso un punto x0 del dominio di f, la derivata
prima f ’(x0) nel punto x0 ha il significato geometrico di coefficiente angolare
della retta tangente al grafico della funzione nel punto di coordinate (x0;f (x0)).
Supponiamo per ipotesi che la nostra funzione sia derivabile nel punto x0
considerato.
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Scriviamo l’equazione di una generica retta nella forma y=mx+q dove m indica
il coefficiente angolare della retta. Per q invece intendiamo l’ordinata all’origine.
L’espressione analitica della funzione considerata è invece y=f(x). Dimostriamo
che m=f ’(x0). In primo luogo osserviamo che la retta tangente interseca il
grafico di y=f(x) nel punto P (x0;f(x0)). Quindi x=x0 e y=f(x0) devono verificare
l’equazione della retta tangente f(x0)=mx0+q. Ora scriviamo la derivata di
y=f(x) nel punto x=x0.. Secondo la definizione
+ −
f (x h) f (x )
= 0 0
f '(x ) lim
0 h
h→0
Osserviamo che per valori molto piccoli di h la retta tangente si comporta come
la funzione. In altre parole nel limite possiamo sostituire f(x0+h) cioè l’ordinata
corrispondente mediante la funzione f all’ascissa x0+h, con il valore assunto
della retta nella stessa ascissa. y=m(x0+h)+q. Andando a sostituire al limite
+ + −
m(x h) q f (x )
= 0 0
f '(x ) lim
0 h
h→0
Ora sostituiamo il valore f(x0) ricorrendo all’uguaglianza f(x0)=mx0+q
+ + − −
m(x h) q mx q mh
= = =
0 0
f '(x ) lim lim m
0 h h
h→0 h→0
Si conclude che m=f ’(x0).
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Italiano:Gabriele D’Annunzio
D’Annunzio e il progresso
“Forse che si forse che no” la figura di Paolo Tarsis
Notevoli sono stati gli interessi di D’Annunzio per l’automobile, l’aereo e i tanti
aspetti delle innovazioni della meccanica e della tecnologia. Egli già nel 1895