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Sintesi
Introduzione Steve Jobs: L'uomo che ha inventato il futuro, tesina


La seguente tesina parla della figura di Steve Jobs.

Collegamenti


Storia: La rivoluzione elettronica
Fisica: Circuiti
Matemtatica: Il significato geometrico di derivata
Italiano:D'Annunzio e il progresso
Filosofia: La scuola di francoforte
Latino: Quintiliano e la comunicazione
Inglese:George Orwell
Scienze Naturali: Le Biotecnologie
Estratto del documento

PIERPAOLO BELTRATTI V SC A ISTITUTO SALESIANO SACRO CUORE

definì indefinito. La prima cosa che fece da iCEO fu quella di eliminare la

possibilità di creare dei computer, progettati da terzi, con sistema operativo

Macintosh. Operò questa scelta perché non faceva che erodere il fatturato

dell’azienda. Dopo essere ritornato alla produzione propria la Apple si

concentrò sulla revisione delle linee di prodotto. Fu istituita una riunione

settimanale composta da 30 dipendenti che portavano la loro idea. Tale scelta si

rivelò un cumulo di powerpoint prestampati che Steve commentò con

l’espressione: ”patetici”. Abolì in queste riunioni i powerpoint e licenziò il 70%

dei collaboratori. Cominciò quindi a tagliare i prodotti Apple che esistevano in

una moltitudine di versioni. A questo punto un giorno, durante la riunione,

divise la lavagna in quattro parti: la prima parte era costituita dal computer

professionale quello che oggi viene definito MAC Pro. La seconda parte fu

chiamata quella del portatile professionale che corrisponde al Macbook Pro. La

terza fu chiamata da Jobs quella del desktop consumatore che corrisponde

all’attuale iMac. L’ultima è quella del portatile consumatore che corrisponde a

quella del Macbook Air. Fu questa la vera innovazione cioè quella di creare

qualcosa di unico. Andando controcorrente alla Microsoft e l’IBM che stavano

creando infinite versioni di modelli. Da qui nacque il desiderio dei consumatori

di avere un prodotto Apple che rappresenta un prodotto unico sul mercato. Per

questo motivo grazie alla sua comunicazione, alla sua strategia di marketing, la

Apple ottenne un profitto di 309 milioni solo nel primo trimestre del 1997.

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PIERPAOLO BELTRATTI V SC A ISTITUTO SALESIANO SACRO CUORE

Storia: La Rivoluzione Elettronica

L’avvento del circuito integrato e la nascita del computer

Gli ultimi decenni del’900 sono ricordati come un’epoca di grandi

trasformazioni nell’economia e nella società del mondo industrializzato. Come

alla fine dell’800 l’emergere di nuove tecnologie e di nuovi settori produttivi

aveva mutato profondamente le strutture economiche e la stessa vita quotidiana

nei paesi più sviluppati,così ora si assiste al declino di industrie che avevano

svolto un ruolo centrale per oltre un secolo, all’affermarsi di nuove tecniche

produttive,all’aprirsi di nuovi campi di

attività che lasciavano intravedere una

realtà economica sociale molto diversa da

quella che aveva avuto la sua massima

espansione negli anni’50 e ’60 del ‘900. Il

centro propulsore di questo processo di

trasformazione sta certamente

nell’elettronica, cioè in quella branca della

fisica che studia il movimento degli

elettroni e che,già nella prima metà del

‘900, era stata alla base di alcune

fondamentali scoperte nel campo delle

comunicazioni radiofoniche e televisive.

Ma più importante e la più rivoluzionaria

fra le applicazioni della tecnologia

elettronica fu attuata nel secondo

dopoguerra nel settore dei computer:

apparecchi capaci di riprodurre in qualche

misura i meccanismi di funzionamento del

cervello umano, mediante l’apertura e la Steve Jobs e Steve Wozniak nel giorno della fondazione

della Apple Computer®

chiusura di una serie di circuiti elettrici; di

eseguire operazioni matematiche senza

possibilità di errore in tempi infinitamente brevi di quelli consentiti all’uomo; di

reagire, se opportunamente programmati,a impulsi esterni e di comandare, in

base a questi impulsi, l’attività di altre macchine.

STEVE JOBS (1955-2011) PIERPAOLO BELTRATTI " 6

PIERPAOLO BELTRATTI V SC A ISTITUTO SALESIANO SACRO CUORE

I primi calcolatori erano stati realizzati già durante la seconda guerra

mondiale ma, basati sull'uso di componenti elettromeccaniche (i relais,

comunemente impiegati nella telefonia), erano soggetti a usura, oltre che

estremamente ingombranti. La sostituzione del relais prima con la valvola, poi

col transistor consentì, nel corso degli anni ’50, di ridurre enormemente le

dimensioni del computer e di aumentarne la potenza di calcolo, l'affidabilità e la

complessità. Un ulteriore salto qualitativo fu compiuto nel decennio successivo

con l'introduzione del circuito integrato: una piastrina di silicio sulla quale

possono essere riprodotte, in forma miniaturizzata, le funzioni di un'intera rete

di transistor. Nascevano così, anche sotto la spinta delle imprese spaziali, I

computer della terza generazione: apparecchi che non solo vantavano, rispetto i

loro predecessori, dimensioni ancora più ridotte, velocità di calcolo ancora

maggiore oltre alla possibilità di collegare molti apparecchi periferici a una sola

memoria centrale. Ma Avevano anche costi di produzione sensibilmente più

bassi. E questo fu certo un fattore decisivo per far uscire il computer dall'ambito

dei laboratori specializzati e degli istituti di ricerca e per farlo entrare nel mondo

della produzione di massa.

I successivi sviluppi della tecnologia consentirono di produrre processori

sempre più piccoli e sempre più veloci ed elaborare programmi sempre più

complessi. Del resto, nell'industria del computer l’hardware è meno importante,

sotto il profilo dei costi, rispetto al software.

Strettamente legata alla rivoluzione del computer è la crescita di nuove

tecnologie E di nuove branche della scienza applicata. Lo sviluppo

dell'informatica si è intrecciato con quello della cibernetica, Scienza nata negli

anni ’40 che studia processi di controllo di comunicazione negli organismi

viventi e cerca di riprodurli nelle macchine.(2)Con la nascita dell’Informatica

nacquero le prime aziende produttrici di hardware come la IBM, la HP e la

Motorola. Aziende che svilupparono le prime schede utilizzate da Steve Jobs

nell’Apple I.

La carriera di Steve Jobs e Steve Wozniak cominciò con la costruzione del

“Blue Box” dispositivo in grado di fare chiamate gratuite. Nella realizzazione del

Blue Box, Woz è stato la mente, mentre Jobs sentendo il profumo degli affari, ha

fatto in modo di pubblicizzare il prodotto, riuscendo a venderne una buona

quantità. Nel 1975 i due iniziano a progettare il loro primo computer nella

camera da letto dei genitori di Steve Jobs.

All‟inizio Wozniak progetta il suo computer principalmente sulla carta, perché

avrebbe voluto utilizzare il processore Motorola 6800, ma costava 170 dollari ed

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era un prezzo troppo elevato per le loro tasche. Nel 1976 la MOS Technologies

commercializzò il chip 6502 al prezzo di 25 dollari, così Wozniak poté adattare i

progetti basati sul processore 6800 di Motorola a questo nuovo processore. Il

progetto venne completato nel garage di casa Jobs nel 1976.I due battezzarono il

loro primo computer “Apple che lavorava anche per l‟HP, di cui il

I”.Woz,

contratto prevedeva che ogni sua invenzione dovesse essere prima visionata da

essa, dovette presentare il progetto alla società, ma essa lo respinse perché non

pensava che un computer fosse interessante per la gente comune.Il primo Aprile

1976 Steve Jobs e Steve Wozniak fondarono la “Apple Computer Co.” assieme

al co-fondatore Ronald Wayne.(3)

2 Nuovi Profili storici Volume 3 pagina 823 paragrafo 2

3Dal libro Steve Jobs Confidential di Schlender Capitolo 1.

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PIERPAOLO BELTRATTI V SC A ISTITUTO SALESIANO SACRO CUORE

Fisica: Circuito Capacitivo,

La Base dell’Informatica Moderna

I circuiti sono la base dell’Hardware

informatico. Oggi grazie alla loro

funzione possiamo costruire schede

sempre più potenti. Il primo circuito

che prenderemo in considerazione è il

circuito Capacitivo costituito da una

corrente continua e da un alternatore.

Essendo continua la corrente esso si comporta come un circuito aperto. Nel

circuito non passa più corrente continua ma alternata. Nella prima fase si carica

l’armatura positiva e per induzione quella negativa. Nella seconda fase il

conduttore si scarica, nella terza fase se invertiamo i poli, con questa inversione,

si inverte il senso della corrente. La corrente essendo alternata genera una Forza

elettromotrice alternata (f.e.m) che fluisce una corrente elettrica che anticipa di

un quarto di periodo la f.e.m.

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In un circuito capacitivo la corrente non circola più quando sul condensatore le

armature sono completamente cariche, la corrente è massima quando le

armature sono completamente scariche. Possiamo determinare la capacità che

risulta essere pari alla quantità di carica distribuita sulle armature, Q

=

fratto, la differenza di potenziale tra le armature. C ΔV

Applichiamo la legge delle maglie che dice che la somma algebrica

delle differenze di potenziale che si incontrano percorrendo una maglia è pari a

zero.

f.e.m=AV=0

f.e.m - Q/c=0

Q=c f.e.m

Applichiamo la derivata per ricavare la corrente alternata che circola nel

circuito. dQ d

= =

i(t) (Cf sin wt)

0

dt dt

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Matematica: La Derivata

Per derivata di una funzione si intende una funzione dove si determina la retta

tangente. Andiamo a definire il rapporto incrementale:

f : A B

∀C ∈A,∀h ∈R + ∈A

/ c h

Data una funzione reale di variabile reale. Preso un C appartenente al Dominio

e preso un incremento h appartenente ad R tale che c+h sia appartenente al

dominio. Se consideriamo un quoziente.

+ − Δx

f (c h) f (c) =

+ − Δy

(c h) c

Tale rapporto corrisponde alla

pendenza della retta secante della

funzione nel punto A e nel punto B.

G e o g r a fi c a m e n t e a bb i a m o u n a

situazione di questo tipo.

Se invece riduciamo h ovvero lo

facciamo tendere a zero vuol dire che c+h tende a c. Geometricamente accade

che la secante tende alla tangente

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Q u n d i + −

f (c h) f (c) =

possiamo definire la derivata come il lim f '(c)

limite del rapporto incrementale. h

h→0

[D( f (x))] x=c

Data una funzione y=f(x) e preso un punto x0 del dominio di f, la derivata

prima f ’(x0) nel punto x0 ha il significato geometrico di coefficiente angolare

della retta tangente al grafico della funzione nel punto di coordinate (x0;f (x0)).

Supponiamo per ipotesi che la nostra funzione sia derivabile nel punto x0

considerato.

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PIERPAOLO BELTRATTI V SC A ISTITUTO SALESIANO SACRO CUORE

Scriviamo l’equazione di una generica retta nella forma y=mx+q dove m indica

il coefficiente angolare della retta. Per q invece intendiamo l’ordinata all’origine.

L’espressione analitica della funzione considerata è invece y=f(x). Dimostriamo

che m=f ’(x0). In primo luogo osserviamo che la retta tangente interseca il

grafico di y=f(x) nel punto P (x0;f(x0)). Quindi x=x0 e y=f(x0) devono verificare

l’equazione della retta tangente f(x0)=mx0+q. Ora scriviamo la derivata di

y=f(x) nel punto x=x0.. Secondo la definizione

+ −

f (x h) f (x )

= 0 0

f '(x ) lim

0 h

h→0

Osserviamo che per valori molto piccoli di h la retta tangente si comporta come

la funzione. In altre parole nel limite possiamo sostituire f(x0+h) cioè l’ordinata

corrispondente mediante la funzione f all’ascissa x0+h, con il valore assunto

della retta nella stessa ascissa. y=m(x0+h)+q. Andando a sostituire al limite

+ + −

m(x h) q f (x )

= 0 0

f '(x ) lim

0 h

h→0

Ora sostituiamo il valore f(x0) ricorrendo all’uguaglianza f(x0)=mx0+q

+ + − −

m(x h) q mx q mh

= = =

0 0

f '(x ) lim lim m

0 h h

h→0 h→0

Si conclude che m=f ’(x0).

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Italiano:Gabriele D’Annunzio

D’Annunzio e il progresso

“Forse che si forse che no” la figura di Paolo Tarsis

Notevoli sono stati gli interessi di D’Annunzio per l’automobile, l’aereo e i tanti

aspetti delle innovazioni della meccanica e della tecnologia. Egli già nel 1895

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