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Nella mia tesina di maturità ho approfondito il concetto di "sogno" sia da un punto di vista prettamente teorico, affiancandomi alle scienze sociali e alle teorie di Sigmund Freud; proseguendo con la filosofia di Schopenhauer e con l'uso della metafora "la vita è un sogno"; in conclusione la mia tesina, in lingua inglese, presenta il sogno utopico di Martin Luther King e citando il suo celebre discorso "I have a dream".
Scienze sociali: Le teorie di Sigmund Freud.
Filosofia: Arthur Schopenhauer.
Inglese: Martin Luther King.
Liceo Statale sperimentale delle Scienze Sociali
"Don Giuseppe Fogazzaro"
ESAME DI STATO
2012/2013
ARGOMENTO:
"Tutti gli uomini sognano, ma non allo stesso modo: coloro che
sognano di notte, nei recessi polverosi delle loro menti, si svegliano
di giorno per scoprire la vanità di quelle immagini; ma coloro i quali
sognano di giorno, sono uomini pericolosi perché possono mettere
in pratica i loro sogni ad occhi aperti per renderli possibili."
Thomas Edward
Lawrence
MATERIE COINVOLTE: Scienze sociali, filosofia, inglese
Gagliardo Giulia
CANDIDATO:
classe 5^BS
MATERIA ARGOMENTO
Freud
Scienze sociali la funzione del sogno
Sigmund le fonti suscitatrici
il contenuto manifesto ed il contenuto
latente
l'analisi del sogno
Filosofia Arthur il "velo di Maya"
il mondo come rappresentazione
la metafora della vita come un sogno
Schopenhaue r il corpo come espressione di volontà
Inglese Martin Luther utopian vision of dream
King's anti-discrimination protests
the speech: "I have a dream"
King Il sogno, Gagliardo Giulia
I sogni sono stati alterati di coscienza nei quali ricordi e fantasie vengono
temporaneamente confusi con la realtà esterna. Gli studiosi non sono concordi sulla
funzione dei sogni, ma una delle prime teorie sulla
funzione dei sogni è quella avanzata da Sigmund
Freud.
SIGMUND FREUD
Sigmund Freud nacque a Freiberg, cittadina austriaca, nel
1856; nel 1860 la sua famiglia si dovette trasferire, a cause
delle pessime condizioni economiche, a Vienna. Freud
conseguì la laurea in medicina nel 1881, proseguendo la sua
attività di medico presso il reparto di malattie nervose
dell'ospedale viennese; nel 1886, dopo aver ottenuto la
docenza in neurologia, aprì a Vienna uno studio privato per
la cura delle malattie nervose dove, per una trentina d'anni, confluirono medici e pazienti da
tutte le parti del mondo. La sua prima opera fu
L'interpretazione dei sogni Psicopatologia della vita quotidiana Tre
(1900), seguirono (1901),
saggi sulla sessualità Introduzione alla psicoanalisi Psicologia delle masse
(1905), (1915-1917),
e analisi dell'io Psicoanalisi
(1921), (1938). Dopo una lunga
convivenza con la malattia, rifugiatosi a Londra, nel tentativo di fuggire dalle minacce della
polizia nazista, morì nel settembre del 1939.
I SOGNI E LA LORO INTERPRETAZIONE
Freud, all'alba del Novecento, trasforma radicalmente l'immagine dell'io, della coscienza e della
personalità in cui l'uomo si era rispecchiato per secoli e rivela l'esistenza di una zona "buia" ed
impenetrabile alla ragione: l'inconscio. Nella sua autoanalisi Freud individua una via per
"[...] un appagamento (mascherato) di un
accedere all'inconscio: il sogno che egli considera
desiderio (represso, rimosso)". "[...] l'interpretazione del sogno
A tal proposito Freud scrisse che
è una via regia che porta alla conoscenza dell'inconscio nella via psichica" ; il sogno è anche
"il surrogato, alterato attraverso una traslazione sul materiale recente, della
definito come
scena infantile" "un brano della superata psiche infantile".
e come una manifestazione di
"Il sogno in fondo altro non è che una forma particolare del nostro pensiero,
resa possibile dalle condizioni dello stato di sonno e creata dal lavoro onirico" .
"[...] esso ha una doppia
Un sogno è una formazione di compromesso
funzione: da una parte è in sintonia con l'Io, per il fatto che serve al desiderio
di dormire, mediante l'eliminazione degli stimoli che turbano il sonno;
dall'altra parte esso permette ad una spinta pulsionale rimossa il
soddisfacimento possibile in queste condizioni, sotto forma di un
appagamento allucinatorio del desiderio".
Freud parla in vari luoghi di "fonti suscitatrici" dalle quali è attinto il materiale che costituisce il
sogno. Un'enumerazione completa di queste fonti permette di riconoscerne quattro tipi
differenti, utilizzati anche per la suddivisione dei sogni: 1) eccitamento sensoriale esterno
(oggettivo); 2) eccitamento sensoriale
interno (soggettivo); 3) stimolo corporeo
interno (organico); 4) fonti di stimolo
puramente psichiche.
Freud proseguì nell'esame delle fonti a cui è attinto il materiale onirico. Le fonti del materiale
dei sogni sono così indicate: a) materiale recente e indifferente;
b) elementi infantili;
c) fonti somatiche.
Il padre della psicoanalisi riteneva che durante il sonno la mente cosciente fosse a riposo e
perciò non esercitasse un valido controllo. Non si tratta, però, di un processo semplice in
quanto il super-Io esercita un certo controllo sul contenuto dei sogni e i conflitti reali, pur
presenti nel sogno, vengono rappresentati in forma mascherata. Secondo Freud ciò
che viene raccontato al risveglio, chiamato contenuto onirico manifesto, è diverso da ciò
che produce il sogno, contenuto onirico latente. Il contenuto onirico latente è, quindi, il
significato nascosto e simbolico del sogno; mentre il contenuto manifesto trae le sue immagini
da avvenimenti della nostra vita recente, il contenuto latente può riferirsi ad un tempo molto
lontano. Ѵ Freud parla del
"desiderio onirico" in due sensi: a) per indicare, in particolare, un desiderio che ha origine
nell'inconscio;
b) per indicare un desiderio di
compromesso formato, con il lavoro onirico, dal
desiderio inconscio e dai pensieri onirici preconsci. I
sogni, o il processo del sognare, possono
appagare anche numerosi altri desideri, ma
nella formazione del desiderio onirico il desiderio
inconscio è l'elemento indispensabile.
V Freud espone quattro possibili provenienze dei desideri che si avverano nei sogni:
a) desideri sorti durante il giorno che non sono stati
appagati e che sono rimasti nel preconscio;
b) desideri sorti durante il
giorno ma che sono stati respinti e rimossi, cioè ricacciati dal preconscio
nell'inconscio; c)
desideri che appartengono all'inconscio e non sono in grado di oltrepassarlo;
d) desideri che sorgono durante la notte sotto lo stimolo di bisogni del corpo.
Ѵ Il contenuto onirico latente è costituito da: (impulsi dell'Es)
a) desideri inconsci dinamici ai quali, durante lo
(le difese dell'Io)
stato di veglia, la censura impedisce di raggiungere la
coscienza o anche soltanto il sistema preconscio. In uno stesso sogno
possono essere presenti parecchi desideri; b) pensieri
onirici latenti comprendono:1) assilli e desideri preconsci attuali o
impressioni indifferenti della veglia che hanno
conservato un certo investimento durante il
(residui diurni);
sonno 2) pensieri preconsci connessi ad
esperienze molto anteriori;
3) eccitamenti sensoriali.
Dei tre elementi che costituiscono il contenuto onirico latente i
desideri inconsci dinamici sono i più importanti; nel sogno tutti gli elementi che compongo il
contenuto onirico latente si combinano insieme.
Costituisce l'interpretazione del sogno il procedimento con il quale si previene al significato
"L'interpretazione dei sogni"
latente, partendo dal contenuto onirico manifesto; in Freud elencò
molti dei più comuni simboli presenti nei sogni e la loro interpretazione. Nell'elaborazione del
sogno viene utilizzata la tecnica della drammatizzazione che implica la conversione del
pensiero astratto in scene concrete, da cui sono esclusi i nessi logici che normalmente
caratterizzano il ragionamento. Sono tipici del sogno i procedimenti di condensazione, per
cui un elemento viene ad acquistare, oltre al proprio significato, un significato ulteriore; di
sovradeterminazione grazie a cui un elemento della scena manifesta si trova a corrispondere
a più elementi del contenuto latente; di dispersione per cui un elemento del contenuto
latente può essere ripetuto, nella scena manifesta, più volte in forma diversa; o, ancora, di
spostamento grazie al quale l'attenzione viene trasferita dall'elemento principale, cioè quello
che è più direttamente connesso al desiderio rimosso, ad altri secondari, per "depistare" la
coscienza. Si può comprendere come, per tutti questi fattori, il lavoro di interpretazione dei
sogni sia tutt'altro che semplice. Esso deve tenere conto dei vari processi di cui l'elaborazione
onirica si serve per superare l'ostacolo della censura; i processi che devono essere valutati sia
nel loro complesso, sia in relazione alle risposte fornite dal paziente di fronte alle sollecitazioni
dell'analista, volte a cercare appunto le connessioni tra il sogno e gli elementi rimossi.
ARTHUR SCHOPENHAUER
Arthur Schopenhauer nacque a Danzica nel febbraio del
1788. A differenza della maggior parte dei pensatori
tedeschi contemporanei che si formarono in ambienti
tradizionali, come le università e i seminari protestanti,
Schopenhauer trascorse l'infanzia e l'adolescenza in un
paesino della Francia, assieme al padre, presso un
commerciante. Più tardi, agli inizi del IXX secolo, girò
l'Europa; dopo la morte del padre abbandonò le attività
commerciali e si dedicò allo studio della letteratura, dell'arte
Il
e della filosofia. Nel 1818 pubblicò il suo capolavoro:
mondo come volontà e rappresentazione. Morì, a
Francoforte, nel settembre del 1860.
IL "VELO DI MAYA"
Il punto di partenza della filosofia di Schopenhauer è la distinzione tra "fenomeno" e
"noumeno", ovvero tra la "cosa così come appare" e la cosa "in sè". →
Per Schopenhauer il a) fenomeno è
parvenza, illusione e sogno; b)
→
noumeno è quella realtà che si "nasconde" dietro l'ingannevole trama del
fenomeno.
"È Maya, il velo ingannatore, che avvolge gli occhi dei mortali e fa loro
vedere un mondo del quale non può dirsi né che esista, né che non esista;
perchè ella [Maya] rassomiglia al sogno, rassomiglia al riflesso del sole sulla
sabbia, che il pellegrino da lontano scambia per acqua; o anche rassomiglia
alla corda gettata a terra che egli prende per un serpente."
(Il mondo come volontà e rappresentazione,
par. 3)
La rappresentazione ha due aspetti essenziali e inseparabili, la cui distinzione costituisce la
forma generale della conoscenza: da una parte c'è il soggetto da rappresentare, dall'altra c'è
l'oggetto rappresentato. Quindi, se il materialismo è falso poichè nega il soggetto riducendolo
all'oggetto e alla materia, l'idealismo è parimenti errato, perchè compie il tentativo opposto e
altrettanto impossibile di negare l'oggetto riducendolo al soggetto.
Schopenhauer ritiene che la nostra mente risulti corredata di una serie di forme a priori, esse
sono: a) tempo; b)
spazio; c)
casualità. La casualità, afferma Schopenhauer, assume forme diverse a seconda degli ambiti
in cui opera, manifestandosi come necessità fisica, logica, matematica e morale, ovvero come
principio del divenire, del conoscere, dell'essere e dell'agire.
Poichè Schopenhauer paragona le forme a priori a vetri sfaccettati, attraverso cui la forma delle
cose si deforma, egli considera la rappresentazione come una fantasmagoria ingannevole,
traendo la conclusione che "la vita è un sogno", cioè un tessuto di apparenze, una sorta di
"incantesimo" che la rende simile agli stati onirici. Un'interpretazione, questa, avvalorata dalla
presenza nell'opera di Schopenhauer di riferimenti espliciti ai filosofi, poeti e scrittori che hanno
utilizzato la metafora della vita come un sogno.
Egli cita: a)
"gli uomini non vivono che in un sogno";
Platone, il quale dice spesso che "simulacri e ombre leggere";
b) Sofocle, che paragone gli individui a
"noi siamo di tale stoffa, come quella di cui sono
c) Shakespeare, il quale scrive che
fatti i sogni e la nostra breve
vita è chiusa in un sonno"; La vida es sueño
d) Calderón de la Barca, autore del noto dramma (1635).
La vita, come la sperimentiamo attraverso la rappresentazione, è illusoria e ingannevole.
Schopenhauer, diversamente da Kant, pensa che l'uomo possa superare la trama superficiale
dell'esperienza per attingere la vera realtà; attraverso il corpo l'uomo può accedere all'essenza
più profonda delle cose. Il corpo dell'uomo, infatti, ha una duplice valenza: da una lato è
oggetto tra gli oggetti, che non sfugge alle leggi della rappresentazione e dunque rientra
pienamente nel mondo fenomenico; dall'altro è anche la sede in cui si manifesta una forza
assolutamente irriducibile alla rappresentazione: sotto questo aspetto il corpo è espressione