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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2008

Titolo: Software libero - società  libera

Autore: Francesco Cordisco

Scuola: Liceo tecnico

Descrizione: In quest'epoca di grande sviluppo della tecnologia informatica, le grandi produzioni industriali monopolizzano il mercato dell'hardware e del software dimenticando lo spirito di collaborazione che esisteva agli albori dell'informatica. Al laboratorio di intelligenza artificiale del MIT di Boston dagli anni '60, un gruppo di ricercatori collaborava per produrre i primi software per i grandi elaboratori di quel tempo, lo scambio di idee, di codici sorgente era una azione semplice e naturale. Non esistevano limitazioni di accesso, diritti o proprietà , la comunità  del laboratorio aveva lo scopo di fare ricerca, produrre e migliorare software. Negli anni '80 alcuni programmatori pensarono che vendendo programmi con codice sorgente non disponibile sarebbero potuti diventare molti ricchi. Nacquero le prime grandi industrie che assumevano sempre più programmatori disposti a produrre software proprietari. La comunità  che si era creata all'interno del laboratorio si distrusse, molti di loro andarono a lavorare per queste aziende che probabilmente li avrebbero fatti arricchire, togliendogli però, le libertà  che avevano perseguito fino ad allora. Richard Stallman, uno dei programmatori del MIT, non accettò di lavorare per produrre software proprietario e scontratosi con programmi proprietari che gli toglievano le libertà  a cui era abituato, decise che avrebbe potuto, con l'aiuto di altri, creare un sistema operativo non proprietario. Egli non accettava l'idea di non poter condividere il suo lavoro con altri, voleva anzi vivere una vita, anche oltre l'ambito lavorativo, che si basava sulla libera condivisione del sapere. Tuttora vuole produrre programmi che possano essere usati, modificati, copiati e redistribuiti liberamente con o senza compenso. Quello che i grandi monopoli hanno fatto e continuano a fare è costruire barriere tra programmatori e utenti finali, togliendogli la libertà  di collaborazione che in questi ultimi anni sembra dimenticata. Nel 1984 Stallman lanciò il progetto GNU e diede vita al movimento del software libero e ne è il principale esponente, in questo modo una parte della comunità  del laboratorio si è salvata per diffondere i propri principi a tutte le persone che siano utilizzatori di computer oppure no. Infatti i principi di collaborazione e condivisione sono alla base del movimento del software libero ma dovrebbero essere adattati e perseguiti in tutti gli aspetti della vita.

Materie trattate: informatica, economia.

Area: tecnologica

Sommario: Definizione software libero; Perché "Libero"; Supporto economico e la Free Software Foundation; Richard Stallman; Progetto GNU; Manifesto GNU; Licenze; Open Source; Progetto nupedia e wikimedia;

Bibliografia: Richard M. Stallman, Free Software, Free Society: The Selected Essays of Richard M. Stallman, Boston 2002 Software Libero Pensiero Libero. Saggi scelti di Richard Stallman vol. 1, Software Libero Pensiero Libero. Saggi scelti di Richard Stallman vol. 2, tr. it. Bernardo Parrella e Gruppo traduttori italiani del progetto GNU, Viterbo 2003.

GNU Operating System www.gnu.org

Free Software Foundation www.fsf.org/

Free Software Foundation Europe www.france.fsfeurope.org/

Free Software Directory http://directory.fsf.org/

GNUvox

Wikimedia www.wikimedia.org

Robin Goods MasterNewMedia www.masternewmedia.org/it/

Attivazione www.attivazione.org

Estratto del documento

Introduzione

In quest'epoca di grande sviluppo della tecnologia informatica, le grandi produzioni industriali

monopolizzano il mercato dell'hardware e del software dimenticando lo spirito di collaborazione

che esisteva agli albori dell'informatica.

Al laboratorio di intelligenza artificiale del MIT di Boston dagli anni '60, un gruppo di ricercatori

collaborava per produrre i primi software per i grandi elaboratori di quel tempo, lo scambio di idee,

di codici sorgente era una azione semplice e naturale. Non esistevano limitazioni di accesso, diritti o

proprietà, la comunità del laboratorio aveva lo scopo di fare ricerca, produrre e migliorare software.

Negli anni '80 alcuni programmatori pensarono che vendendo programmi con codice sorgente non

disponibile sarebbero potuti diventare molti ricchi. Nacquero le prime grandi industrie che

assumevano sempre più programmatori disposti a produrre software proprietari.

La comunità che si era creata all'interno del laboratorio si distrusse, molti di loro andarono a

lavorare per queste aziende che probabilmente li avrebbero fatti arricchire, togliendogli però, le

libertà che avevano perseguito fino ad allora.

Richard Stallman, uno dei programmatori del MIT, non accettò di lavorare per produrre software

proprietario e scontratosi con programmi proprietari che gli toglievano le libertà a cui era abituato,

decise che avrebbe potuto, con l'aiuto di altri, creare un sistema operativo non proprietario.

Egli non accettava l'idea di non poter condividere il suo lavoro con altri, voleva anzi vivere una vita,

anche oltre l'ambito lavorativo, che si basava sulla libera condivisione del sapere.

Tuttora vuole produrre programmi che possano essere usati, modificati, copiati e redistribuiti

liberamente con o senza compenso.

Quello che i grandi monopoli hanno fatto e continuano a fare è costruire barriere tra programmatori

e utenti finali, togliendogli la libertà di collaborazione che in questi ultimi anni sembra dimenticata.

Nel 1984 Stallman lanciò il progetto GNU e diede vita al movimento del software libero e ne è il

principale esponente, in questo modo una parte della comunità del laboratorio si è salvata per

diffondere i propri principi a tutte le persone che siano utilizzatori di computer oppure no.

Infatti i principi di collaborazione e condivisione sono alla base del movimento del software libero

ma dovrebbero essere adattati e perseguiti in tutti gli aspetti della vita.

3

Definizione software libero

L'espressione "software libero" si riferisce alla libertà dell'utente di eseguire, copiare,

distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software.

Le quattro principali libertà che un utente deve avere sono:

­Libertà 0: Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo.

­Libertà 1: Libertà di studiare il funzionamento del programma e adattarlo alle proprie

Libertà di aiutare se stessi

necessità. L'accesso al codice sorgente è un prerequisito.

­Libertà 2: Libertà di

Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo.

aiutare i tuoi vicini

­Libertà 3: Libertà di modificare il programma e distribuirne le versioni, così che tutta la

Libertà di

comunità ne tragga beneficio. L'accesso al codice sorgente è un prerequisito.

aiutare la comunità

Un programma è software libero se l'utente ha tutte queste libertà. In particolare, se è libero di

ridistribuire copie, con o senza modifiche, gratuitamente o facendo pagare le spese di distribuzione

a chiunque ed ovunque.

Per tutte queste attività non bisogna chiedere o pagare nessun permesso o sottostare a delle licenze

che violano anche in parte una delle libertà.

libertà di usare un programma

­La permette a qualsiasi persona o organizzazione di utilizzarlo

per qualsiasi attività. Lo scopo dell'utilizzo di un programma deve essere quello dell'utente e non

quello dello sviluppatore.

libertà di ridistribuire copie

­La è molto importante per il miglioramento e la diffusione del

software. Per permettere modifiche e pubblicare versioni migliorate qualsiasi copia anche

modificata, deve includere le forme binarie o eseguibili del programma e anche il codice sorgente,

tutti requisiti necessari per il software libero.

­Software libero non vuol dire non­commerciale. Vendere software libero e trarne profitto è una

attività legale. Tutto il software libero può essere commercializzato da chiunque e per chiunque a

qualsiasi prezzo. Vendendo software proprietario l'utente non potrà eseguire un programma senza

pagarlo, se questo prezzo sarà alto alcuni utenti non potranno comprarlo e quindi usarlo. Il prezzo

del software libero non sarà mai troppo alto poiché sarà il mercato a deciderlo, se si vende un

programma a un prezzo troppo elevato nessuno lo comprerà poiché esistono molti altri modi per

procurarselo.

Quando si parla di software libero, è bene concentrare l'attenzione sulla libertà del software e non

sul prezzo, quindi è meglio evitare di usare espressioni come “vendere software” ma usare piuttosto

“distribuire software dietro compenso”.

leggi sul controllo delle esportazioni e le sanzioni sul commercio

­Le possono limitare la libertà

di distribuire copie di programmi verso paesi esteri. Per questo è importante che i programmatori

non impongano restrizioni d'uso del programma. In tal modo, le restrizioni non influiranno sulle

attività e sulle persone al di fuori della giurisdizione degli stati che applicano tali restrizioni.

Per determinare se un software può essere considerato libero è necessaria un' attenta analisi, per

facilitarla sono state create le licenze GPL e LGPL. Però si può chiaramente capire che se una

licenza include restrizioni irragionevoli sulle principali libertà essa verrà rifiutata.

4

Perché “Libero”

“La tecnologia dell'informazione digitale contribuisce al progresso mondiale

rendendo più facile copiare e modificare le informazioni. I computer promettono di

rendere questo più facile per tutti noi.”

(Richard Stallman)

I proprietari di software non libero con il sistema del diritto d'autore limitano e non permettono di

sfruttare i potenziali vantaggi che il software può portare. Si crea una frattura fra utente e

programmatore.

Il sistema del diritto d'autore è difficilmente applicabile al software poiché toglie libertà agli utenti,

al contrario questo sistema nato e applicato alla stampa pone limiti ai produttori di massa non ai

singoli lettori. Con la digitalizzazione delle informazioni è molto più facile condividere qualsiasi

cosa e per questo il sistema del diritto d'autore che è poco adatto, viene fatto accettare dalla

Software Publishers Association (SPA) attraverso modi poco corretti:

La propaganda convince l'utilizzatore che è sbagliato condivide software e aiutare gli amici.

• Richieste insistenti di informatori che forniscano informazioni su compagni di lavoro e

• colleghi.

Incursioni (con l'aiuto della polizia) in scuole e uffici, durante le quali viene detto alle

• persone che devono provare che non fanno copie illegali.

Citazione in giudizio (da parte del governo degli Stati Uniti, su richiesta della SPA) di

• persone come David LaMacchia del MIT, non per aver copiato software, ma per avere

lasciato senza sorveglianza strumenti per la copia e per non averne censurato l'uso.

Tutte queste quattro pratiche vengono usate per mantenere il profitto dei proprietari di software che

contrastano la diffusione delle informazioni e della conoscenza.

quindi

I principali modi per mantenere il controllo dell'informazione da parte dei proprietari di software

sono: L'uso dei nomi – I proprietari trattano il software come gli oggetti materiali che non

• possono essere copiati. Per questo secondo loro esiste la “pirateria”, il “furto”, la "proprietà

intellettuale" e il "danneggiamento" che creano nelle persone una visione sbagliata di

condivisione del software.

Esagerazioni – I proprietari di software esagerano nel dire che subiscono danni quando una

• persona crea una copia per qualcun altro, in quanto il proprietario immagina che tutte le

persone che ricevono una copia avrebbero comprato il suo software. Invece molti possibili

acquirenti considerati i costi, non ne avrebbero comprato una copia.

La legge – I proprietari di software basano le loro idee sulle leggi vigenti ma è evidente che

• non è la legge che decide cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ad esempio ogni americano

dovrebbe sapere che, quaranta anni fa, era contro la legge, in molti stati, che una persona di

colore si sedesse in un autobus nei posti anteriori; ma solo i razzisti avrebbero detto che era

sbagliato sedersi lì. 5

Diritti naturali

• Gli autori di software ma sopratutto le società per cui lavorano, spesso rivendicano un

legame con i propri programmi che deve permettere loro di porre i propri interessi sopra a

quelli di qualsiasi utilizzatore. Questo legame è tutelato da copyright, applicato a ogni

programma.

Invece è opportuno rivendicare i propri diritti naturali se si parla di oggetti materiali che

hanno un “ciclo di vita” come un'automobile. Se un ladro la ruba egli danneggerà il

proprietario, ma se un programma creato della stessa persona viene copiato e magari

migliorato questo non farà danni. Se una comunità si unisce per migliorare quel programma

il primo creatore non ha il diritto di negare le modifiche e lo sviluppo.

Economia

• Questo è l'unico argomento che parte dal problema di soddisfare gli utenti, infatti pagando le

persone probabilmente si produrrà più software. Questo argomento parte però dall'assunto

che la "produzione di software" sia ciò che vogliamo, sia che il software abbia proprietari sia

che non li abbia. Infatti gli oggetti materiali possono avere un proprietario, ma questo non

pregiudica ciò che è o ciò che ci si può fare con un oggetto che viene acquistato. Invece se un

programma ha un proprietario egli condizionerà ciò che è e ciò che ci si può fare poiché

vengono poste delle limitazioni nell'utilizzo che causano un intangibile inquinamento etico

producendo software di cui l'uomo non ha bisogno.

La società ha bisogno invece di una informazione che sia realmente disponibile ai suoi

cittadini ­ per esempio programmi che si possano leggere, correggere, adattare e migliorare,

non soltanto usare. Ma quello che viene consegnato di solito dai proprietari del software è

una scatola nera che non si può studiare o cambiare.

“ La società ha anche bisogno di libertà. Quando un programma ha un proprietario, gli utenti

perdono la libertà di controllare parte della loro stessa vita.

Ma soprattutto la società ha bisogno di stimolare nei propri cittadini lo spirito di cooperazione

volontaria. Quando i proprietari del software ci dicono che aiutare i nostri vicini in maniera

naturale è "pirateria", essi inquinano lo spirito civico della nostra società.

Questo è il motivo per cui diciamo che il software libero è una questione di libertà, non di

prezzo.

Come utenti di computer oggi ci si può trovare ad usare un programma proprietario. Se un amico

chiede una copia sarebbe sbagliato rifiutare. La cooperazione è più importante del diritto d'autore.

Ma una cooperazione nascosta e segreta non contribuisce a rendere giusta la società. Una persona

dovrebbe aspirare a vivere una vita onesta, apertamente e con fierezza, e questo comporta dire

"No" al software proprietario.

Meritate di poter cooperare apertamente e liberamente con altre persone che usano software.

Meritate di poter imparare come funziona il software e con esso di insegnare ai vostri studenti.

Meritate di poter assumere il vostro programmatore favorito per aggiustarlo quando non funziona.

Meritate il software libero. (Richard Stallman)

6

Supporto economico e la Free Software Foundation

Pur rimanendo sbagliato, l'aspetto economico è importante per permettere un maggiore sviluppo del

software, infatti la gran parte del software libero prodotto è stato creato grazie alla passione di

programmatori di tutto il mondo che si sono uniti in strette collaborazioni. Ma per permettere

maggiore impegno è necessario raccogliere fondi.

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