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Sintesi
Scienze: Gelotologia / Robert Provine

Filosofia: Bergson: Il riso

Inglese: L. Carrol (il non-sense in Alice nel Paese delle Meraviglie)

Italiano: Pirandello (l'umorismo nella commedia "La patente")

Tim Burton e lo humor nero
Estratto del documento

studia e rielabora una sua personale teoria sull’umorismo e gli effetti che ha sulla nostra capacità di

comprendere il mondo.

Il terzo ed ultimo personaggio, perché è proprio il caso di etichettarlo in questo modo, è l’eclettico e

a tratti macabro Tim Burton, regista e scrittore di gran fama che esprime la sua arte attraverso un

umorismo definito “nero”: oscuro, legato a quello che più ci spaventa della vita, ma in grado

comunque di appassionarci e farci ridere delle nostre debolezze.

La scienza del ridere

2.1) La gelotogia

La gelotologia (dal greco ghelos=riso e logos=scienza) è una nuova disciplina , ponte tra

biologia, psicologia, antropologia e medicina, che studia in maniera sistematica l'attività del ridere,

del buonumore e del pensiero positivo come rimedio a numerosi disturbi e malattie psicofisiche.

L'operatore della gelotogia è il Clown Dottore, sebbene questa figura possa non necessariamente

essere un dottore ma un semplice volontario. Questa disciplina si basa sugli studi di

PsicoNeuroEndocrinoimmunologia (P.N.E.I.) che hanno sostanziato l'influenza diretta degli stati

mentali e delle emozioni sul sistema immunitario e viceversa. Anche la PNEI è una disciplina di

nascita relativamente recente, che basa le proprie teorie e i propri metodi sulla convinzione che i

vari sistemi (psichico, neurologico, endocrino e immunitario) interagiscano tra loro per il

raggiungimento di un’omeostasi (equilibrio) interna dell’organismo. Secondo questo presupposto se

mente e corpo sono in grado di interagire, non risulta difficile accettare l’idea che l’umore (inteso

come disposizione mentale, più o meno positiva, all’interpretazione degli stimoli) possa regolare, o

quantomeno influenzare, il sistema nervoso centrale, quello ormonale e quello immunitario. La

gelotologia ha effettuati molti studi sugli effetti fisiologici della risata (alcuni sono ancora in corso),

però fino ad ora gli esperimenti compiuti mostrano che l’allegria produce una serie di effetti positivi

sull’intero organismo:

Rilassamento del corpo. Durante la risata si attivano diversi gruppi muscolari, che si rilassano nel

momento in cui si smette di ridere. Questo stato di rilassamento può durare per un massimo di 45

minuti. Una buona risata quindi allevia la tensione muscolare e riduce lo stress fisico.

Rafforzamento del sistema immunitario. Quando si ride si verifica un aumento del livello di

anticorpi (immunoglobina) nella circolazione sanguigna anche perché abbassa il livello di stress,

che invece toglie energie al sistema immunitario; l’aumento di queste difese immunitarie preserva

l’organismo da una serie di malattie causate da virus, batteri e micro-organismi come bronchite,

4

raffreddore, allergie ecc.

Azione sul sistema respiratorio: Durante la risata la respirazione diventa più profonda, in questo

modo viene aumentata la capacità polmonare e si accelera l’ossigenazione (aumento dei livelli di

ossigeno nel sangue). Per questo la risata è utile anche come terapia per chi soffre di asma,

bronchite ed enfisema.

Abbassamento della percezione del dolore. Quando si ride vengono rilasciate beta endorfine e

catecolamine che sono degli analgesici naturali che agiscono come un temporaneo effetto calmante

sul dolore apportando un sensazione generale di benessere.

Azione sul sistema cardiocircolatorio: La risata, favorisce, attraverso la respirazione profonda,

l’ossigenazione e la circolazione del sangue con un aumento della frequenza cardiaca e

abbassamento della pressione arteriosa. Ciò costituisce un vero e proprio esercizio per il cuore e può

aiutare a proteggere da un attacco cardiaco e da altri problemi cardiovascolari anche perchè durante

la risata le arterie e le vene sono più aperte.

Allenamento dei muscoli: Quando si ride si muovono circa 80 muscoli diversi di cui 15 del volto.

Per questo la risata rappresenta un vero e proprio esercizio fisico per tutto il corpo ; da uno studio è

emerso che 100 risate al giorno equivalgono a 10 minuti di corsa o di vogatore. Ridendo si

tonificano i muscoli del viso e di conseguenza si ha un effetto di ringiovanimento e, allo stesso

tempo, si contraggono e tonificano anche i muscoli addominali e quelli degli arti superiori.

Inoltre, la contrazione dei muscoli addominali, durante una risata, agisce come un massaggio per gli

organi interni come il fegato e l’intestino migliorando le loro funzioni e combattendo anche la

stitichezza. 2.2) Robert Provine e la funzione sociale della risata

Robert Provine, un neuroscienziato impegnato in studi

riguardanti lo sviluppo, l'evoluzione e i meccanismi neuronali

del comportamento umano ed animale, in uno dei suoi ultimi

articoli sulla rivista specialistica Psychology Today ha

pubblicato le conclusioni della sua ultima ricerca durata 10

anni riguardo la risata. 5

Secondo i suoi studi la risata sarebbe un linguaggio universale ed inconscio essenzialmente atto a

legare le persone, un comportamento programmato dai nostri geni per rispondere positivamente a

stimoli derivanti da altre persone e non dalle battute divertenti in sé. Provine ha infatti evidenziato

che ciò che scatena maggiormente le risate sono frasi semplici e non comiche che in gruppo hanno

la capacità di far ridere. Solo una piccola parte delle risate in realtà (intorno al 20%) nasce da

barzellette e frasi comiche. Questo perché la risata è un linguaggio inconscio che si adatta alle

diverse circostanze sociali. Quando siamo in compagnia infatti ridiamo 30 volte più frequentemente

di quando siamo soli (ovvero senza la compagnia di altre persone e senza la presenza dei media)

mentre quando siamo in situazioni che richiedono serietà o rivestiamo incarichi di una certa

importanza tendiamo ad avere un comportamento più rigido. La sua ricerca inoltre ha mostrato che

in una conversazione tra persone di sesso opposto le donne ridono in media il 126% in più rispetto

agli uomini. Uno studio tedesco integra questo dato evidenziando come le donne tendenzialmente

cerchino partner con alto sense of humor mentre gli uomini cerchino compagne che ridano in loro

presenza. Sarebbe perciò la risata della donna, e non dell'uomo l'indice di una relazione felice.

Provine ha studiato anche il meccanismo della risata. In particolare ipotizza che ci sia un processo

neuronale che controlla la tempistica della risata, impedendo che questa scaturisca nel mezzo della

frase che si sta formulando, permettendo quindi la corretta comunicazione. Esiste inoltre un

meccanismo di “contagio” della risata attivata attraverso i neuroni specchio che in casi estremi può

portare ad epidemie di riso, come è successo in Tanzania. Nel gennaio del 1962 una scuola di

missionari di questo paese ha dovuto chiudere perché gran parte degli studenti erano colpiti da

attacchi di risata che duravano a lungo che impedivano la lezione. Restati a casa i ragazzi hanno

diffuso la risata ai parenti e questi ai villaggi limitrofi. Questa riso-epidemia si concluse solo due

anni e mezzo più tardi, dopo aver coinvolto più di 1000 persone.

2.3) Bergson: l'umanità della risata

Henri-Louis Bergson (1859 – 1941) è stato uno dei massimi

esponenti della corrente filosofica dello spiritualismo francese.

Il suo pensiero ebbe una forte influenza nei campi della

psicologia, dell'arte e della letteratura e nel 1927 vinse il

Premio Nobel per la letteratura. 6

Negli ultimi anni dell'Ottocento si interessò allo studio del fenomeno della risata,

pubblicando le sue conclusioni nel saggio Il riso. Saggio sul significato del comico (1900). Bergson

in quest'opera si chiede quale sia il fine del ridere, essendo esso un comportamento prettamente

umano. Per riuscire a trovare una risposta a tale domanda analizza quando questo gesto si verifica.

A tal proposito il filosofo francese indica i tre punti che rendono possibile la risata:

−"Non vi è nulla di comico al di fuori di ciò che è propriamente umano" (Il riso. Saggio sul

significato del comico) l'uomo perciò non solo è animale che ride, ma che fa ridere. Sebbene

inizialmente questa frase possa lasciare perplessi perché ridiamo anche di cose non strettamente

umane, si riconoscerà che quest'ultime hanno un forte legame con l'essere umano e proprio su ciò si

fonda la loro comicità;

−Chi ride non deve farsi coinvolgere emotivamente dalla scena, deve porsi come un semplice

spettatore, come “intelligenze pure” scrive Bergson, per poter ridere anche delle piccole disgrazie

altrui "il comico esige dunque, per produrre tutto il suo effetto, qualcosa come un'anestesia

momentanea del cuore" (ivi);

−Infine come abbiamo già visto nell'articolo di Robert Provine ridere è un'esperienza

principalmente corale atta a cementare il legame tra le persone che ridono. "Il riso, [...] cela sempre

un pensiero nascosto di intesa, direi quasi di complicità, con altre persone che ridono, reali o

immaginarie che siano" (ivi).

Questi tre punti vengono riassunti dal filosofo con un'unica frase: "Il "comico" nasce quando

uomini riuniti in un gruppo dirigono l'attenzione su uno di loro, facendo tacere la loro sensibilità, ed

esercitando solo la loro intelligenza" (ivi) che mette in evidenza il carattere propriamente sociale del

ridere. Ma sapere quando ridiamo non ci basta a trovare il fine di questo comportamento. Abbiamo

bisogno perciò di evidenziare anche su cosa ridiamo. Bergson attraverso numerosi esempi sottolinea

come sia un comportamento rigidamente meccanico che non segue la libertà e la dinamicità della

vita che fa scaturire la risata. Tra gli esempi più importanti c'è quello del diavolo a molla: "Noi tutti

abbiamo giocato [...] col diavolo che esce dalla sua scatola. Lo si schiaccia ed ecco si raddrizza; lo

si ricaccia più in basso ed esso rimbalza più in alto, lo si scaccia sotto il coperchio ed esso fa saltare

tutto" (ivi). È la cieca ostinazione del diavolo a saltare su a farci ridere, perché vediamo nel suo

comportamento meccanico una contraddizione con la vita. Ridere perciò, dice Bergson, avrebbe il

compito di sanare questa contraddizione togliendo dall'assoggettamento di leggi meccaniche fisse

ciò che dovrebbe essere libero. Esso è rivolto a quella parte della società che si comporta in modo

rigido ed ostinato e la richiama ad un comportamento più elastico attraverso l'umiliazione. Il riso

quindi prende la forma di un castigo sociale: 7

“È comico qualunque individuo che segua automaticamente il suo cammino senza darsi pensiero

di prendere contatto con gli altri. Il riso è là per correggere la sua distrazione e per svegliarlo dal

suo sogno. [...]. Tutte le piccole società che si formano sulla grande sono portate, per un vago

istinto, ad inventare una moda per correggere e per addolcire la rigidità delle abitudini contratte

altrove, e che sono da modificare. La Società propriamente detta non procede diversamente:

bisogna che ciascuno dei suoi membri stia attento a ciò che gli È intorno, si modelli su quello

che lo circonda, eviti infine di rinchiudersi nel suo carattere come in una torre di avorio. Perciò

essa fa dominare su ciascuno, se non la minaccia di una correzione, per lo meno la prospettiva

di un'umiliazione che per quanto leggera non è meno temibile. Tale si presenta la funzione del

riso. Sempre un po' umiliante per chi ne è l'oggetto, il riso è veramente una specie di castigo

sociale” (ivi).

L'attenzione di Bergson a questo punto si sposta sulla commedia, un'arte particolare perché

presenta una comicità morale che vorrebbe correggere i costumi della società mettendo in scena dei

personaggi-marionette le cui azioni sono sottomesse al meccanismo di un vizio o di una passione.

Dei vizi messi sul palcoscenico noi non proviamo disgusto perché i movimenti e i discorsi dei

personaggi non sono fatti con premeditazione ma sono generati solo da una parte isolata della

persona, ovvero dal vizio, all'insaputa o quasi di quella intera. Il gesto del personaggio sarebbe

perciò un'irruzione improvvisa dell'inconscio nell'attività quotidiana, e questa caratteristica di

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