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Greco: origini del teatro classico; Antigone
moderno,
Nel 1997 si affianca al corso esistente anche il laboratorio di teatro che
mette in scena testi di autori moderni o contemporanei, o testi scritti dallo stesso
regista, il docente di storia e filosofia Mario Simonato, che ha diretto il corso fino al
2007, per poi passare il testimone. Gli spettacoli partecipano a diverse rassegne e
concorsi regionali e nazionali, in cui sono risultati spesso vincitori(*).
Spettacoli allestiti
Terrore e miseria del Terzo Reich
1998: di Bertolt Brecht
Edipo, la tragedia dell’Occidente*,
1999: adattamento di Mario Simonato su testi di AA.
VV. La linea sottile*,
2000: adattamento di M. Simonato su testi di AA. VV.
Costola d’uomo*,
2001: adattamento di M. Simonato su testi di M. Yourcenar.
Beati i puri! (Tre storie di ordinaria follia)*,
2002: adattamento di M. Simonato su testi
di AA. VV.
Gath- Shemanim (Il bacio)*,
2003: adattamento su testi di AA. VV.
Il contastorie*,
2004: di M. Simonato
Il povero Piero, di Achille Campanile
Un giorno*,
2005: di N. Borile, G. Rolma, M. Ruol
Rumori fuori scena, di Michael Frayn
Alla locanda dei destini incrociati (Un atto d’amore al teatro)*
2006: , adattamento di
M. Simonato su testi
di AA.VV.
L’ultima Recita di Sara* Alcesti… o la recita dell’esilio
2007-2008: adattamento da di
Giovanni Raboni
Party Time The new
2009: di Harold Pinter, riadattamento, con apporti dall’opera
world order dello stesso
1984
autore, e da di George Orwell
Un medico… sarto*, Sarto per signora
2010: adattamento di di Georges Feydeau
Storia d’amore e di libertà*, da Il passo di un popolo
2011: adattamento di Romano
1
Pascutto
P.O.F. Liceo Tito Livio
1
Teatro:
- Corso di dizione e recitazione: rivolto agli studenti che intendono impegnarsi
in un'attività
di durata annuale e desiderano affinare i propri mezzi espressivi in vista
anche
delle rappresentazioni che concludono i corsi.
- Rappresentazioni: sono organizzati due gruppi per l’allestimento e la
rappresentazione
di opere dal teatro antico e dal teatro moderno.
- Lezioni propedeutiche e partecipazione a spettacoli teatrali organizzati da Enti
esterni. 3
4
“FORMATIVO” DALLE ORIGINI
Educativo, il teatro, lo è dalle origini: attraverso la partecipazione allo
spettacolo tragico il cittadino della polis doveva essere portato a liberare il
proprio animo dalle passioni (catarsi aristotelica), che vedeva rappresentate
polis, formare
sulla scena: il teatro, quindi, guida la e il suo obiettivo è quello di
polis
i cittadini. Tra e teatro vi fu sempre un legame stretto: la rappresentazione
è un momento solenne, inserito nel contesto delle feste religiose, l’autore
mette in scena conflitti fondamentali nell’esistenza dell’uomo. La grandezza
della tragedia è ancora oggi universalmente riconosciuta nel conflitto irrisolto,
nonostante l’interpretazione di Hegel: poiché, alla luce della sua filosofia, l’arte
descrive la realtà come conciliazione degli opposti, egli pone sullo stesso piano
le tesi di Antigone (che rappresenta l’unità famiglia) e di Creonte (che
rappresenta lo stato, in cui l’istituzione famiglia dovrà risolversi).
«Noi proviamo piacere a vedere le immagini le più precise
delle cose la vista delle quali è dolorosa nella realtà, come gli
aspetti di animali i più ripugnanti e dei cadaveri». (Aristotele,
Poetica, 1448b 10)
Il conflitto attorno a cui ruota la tragedia, quello tra Antigone e Creonte, prende
le mosse dal contrasto sulla sepoltura di Polinice, che aveva mosso guerra alla
sua stessa patria, Tebe. Antigone pretende di seppellire il fratello, rifacendosi a
leggi non scritte che, stando all’interpretazione di Masqueray e Haigh e di A.
Sestili, sono da intendersi come leggi umane di validità universale, esse
costituiscono l’antica legge panellenica, secondo cui tutti i cadaveri, anche
quelli dei nemici, dovevano avere sepoltura.
Creonte, d’altra parte, con un decreto (leggi scritte) vieta la sepoltura di
Polinice, rendendola punibile con la morte, difendendo l’istituzione statale
contro i nemici della patria
La tragedia si conclude con una duplice sconfitta e una duplice vittoria:
Antigone muore, però è riuscita a seppellire in parte il fratello e a tributargli gli
onori sacri; Creonte è riuscito a far valere la sua legge (o, meglio, a far valere
la punizione per chi non l’avesse rispettata), ma si ritrova vedovo di Eurìdice, a
causa del suicidio di Emone, suo figlio, promesso sposo di Antigone.
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IL PERCORSO TEATRALE NELLA SCUOLA
Scuola Attività ludiche
Asilo nido
dell’infanzia gruppo-classe
Scuola materna
Scuola di I grado (curricolari)
Elementari
Scuola di II grado Attività
Medie semi-professionale
Superiori
Università (extracurricolari)
Fin da piccoli ai bambini, nelle scuole, si fanno preparare recite o assistere a
spettacoli e ciò continua nella scuola di I grado. Sostanzialmente, si tratta di
svolgere con la classe un percorso ludico, a volte assegnato a un professionista
esterno, che si può concludere con una messa in scena; spesso sono gli stessi
maestri ed educatori che si fanno carico della regia per le tradizionali recite di
Natale e fine anno.
Dalla scuola di II grado, l’attività teatrale si concretizza, più spesso, in veri e
propri laboratori teatrali extracurricolari, seguiti da un professionista esterno o
da un professore, la cui partecipazione è volontaria.
L’importanza data all’attività teatrale delle scuole è testimoniata dalle molte
rassegne regionali e nazionali di teatro scolastico (ad esempio, la Rassegna
Nazionale Teatro della Scuola di Serra San Quirico- AN; Studenti in
palcoscenico- PD; Teatro dalla scuola- VI, ecc.), sostenute dai comuni in cui
sono organizzate, ad alcune delle quali il teatro del Liceo ha spesso
partecipato.
Significativa la recente adesione del Governo Italiano alla Giornata Mondiale del
Teatro (“…al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza
dell'espressione teatrale e promuovere lo sviluppo delle arti performative in
tutti i Paesi del mondo. […] per richiamare l'attenzione e l'interesse del
pubblico sull'importanza del teatro quale forma artistica di elevato valore
sociale ed educativo, nonché fattore fondamentale per la diffusione delle
tradizioni culturali del nostro Paese.”.), con particolare riguardo al teatro
scolastico (“le suddette amministrazioni incoraggeranno la pratica teatrale
nelle scuole, sia come esperienza formativa e creativa, sia come strumento
di educazione alla visione dello spettacolo dal vivo). Ecco unite quindi le
due duplici valenze formative del teatro: quella originaria, che vede il teatro
formativo per il pubblico, quella più recente, che lo vede formativo anche per
gli attori. 6
Il teatro dell’Università di Padova
A Padova c’è stata anche un’interessante esperienza di teatro universitario.
Il primo teatro dell’università (T.U.P.), a Padova, nasce nel 1948 su iniziativa del
Scuola d’arte scenica.
regista Gianfranco De Bosio, come
Il teatro dell’università, però, nel progetto di De Bosio, sarebbe dovuto
diventare il teatro stabile della città di Padova; ciò, quindi, pregiudicava la
partecipazione agli studenti meno preparati e indirizzava il regista a cercare di
raccogliere un gruppo di professionisti, per la messa in scena degli spettacoli
Le Coefore).
(come, infatti, fece per l’allestimento de
A ciò, si contrappone ben presto l’idea di Costantino De Luca, studente di
medicina che inizia a lavorare con De Bosio per seguire la sua passione
teatrale, ma si trova a cozzare contro il progetto di base del regista. De Luca,
infatti, aspira ad un teatro che “formi” gli attori e funga da “fucina di
conoscenza”, grazie alla quale i partecipanti possano ampliare la loro cultura;
di seguito, il teatro sarebbe stato fonte, oltre che di svago, anche di riflessione
sui problemi contemporanei, che De Luca si prodigherà a mettere in scena; in
ultimo, il suo sarebbe stato un teatro che avrebbe contribuito alla crescita
culturale della città, in primo luogo portando sulla scena le innovazioni
internazionali di quel periodo (Jonesco). La scuola stessa di teatro messa in
Scuola di mimo e recitazione “Li Zanni”, metodo
piedi da De Luca, adotta il
Stanislavskij, già adottato in America da scuole che formarono alcuni tra gli
attori allora più famosi (Marlon Brando, Grace Kelly, James Dean).
L’idea del nuovo T.U.P. (del quale fecero parte sia Filippo Crispo che il professor
Mario Simonato) è che gli studenti-attori prendano parte attiva alla
realizzazione dello spettacolo, curando l’allestimento e procedendo alla lettura
dei testi con sguardo critico, attento anche agli aspetti letterari.
Già nell’a.a. 1959-60 il professore di Storia del teatro e dello spettacolo
Giuseppe Flores d’Arcais sottolinea l’importanza di considerare le opere nella
loro completezza, ovvero l’importanza della messa in scena, degli aspetti
tecnici oltre che della mera lettura del testo.
7
FORMATIVO COME? PERCHÉ? livelli:
Il valore formativo del teatro discende da una molteplicità di
la lettura del testo: gli studenti-attori non si limitano a leggere il testo per
conoscerlo o analizzarlo, come si fa normalmente a scuola con i romanzi
o le poesie; il testo teatrale non nasce, di norma (versus Seneca), per la
lettura, ma per la rappresentazione; gli studenti-attori diventano cioè
responsabili della sua trasmissione e perché essa riesca non basta
afferrarne il senso in modo approssimativo: un passaggio non bene
inteso – e reso - dall’attore diventa incomprensibile per il pubblico.
la cooperazione: i laboratori scolastici generalmente non mettono in
scena monologhi. Il dialogo a cui partecipano più personaggi costringe a
lavorare insieme, creando un codice di cenni che il pubblico in genere
non coglie, per sincronizzare i tempi o anche suggerire nel momento
dell’amnesia; bisogna conoscere le parti degli altri per interpretare bene
la propria, non si può andare ciascuno per conto proprio. Il laboratori
teatrale non crea divi.
Come sostiene Luigi Coletta, docente e curatore di un laboratorio teatrale
scolastico, ora come ora è difficile catturare, e mantenere, l’attenzione dei
ragazzi, anche se stanno partecipando ad un’attività scelta volontariamente.
A supporto di ciò, posso portare la mia recente esperienza di collaborazione
con il gruppo IN SCENA/11-13 anni, dell’Associazione Bel. Teatro. È stato
interessante notare come, dopo circa otto mesi di corso di teatro, il gruppo di
ragazzi in questione non avesse ancora appreso semplici regole basilari per
essere, poi, in grado di lavorare assieme. Essendo un corso di teatro, più che
un laboratorio, riconoscevano nelle due registe, attrici di professione, una
guida; tuttavia, coglievano diversi pretesti per non stare attenti: prima di tutto,
il poter lavorare “a corpo libero”, seduti per terra, in un’ampia stanza (non
essendo, cioè, costretti ad un banco), portava i ragazzi ad un’estrema libertà,
che però spesso si concretizzava in forme di riposo, o rilassamento fuori luogo;
è molto importante la postura, invece, sia perché la voce viene sfruttata al
massimo, evitando lo schiacciamento del diaframma e della pancia, sia perché,
più generalmente, l’adagiarsi distesi sottrae attenzione. Era mantenuta, d’altro
canto, la posizione a cerchio, ottimale per lavorare assieme, che spezza
totalmente la lezione frontale e mette ogni ragazzo di fronte a tutti i compagni
(sarebbe una buona soluzione anche per le assemblee di classe). In ultimo, era
spiacevole notare come i ragazzi non avessero raggiunto un amalgama,
un’unità, ma ognuno manteneva una posizione individuale, trattando il proprio
personaggio come separato dagli altri: era ancora in germe la dimensione di
“gruppo”, mentre ben evidenziata quella individualistico-narcisista-egocentrica.
8
Probabilmente, in quanto il corso si era prodigato ad insegnare piuttosto aspetti
tecnici, ma anche per la giovane età dei partecipanti. Dopo alcuni anni
d’esperienza, è sempre più chiaro come sia l’unità d’insieme a dare il risultato
e come, quindi, sia indispensabile creare un gruppo omogeneo, almeno durante