Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Collegamenti
Scienza: fonte salvezza o arma distruzione, tesina
Scienza: fonte salvezza o arma distruzione, tesina
Italiano: Italo Svevo
Storia: Seconda Guerra Mondiale - Nazismo
Filosofia: Schopenhauer
Inglese: Mary Shelley
Matematica: Teorema di Lagrange, Concetto di Limite e Derivata
Fisica: Cenni sulla Fissione e Fusione nucleare
Chimica: Concetto di Galvanismo
Biologia: Sistema endocrino
Scienze della Terra: Inquinamento Atmosferico
Informatica: Importanza dell'Informatica sui vari settori economico-sociali.
deed, Victor returns to Geneva, to his family. He receives a
letter from his father informing him that his youngest brother,
William, has been murdered. While passing through the woods
where William was strangled, he catches sight of the monster
and becomes convinced that the monster is his brother's
murderer. Arriving in Geneva, Victor finds that Justine, a kind,
gentle girl who had been adopted by his parents has been
accused of the murder. She is condemned, and executed,
despite her assertions of innocence. Victor feels guilty as he is
aware the monster he has created bears responsibility for the
death of two innocent loved ones.
While he is alone, one day, the monster approaches him. The
monster admits the murder of William but begs for
understanding. Lonely, shunned, and forlorn, he says that he
had killed William in a desperate attempt to hurt Victor, his
cruel creator. The monster begs Victor to create a mate for
him, a monster equally grotesque to serve as his sole
companion. The monster convinces Victor, and he decises to
create a female monster but, horrified by the possible
consequences of his work, Victor destroys his new creation.
The monster, furious, vows revenge, swearing that he will be
with Victor on Victor's wedding night.
After returning to Geneva with his father, while he awaits the
monster, he hears Elizabeth, his wife, scream and realizes that
the monster had been hinting at killing his new bride, not him.
Victor returns home to his father, who dies of grief some time
later. Victor vows to devote the rest of his life to find the
monster and exact his revenge, and he soon leaves to begin his
7
quest.
At this point, Walton meets Victor, and the narrative catches
up to the time of Walton's fourth letter to his sister. Victor,
already ill when the two men meet, worsens and dies shortly
thereafter.
When Walton returns, he is startled to see the monster weeping
over Victor. The monster tells Walton of his immense solitude,
suffering and remorse. He claims that now that his creator has
died, he too can end his suffering. The monster then departs for
the northernmost ice to die.
Doctor Frankenstein's creation is introduced in all its ugliness
that is stressed by three dominant colours: black, white and
yellow. He never refers to him by using a name. He simply
calls it: "the lifeless thing", "the creature", "the catastrophe",
"the wretch", "the miserable monster". The impression we get
is that of a patchwork creature whose beautiful former
features, carefully selected, create a creepy, disgusting sight.
As a modern scientist Frankenstein manipulates nature and the
unexpected, dreadful outcome turns the story into a warning
against the danger implicit in breaking natural laws.
The message she wants to convey in the story is that
knowledge can overpower man if not properly controlled. It's
important to underline the theme of social injustice, consistent
with Rousseau's ideas about man and civilization.
The monster, who is at first naturally good, loving and
generous turns into a vicious and revengeful creature when he
comes in touch with a society that rejects him for his ugly
8
aspect. As a result the monster becomes the prototype of the
outcast who has to live segregated at the margins of society
because of people's prejudice.
According to Rousseau, our false civilization has created
inequality and envy especially owing to the institution of
private property. As a result, since man was born naturally
good and he is made evil by institutions, a return to nature was
advocated, a return to the first social state in which primitive
savage men were innocent, unspoilt and lived peacefully with
one another, in close contact with nature. Therefore nature is
good and society is bad.
The monster created by Doctor Frankenstein can be considered
as the embodiment of the natural man in the primitive state. He
is born good and generous but as soon as he comes in touch
with a society that despises him for its being different.
This is an example of how the Science, although with
imagination, is transformed by the novelist in evil power.
Quando Mary Shelley scrive il suo romanzo è influenzata dalle
scoperte scientifiche avvenute all'inizio del diciannovesimo
secolo. Proprio in questo periodo, gli scienziati cominciarono a
chiedersi seriamente se si potessero portare in vita i morti e se
la vita potesse “tornare” spontaneamente da materiale
inorganico. L'autrice di Frankenstein segue soprattutto i
princìpi di Luigi Galvani, un chimico del Settecento. Galvani
ipotizzò una relazione fra elettricità e vita e decise di
continuare a condurre esperimenti sulle rane, osservando il
movimento dei muscoli in relazione alla carica elettrostatica
9
con cui venivano toccate. Lo scienziato ipotizzò l'esistenza di
una relazione fra elettricità e vita, definita “elettricità intrinseca
all'animale” che produce la contrazione dei muscoli. Per
Galvani, il muscolo della rana, oltre ad essere un rivelatore
sensibilissimo, era un "serbatoio" di elettricità. Questa idea fu
accolta con entusiasmo da molti fisiologi, ma incontrò la ferrea
opposizione di altri colleghi, come Alessandro Volta, all'epoca
stimato professore di fisica. Volta credeva che le contrazioni
dei muscoli fossero dovute ad "un'irritazione" dei nervi, mentre
Galvani pensava che l'elettricità venisse prodotta – e trasmessa
– dal cervello e controllata attraverso i nervi. Nonostante
l'aspra polemica, entrambi i contendenti avevano ragione: gli
studi di Galvani furono fondamentali per l'invenzione della
pila chimica e introdussero il concetto di “segnali nervosi”,
mentre Volta costruì la pila voltaica. In ogni modo, quando
Frankenstein fu pubblicato, la parola "galvanismo" era
implicitamente sulla bocca di tutti; l'elettricità, infatti, era
considerata una misteriosa forza vitale che aveva l'apparente
capacità di ridare vita ai morti. La popolazione, sebbene fosse
interessata a questi princìpi, si preoccupava del problema etico
delle nuove scoperte; molti si chiedevano come sarebbe stata la
psicologia degli esseri che si sarebbero potuti creare con le
teorie di Galvani.
Mary Shelley, grazie al suo libro, risponde a questi dubbi
morali dando vita ad una creatura complicata in grado di
parlare, leggere, pensare e soffrire; in questo modo supera con
l'immaginazione il tanto sospirato confine tra vita e morte, e
mette in guardia gli scienziati troppo ambiziosi sulle probabili
10
conseguenze che potrebbe portare una creatura di laboratorio.
Abbandonato dal suo creatore, il mostro si sente sciagurato,
inutile e solo.
Ancora oggi i giornali speculano sull'ipotesi che un giorno si
potrà far resuscitare i morti, raggiungendo l'immortalità grazie
all'utilizzo di organi artificiali, e alterando la forma genetica
delle generazioni future con l'eugenetica. Sebbene le
applicazioni dell'eugenetica siano state inizialmente applicate
sugli animali, nel ventesimo secolo i suoi fautori volevano
migliorare il genere umano attraverso la sterilizzazione dei
criminali, dei ritardati mentali, e altri considerati fallimenti
della società.
La scienza corre in fretta e la gente ha tuttora paura di una
nuova tecnologia che possa mettere a rischio l'umanità e che
sfida i suoi ideali di esseri umani.
Bisogna quindi porsi dei quesiti etici:
Che cosa è accettabile nella scienza e nella medicina? Chi lo
decide?
E' doloroso ma doveroso parlare dei tragici esperimenti medici
utilizzati nei lager contro persone innocenti, considerate
inferiori e non degne di vivere.
11
Capitolo 3:
Questioni fra razze
In diversi campi di concentramento nazisti, durante la Seconda
Guerra Mondiale, si sviluppò una metodologia di morte basata
su sperimentazioni pseudo-mediche sugli internati. Di fatto in
questi campi, formalmente di lavoro, si verificò l'uso dei
prigionieri come cavie. Il conflitto con la Gran Bretagna e, in
particolare, le battaglie aeree portarono in primo piano una
serie di problemi medici riguardanti lanci con il paracadute da
altezze superiori al limite normale e la rianimazione di soggetti
paracadutati in acque gelide. Si iniziarono a condurre degli
esperimenti introducendo una nuova possibilità di studio su
cavie umane. Tutto questo avveniva in vari campi di
concentramento e sterminio, ma soprattutto a Dachau.
Gli esperimenti furono molti: interessarono Ebrei, Polacchi,
Zingari, mezzosangue, ritardati mentali, disabili e omosessuali.
Occorreva, ad esempio, capire come curare soldati e civili che
eventualmente potessero essere colpiti da fosgene, un gas
asfissiante che provocava edema polmonare e che, in forma
liquida, è in grado di produrre gravissime ustioni cutanee, o da
un altro gas, l'iprite. Gli esperimenti con le cavie umane
consistevano nello spalmare sul braccio delle persone alcune
gocce di fosgene. Come risultato si ottenevano ustioni
profondissime. Le pomate che si applicavano alle ustioni
provocate non funzionavano e gli “uomini-cavia” spesso
12
morivano tra atroci sofferenze. Dopo alcuni giorni dall'inizio
degli esperimenti la metà dei soggetti era divenuta cieca a
causa dei vapori di fosgene. Si cercò di stabilire anche gli
effetti dell'inalazione diretta del gas, con immaginabili
conseguenze.
Difendere la razza ariana dalla degenerazione e favorirne la
crescita: questo era il teorema attorno al quale ruotava tutta la
macchina operativa nazional-socialista; anche i medici si
adeguarono alla situazione e tantissimi di essi arrivavano
proprio presso i campi di sterminio per poter praticare prove
sui deportati. Si era creata una vera e propria scuola che
predicava i princìpi della cosiddetta "igiene razziale". Le prime
vittime della pulizia biologica furono proprio i disabili tedeschi
all'interno del piano di eutanasia, ma lo scoppio della guerra
offrì agli pseudo-scienziati la ghiotta opportunità di utilizzare
le "razze inferiori". Mengele era il dottore favorito: a sua
disposizione vi erano anche 400 persone contemporaneamente.
Si occupò di trasfusioni incrociate di sangue di tipo differente
tra i gemelli, esperimenti sul midollo osseo e altri orribili,
quanto inutili, studi pseudo-scientifici.
Esperimenti su ossa, nervi e muscoli: un altro campo di azione
nel quale si poteva attingere indisturbati a tanto e differente
materiale. C' erano sostanzialmente tre tipologie di "studio":
fratturazioni, trapianti ed esperimenti di nuove tecniche di
ingessatura. Ossa sane espiantate da persone che venivano
soppresse, impiantate su altri soggetti; prove di tolleranza e
rigetto; impianto di zone di osso necrotico in soggetti con ossa
sane... mostruosità enormi. 13
Con la fantasia non si arriva minimamente, nemmeno con tutto
il proprio impegno, a immaginare cosa succedeva in quei
lettini, in quelle piccole infermerie. Si praticò tutto e ancora
più di tutto, in nome dell'eliminazione del diverso, della
classificazione dell'essere umano in categorie di maggiore o
minore importanza, dell'eugenetica, della superiorità razziale.
Ho avuto personalmente l'occasione di visitare alcuni campi di
concentramento (come a Dachau, ma anche la Risiera di San
Sabba a Trieste, l'unico in Italia dotato di forni crematori) e ciò
che mi hanno trasmesso dal punto di vista emotivo è
indescrivibile: mi viene sovente spontaneo pensare a come
avrei reagito io se mi fossi trovato in quella situazione, una
situazione decisamente tragica, che conta davvero pochi
sopravvissuti.
Ho avuto il privilegio, in occasione della partecipazione al
progetto di Storia Contemporanea organizzato dal Consiglio
Regionale del Piemonte, di sentire la testimonianza della
signora Goti Bauer, una signora sopravvissuta alla vita nei
campi che ha avuto tanta forza e dolcezza nel raccontare a noi
giovani la sua storia: mi sono sentito un essere piccolo e
insignificante dinanzi le sue parole, che mi hanno fatto capire
quanto i miei problemi siano una goccia nell'oceano. Ho avuto
anche il privilegio di stringerle la mano, complimentarmi con
lei per la tenacia nel voler divulgare (seppur con un nodo in
gola) le sue sofferenze, e lei mi ha sorriso, dicendomi che
siamo proprio noi giovani il futuro dell'umanità, siamo gli