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Sintesi
Italiano - Oliver Twist di Charles Dickens (argomento che si può portare anche in inglese)
Storia - La prima e la seconda Rivoluzione Industriale
Informatica - La terza Rivoluzione Industriale (rivoluzione tecnologica)
Economia - Taylorismo e catena di montaggio
Inglese - Great Exhibition del 1851
Diritto - Statuto dei Lavoratori, articolo 18 dello statuto, legge biagi e riforma fornero
Estratto del documento

1830 inaugurazione della linea ferroviaria Liverpool-Manchester

Dall’Inghilterra l’industrializzazione si diffuse in tutta l’Europa, ma non fu

tuttavia uniforme né dal punto di vista cronologico né geografico, né di modelli

di sviluppo.

1830-60 Francia, Germania mantennero anche un’identità contadina e

 rurale mentre il Belgio era più simile all’Inghilterra

Fine ‘800 Russia

 Inizio ‘900 Italia

Un altro aspetto importante fu che con il processo di urbanizzazione,

l’abbandono delle terre e l’aumento demografico accompagnato da un

decremento della mortalità per il maggior “benessere”, si affermò per la prima

volta un intervento pubblico assistenziale. Lo stato si faceva carico di chi non

trovava posti di lavoro nelle fabbriche, un grande cambiamento considerando

che nella società preindustriale era la collettività ad occuparsi della

popolazione e non c’era nessun intervento pubblico. Nasce quindi con la

Rivoluzione Industriale la figura del DISOCCUPATO. Questa questione passò

sotto una serie di leggi: POOR LAWS che vennero approvate tra il 1830 e

1850 e prevedevano ai poveri e agli indigenti, attraverso l’erogazione di un

salario minimo. Queste leggi sancivano l’erogazione alle parrocchie che allora

avevano una funzione sia amministrativa che religiosa.

Tra il 1850-70 ci fu, inoltre, una vera e propria rivoluzione finanziaria con la

diffusione della BANCA MISTA che raccoglieva risparmi e li indirizzava agli

investimenti e dalle POLITICHE LIBEROSCAMBISTE seguite dai principali

governi, che superando il protezionismo favorirono la creazione di un mercato

internazionale più ampio.

Le campagne continuarono a svolgere una funzione economica fondamentale

ma se in alcune aree europee, le attività agricole erano gia organizzate intorno

alla grande azienda capitalista, in altre erano ancora diffuse la piccola

proprietà e la grande proprietà aristocratica.

Nelle aree evolute, l’aumento della produttività agricola determinò fenomeni

di SOVRAPPOPOLAZIONE, spingendo larghe masse verso impieghi industriali.

Nel corso del ‘800 ci fu quindi, una vera rivoluzione demografica in cui, per

la prima volta, la popolazione e le risorse crebbero congiuntamente. Il tasso di

natalità elevato e il decremento della mortalità indicavano miglioramenti

igienico-sanitari e alimentari. Ci furono consistenti flussi migratori verso le

città.

Il simbolo della nuova società industriale divenne la grande metropoli,

cresciuta a dismisura intorno alle fabbriche e ai quartieri operai in cui si

ammassava il proletariato industriale.

L’industrializzazione diede vita a una società più stratificata. La borghesia

capitalista era la forza trainante del nuovo mondo industriale e il

proletariato operaio forniva la forza-lavoro in cambio del salario. Tuttavia

questi ceti diversificati, erano composti da individui differenti sia per

condizione, reddito e aspirazioni.

Nonostante i vari aspetti positivi della rivoluzione, le condizioni di

sfruttamento, miseria e insicurezza, in cui versava il proletariato misero

in luce l’esistenza di una vera e propria questione sociale. Alle classi

dirigenti si pose un problema nuovo: evitare che il malcontento e la

disperazione sfociassero in rivoluzione sociale.

Il primo germe di protesta operaia fu gettato dal LUDDISMO, un movimento

di lotta violenta contro l’introduzione delle macchine industriali. I luddisti

erano artigiani e lavoratori, prevalentemente tessili che attribuivano

all’industrializzazione le cause del proprio immiserimento.

Inoltre già negli anni 30 del ‘800 iniziarono a nascere in Inghilterra, le prime

SOCIETA’ DI MUTUO SOCCORSO, ovvero gli operai creavano casse comuni

per acquistare beni e migliorare le condizioni di vita. Nacquero anche i primi

sindacati di mestiere, associazioni che lottano per il riconoscimento di

alcuni diritti dei lavoratori.

La lotta organizzata degli operai, costituiva una novità storica rispetto alle

tradizionali esplosioni di protesta contadina.

L’industrializzazione e le sue conseguenze stimolarono gli economisti a

riflettere sulla nuova società e sulle sue contraddizioni. Due economisti

avevano esposto la loro opinione sulla questione tra assistenza pubblica e

mercato.

Mill pensava che le poor laws favorissero la disoccupazione, perché la

 gente che non trovava lavoro aveva garantito il salario minimo e quindi,

questo non li incentivava alla ricerca

Ricardo sosteneva che la legislazione sociale era una garanzia per lo

 sviluppo industriale inglese perché riduceva il conflitto sociale, poiché la

gente che non trovava lavoro non aveva reazioni violente e inoltre era

una garanzia maggiore per chi voleva fare l’imprenditore, perché se

qualcosa andava male e l’attività falliva, aveva comunque un reddito

minimo assicurato.

Le analisi storiche davano ragione a Ricardo poiché con questo reddito minimo,

aumentava la capacità di intraprendere della società, che lasciava la terra per

tentare di lanciarsi in nuove attività.

La critica della società alimentò la riflessione, anche di molti pensatori del

primo socialismo. Per KARL MARX, il principale teorico del socialismo

ottocentesco, il motore del progresso storico è l’incessante conflitto fra le

classi: come la borghesia ha compiuto una grande missione distruggendo il

sistema feudale e sostituendovi il sistema industriale capitalista, così il

proletariato abbatterà la società capitalista, abolirà le classi e la proprietà

privata, darà vita a una società più giusta ed egualitaria.

1.2 LA SECONDA RIVOLUZIONE

INDUSTRIALE

Nel periodo tra il 1873-96 l’economia europea attraversò una fase di difficoltà,

che viene chiamata “grande depressione” perché i ritmi dello sviluppo e il

livello dei prezzi videro interrompersi la continua ascesa dei decenni

precedenti. Fu in realtà un periodo che alternò fasi di recessione, con altre di

ripresa e nel quale maturarono imponenti trasformazioni tecnologiche e

organizzative.

L’agricoltura europea conobbe una fase di crisi, determinata dall’afflusso di

cereali a minor prezzo provenienti dalla Russia e da pesi extraeuropei (USA,

Australia), fenomeno reso possibile grazie all’abbattimento dei costi e dei tempi

di trasporto.

Da qui la caduta dei prezzi agricoli, cui le agricolture europee reagirono o

elevando barriere protezionistiche o rinnovando i sistemi produttivi. Anche il

settore industriale conobbe una fase di difficoltà, legata all’aumento della

concorrenza internazionale e all’esaurirsi della spinta economica rappresentata

dalle ferrovie.

Inoltre la sovrapproduzione determinò la tendenza al ribasso dei prezzi dei

prodotti industriali e dei margini di profitto.

L’industria conobbe in questa fase, una grande trasformazione tecnologica che

venne chiamata “seconda rivoluzione industriale” legata all’affermarsi di

nuovi settori (acciaio, elettricità, chimica, petrolio), al rinnovamento degli

impianti tradizionali e al diffondersi della grande fabbrica.

Nasce in questo periodo il legame tra ricerca scientifica, tecnologia e industria,

che avviò un processo di innovazione tuttora presente. Ne furono investiti tutti i

campi, ma in particolare quelli dei trasporti e delle telecomunicazioni grazie

all’invenzione del telegrafo e poi del telefono, protagonisti del vero e proprio

decollo di ciò che noi chiamiamo “globalizzazione”, ovvero l’integrazione a

livello planetario di merci, persone e informazioni.

Videro luce anche altre novità in campo culturale:

Fotografia

 Fonografo che permetteva la riproduzione della

 musica

Cinematografo creato dai fratelli Lumiere che

 battezzarono la macchinetta che permetteva di

proiettare immagini in movimento

Si sviluppò anche la cosiddetta INDUSTRIA DEL TEMPO LIBERO

che comprendeva appunto l’insieme delle attività ricreative,

turistiche e sportive. Grazie a questo tipo di industria nacque il nuovo mezzo di

trasporto rivoluzionario che spopolò a partire dal 1870: la bicicletta.

In questa periodo mutarono anche le strutture organizzative del capitalismo

industriale: al capitalismo concorrenziale, costituito da un gran numero di

piccole e medie imprese in concorrenza fra loro, subentrò un sistema fondato

su grandi imprese o gruppi di imprese capaci di esercitare un controllo molto

stretto del mercato e dei prezzi, nacque cosi il capitalismo monopolistico o

oligopolistico. Le ricorrenti fasi di crisi, che misero fuori mercato le imprese

meno competitive, e l’alto costo degli investimenti determinarono una forte

concentrazione del capitale industriale.

Questo nuovo capitalismo determinò un intreccio fra potere economico e

politico: i governi sostennero l’industria nazionale difendendola con misure

protezionistiche, alimentandola con commesse pubbliche e conquistando nuovi

mercati.

Lo stato nazionale iniziò a farsi carico anche dell’istruzione dei cittadini, sia per

attivare una formazione medio-superiore adeguata alla nuova realtà industriale

e alle esigenze della burocrazia pubblica, sia per promuovere l’alfabetizzazione

e attraverso la scuola anche la nazionalizzazione delle masse.

La società industriale trasformò le masse lavoratrici in protagoniste della vita

sociale e politica. Divenne fondamentale il problema della rappresentanza

politica, sino a quel momento riservata all’èlite aristocratica e borghese. Dal

suffragio censitario si passò, progressivamente, al suffragio universale, che

divenne una delle rivendicazioni fondamentali del movimento socialista.

Anche il ruolo sociale della donna mutò radicalmente. Le trasformazioni

economiche consentirono alle donne un crescente accesso al monto del lavoro,

e successivamente nel mondo anglosassone si sviluppò il movimento di

emancipazione femminile, incentrato sulla rivendicazione del diritto di voto.

L’allargamento del suffragio impose la nascita di partiti di massa su scala

nazionale. Il movimento operaio cercò di darsi un’organizzazione

internazionale, per coordinare le lotte all’interno dei diversi paesi. Marx e il suo

collaboratore Engels costituirono nel 1864 l’Associazione internazionale

dei lavoratori (detta in seguito PRIMA INTERNAZIONALE per distinguerla

dalle successive), con l’obbiettivo di coordinare a livello mondiale le iniziative

del movimento operaio e di favorirne la diffusione in ogni paese. Purtroppo si

manifestarono quasi subito contrasti fra una componente “rivoluzionaria”, una

più moderata e l’anarchismo, che professava l’abbattimento dello stato come

forma di oppressione delle masse.

Tali contrasti si definirono meglio con la SECONDA INTERNAZIONALE, dove il

marxismo ortodosso e rivoluzionario si oppose al revisionismo riformista, che

indicava come obbiettivi della lotta, le riforme sociali e politiche e non la presa

del potere.

Insieme ai partiti si sviluppò anche il movimento sindacale, che ottenne

importanti conquiste:

Aumenti salariali

 Riconoscimento del diritto di sciopero

 Riconoscimento del diritto di organizzazione

Si formò anche il sindacalismo rivoluzionario, che vedeva nel sindacato e nello

sciopero le armi per abbattere la società capitalista borghese. Una svolta

innovativa di grande importanza si ebbe con Leone XIII e con la sua RERUM

NOVARUM del 1891, che per la prima volta espose una dottrina sociale della

chiesa capace di affrontare i problemi della nuova società attraverso:

Collaborazione tra le classi

 Rifiuto del socialismo

 Condanna dello sfruttamento

 Invito ai cattolici di occuparsi della questione sociale

Tutto questo stimolò la nascita di molte organizzazioni sociali e politiche di

ispirazione cattolica.

2. ITALIANO

2.1 ROMANZO REALISTA

Il Romanzo conobbe nell’800 un grande sviluppo: da un lato era il genere

della realtà, e questo suscitava molto interesse , dall’altro era il genere più

adatto ai gusti e al livello culturale del nuovo pubblico “medio” che si

stava gradualmente formando in tutta Europa (con qualche ritardo in Italia).

Il primo genere romanzesco a godere di vasta diffusione era stato il romanzo

storico, fiorito in epoca romantica, il genere si era investito del compito

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