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Sintesi
Storia: le rivoluzioni industriali
Inglese: The industrial Revolution and Victorian literature
Scienze: L'energia utilizzata nell'industria
Francese: Pierre et Marie Curie
Geografia: L'arabia Saudita - un paese legato al petrolio
Tecnica: L'energia idroelettrica e la storia della Fiat
Scienze Motorie e Sportive : L'automobilismo sportivo: la F1
Italiano: Il futurismo e Filippo Tommaso Marinetti
Arte: Il divisionismo e il Futurismo
Musica: La chitarra elettrica o Jimi Hendrix
Estratto del documento

In questo periodo fu importante la scoperta e l’applicazione dell’energia del vapore,

completamente differente rispetto alle fonti conosciute fino a quel momento, era un’energia

creata dall’uomo, sempre disponibile. Il carbone divenne una risorsa indispensabile per

l’alimentazione del fuoco necessario sia alla produzione del vapore, sia per i processi di

fusione e raffinazione dei minerali di ferro. La prima macchina a vapore fu perfezionata nel

1769 dall’ingegnere James Watt. Fig. n. 1: la Macchina a Vapore di James Watt

La macchina a vapore segnò in un certo senso l’inizio di una nuova epoca tecnologica.

Oltre all’industria tessile si sviluppò quella siderurgica. Iniziò una crescita generale che

coinvolse tutti i settori della produzione. Gli sviluppi tecnologici vennero applicati, oltre che

all’industria, anche all’agricoltura. Il commercio si sviluppò enormemente sia per il

crescente fabbisogno di cotone grezzo sia con la vendita e l’esportazione di prodotti finiti.

La produzione venne accentrata nelle fabbriche, situate non più in prossimità dei centri

abitati (per la facilità di reperimento della manodopera), bensì nelle vicinanze delle materie

prime. L’industria dell’edilizia si impennò notevolmente provocando una richiesta di

mattoni, legno, ferro e tutto quanto necessario all’attività. Nello stesso tempo si sentì anche

l’esigenza di migliorare le vie di comunicazione per il trasporto delle materie prime (prima)

e dei prodotti finiti (dopo). La società è stata modificata profondamente, nasce una nuova

classe sociale, quella degli “operai salariati” e nasce il sistema economico moderno.

Altri paesi europei e gli Stati Uniti d’America seguirono, dopo alcuni decenni, gli

sviluppi dell’Inghilterra.

Il periodo della Seconda Rivoluzione Industriale va dal 1870 al 1945; le sue

caratteristiche fondamentali furono la stretta integrazione fra scienza, tecnologia e attività

produttiva (la “messa in pratica”), il rinnovamento si concentrò soprattutto nelle industrie

“giovani” come la chimica, il settore automobilistico e lo sfruttamento dell’energia elettrica.

Negli ultimi trent’anni del XIX secolo il sistema dell’economia capitalistica subisce

una serie di trasformazioni, nascono nuovi settori industriali, si modificano le tecniche

produttive; tutte queste trasformazioni possono giustificare l’uso del termine “Seconda

7

Rivoluzione Industrile”. La Gran Bretagna perde il suo primato tradizionale e viene

affiancata da Germania e Stati Uniti.

In campo scientifico gli ultimi trent’anni del XIX secolo furono veramente importanti,

vennero inventati una serie di strumenti divenuti poi parte integrante della vita quotidiana

(ad esempio la lampadina che a noi sembra veramente ovvia), ma la vera novità fu la loro

applicazione pratica. L’industria del ferro e dell’acciaio continuava ad essere alla base in

quanto forniva la materia essenziale a tutte le altre (le ferrovie e tutti i grandi macchinari

erano costruiti in ferro e acciaio), ma accanto a questa si sviluppò enormemente l’industria

chimica che abbracciava una grande varietà di produzioni, e, soprattutto, quella

farmaceutica e quella alimentare. Importanti furono i progressi della medicina che

riguararono le pratiche igieniste, l’introduzione di nuovi medicinali e gli effetti

dell’introduzione del microscopio.

La conseguenza fu un miglioramento della “qualità della vita” e quindi l’allungamento

considerevole della vita media, che salì fino a oltre i cinquant’anni (dai trenta/trentacinque

prima della rivoluzione industriale). Ci fu inoltre un boom demografico dovuto non tanto

all’aumento delle nascite ma soprattutto alla riduzione della mortalità infantile.

Anche lo sviluppo dell’industria alimentare fu un fattore importante, le invenzioni in

questo campo riguardarono i metodi di sterilizzazione, di conservazione e di inscatolamento

dei cibi, oltre al miglioramento delle tecniche di refrigerazione. La possibilità di conservare

i cibi deperibili pose fine alle incertezze legate ai raccolti; era vinta la paura delle carestie.

Ma i veri simboli della seconda rivoluzione industriale furono sicuramente “il motore a

scoppio” e “l’espansione dell’utilizzo dell’elettricità”.

1 fu il risultato di una lunga serie di studi ed esperimenti, nella

Il motore a scoppio

progettazione furono impegnati scienziati di diversi paesi, ma il risultato finale, che diede la

possibilità di sostituire gli ingombranti motori a vapore, è da attribuire a due ingegneri

tedeschi, Daimler e Benz. I primi motori vennero montati sulle automobili nel 1885, il

combustibile utilizzato da Benz era un distillato di petrolio (la benzina). Nel 1897, un altro

tedesco, l’ingegnere Diesel progettò il motore a nafta.

La diffusione dell’automobile fu molto lenta, nei primi anni del ‘900 le autovetture

iniziarono ad essere sufficientemente affidabili, ma il salto decisivo si ebbe intorno alla

Prima Guerra Mondiale. Negli Stati Uniti l’industria automobilistica si sviluppò

2 ; Ford per primo

enormemente soprattutto grazie al metodo della catena di montaggio

applicò il nuovo modo di produzione in “serie”. Lo sviluppo, seppur ancora limitato, diede

1 Quello che funziona per la combustione interna del combustibile stesso che bruciando ed espandendosi in uno spazio

limitato fornisce la spinta motrice.

2 La catena di montaggio prevede una produzione a ciclo continuo che riduce i tempi di produzione e permette la

produzione in serie, i prodotti, non più fatti artigianalmente, sono tutti identici. 8

anche l’impulso al miglioramento delle vie di comunicazione e all’estrazione del petrolio

(soprattutto nel Nord America). I prodotti petroliferi venivano anche utilizzati come

lubrificanti e combustibili per il riscaldamento e per l’illuminazione, ma i costi di

3 .

produzione ancora molto alti ne limitavano la diffusione su larga scala

Un’altra fonte di energia stava intanto prendendo piede, si trattava dell’energia

elettrica. La prima applicazione elettrica su vasta scala (prima c’erano state solo invenzioni

sperimentali, tipo la pila di Volta) si ebbe intorno agli anni cinquanta dell’Ottocento con lo

sviluppo della telegrafia via filo. L’invenzione decisiva fu quella della lampadina, nel 1879,

per opera di Thomas Edison. Fig. n. 2: Thomas Edison e l'invenzione della lampadina

Le prime grandi centrali termiche, azionate da motori a vapore, nacquero in

Inghilterra, in Francia, in Germania, negli Stati Uniti e anche in Italia all’inizio degli anni

’80. Di fronte all’aumento della domanda di corrente si progettò di sostituire l’energia delle

macchine a vapore con l’energia idrica, quindi sfruttare il movimento o la caduta, naturale o

artificiale, dei corsi d’acqua (pratica conosciuta ancora prima della nascita dell’industria

moderna).La costruzione di centrali idroelettriche si attuò nell’ultimo decennio del secolo,

soprattutto in quei paesi poveri di carbone ma ricchi di bacini idrici (come ad esempio

l’Italia del Nord).

Anche altre invenzioni e soprattutto la loro diffusione sono legate all’elettricità, ad

esempio il telefono, il grammofono e il cinematografo. Furono tutte invenzioni molto

importanti per il futuro sviluppo del settore delle comunicazioni.

L’inizio di quella che per alcuni può essere chiamata Terza Rivoluzione Industriale si

può far coincidere, all’incirca, con la fine della Seconda guerra Mondiale, la caratteristica

più importante è l’avvento dell’elettronica digitale.

3 Alla fine dell’Ottocento il costo del petrolio era circa sette volte più alto del costo del carbone. 9

L’invenzione in particolare dei microprocessori ha agevolato innumerevoli

applicazioni informatiche nel sistema produttivo, rendendo ormai superate le vecchie

strutture produttive. Molti lavori per i quali un tempo erano necessari gli operai, adesso

vengono svolti da macchine automatizzate. Oltre ad aver rivoluzionato il modo di

produzione, l’informatica ha anche cambiato il settore amministrativo. I computer possono

ormai sostituire gli archivi cartacei, sistemi operativi e programmi gestionali studiati

appositamente per la contabilità possono sostituire le vecchie registrazioni manuali.

Ma è soprattutto il sistema delle comunicazioni e del flusso delle informazioni ad

essere stato “alleggerito”, e questo coinvolge tutti i livelli della società, non solo l’ambito

lavorativo. La posta elettronica e l’utilizzo di internet hanno completamente stravolto il

modo di comunicare. L’informatica è diventata parte integrante della vita quotidiana di gran

parte della popolazione. Uno dei riflessi più evidenti è la riduzione dell’uso del denaro,

addirittura i prodotti non solo vengono pagati con carte di credito e bancomat, ma vengono

acquistati su cataloghi “on line, in rete”. L’economia diventa così sempre più virtuale; dalla

progettazione, alla realizzazione, alla vendita, tutto è guidato dall’informatica.

L’informatica ha anche cambiato il settore della distribuzione dei beni, soprattutto la

distribuzione dei beni alimentari. Le ordinazioni ormai avvengono via computer,

permettendo a chi acquista, e di conseguenza al consumatore finale, una riduzione dei tempi

di attesa.

Il settore delle telecomunicazioni si è sviluppato in concomitanza con l’espansione

dell’indutria spaziale. I satelliti ci permettono di assistere in diretta a quanto sta avvenendo

dall’altra parte del nostro pianeta. Oltre al lancio in orbita di satelliti si è sviluppata in

generale l’industria aerospaziale per l’esplorazione dello spazio, anche se l’interesse

principale resta comunque legato alle telecomunicazioni e alla meteorologia.

Fig. n. 3: 1969, gli Stati Uniti mandano l’Apollo 11, con equipaggio, sulla Luna

Un’importante invenzione delle telecomunicazioni è stata quella del telefono cellulare;

inventato da Martin Cooper, direttore del settore Ricerca e Sviluppo della Società Motorola,

nel 1973 ma prodotto dopo una decina d’anni. I telefoni cellulari si sono poi diffusi

10

rapidamente negli anni novanta, con un vero e proprio boom di vendite nel 2000,

sostituendo in alcuni casi anche le linee di telefonia fissa.

Schema riassuntivo:

Prima Rivoluzione Industriale:

periodo: 1770-1870

simboli e invenzioni: macchina a vapore

fonte di energia: carbone

Seconda Rivoluzione Industriale:

periodo: 1870-1945 (non avviene nello stesso momento in tutti i paesi)

simboli e invenzioni: motore a scoppio

fonti di energia: petrolio, energia elettrica

Terza Rivoluzione Industriale:

periodo: 1945- ancora in atto

simboli e invenzioni: computer, cellulari, strumenti digitali

fonti di energia: nucleare, energie alternative (anche se il petrolio resta ancora tra le

risorse più sfruttate) 11

INGLESE 12

The Industrial Revolution

The period between 1760 and 1890 in Britain is called The Industrial Revolution. It

was one of the most important period of change in Britain history.

At the start of this period, Britain was a rural country. Towns were small. There were

some large cities, but not many. Most people lived and worked on farms. But British farms

were changing. Richer farmers with lots of land began to take over the smaller farms.

This caused a lot of unemployment in the countryside. At the same time, towns were

growing bigger.

Unemployed farmers left the countryside and tried to find work in towns.

Many towns grew because of factories. Factories were large buildings which contained

machines.

These machines produced goods very quickly and much more cheaply than before.

Instead of one person making something in their home, for example, the factory could make

many more objects, much more quickly, because there were so many workers to share the

work.

But conditions in the factories and the workers’ houses were very bad. Factory

workers worked thirteen hours every day for very little money.

Two-thirds of them were children, and the youngest were only six years old. They had

to do dirty and dangerous jobs. Lots of people lived together in a small space and diseases

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