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Sintesi
italiano - Giovanni Verga
storia - crisi del'29 e cenni crisi attuale
diritto - diritto al risparmio, libertà economica e crisi di governo
sc. finanze - consob e privatizzazioni
ec.aziendale - controllo di revisione, controllo di gestione e caso Parmalat
inglese - enron ,stock Exchange
informatica - database
matematica - problema del consumatore
Estratto del documento

S

TORIA

CRISI ’29-‘30

Verso la fine degli anni Venti il mercato interno non fù più capace di assorbire

un’offerta che non trovava nuovi sbocchi sul mercato mondiale, sia perché la

ricostruzione postbellica era terminata sia perché il protezionismo degli Usa

spingeva altri paesi ad adottare misure analoghe, chiudendo le frontiere alle

esportazioni americane. Fu la stessa ricchezza degli Stati Uniti a provocare la

grave crisi economica del 1929. Il denaro abbondava e le banche concedevano

facilmente ai loro clienti prestiti che venivano impiegati in attività speculative e

soprattutto all’acquisto di azioni, il cui prezzo, a causa della crescente

domanda cominciò a salire sempre di più. Quando nelle borse si forma la “bolla

speculativa” prima o poi deve scoppiare. Il crollo si verificò quando i possessori

di azioni cominciarono a venderle per realizzare i guadagni. Molte aziende che

emetteva azioni erano in fallimento e quindi ingannavano gli azionisti che non

guadagnavano nulla come nel caso Parmalat. Il 24 ottobre la tendenza della

borsa si invertì: le vendite provocarono una discesa dei prezzi. Il timore di

dover sopportare perdite elevate si trasformò in timore quando le vendite

fecero scendere di molto il valore delle azioni. Questo avvenimento fu chiamato

crollo di Wall Street , dal nome della strada dove si trova la Borsa di New York,

ebbe inizio la grande crisi. Moltissime banche fallirono, fu distrutto il risparmio

e la produzione si dimezzò. La disoccupazione colpì tutti gli strati sociali. A

questa crisi seguì un periodo di stagnazione economica la Grande Depressione

( crisi è un avvenimento di breve durata, la depressione riguarda un intero

periodo). La grande depressione provocò un ripensamento delle teorie

economiche dominanti: la politica del laissez faire aveva mostrato dei limiti.

Occorreva adottare una diversa linea di politica economica che fu sostenuta

dall’economista inglese John Maynard Keynes. Keynes aveva criticato

l’eccessiva gravosità delle riparazioni imposte dalla germania . Affermò che lo

Stato doveva intervenire per alleviare la disoccupazione con lavori pubblici,

concedendo crediti a basso interesse e salari rigidi al basso per farsì che ci

siano i consumatori, occorreva ridistribuire il reddito. Alla scoppio della crisi era

presidente Hoover, il quale convinto che essa dovesse essere superata con gli

strumenti tradizionali, non apportò alcuna modifica alla politica liberistica. Alle

elezioni del 1932 fu sconfitto da Roosvelt, sostenitore del Partito democratico.

Si era mostrato ostile all’isolazionismo (tariffe doganali per non importare ed

esportare).Roosvelt elaborò un programma che prevedeva una serie di

interventi statali in molti settori e il governo cercò di alleviare la disoccupazione

attraverso lavori pubblici “New Deal”. NFurono costruite dighe e centrali

idroelettriche nel bacino del Tennessee con lo scopo di dare lavoro ai

disoccupati e per far abbassare i prezzi alle aziende private produttrici di

energia. Nel settore agricolo, per far rialzare i redditi agli agricoltori Roosvelt li

convinse a ridurre le colture in cambio di indenizzi. Tra le difficoltà affrontate ci

fu anche quella che prese il nome di Dust bowl. Durante gli anni precedenti la

terre era stata sfruttata in maniera eccessiva e negli anni 30 si verificarono

fenomeni di disertificazione e tempeste di sabbia. Molti piccoli coltivatri furono

costretti a lasciare la terra. Nel settore industriale si cercò un rimedio alla

disoccupazione attraverso la riduzione dell’orario di lavoro, che per gli operai fu

fissato in 36 ore settimanali. Per evitare l’anarchia finanziaria il mercato fu

sottoposto a controlli. Per favorire gli scambi con l’estero il governo

statunitense abbassò le tariffe doganali, e per favorire le esportazioni svalutò il

dollaro. Tra le più importanti riforme di carattere sociale attuate da Roosvelt va

ricordato il Social Security Act nel 1935 un sistema di pensioni per la vecchiaia

e l’invalidità , si gettavano le basi del welfare state che non comprendeva

l’assistenza in caso di malattia. Nemmeno il New Deal pose fine alla Grande

depressione ma ne allevio le conseguenze sugli strati più poveri,gli stati uniti

uscirono dalla crisi con lo scoppio della 2 guerra mondiale per la produzione

bellica a sostegno della Gran Bretagna. La crisi del 1929 scoppiata negli USA,

dilagò velocemente in tutta Europa, specialmente in quegli Stati, come la

Germania che in seguito alla 1° guerra avevano ottenuto proprio dagli Stati

Uniti maggiori finanziamenti che ora doveva restituire. Uno degli stati europei

che meno subì la crisi fu l’Inghilterra grazie alla materie prime che prelevava

dalle colonie che costituivano il “commonwealth” ( associazione volontaria di

53 stati indipendenti e sovrani che collaborano nell’interesse comune e

promuove la pace, quello inglese ha conservato un rapporto con le colonie). In

generale si diffuse la tendenza all’autarchia (autonomia economica) cioè la

tendeza di ogni Stato a maturare un’autonomia economica senza puntare

troppo sugli scambi esteri. Anche l’italia fascista cercò di perseguire questo

obiettivo: Mussolini cercò di dare forza all’industria italiana attraverso

investimenti statali gestiti da 2 nuovi enti: l’IMI (istituto mobiliare italiano) e

L’IRI( istituto di ricostruzione industriale), In realtà si trattava di industrie in

difficoltà per cui lo Stato non ottenne grandi risultati. Inoltre, per offrire posti di

lavoro, Mussolini avviò opere di lavori pubblici, si ricordi la bonifica delle paludi

dell’agropontino, in questo modo si guadagnarono terre da sfruttare a livello

agricolo per sostenere il fabbisogno della popolazione. Purtroppo però la

presenza di dazi doganali che proteggevano le industrie del nord,

danneggiavano le esportazioni agricole del sud e portarono difficoltà

economiche. La crisi non colpì la Russia dove il regime rafforzò l’industria e la

produzione e contribuì a diffondere l’ideale del lavoro pesante ( concetto di

stacanovismo legato alla figura dell operaio Stachanov che lavorava molte ore

al giorno).

CENNI SULLA CRISI ATTUALE

La crisi che stiamo attraversando ha tratto origini alla crisi generatasi sui mutui

estesa poi in tutti i settori dell’attività economica. Iniziarono i primi problemi

anche nel settore dei fondi speculativi (hedge funds) che sono stati penalizzati

sia dalla crisi di liquidità che ha indotto le banche a non concedere credito, sia

dalla discesa dei corsi di banca che ha ridotto il valore dei titoli. Le dimensioni

della crisi oggi sono tali da richiedere una risposta coordinata a livello globale,

a tal fine a Wasghinton si è riuniuto un vertice straordinario del G20 nel 2008.

In tale occasione sono stati fissati principi in materia di regolamentazione,

sorveglianza e trasparenza dei mercati. La situazione di difficoltà delle banche

e la mancanza di fiducia hanno determinato, di conseguenza, restrizioni

nell’offerta del credito e aspettative di ulteriore riduzione della crescita degli

utili societari.Le preoccupazioni per l’economia reale restano ancora sostanziali

in un Paese come l’Italia che si è affacciato negativamente dal punto di vista

della finanza pubblica a causa dell’elevato rapporto tra il livello di debito

pubblico e PIL. ITALIA

NO: GIOVANNI VERGA

Per capire l’evoluzione letterarie di verga è essenziale considerare le

considizioni sociali , i modelli con cui mutuò la sua formazione culturale-

Giovanni Verga nacque a Catania nel 1840 da una famiglia di agiati proprietari.

Compì i primi studi presso maestri privati in particolare il letterato patriota

Antonino Abate da cui assorbì il patriottismo e il gusto letterario romantico. I

suoi studi superiori non furono regolari:iscrittosi a 18 anni alla facoltà di Legge

a Catania non terminò gli studi,preferendo dedicarsi al lavoro letterario e al

giornalismo politico. Questa formazione irregolare segna la sua fisionomia di

scrittore che si discosta dalla tradizione di autori letteratissimi e di cultura

umanistica. Nel 1865 Verga lascia la provincia e si reca a Firenze allora capitale.

Vi torna nel 1869 deciso a soggiornarvi perché consapevole che per divenire

scrittore autentico doveva avere contatto con la società italiana e libersarsi dai

limiti della cultura provinciale. Nel 1872 si trasferisce a Milano ed entra in

contatto con gli ambienti della Scapigliatura.verga nasce come romantico

scrive romanzi come “Eros”, “Storia di una capinera” (ragazza costretta a

diventare suora e muore di dolore d’amore e in convento scrive una lettera

all’amica che è uscita dal convento perché i genitori hanno capito). Nel 1878

avviene la svolta verso il Verismo con la pubblicazione del racconto Rosso

Malpelo, novelle Vita dei campi e romanzo ciclo dei Vinti. Si discosta dalla

materia e dal linguaggio della sua narrazione anteriore e inizia un racconto si

tratta di ROSSO MALPELo la storia di un garzone di miniera che vive in un

ambiente duro e disumano, narrato con un linguaggio scabro ed è la prima

opera verista. Con questo racconto Verga si proponeva di scrivere il vero. Le

“basse sfere” non sono che il punto di partenza del suo studio dei meccanismi

di società. Secondo la sua visione la rappresentazione artistica deve

confermare al racconto l’impronta di cosa realmente accaduta, per questo lo

scrittore deve “eclissarsi” cioè non deve comparire nel narrato con le sue

reazioni soggettive, le sue riflessioni e spiegazioni; l’autore deve

immedesimarsi nei personaggi vedere le cose con i loro occhi ed esprimerle

con le loro parole. Il lettore avrà l’impressione non di sentire un racconto di fatti

ma si assistere ai fatti, deve essere introdotto nel mezzo degli avvenimenti

senza che nessuno gli spieghi gli antefatti . di conseguenza anche il linguaggio

non è quello che potrebbe essere dello scrittore ma un linguaggio spoglio e

povero, punteggiato di proverbi imprecazioni popolari, sintassi elementare e

scorretta. Si diffuse in qugli anni il naturalismo che deriva dal positivismo,

pensiero filosofico nato a metà 800 che esaltava la fiducia nella scienza. Il

naturalismo è la rappresentazione della natura in modo oggettivo. Il maggior

esponente Emil Zola che aveva fiducia nella letteratura che doveva affascinare.

Verga si affascina della realtà oggettiva. Verga formula il principio

dell’impersonalità perché chi osserva non ha il diritto di giudicare . alla base ci

sono posizioni pessimistiche: la società umana dominata dal meccanismo per

la vita, un meccanismo crudele per cui il più forte schiaccia il più debole. È una

legge universale e immodificabile. Se è impossibile modificare l’esistente, ogni

intervento giudicante appare inutile e allo scrittore resta solo di riprodurre la

realtà cosi com e, la letteratura non può più contribuire a modificare la

realtà.diversamente da ciò che sostiene Zola che crede che si deve intervenire

e commentare ha fiducia nella funzione progressiva della letteratura. La nuova

impostazione narrativa è continuato negli altri racconti del volume “Vita dei

campi”: Cavalleria rusticana, Fantasticheria, la lupa. In verga è ancora in atto

una contraddizione tra le tendenze romantiche e le nuove tendenze veristiche

e pessimistiche, che lo inducono a studiare le leggi del meccanismo sociale e

riconoscere che anche il mondo rurale è dominato dalla stessa legge della lotta

per la vita che regola la società cittadina. Il pessimismo si basa sulla società

che è dominata dal meccanismo della lotta per la vita dove i più forte

schiacciano i più deboli. Gli uomini sono mossi dall’interesse economico. È un

pessimista radicale crede non ci sia soluzione al male a differenza di Manzoni

che credeva nella Provvidenza e di Leopardi che credeva nella solidarietà

dell’uomo. Si basa questo pensiero sulla “morale dell’ostrica” nella novella

Fantasticherie , come l’ostrica se si stacca viene mangiata cosi l’uomo se vuole

cambiare il suo destino viene inghiottito dalla società.

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