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Sintesi
Italiano: Italo Svevo

Storia: l'età giolittiana

TDP: LED ed illuminazione

Sistemi: acquisizione dati

Inglese: Light Emitting Diode (LED)

Diritto: le Società per Azioni (S.p.A.)
Estratto del documento

TONALITA' DELLA LUCE (temperatura di colore)

Il grande vantaggio dei LED è la possibilità di avere svariate tonalità, da 2800K a 7000K, quindi in

grado di soddisfare qualsiasi esigenza di luce.

SCALA TEMPERATURA DI COLORE

Definizione delle temperature di colore maggiormente utilizzate dai LED in illuminotecnica.

bianco caldo tra i 3000 e i 3500 K,

bianco neutro tra i 3500 e i 4500 K,

bianco freddo tra i 4500 e i 7000 K.

LUX

Il lux (simbolo lx) è l'unità di misura per l'illuminamento del Sistema Internazionale. Un lux è pari a

un lumen fratto un metro quadrato.

LUMEN

Il lumen, in sigla lm, è l'unità di misura del flusso luminoso.

Equivale al flusso luminoso rilevabile in un angolo solido di 1 steradiante (unità di misura per l'

angolo solido, corrispondente tridimensionale del radiante) emesso da una sorgente isotropica

(sorgente irradiante a 360°) con intensità luminosa di 1 candela. In sostanza si tratta della quantità

di luce vera e propria emessa.

DIFFERENZA TRA LUX E LUMEN

Lux e lumen sono due diverse misure del flusso luminoso, ma mentre il lumen è una misura della

"quantità di luce" su una porzione di sfera (incentrata sulla sorgente), il lux è una misura relativa

all'area piana tangente la porzione sferica. 1 lumen su un'area di 1 m2 corrisponde ad 1 lux, mentre

lo stesso lumen concentrato in 1 cm2 corrisponde a 10000 lux.

SVANTAGGI DEL LED

Il Led pur essendo un ottimo componente, presenta però alcuni svantaggi, alcuni dei quali non sono

nemmeno molto rilevanti però è bene elencarli.

Il problema principale del LED (o meglio di alcuni LED) è quello di avere una certa direttività

nell'emissione della luce, ciò ne consegue che la superficie illuminata non sarà molto ampia.

Onde evitare a ciò sono state studiate delle apposite lenti che permettono di ampliare il raggio di

illuminazione.

Ed inoltre parlando di lampade a LED uno “svantaggio” iniziale è senza dubbio l'elevato costo, che

viene poi in seguito ripagato dalla lunghissima durata che assicurano tali lampadine. 5

Età Giolittiana

La situazione in Italia alla fine dell'Ottocento presenta un'Italia

arretrata, sia sul piano sociale che su quello economico, e vive questo

periodo come la sua Prima rivoluzione industriale, già superata dalle

grandi potenze europee.

Alla fine del secolo il Paese è guidato dalla Sinistra storica che, dopo il

governo Crispi, trova il suo rappresentante in Giovanni Giolitti. I due

presentano un diverso modo di condurre lo Stato: il governo di Giolitti,

infatti, non può essere considerato autoritario come quello di Crispi

che, pur approvando leggi progressiste come la legge Zanardelli, non

esita a reprimere le rivolte nel sangue. Giolitti entra nella scena politica

italiana nel febbraio del 1901, quando Zanardelli viene messo dal re

Vittorio Emanuele II a capo dell'esecutivo, ricevendo l'appoggio compatto delle sinistre (per la

prima volta nella storia italiana). Giolitti era allora responsabile degli Interni.

Nel 1903 Giolitti subentrò a Zanardelli alla guida dell'esecutivo e, fu presidente del consiglio fino al

1914. –

Dopo una lunga depressione del 1873 1896 si assistette ad una rapida ripresa dell'economia

italiana. Si inaugurò così una nuova fase di sviluppo industriale che rafforzò i settori tradizionali, e

diede luogo anche ad un’accelerazione e diversificazione delle attività produttive.

– Nelle regioni settentrionali si registrava una forte evoluzione dell'agricoltura (in senso

capitalistico)

– Nelle regioni centrali iniziava una prima diffusione manifatturiera.

– Nelle regioni meridionali prevaleva decisamente il latifondo, caratterizzato da una bassa

produttività dei terreni. Ed a causa di una povertà sempre più diffusa si registrò una forte

crescita dell'emigrazione verso le Americhe.

Nel sistema produttivo italiano risultava ancora centrale il ruolo del settore tessile che, insieme al

comparto agro-alimentare, garantiva circa il 60% dell'intera produzione industriale. Inoltre

l'impulso dato dai mercati esteri fece in modo che la produzione di filati di cotone sia in costante

aumento.

Nel 1893 fu istituita la Banca d'Italia, che iniziò a regolare l'emissione di valuta ed a esercitare un

controllo sull'interno sistema finanziario, mettendolo al riparo da pericolose speculazioni. Nacquero

anche le prima banche miste che, oltre a curare il credito ordinario, intervenivano in appoggio alle

attività produttive. Infine videro la luce le prime società per azioni e gruppi assicurativi.

Si svilupparono anche le industrie in vari settori:

• Settore automobilistico: FIAT, Lancia, Alfa Romeo

• Settore siderurgico: Terni e Ilva

• Settore meccanico: Nacquero Breda e Ansaldo

• Olivetti nel 1908 iniziò a produrre macchine da scrivere.

• Pirelli si impegnò nella fabbricazione della gomma.

Ci fu un notevole incremento anche della produzione di energia elettrica, da 100 a 2575 milioni di

kwh tra il 1898 e il 1914; per alimentare le industrie in crescita, vista la scarsità di giacimenti

energetici, si puntò sul settore idroelettrico. (Settore idroelettrico destinato a coprire per l'85% il

fabbisogno industriale). 6

Siccome lo sviluppo in Italia non era equo a nord e sud, questo ne sviluppò una vera e propria

frattura tra il meridione e il settentrione. Infatti dalle campagne meridionali partì un incessante

numero di persone pronte per emigrare in America.

Agli inizi dell'esperienza governativa di Giolitti egli riteneva ormai augurabile un confronto aperto

con il movimento socialista e sindacale.

Giolitti dovette affrontare l'ondata di scioperi che nei primi anni del secolo coinvolse le principali

città del Nord, ma egli non li represse perché sapeva che gli operai avevano bisogno del loro lavoro,

quindi aspettava che si sciogliessero da soli.

Nel 1904 a seguito degli scioperi generali proclamati dai socialisti più estremi, seguì anche, nel

1907, la crisi economica che provocò una notevole turbolenza nel mercato finanziario e nella

stabilità delle banche.

Nel 1906 nacque la GCL, Confederazione Generale del Lavoro, ed iniziò ad operare a livello

nazionale. Giolitti governò utilizzando il potere esecutivo e trascurando, però, quello legislativo.

Il riformismo giolittiano presentava alcuni limiti evidenti: da una parte vi era la mancanza di un

disegno di trasformazioni strutturale del sistema industriale e, dall'altra, fu adottato un

atteggiamento un po' ambiguo per quanto riguarda riforme e democratizzazione della vita.

Tra gli aspetti positivi del riformismo giolittiano va riconosciuto l'avvio di una legge che:

• Regolamentava l'orario di lavoro e l'occupazione di donne e bambini (in particolare con

l'abolizione del lavoro notturno).

• Furono varati provvedimenti di decentramento amministrativo, specialmente per Luce, gas ,

trasporti urbani.

• Istituita la giornata di riposo.

• Garanzie assicurative.

Tutto ciò segnò un grande passo in avanti. L'atteggiamento del Governo fu diverso tra nord e sud:

Nord: Proletariato urbano consistente e di un movimento contadino organizzato, venne

incoraggiato il dialogo fra le parti.

Sud: Subito represse le sommosse popolari.

Contro questa prassi giolittiana si scagliò contro lo storico meridionalista pugliese Gaetano

Salvemini che. condannando in particolare la scorrettezza di alcune manovre elettorali, non esitò a

definire Giolitti “Ministro della malavita”.

La politica di Giolitti si rivelava così non strettamente legata a motivazioni ideologiche o ispirate

all'etica del liberalismo, ma bensì mossa da considerazioni pragmatiche in funzione della gestione

del potere.

Nel 1910 nacque la confindustria e si affermarono i movimenti nazionalisti.

Il partito socialista appariva ancora lacerato tra due posizioni estreme: da un lato Ivanoe Bonomi e

Leonida Bissolati spingevano verso scelte riformiste; dall'altro Benito Mussolini, esponente

romagnolo della corrente di sinistra e direttore del giornale di partito l'avanti, rimproverava al

partito la propensione per Giolitti.

Lo scontro interno si consumò nel 1912 durante il congresso di Reggio Emilia quando prevalsero

nuovamente i rivoluzionari,mentre gli esponenti della destra furono espulsi per avere sostenuto la

decisione del governo di muovere guerra alla Libia (ottobre 1911).

Per quanto riguarda la politica coloniale, Giolitti volle colonizzare la Libia per interessi economici e

pressioni nazionaliste, alla fine vennero conquistate anche Rodi e le Isole del Dodecanneso. 7

Elezioni 1913 e Fine del Governo

Prime elezioni a suffragio universale maschile: votano maggiorenni alfabetizzati e gli analfabeti che

hanno svolto servizio militare. La base elettorale si allarga da 3,5 a 9,5 milioni di cittadini.

Patto Gentiloni (1913): l'elettorato cattolico si impegnava ad appoggiare i candidati liberali liberali

sui punti più conservatori del programma politico. Grazie a ciò si assiste alla vittoria dei liberali.

Giolitti poté così creare un nuovo governo che però ebbe vita brevissima.

Le elezioni del 1913 in verità furono una tappa fondamentale nella radicazione dello scontro

politico che coinvolse sia a destra sia a sinistra grandi masse, travolgendo la politica di delicati

equilibri tipica del giolittismo.

Il nuovo governo cadde infatti sotto i colpi della difficile situazione economica.

Nel marzo 1914, Giolitti, valutando la sua alleanza troppo eterogenea e avendo preso coscienza del

peso acquisito dai partiti popolari, si dimette. 8

LE SOCIETA' PER AZIONI

“nelle

L'art. 2325 stabilisce che società per azioni per le obbligazioni sociali risponde soltanto la

con il suo patrimonio” e l'art. 2346 stabilisce “che

società la partecipazione dei soci è

rappresentata da azioni”.

COSTITUZIONE DELLA SOCIETA' PER AZIONI

Formazione atto costitutivo:

La società per azioni può essere costituita:

a) da più persone (soci fondatori) attraverso la stipulazione di un contratto

b) da una sola persona (socio fondatore) attraverso l'emanazione di un negozio

giuridico unilaterale

In ogni caso l'atto costitutivo (contratto o negozio giuridico unilaterale) deve avere la

forma dell'atto pubblico a pena di nullità .

L'atto costitutivo deve contenere l'ammontare del capitale sociale (minimo 120 mila euro)

ed anche la denominazione sociale con l'indicazione S.p.a.(non contiene il nome dei soci;

in passato era anche detta società anonima).

Il modo normalmente usato per la formazione dell'atto costitutivo è quello della costituzione

simultanea : i soci fondatori, o il socio fondatore sottoscrivono alla presenza del notaio l'atto

costitutivo.

NB. Assieme all'atto costitutivo i soci possono redigere lo statuto contenente le norme relative al

funzionamento della società. Lo statuto anche se redatto a parte costituisce parte integrante dell'atto

costitutivo, ed in caso di contrasto,prevale su di esso.

ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE

Entro venti giorni dalla formazione dell'atto costitutivo, il notaio deve depositarlo

(unitamente agli altri allegati) presso l'ufficio del registro delle imprese per l'iscrizione della società.

Il deposito è preceduto dal giudizio di omologazione effettuato dal notaio stesso (prima della

riforma del diritto societario veniva effettuato dal Tribunale).

Il notaio deve:

a) verificare che l'atto costitutivo non contenga clausole contrarie alla legge;

b) verificare che l'atto costitutivo contenga tutte le indicazioni prescritte dall'art.2328 CC:

c) accertare che sussistano le altre condizioni previste dall'art. 2329 CC (conferimenti, relazione

giurata, autorizzazioni).

L'ufficio del registro, controllata la regolarità formale della documentazione iscrive la società.

L'iscrizione nel registro delle imprese ha efficacia costitutiva : senza iscrizione la società non esiste

neanche come società irregolare.

NB: Con l'iscrizione nel registro delle imprese la società acquista la personalità giuridica. 9

GLI STRUMENTI FINANZIARI

Gli strumenti finanziari vengono utilizzati dalle società per azioni per raccogliere denaro

presso gli investitori.

LE AZIONI

Le azioni rappresentano una frazione o una quota ideale del capitale sociale.

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