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Questa tesina di terza media analizza il tema del razzismo. Argomenti tesina terza media: in Italiano Primo Levi, "Se questo è un uomo", in Letteratura il romanzo "Radici" e la miniserie TV, in Storia il nazismo, l'Olocausto e lo schiavismo, in Geografia il continente americano, in Scienze la genetica, in Matematica E=Mc^2, in Inglese The USA, in Francese le racisme, in Storia dell'arte il cubismo e Guernica, in Tecnologia l'energia nucleare, in Musica Louis Armstrong e il jazz, in Educazione fisica il razzismo nello sport.
Italiano - Primo Levi, "Se questo è un uomo".
Letteratura - Il romanzo "Radici" e la miniserie TV.
Storia - Il nazismo, l'Olocausto e lo schiavismo.
Geografia - Il continente americano.
Scienze - La genetica.
Matematica - E=Mc^2.
Inglese - The USA.
Francese - Le Racisme.
Storia dell'arte - Il cubismo e Guernica.
Tecnologia - L'energia nucleare.
Musica - Louis Armstrong e il Jazz.
Educazione fisica - Il razzismo nello sport.
avevano portato alla decapitazione dei vertici dell’esercito fondato da
Trotskij. I tre gruppi di armate tedesche, nord, centro, sud, rispettivamente
dirette a Leningrado, Mosca e Caucaso, sfondarono ripetutamente le linee
sovietiche facendo incetta di prigionieri e materiale. Ben presto furono
conquistate Minsk, Kiev, Kursk, Rostov e le altre principali città,
mentre Leningrado venne cinta d’assedio.
Il generale Inverno
Ma l’errore madornale fu commesso sul piano militare: la macchina da
guerra germanica continuava, infatti, ad avanzare con estrema facilità nel
cuore del territorio sovietico, ma Hitler e i suoi generali furono troppo
indecisi sulla tattica da seguire, ossia se puntare dritti su Mosca o proseguire
verso il bacino del Don; si trattò, però, di un’ indecisione fatale per la
Germania Nazista visto che, a causa di quei tentennamenti, entrò ben presto
in gioco quello stesso alleato che in passato già aveva permesso ai Russi di
sconfiggere le truppe napoleoniche, ossia il "cosiddetto generale inverno". Le
truppe tedesche, già in difficoltà per gli estenuanti trasferimenti lungo le
sterminate pianure sovietiche e alle prese, quindi, con evidenti problemi di
collegamento tra le prime linee e le retrovie, vennero fermate, alle porte di
Mosca, dalla strenua resistenza dell’armata rossa e, soprattutto, dal terribile
inverno sovietico, che rese impossibile l’avanzata. Dopo diversi mesi,
dunque, quella che sembrava una marcia trionfale si arrestava, mentre, al
contrario, Stalin approfittò dell’immobilismo forzato delle operazioni belliche
per riorganizzare l’esercito, che poteva contare su un inesauribile numero di
effettivi e di riserve e rifornito di materie prime e materiali militari nuovi di
zecca, prodotti dalle fabbriche trasferite, all’inizio dell’invasione, al di là degli
Urali e che marciavano a pieno ritmo, guidate dal rinnovato sentimento
patriottico e dalla ritrovata unità nazionale, minacciata dallo spettro nazista.
Stalingrado
Le operazioni militari dell’asse ripresero in primavera, ma Hitler decise di
cambiare obiettivo, abbandonando Mosca e puntando verso sud, ai pozzi
petroliferi del Caucaso e a Stalingrado, la città simbolo del comunismo e del
regime, situata sul fiume Volga, al fine di aggirare la capitale da est e
tagliare la ritirata all’armata rossa. Verso Stalingrado marciò la VI armata
del comandante Friedrich von Paulus, protetta alle spalle, sul fronte del Don,
dagli alleati romeni, ungheresi ed italiani. Si trattava di infliggere un colpo
mortale al nemico, ma Stalingrado si rivelò fatale alle armate naziste, in
quella che fu la battaglia che decise le sorti del secondo conflitto mondiale.
La disfatta
Tra il settembre del ‘42 e il febbraio del ‘43, Stalingrado decretò la fine dei
trionfi hitleriani e l’inizio della fine per il terzo Reich. Dopo i primi tremendi
attacchi della Wehrmacht, la città sembrava sul punto di capitolare e di
cadere in mano nemica, ma i russi si aggrapparono alla forza della
disperazione, combattendo strenuamente casa per casa, cantina per cantina,
rovina su rovina. Pur schiacciati sulle rive del fiume Volga, i sovietici 6
Realizzazione di Alessandro Rinaldi pag.
riuscirono a resistere contro i ripetuti attacchi del nemico fino a quando
cominciò la devastante controffensiva che, con una manovra a tenaglia,
sfondò le difese dell’asse ed accerchiò, all’interno della città, le forze
nemiche della quarta armata. Nella sacca di Stalingrado la sorte dei soldati
di von Paulus era ormai segnata: a temperature impossibili, devastati dal
freddo e dalle malattie, martellati ripetutamente dall’artiglieria sovietica, i
soldati tedeschi si ritrovarono senza alcuna speranza. Nell’estremo tentativo
di evitare la resa, Hitler, il 30 gennaio 1943, nominò Paulus maresciallo del
Reich, ricordandogli che nessun graduato simile, nella storia della Germania,
si era arreso al nemico, ma, solo due giorni dopo, vista l’impossibilita’ di
resistere, lo stesso Paulus capitolò, offrendo la resa. Il 20 luglio 1944, Hitler
uscì miracolosamente indenne da un attentato nella sua “tana del lupo”.
Gli ultimi giorni di Hitler
Nell’aprile del ‘45, con l’armata rossa ormai alle porte di una Berlino
devastata, il Fuhrer della grande Germania, della nazione eletta, destinata a
dominare il mondo, era un autentico morto vivente, che viveva seppellito nel
bunker tetro e scuro, scavato nelle viscere della cancelleria. Le giornate
trionfanti di Norimberga, il mito di un uomo che appariva agli occhi del
mondo come un semidio, gli eserciti invincibili del Terzo Reich millenario,
rappresentavano ormai un ricordo sbiadito, cancellato dalla straripante
offensiva alleata. L’Hitler degli ultimi tempi era un uomo totalmente
distrutto, nel fisico e nel morale, al pari di una Germania allo stremo,
devastata dai bombardamenti alleati. Il suo stato di salute peggiorò sempre
di più: era evidente la sua rassegnazione per una fine sempre più prossima.
Trascorse gli ultimi giorni della sua vita senza essere più in grado di
percepire ciò che avveniva all’esterno. Il 30 aprile 1945 fu l’ultimo atto della
vita di un uomo che sconvolse i destini del mondo: una capsula di cianuro
pose fine alla sua esistenza.
1945: La fine del Nazismo
Nella speranza che quanto è successo non ritorni mai più.
L'Olocausto - La giornata della memoria...
Il 27 gennaio del 1945 è una data memorabile, in cui furono abbattuti i
cancelli del lager di Auschwitz. Il 27 gennaio è diventato il “Giorno della
Memoria”, che l'Europa dedica al ricordo della tragedia della Shoah e delle
persecuzioni subite dagli ebrei e dai deportati militari e politici nei campi
nazisti.
Il termine olocausto, che nell'antica liturgia ebraica designa il sacrificio
levitico, è stato adottato dagli storici per indicare il massacro di sei milioni di
ebrei compiuto dal regime nazista durante la seconda guerra mondiale.
Dopo la politica di boicottaggio e di discriminazione antisemita avviata in
Germania fin dal 1933 (leggi di Norimbrega 1935) e I'istituzione dei primi
campi di concentramento (Oranienburg, Buchenwald e Dachau), i nazisti 7
Realizzazione di Alessandro Rinaldi pag.
presero a pretesto I'assassinio di Ernst von Rath, un segretario
dell'ambasciata tedesca a Parigi, per bruciare 267 sinagoghe e arrestare
20.000 persone nella tristemente famosa Kristallnacht ("notte dei cristalli"
tra il 9 e il 10 novembre 1938.
Gli ebrei tedeschi furono costretti a pagare una somma di 400.000.000 di
dollari per risarcire i danni subiti dalle loro stesse proprietà. Iniziata la
seconda guerra mondiale (settembre 1939), tre milioni di ebrei polacchi
dovettero subire un Blitzpogrom di violenze e di stragi.
Con il decreto sui ghetti di Reinhard Heydrich, aiutante di Heinrich Himmler,
furono gradualmente separati dal resto della popolazione e, nei due anni
successivi, morirono in 700.000 per stenti e fame; i nazisti progettarono
anche di deportare tutti gli ebrei nella riserva di Nisko (regione di Lublino) o
in Madagascar.
Quando nel giugno 1941 la Germania attaccò I'URSS, contro gli ebrei russi
furono impiegate quattro Einsatzgruppen ("squadre d'urto") speciali, che si
macchiarono di orribili atrocità, culminate nell'eccidio del burrone di Babi Yar
(Kiev), dove il 29-30 settembre 1941 furono mitragliati 33.771 ebrei.
Su insistenza di Hitler, Heydrich presiedette (gennaio 1942) la conferenza di
Wannsee sulla "definitiva soluzione della questione ebraica".
Nei tre anni successivi gli ebrei reclusi ad Auschwitz e negli altri campi di
concentramento furono sterminati, fra I'altro, col gas cianidrico o col
monossido di carbonio, con le iniezioni al fenolo, con i lanciafiamme e le
bombe a mano.
Nel corso della guerra, dal Nord Africa alla Bielorussia, non meno di 60.000
ebrei combatterono da partigiani contro i nazisti. Epiche le sollevazioni dei
ghetti a Cracovia, Bialystok, Vilna, Kaunas, Minsk, Slutsk e soprattutto a
Varsavia (aprile-maggio 1943).
Reclusi ebrei distrussero Sobibor e Treblinka, così come guidarono la rivolta
in altri 15 campi di concentramento.
A guerra finita, erano stati uccisi due terzi degli ebrei europei, circa 6
milioni, più di quanti furono eliminati durante i Pogrom nei diciotto secoli
precedenti. PRIMO LEVI
Primo Levi nacque a Torino nel 1919, e si laureò in chimica all'università
Torinese nel 1941.
Un anno dopo, egli entra in un partito clandestino anti-fascista, e dopo
qualche settimana dall'armistizio dell'8 Settembre viene arrestato e
successivamente deportato ad Auschwitz, dove rimarrà fino al 1945, quando
il campo venne liberato dai Russi. 8
Realizzazione di Alessandro Rinaldi pag.
La deportazione
I fattori che gli consentirono di sopravvivere furono diversi:
La conoscenza del tedesco, la sua amicizia con Lorenzo Perrone che gli
portava abitualmente del cibo, la sua laurea in chimica che gli fece ottenere
un posto di “lavoro” meno faticoso e la scarlattina, che lo fece ammalare,
non facendolo partecipare alla marcia di evacuazione (dove morirono
tantissimi prigionieri).
Lo scrittore
Dopo essere stato liberato dai campi di concentramento, egli subito dopo
iniziò a scrivere il romanzo “Se questo è un uomo”, che fu completato nel
1947 e pubblicato dalla casa editrice Einaudi.
Questo romanzo racconta cosa avviene ad Auschwitz, come venivano
umiliati e torturati i prigionieri, come avveniva la selezione di chi doveva
morire e chi doveva vivere, ma soprattutto come veniva tolta la dignità ad
ognuno di loro.
Se questo è un uomo
Poesia introduttiva al romanzo…
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi. 9
Realizzazione di Alessandro Rinaldi pag.
Questa poesia vuol far capire al lettore che chi viveva nei campi di
concentramento non poteva più essere considerato uomo o donna, ma un
numero senza valore e senza dignità.
Le maledizioni
Verso la fine della poesia, l'autore si rivolge direttamente al lettore,
imponendogli di non dimenticare ciò che è avvenuto durante l'Olocausto, e di
raccontarlo ai propri figli, altrimenti “La vostra casa crollerà”, “La malattia vi
colpirà” e soprattutto “I vostri figli vi negheranno”.
Queste sono le maledizioni che Primo Levi infligge a chi dimentica ciò che i
nazisti hanno commesso nei campi di concentramento.
IL CUBISMO
Il cubismo è una delle correnti artistiche più innovative del '900.
Nacque a Parigi intorno al 1907 per opera di due artisti: Pablo Picasso e
George Braque.
Esso prende spunto dal famoso pittore Cézanne per via delle sue forme
geometriche, e dall'arte africana per via della scomposizione.
Viene totalmente rimossa la prospettiva e quindi la terza dimensione, ma
viene aggiunta la quarta: il Tempo.
Infatti in molti dipinti del cubismo il soggetto viene visto da varie angolazioni
contemporaneamente, unendo le varie immagini tra loro.
Fasi del cubismo
Il cubismo si divide in tre fasi: il cubismo formativo, il cubismo analitico e il
cubismo sintetico.
Il primo è caratterizzato da una semplificazione del volume del soggetto.
Il secondo è caratterizzato dalla frantumazione del soggetto a tal punto da
rendere difficile il riconoscimento, e l'ultimo è caratterizzato dalle forme
geometriche essenziali.
Cubismo analitico
Il quadro più importante del cubismo analitico è: “Ragazza con il
mandolino”, dove si può vedere la scomposizione in mille pezzi del soggetto,
e la colorazione scura, quasi sul grigio per far capire allo spettatore che la
realtà è completamente rimossa.
Cubismo formativo e sintetico