Anteprima
Vedrai una selezione di 29 pagine su 137
Razzismo - Tesina Pag. 1 Razzismo - Tesina Pag. 2
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 6
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 11
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 16
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 21
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 26
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 31
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 36
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 41
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 46
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 51
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 56
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 61
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 66
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 71
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 76
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 81
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 86
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 91
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 96
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 101
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 106
Anteprima di 29 pagg. su 137.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Razzismo - Tesina Pag. 111
1 su 137
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Introduzione Razzismo - Tesina


Questa tesina di terza media analizza il tema del razzismo. Argomenti tesina terza media: in Italiano Primo Levi, "Se questo è un uomo", in Letteratura il romanzo "Radici" e la miniserie TV, in Storia il nazismo, l'Olocausto e lo schiavismo, in Geografia il continente americano, in Scienze la genetica, in Matematica E=Mc^2, in Inglese The USA, in Francese le racisme, in Storia dell'arte il cubismo e Guernica, in Tecnologia l'energia nucleare, in Musica Louis Armstrong e il jazz, in Educazione fisica il razzismo nello sport.

Collegamenti

Razzismo - Tesina


Italiano - Primo Levi, "Se questo è un uomo".
Letteratura - Il romanzo "Radici" e la miniserie TV.
Storia - Il nazismo, l'Olocausto e lo schiavismo.
Geografia - Il continente americano.
Scienze - La genetica.
Matematica - E=Mc^2.
Inglese - The USA.
Francese - Le Racisme.
Storia dell'arte - Il cubismo e Guernica.
Tecnologia - L'energia nucleare.
Musica - Louis Armstrong e il Jazz.
Educazione fisica - Il razzismo nello sport.
Estratto del documento

avevano portato alla decapitazione dei vertici dell’esercito fondato da

Trotskij. I tre gruppi di armate tedesche, nord, centro, sud, rispettivamente

dirette a Leningrado, Mosca e Caucaso, sfondarono ripetutamente le linee

sovietiche facendo incetta di prigionieri e materiale. Ben presto furono

conquistate Minsk, Kiev, Kursk, Rostov e le altre principali città,

mentre Leningrado venne cinta d’assedio.

Il generale Inverno

Ma l’errore madornale fu commesso sul piano militare: la macchina da

guerra germanica continuava, infatti, ad avanzare con estrema facilità nel

cuore del territorio sovietico, ma Hitler e i suoi generali furono troppo

indecisi sulla tattica da seguire, ossia se puntare dritti su Mosca o proseguire

verso il bacino del Don; si trattò, però, di un’ indecisione fatale per la

Germania Nazista visto che, a causa di quei tentennamenti, entrò ben presto

in gioco quello stesso alleato che in passato già aveva permesso ai Russi di

sconfiggere le truppe napoleoniche, ossia il "cosiddetto generale inverno". Le

truppe tedesche, già in difficoltà per gli estenuanti trasferimenti lungo le

sterminate pianure sovietiche e alle prese, quindi, con evidenti problemi di

collegamento tra le prime linee e le retrovie, vennero fermate, alle porte di

Mosca, dalla strenua resistenza dell’armata rossa e, soprattutto, dal terribile

inverno sovietico, che rese impossibile l’avanzata. Dopo diversi mesi,

dunque, quella che sembrava una marcia trionfale si arrestava, mentre, al

contrario, Stalin approfittò dell’immobilismo forzato delle operazioni belliche

per riorganizzare l’esercito, che poteva contare su un inesauribile numero di

effettivi e di riserve e rifornito di materie prime e materiali militari nuovi di

zecca, prodotti dalle fabbriche trasferite, all’inizio dell’invasione, al di là degli

Urali e che marciavano a pieno ritmo, guidate dal rinnovato sentimento

patriottico e dalla ritrovata unità nazionale, minacciata dallo spettro nazista.

Stalingrado

Le operazioni militari dell’asse ripresero in primavera, ma Hitler decise di

cambiare obiettivo, abbandonando Mosca e puntando verso sud, ai pozzi

petroliferi del Caucaso e a Stalingrado, la città simbolo del comunismo e del

regime, situata sul fiume Volga, al fine di aggirare la capitale da est e

tagliare la ritirata all’armata rossa. Verso Stalingrado marciò la VI armata

del comandante Friedrich von Paulus, protetta alle spalle, sul fronte del Don,

dagli alleati romeni, ungheresi ed italiani. Si trattava di infliggere un colpo

mortale al nemico, ma Stalingrado si rivelò fatale alle armate naziste, in

quella che fu la battaglia che decise le sorti del secondo conflitto mondiale.

La disfatta

Tra il settembre del ‘42 e il febbraio del ‘43, Stalingrado decretò la fine dei

trionfi hitleriani e l’inizio della fine per il terzo Reich. Dopo i primi tremendi

attacchi della Wehrmacht, la città sembrava sul punto di capitolare e di

cadere in mano nemica, ma i russi si aggrapparono alla forza della

disperazione, combattendo strenuamente casa per casa, cantina per cantina,

rovina su rovina. Pur schiacciati sulle rive del fiume Volga, i sovietici 6

Realizzazione di Alessandro Rinaldi pag.

riuscirono a resistere contro i ripetuti attacchi del nemico fino a quando

cominciò la devastante controffensiva che, con una manovra a tenaglia,

sfondò le difese dell’asse ed accerchiò, all’interno della città, le forze

nemiche della quarta armata. Nella sacca di Stalingrado la sorte dei soldati

di von Paulus era ormai segnata: a temperature impossibili, devastati dal

freddo e dalle malattie, martellati ripetutamente dall’artiglieria sovietica, i

soldati tedeschi si ritrovarono senza alcuna speranza. Nell’estremo tentativo

di evitare la resa, Hitler, il 30 gennaio 1943, nominò Paulus maresciallo del

Reich, ricordandogli che nessun graduato simile, nella storia della Germania,

si era arreso al nemico, ma, solo due giorni dopo, vista l’impossibilita’ di

resistere, lo stesso Paulus capitolò, offrendo la resa. Il 20 luglio 1944, Hitler

uscì miracolosamente indenne da un attentato nella sua “tana del lupo”.

Gli ultimi giorni di Hitler

Nell’aprile del ‘45, con l’armata rossa ormai alle porte di una Berlino

devastata, il Fuhrer della grande Germania, della nazione eletta, destinata a

dominare il mondo, era un autentico morto vivente, che viveva seppellito nel

bunker tetro e scuro, scavato nelle viscere della cancelleria. Le giornate

trionfanti di Norimberga, il mito di un uomo che appariva agli occhi del

mondo come un semidio, gli eserciti invincibili del Terzo Reich millenario,

rappresentavano ormai un ricordo sbiadito, cancellato dalla straripante

offensiva alleata. L’Hitler degli ultimi tempi era un uomo totalmente

distrutto, nel fisico e nel morale, al pari di una Germania allo stremo,

devastata dai bombardamenti alleati. Il suo stato di salute peggiorò sempre

di più: era evidente la sua rassegnazione per una fine sempre più prossima.

Trascorse gli ultimi giorni della sua vita senza essere più in grado di

percepire ciò che avveniva all’esterno. Il 30 aprile 1945 fu l’ultimo atto della

vita di un uomo che sconvolse i destini del mondo: una capsula di cianuro

pose fine alla sua esistenza.

1945: La fine del Nazismo

Nella speranza che quanto è successo non ritorni mai più.

L'Olocausto - La giornata della memoria...

Il 27 gennaio del 1945 è una data memorabile, in cui furono abbattuti i

cancelli del lager di Auschwitz. Il 27 gennaio è diventato il “Giorno della

Memoria”, che l'Europa dedica al ricordo della tragedia della Shoah e delle

persecuzioni subite dagli ebrei e dai deportati militari e politici nei campi

nazisti.

Il termine olocausto, che nell'antica liturgia ebraica designa il sacrificio

levitico, è stato adottato dagli storici per indicare il massacro di sei milioni di

ebrei compiuto dal regime nazista durante la seconda guerra mondiale.

Dopo la politica di boicottaggio e di discriminazione antisemita avviata in

Germania fin dal 1933 (leggi di Norimbrega 1935) e I'istituzione dei primi

campi di concentramento (Oranienburg, Buchenwald e Dachau), i nazisti 7

Realizzazione di Alessandro Rinaldi pag.

presero a pretesto I'assassinio di Ernst von Rath, un segretario

dell'ambasciata tedesca a Parigi, per bruciare 267 sinagoghe e arrestare

20.000 persone nella tristemente famosa Kristallnacht ("notte dei cristalli"

tra il 9 e il 10 novembre 1938.

Gli ebrei tedeschi furono costretti a pagare una somma di 400.000.000 di

dollari per risarcire i danni subiti dalle loro stesse proprietà. Iniziata la

seconda guerra mondiale (settembre 1939), tre milioni di ebrei polacchi

dovettero subire un Blitzpogrom di violenze e di stragi.

Con il decreto sui ghetti di Reinhard Heydrich, aiutante di Heinrich Himmler,

furono gradualmente separati dal resto della popolazione e, nei due anni

successivi, morirono in 700.000 per stenti e fame; i nazisti progettarono

anche di deportare tutti gli ebrei nella riserva di Nisko (regione di Lublino) o

in Madagascar.

Quando nel giugno 1941 la Germania attaccò I'URSS, contro gli ebrei russi

furono impiegate quattro Einsatzgruppen ("squadre d'urto") speciali, che si

macchiarono di orribili atrocità, culminate nell'eccidio del burrone di Babi Yar

(Kiev), dove il 29-30 settembre 1941 furono mitragliati 33.771 ebrei.

Su insistenza di Hitler, Heydrich presiedette (gennaio 1942) la conferenza di

Wannsee sulla "definitiva soluzione della questione ebraica".

Nei tre anni successivi gli ebrei reclusi ad Auschwitz e negli altri campi di

concentramento furono sterminati, fra I'altro, col gas cianidrico o col

monossido di carbonio, con le iniezioni al fenolo, con i lanciafiamme e le

bombe a mano.

Nel corso della guerra, dal Nord Africa alla Bielorussia, non meno di 60.000

ebrei combatterono da partigiani contro i nazisti. Epiche le sollevazioni dei

ghetti a Cracovia, Bialystok, Vilna, Kaunas, Minsk, Slutsk e soprattutto a

Varsavia (aprile-maggio 1943).

Reclusi ebrei distrussero Sobibor e Treblinka, così come guidarono la rivolta

in altri 15 campi di concentramento.

A guerra finita, erano stati uccisi due terzi degli ebrei europei, circa 6

milioni, più di quanti furono eliminati durante i Pogrom nei diciotto secoli

precedenti. PRIMO LEVI

Primo Levi nacque a Torino nel 1919, e si laureò in chimica all'università

Torinese nel 1941.

Un anno dopo, egli entra in un partito clandestino anti-fascista, e dopo

qualche settimana dall'armistizio dell'8 Settembre viene arrestato e

successivamente deportato ad Auschwitz, dove rimarrà fino al 1945, quando

il campo venne liberato dai Russi. 8

Realizzazione di Alessandro Rinaldi pag.

La deportazione

I fattori che gli consentirono di sopravvivere furono diversi:

La conoscenza del tedesco, la sua amicizia con Lorenzo Perrone che gli

portava abitualmente del cibo, la sua laurea in chimica che gli fece ottenere

un posto di “lavoro” meno faticoso e la scarlattina, che lo fece ammalare,

non facendolo partecipare alla marcia di evacuazione (dove morirono

tantissimi prigionieri).

Lo scrittore

Dopo essere stato liberato dai campi di concentramento, egli subito dopo

iniziò a scrivere il romanzo “Se questo è un uomo”, che fu completato nel

1947 e pubblicato dalla casa editrice Einaudi.

Questo romanzo racconta cosa avviene ad Auschwitz, come venivano

umiliati e torturati i prigionieri, come avveniva la selezione di chi doveva

morire e chi doveva vivere, ma soprattutto come veniva tolta la dignità ad

ognuno di loro.

Se questo è un uomo

Poesia introduttiva al romanzo…

Voi che vivete sicuri

nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

che lavora nel fango

che non conosce pace

che lotta per mezzo pane

che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

senza capelli e senza nome

senza più forza di ricordare

vuoti gli occhi e freddo il grembo

come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:

vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

stando in casa andando per via,

coricandovi alzandovi;

ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

la malattia vi impedisca,

i vostri nati torcano il viso da voi. 9

Realizzazione di Alessandro Rinaldi pag.

Questa poesia vuol far capire al lettore che chi viveva nei campi di

concentramento non poteva più essere considerato uomo o donna, ma un

numero senza valore e senza dignità.

Le maledizioni

Verso la fine della poesia, l'autore si rivolge direttamente al lettore,

imponendogli di non dimenticare ciò che è avvenuto durante l'Olocausto, e di

raccontarlo ai propri figli, altrimenti “La vostra casa crollerà”, “La malattia vi

colpirà” e soprattutto “I vostri figli vi negheranno”.

Queste sono le maledizioni che Primo Levi infligge a chi dimentica ciò che i

nazisti hanno commesso nei campi di concentramento.

IL CUBISMO

Il cubismo è una delle correnti artistiche più innovative del '900.

Nacque a Parigi intorno al 1907 per opera di due artisti: Pablo Picasso e

George Braque.

Esso prende spunto dal famoso pittore Cézanne per via delle sue forme

geometriche, e dall'arte africana per via della scomposizione.

Viene totalmente rimossa la prospettiva e quindi la terza dimensione, ma

viene aggiunta la quarta: il Tempo.

Infatti in molti dipinti del cubismo il soggetto viene visto da varie angolazioni

contemporaneamente, unendo le varie immagini tra loro.

Fasi del cubismo

Il cubismo si divide in tre fasi: il cubismo formativo, il cubismo analitico e il

cubismo sintetico.

Il primo è caratterizzato da una semplificazione del volume del soggetto.

Il secondo è caratterizzato dalla frantumazione del soggetto a tal punto da

rendere difficile il riconoscimento, e l'ultimo è caratterizzato dalle forme

geometriche essenziali.

Cubismo analitico

Il quadro più importante del cubismo analitico è: “Ragazza con il

mandolino”, dove si può vedere la scomposizione in mille pezzi del soggetto,

e la colorazione scura, quasi sul grigio per far capire allo spettatore che la

realtà è completamente rimossa.

Cubismo formativo e sintetico

Dettagli
Publisher
137 pagine
36 download