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Sintesi

Introduzione Razionalità e Irrazionalità, tesina



La seguente tesina di maturità tratta del tema della razionalità e irrazionalità. La tesina abbraccia anche i seguenti argomenti nella varie discipline scolastiche: Goya in Storia dell'Arte; Pirandello in Italiano; Seneca in Latino, i regimi dittatoriali in Storia; Freud in Filosofia; Virginia Woolf in Inglese; i terremoti in Geografia Astronomica; campo magnetico terrestre in Fisica.

Collegamenti


Razionalità e Irrazionalità, tesina



Storia dell'arte: Goya- "il sonno della ragione genera mostri."
Italiano: Pirandello.
Latino: Seneca- l'irrazionalità nelle tragedie.
Storia: I regimi dittatoriali.
Filosofia: Freud.
Inglese: Virginia Woolf.
Geografia Astronomica: I terremoti.
Fisica: Campo Magnetico terrestre.
Estratto del documento

“Il sonno della ragione genera mostri.”

- Razionalità vs Irrazionalità-

Quante volte l’uomo si è trovato preda di un interrogativo devastante al quale non riesce a fornire

risposta e soprattutto che tende a dilaniarne il pensiero?

Uno dei più famosi, che da secoli ha attirato l’attenzione dei più svariati intellettuali e artisti di

ogni epoca e periodo storico, è il seguente: Vivere secondo ragione o far sì che essa si assopisca e

cadere vittima dell’irrazionalità?

Cosa bisogna fare nella vita, cosa bisogna scegliere? La strada della razionalità o seguire l’istinto, le

passioni, senza sapere quella strada dove condurrà?

Gli uomini si dividono da sempre per quanto riguarda questa visione della vita.

Ci sono coloro che più facilmente cadono vittima delle passioni, del sentimento ed altri invece che

rimangono fissi su quella che è la coscienza, la ragione, la propria morale. Ciò accade per il proprio

personale punto di vista formatosi nel corso dell’esistenza o per pure ragioni caratteriali, insite già

dalla nascita in ogni individuo.

A questo punto, allora, sorge spontaneo chiedersi se c’è davvero una strada giusta o meno, se una

di esse è risolutiva e prevarica sull’altra oppure no.

E io, da che parte sto? E noi, noi giovani, dov’è che dovremmo collocarci?

Da un po’ di tempo a questa parte mi sono imbattuta, come molti prima di me, in questo

interrogativo e a spingermi a compiere mie personali riflessioni sull’argomento è stato il titolo di

un quadro, molto incisivo, di una delle primissime lezioni di Storia dell’Arte di quest’ anno

scolastico.

L’emblematica sentenza del pittore Francisco Goya, posta a descrivere una delle sue acqueforti più

famose, risulta chiara: “Il sonno della ragione genera mostri”; l’artista, in bilico tra scetticismo e

tensione verso il soprannaturale, tra razionalità e follia, ha decretato infine una sorta di sentenza.

Nel momento in cui l’uomo smette di utilizzare l’intelletto, di essere attento a quella che è la

ragione, la morale, i retti costumi della società, ciò che appare “giusto fare”, smarrisce la giusta via

e allontanandosi da essa perde qualsivoglia punto di riferimento e impazzisce cadendo preda

dell’irrazionalità, di incubi, di paure insite nel nostro inconscio, di ciò che si cela all’interno di

ognuno di noi. Il pittore aveva questo tipo di visione anche perché profondamente influenzato dal

movimento illuminista, che esaltava appunto i “lumi” della ragione, il vivere utilizzando l’intelletto.

Sì, sembra risultare vero il fatto che le passioni, le sensazioni sbagliate, l’agire d’impulso possono

condurre a commettere errori imperdonabili, così come le scelte non ponderate e quelle decisioni

irrazionali di cui ci si potrebbe pentire il giorno successivo o un attimo dopo averle prese;

ma allo stesso tempo seguire alla perfezione la ragione, divenire sterili e non provare più alcun

tipo di emozione e scegliere di seguire sempre e comunque, in ogni circostanza, la mente e non il

cuore non può portare ad avere a che fare con mostri ancora peggiori, a scontrarsi con una vita

che non è quella che avremmo voluto, una vita che ci è estranea, un’esistenza vissuta non come

essere pensante e dotato di un’anima ma come poco più che un automa?

E ancora, non sarà che la nostra società odierna stia portando all’esasperazione il culto della

razionalità, della ricerca di un fine utilitaristico per ogni ambito e aspetto della vita umana? Non

sarà un’esagerazione voler applicare la scienza in ogni campo? Accantonando sempre più ogni

ambito che riguardi la “fede”, la spiritualità?

Quindi, qual è la miglior soluzione?

Probabilmente, il giusto mezzo. Vivere di sensazioni, emozioni, attimi, buttarsi a capofitto quando

la voce dentro di sé lo grida forte ma allo stesso tempo fermarsi a riflettere, se il caso lo richiede,

se si crede di rischiare eccessivamente, se i contro prevalgono sui pro. Perché altrimenti se così

non fosse la coscienza non avrebbe senso di esistere, né avrebbe una funzione all’interno della

nostra mente; infatti bisogna comunque far sì che essa sia parte attiva della nostra vita per non

incappare nei famosi mostri interiori di cui Goya parla.

Di contro, se non vivessimo anche di impulsi, d’istinto, se almeno una volta nella vita non si

commettesse “l’errore” di rischiare, non saremmo di certo esseri umani dotati di anima bensì

insensibili e incuranti della nostra sfera interiore e risulta ormai assodato che così non è e non sarà

mai.

Gli incubi esistono e sempre esisteranno e importante è anche scontrarsi con essi, questo per

crescere, maturare e superare gli ostacoli e le insidie di percorso.

Scontrarsi con i mostri interiori sì, senza però abbandonarsi del tutto al subconscio, ma nemmeno

sfuggendo da essi, allontanandoli del tutto e accantonandoli in un piccolo ripostiglio della nostra

mente, come invece fa chi vive di sola razionalità.

Bisogna quindi farlo in maniera ponderata, non permettendo alla ragione di cadere in tutto e per

tutto in un “sonno eterno”, di assopirsi, altrimenti la frase simbolo del pittore risulterebbe

veritiera in tutte le sue sfaccettature e invece, come abbiamo cercato di provare, essa risulta vera

solo a metà.

Nella conclusione dei miei primissimi pensieri in merito a questo interrogativo, così, ne sorge

spontaneo uno mio, personale, che potrebbe portare a maturare nuove considerazioni e

permettere ad ognuno di voi, qui presenti, di giungere ad una propria parziale soluzione in merito:

il sonno della ragione genera mostri, sì, ma l’eccessivo utilizzo di essa non potrebbe portare a

generarne di peggiori?

E, per conoscersi meglio, per scrutarsi e scavarsi dentro, non è talvolta necessario abbandonarsi al

subconscio e alle sensazioni, all’istinto?

Forse solo in questo modo si possono combattere e sconfiggere i propri mostri del passato e del

presente, oltre a quelli futuri, e liberarsi da tutto ciò che ci tiene avviluppati in una vita che in

fondo non è altro che il riflesso di una società che sta indirizzando l’uomo verso altri e nuovi

mostri.

Così, dulcis in fundo, ai posteri l’ardua sentenza. O meglio, a voi la scelta! Perché via sbagliata o

giusta non c’è, a ognuno il modo di vivere come meglio crede, a ognuno l’essere in grado di

ponderare i due opposti al fine di raggiungere un’armonia e una pace interiore, se non eterna,

almeno stabile in un discreto lasso di tempo.

“Il sonno della ragione genera mostri.”

Storia dell’Arte: GOYA

“Ciò che conosciamo di noi stessi non è che una

parte, forse una piccolissima parte, di quello che

siamo. E tante e tante cose, in certi momenti

eccezionali, noi sorprendiamo in noi stessi,

percezioni, ragionamenti, stati di coscienza che son

veramente oltre i limiti relativi della nostra esistenza

normale e cosciente”. ( da Umorismo, Pirandello)

Italiano: PIRANDELLO

“Qualche volta anche il far qualche pazzia non

dispiace”. (Seneca)

Latino: SENECA – L’irrazionalità nelle tragedie-

“Il suddito ideale del regime totalitario non è il

nazista convinto o il comunista convinto, ma

l’individuo per il quale la distinzione fra realtà e

finzione, fra vero e falso non esiste più”.(Cit.)

Storia: I REGIMI DITTATORIALI

“ Nell'inconscio i processi psichici non sono affatto

identici a quelli noti nella vita psichica conscia, ma

godono di certe libertà che a questi ultimi sono

negate.” (S. Freud)

Filosofia: FREUD

“L’aspetto individuale, ciò che ci rende riconoscibili,

in verità è un fatto puerile. Al di sotto, tutto è buio,

deformato, insondabilmente profondo. Ogni tanto

riaffioriamo in superficie e così veniamo

riconosciuti”. (Virginia Woolf “Gita al Faro”)

Inglese: VIRGINIA WOOLF

“Tutte le cose sono collegate, come il sangue che

unisce una famiglia. Qualunque cosa capita alla

Terra, capita anche ai figli della Terra. Non è stato

l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto

un filo”. ( Cit.)

Geografia Astronomica: I TERREMOTI

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