vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Filosofia: Freud, Kierkegaard, Bacone
Fisica: Effetto Mangus (Bernoulli), moto parabolico
Latino: Seneca
Italiano: Bergson, Proust
Inglese: Locke
La psicologia è la scienza che studia il comportamento degli individui e i loro processi
mentali. Tale studio riguarda le dinamiche interne dell'individuo, i rapporti che
intercorrono tra quest'ultimo e l'ambiente, il comportamento umano ed i processi mentali
che intercorrono tra gli stimoli sensoriali e le relative risposte.
Attualmente la psicologia è una disciplina composita, i cui metodi di ricerca vanno da
quelli strettamente sperimentali (di laboratorio o sul campo) a quelli più
etnograficamente orientati (ad esempio: alcuni approcci della psicologia culturale); da
una dimensione strettamente individuale (ad esempio: studi di psicofisica, psicoterapia
individuale, etc.), a metodi con una maggiore attenzione all'aspetto sociale e di gruppo
(ad esempio: lo studio delle dinamiche psicologiche nelle organizzazioni, la psicologia
del lavoro che impiega i cosiddetti "gruppi focali", etc.).
La psicologia si differenzia dalla psichiatria, in quanto quest'ultima è una disciplina
medica, focalizzata specificatamente sull'intervento sanitario in merito ai disturbi
psicopatologici, soprattutto tramite psicofarmaci.
Il termine "psicologia" deriva dal greco psyché (ψυχή) = spirito, anima e da logos
(λόγος) = discorso, studio. Letteralmente la psicologia è quindi lo studio dello spirito o
dell'anima.
Unico elemento che, storicamente, collega la psicologia alla psichiatria, è la
psicoanalisi, che nacque in ambito psichiatrico nei primi decenni del Novecento, grazie
all'opera innovatrice di Sigmund Freud (1856-1939), un medico viennese. Per essere più
precisi, non nacque dai laboratori di ricerca, ma ebbe origine dalla pratica clinica del
trattamento di pazienti con disturbi di natura psicologica. Freud fu influenzato dalle idee
di Brentano e, infatti, la sua concezione psicologica e i suoi metodi di studio non furono
strettamente scientifici ma fondati sull'analisi dell'esperienza e sullo studio del
linguaggio con il quale la descriviamo.
La vera rivoluzione che introdusse Freud nella psicologia fu la concezione dell'esistenza
di una parte irrazionale e nascosta dello psichismo di ogni essere umano, che il medico
viennese chiamò “inconscio”. Tutti i suoi lavori cercarono di trovare dei metodi e delle
strategie per poter analizzare e portare a galla questa parte nascosta, ad esempio tramite
l'interpretazione dei sogni. Queste nuove teorie e le tecniche derivate furono la base della
psicoanalisi.
La nuova teoria freudiana ebbe una grande risonanza, e furono molti gli allievi che
continuarono su questa via, o fondarono scuole autonome discostandosi dalle idee del
maestro.
Durante i corsi per arbitri, spesso si dice di applicare una regola non scritta, ma fondamentale: il buon
senso.
Buon senso che può apparire nella forma populistica, ma che per gli addetti ai lavori si traduce in un
comportamento “psicologico” da parte dell’arbitro.
Il tollerare alcune reazioni di giocatori non significa far finta di niente ma percepire le sensazioni e le
tensioni del momento.
Solo leggere sfumature che però aiutano moltissimo per una ottima gestione della gara.
L’arbitro psicologo sarà anche abile ad osservare e tradurre la comunicazione non verbale: gesti, sguardi,
movimenti del corpo sono solo alcuni dei numerosi ingredienti in una partita di calcio.
Ma psicologo anche per se stesso: tollerare la frustrazione in alcuni momenti della gara è come controllare
la propria aggressività agonistica.
Ed è proprio qui che si può trovare un primo collegamento con la psicoanalisi freudiana: innanzitutto essa
è una teoria dell'inconscio. Nell'indagine dell'attività mentale umana essa si rivolge soprattutto a quei
fenomeni psichici che risiedono al di fuori della sfera della coscienza, in secondo luogo la psicoanalisi è
una prassi psicoterapeutica. Nello specifico, come cura dei disturbi mentali e, all'origine, come cura
dell'isteria e successivamente dei fenomeni psicopatologici chiamati nevrosi. In seguito, il suo uso è stato
esteso allo studio e trattamento di altri tipi di psicopatologie.
La psicoanalisi nasce per curare determinati disturbi mentali indagando le dinamiche inconsce
dell'individuo.
Un arbitro di calcio è portato a vivere 90 minuti di continue sollecitazioni a livello emotivo, nervoso e
sensazionale; a lungo termine tutto ciò porta ad uno stato di inevitabile stress che necessita di essere
studiato onde evitare danni di natura psicologica. Per prevenire è necessario dunque l’intervento di uno
psicanalista (non a caso gli arbitri delle massime serie nazionali, durante i raduni, hanno a disposizione un
medico specializzato in psichiatria, pronto ad aiutarli in qualsiasi caso).
L’analisi approfondita della propria prestazione, al termine di una gara, è una routine che caratterizza
ogni arbitro; anche inconsciamente ci si sofferma su ciò che di buono si è fatto, ma soprattutto, sui propri
errori. Proprio questa seconda componente di analisi è dovuta al fatto che un direttore di gara non riesce a
capacitarsi, nè tantomeno capire perchè e da dove derivi il suo errore. La teoria del superamento
dell’inconscio freudiana prevede che attraverso l’uso del cosiddetto metodo catartico, la mente del
paziente, posto sotto ipnosi, ritorni allo stato in cui si trovava quando i sintomi si erano manifestati la
prima volta (nel caso preso in considerazione, ci si riferisce al momento dell’errore commesso
dall’arbitro). L'evento risulta sempre collegato ad un'esperienza passata che è stata particolarmente
traumatica per il paziente. Nel rivivere l'episodio, il forte impatto emotivo represso nella mente del paziente
"esce fuori" ed i sintomi scompaiono. Ciò non avviene senza una viva espressione dell'intenso contenuto
emotivo collegato all'esperienza traumatizzante. Spesso all'episodio traumatico iniziale risultano collegati
altri episodi successivi della vita del paziente, ognuno dei quali ha portato un suo contributo alla
definizione dei sintomi presentati dal paziente stesso al momento della cura.
Freud divide l’inconscio in 2 zone :
1. insieme dei ricordi, che, pur essendo momentaneamente inconsci, possono, in virtù di uno sforzo
dell’attenzione , divenire consci; tale è il Preconscio (se il soggetto vuole, con uno sforzo, può
diventarne consapevole)
2. insieme di elementi psichici stabilmente inconsci , che sono mantenuti tali da una forza, chiamata
“rimozione” che può venire superata solo con tecniche apposite
Quindi, «l’inconscio in senso stretto, coincide con il rimosso» ( “Interpretazione dei sogni” 1900) ed è
proprio per questo che non si può uscire da questa sorta di tunnel senza sbocco, senza l’aiuto di uno
specialista, in quanto, fisiologicamente, non possiamo ricordare ciò che non vogliamo ricordare.
In un contesto più generale, non limitato ai direttori di gara, questa teoria freudiana, si ricollega anche al
seicentesco motto, «Sapere è potere» di Sir Francis Bacon, in quanto se vogliamo e siamo consapevoli
delle difficoltà che abbiamo nel superare degli ostacoli, tramite appositi aiuti, possiamo agevolmente
scavalcarli.
Merita lo spazio di un’excursus la citazione di una parte dell’opera più celebre di Kierkegaard, “Aut-aut”,
in cui afferma: «Se un uomo potesse mantenersi sempre sul culmine dell'attimo della scelta, se potesse
cessare di essere uomo... sarebbe una stoltezza dire che per un uomo può essere troppo tardi per scegliere,
perché nel senso piú profondo non si potrebbe parlare di una scelta. La scelta stessa è decisiva per il
contenuto della personalità; con la scelta essa sprofonda nella cosa scelta; e quando non sceglie,
appassisce in consunzione ... Quando si parla di scelta che riguardi una questione di vita, l'individuo in
quel medesimo tempo deve vivere; e ne segue che è facile, quando rimandi la scelta, di alterarla,
nonostante che continui a riflettere e riflettere... Si vede allora che l'impulso interiore della personalità non
ha tempo per gli esperimenti spirituali. Esso corre costantemente in avanti, e pone, ora in un modo ora
nell'altro, i termini della scelta, sí che la scelta nell'attimo seguente diventa piú difficile... Immagina un
capitano sulla sua nave nel momento in cui deve dar battaglia; forse egli potrà dire: bisogna fare questo o
quello; ma se non è un capitano mediocre, nello stesso tempo si renderà conto che la nave, mentre egli non
ha ancora deciso, avanza con la solita velocità, e che cosí è solo un istante quello in cui sia indifferente se
egli faccia questo o quello. Cosí anche l'uomo, se dimentica di calcolare questa velocità, alla fine giunge
un momento in cui non ha piú la libertà della scelta, non perché ha scelto, ma perché non lo ha fatto; il che
si può anche esprimere cosí: perché gli altri hanno scelto per lui, perché ha perso se stesso... Poiché
quando si crede che per qualche istante si possa mantenere la propria personalità tersa e nuda, o che, nel
senso piú stretto, si possa fermare o interrompere la vita personale, si è in errore. La personalità, già
prima di scegliere, è interessata alla scelta, e quando la scelta si rimanda, la personalità sceglie
incoscientemente, e decidono in essa le oscure potenze. »
La drammaticità e l’importanza della scelta sono espresse in maniera precisa e travolgente. Il titolo
dell’opera spiega già molte cose, Aut-aut dunque, ovvero o questo-o quello, senza mezze misure. La scelta è
disgiunzione, separazione, divisione, rinuncia ad una parte che non tornerà o che, se potrà essere
riproposta, lo farà in un momento diverso. E la scelta potrebbe essere di nuovo diversa, poiché essa è
legata al momento. In un momento si potrebbe scegliere una via, in un altro successivo si potrebbe
scegliere il suo opposto. La scelta è complicata, articolata, paralizzante. Con la proiezione nella
molteplicità delle possibilità, la scelta immobilizza. Non si sceglie, ma si riflette sulla scelta. Questo il
motivo per cui un arbitro deve ricorrere, come spiegato in precedenza, ad una analisi approfondita della
propria prestazione, al termine di ogni gara; gli servirà per capire se le sue scelte sono state corrette, se la
fatica affrontata per scegliere, è stata ripagata e sia stata intrapresa la strada giusta.
Alcuni attaccanti di squadre di calcio hanno legato il loro nome all’abilità di segnare reti
direttamente su tiro dal calcio d’angolo. La difficoltà di tali realizzazioni deriva dal fatto che il
pallone per entrare in rete deve effettuare una traiettoria curva, al quale si aggiunge che una buona
difesa avversaria si organizza sistemando un difensore sul primo palo e il portiere all’altezza del
secondo.
Se l’attaccante calciasse il pallone in modo da imprimergli soltanto un velocità di traslazione, in
modo che tutti i suoi punti abbiano la stessa velocità, il pallone non potrebbe uscire dal piano in cui
è stato lanciato, deviando verso sinistra o verso destra, per la simmetria della situazione: destra e
sinistra sono infatti simmetriche rispetto al piano del moto e non vi è ragione alcuna per cui una di
esse debba essere preferita. Per eliminare la simmetria occorre che l’attaccante imprima al pallone
anche una rotazione attorno a una direzione perpendicolare al terreno di gioco. In queste
condizioni, poiché la superficie del pallone trascina con sé un sottile strato di aria, le velocità
dell’aria rispetto al pallone a destra e a sinistra risulteranno diverse: per un fenomeno noto come
effetto Bernoulli nasce una forza che devia il pallone dal piano del moto dalla parte in cui è
maggiore la velocità dell’aria.
In fluidodinamica, l'equazione o Teorema di Bernoulli descrive il moto di un fluido lungo una linea,
detta liena di flusso (una linea di flusso rappresenta quella linea che è sempre tangente al vettore
velocità di una particella elementare di fluido).
L'equazione rappresenta matematicamente il principio di Bernoulli (o effetto Bernoulli) che descrive
il fenomeno per cui in un fluido ideale su cui non viene applicato un lavoro, per ogni incremento