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Sintesi
Diritto: art. 21 della Costituzione;

Italiano: G. D'Annunzio;

Storia: propaganda di Mussolini;

Ed. fisica: sport come propaganda fascista;

Finanze: la cultura finanziata dal Fascismo;

Inglese: advertising.
Estratto del documento

ISTITUTO TECNICO CAIO PLINIO SECONDO

Anno scolastico 2011-2012

Elisabetta Posca, classe VH

L’ ARTE DEL PROPAGANDARE

« Ogni propaganda dev'essere necessariamente popolare e adattarsi al livello intellettuale e alla

capacità recettiva del più limitato di coloro ai quali è destinata.[…]ogni propaganda efficace

deve concretarsi in pochissimi punti e saperli sfruttare come apoftegmi affinché anche l'ultimo

figlio del popolo possa formarsi un'idea di quel che si vuole. La finalità della propaganda non

consiste nell'andar contro i diritti degli altri, ma nel mettere esclusivamente in evidenza i propri

[…]» “Mein Kampf”

Discipline coinvolte:Diritto, Italiano, Storia, Ed.Fisica, Finanze, Inglese.

Howard Miller, artista alle dipendenze di Westinghouse,Comitato di coordinamento Americano.

Zio Sam di James Montogomery Flagg del 1917 (uno degli esempi più noti di propaganda). 1

MAPPA CONCETTUALE

DIRITTO ITALIANO

ART 21 della Gabriele

Costituzione D’Annunzio

Italiana LA

ED. INGLESE

FISICA PROPAGANDA Advertising

Sport come

propaganda

fascista

STORIA FINANZE

Propaganda La cultura

Fascista finanziata

dal fascismo 2

INDICE

INTRODUZIONE

Origine e significato del termine propaganda___________________pag

- 4

DIRITTO

Articolo 21 della Costituzione Italiana pag 5

-

ITALIANO

Gabriele D’Annunzio

vita e opere

- pag 7

l’ arruolamento

- pag 9

STORIA

La propaganda di Mussolini pag

- 13

ED.FISICA

Lo sport come propaganda fascista pag

- 15

FINANZE

La cultura finanziata dal fascismo pag

- 17

INGLESE

Advertising

- pag 19

The power of advertising

- pag 20

CONCLUSIONI

pag 21 3

INTRODUZIONE:

La propaganda è un tipo di messaggio mirato a influenzare le opinioni o il

comportamento delle persone. Spesso, invece di fornire informazioni

imparziali la propaganda è deliberatamente mistificatoria o fa uso

di fallacità che, sebbene talvolta possano risultare convincenti, non

necessariamente si rivelano valide. Ma in cosa consiste esattamente "la

propaganda"? Il carattere fondamentale della propaganda dei nostri giorni, ma

applicabile anche al passato, è che i "media", oltre a "divertire, intrattenere e

informare", abbiano il compito di "imprimere negli individui valori, credenze e

codici di comportamento atti a integrarli nelle strutture istituzionali della

società di cui fanno parte". In parole povere, una società caratterizzata da

determinate strutture economiche, sociali e istituzionali, avrà bisogno di media

che non vadano a interferire con tali strutture; al contrario, saranno chiamati a

rafforzarle. E questo è particolarmente evidente nei casi in cui le élite politiche

ed economiche della società in esame siano in grado di controllare

direttamente i mezzi di comunicazione. I media hanno dietro, generalmente

"grosse imprese economiche, controllate da persone molto ricche e da altre

forze orientate al mercato e al profitto, o verso una fede politica". Dunque,

l’informazione fornita da quei media che sono maggioritari (è bene ricordarlo)

non potrà non risentire degli interessi di chi li finanzia.

propaganda

In tardo latino, significa "cosa da propagare" o "che deve essere

diffusa". 4

ARTICOLO 21 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

Sicuramente, l’art. 21 della nostra Costituzione è uno degli articoli più

importanti, poiché sancisce un principio fondamentale che nei secoli passati,

quando le nazioni erano rette da regimi assolutistici o totalitari, non era

osservato e anzi era fonte di persecuzioni e di repressioni.

Ma cosa significa in generale “libertà di opinione”? Ebbene, la libertà di

opinione è la libertà di esprimere il proprio pensiero, di divulgarlo e dunque di

ottenere pure consenso o dissenso. Qualcuno, in passato, disse che sono le

idee che muovono i popoli. E in effetti, è proprio così, anche quando queste

idee, espresse in piena libertà, poi hanno soppresso la libertà di opinione.

Pensiamo al comunismo. Nato in pieno periodo liberista e garantista, nei paesi

dove ha preso il sopravvento ha soppresso la libertà di opinione in nome

dell’ideologia totalitaria comunista. Ma anche per il nazifascismo il

ragionamento è identico.

Passando comunque al dettato costituzionale, questo afferma:

« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la

parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere

5

soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto

per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge

sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme

che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili. In tali casi,

quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento

dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere

eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non

mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non

lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e

privo di ogni effetto. »

Articolo che significa una cosa: LIBERTA’. Ma non solo di pensiero e di

espressione. Libertà di vivere e di poter godere dell’indipendenza.

La norma garantisce a tutti la libertà di espressione. Quindi non solo ai

cittadini, ma anche agli stranieri. La stampa, aggiunge, non può essere

soggetta ad autorizzazioni o censure. E ciò vuol dire che se si volesse affiggere

un manifesto, distribuire volantini, pubblicare un libro o fondare un giornale non

si avrebbe bisogno di alcuna autorizzazione. Naturalmente anche la libertà di

espressione incontra dei limiti. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli

spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge

stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. E'

vietato, per esempio, oltraggiare, ingiuriare o diffamare le persone, oppure

pubblicare immagini contrarie al buon costume. Questi reati sono tanto più

gravi se commessi per mezzo della stampa, in quanto questa è destinata ad

un'ampia diffusione. Per tale ragione la legge stabilisce che le pubblicazioni

periodiche siano registrate presso la cancelleria del tribunale, e sia dichiarato

chi ne è responsabile.

Il particolare momento in cui ha operato la Costituente, all'uscita da un

ventennio in cui la libertà era stata postposta, aveva spinto una larga

maggioranza dei Costituenti, con ampia intesa tra forze progressiste e

moderate, ad individuare nella libertà di stampa uno dei cardini del nuovo stato

democratico. Le uniche riserve erano state quelle di un controllo delle

manifestazioni contrarie al buon costume.

La tendenza, però, prevalente era quella di considerare l'espressione solo in

senso stretto come libertà di produrre, senza censura preventiva, solo testi a

stampa. Cinque commi sono, perciò dedicati interamente a questo problema,

ma il primo, breve nella sua espressione letterale, stabilisce in modo più ampio

e rivolto a tutti, la libertà di esprimere il proprio pensiero, non solo con la

parola, scritto, ma con qualunque altro mezzo di diffusione. 6

GABRIELE D’ANNUNZIO il poeta che ebbe il culto della bella

:

parola e del bel gesto.

Eroe di guerra ,capace di propagandare le sue idee, anche

quelle politiche.

Nascondo la persona, e diffondo lo

spirito.

Non chiedo, e non attendo.

Persevero, e non mi converto.

Mi conquisto ogni giorno, e ho quel

che ho donato.

(G. D’Annunzio)

(incarnazione del poeta della "vita inimitabile" )

Nacque a Pescara il 12 marzo 1863, figlio di Francesco e di Luisa. Terzo di

cinque fratelli, visse un'infanzia felice, distinguendosi per intelligenza e

vivacità. Della madre erediterà la fine sensibilità, del padre il temperamento

sanguigno, la passione per le donne e la disinvoltura nel contrarre debiti, cosa

che portò la famiglia da una condizione agiata ad una difficile situazione

economica. Non tardò a manifestare una personalità priva di complessi e

inibizioni, portata al confronto competitivo con la realtà. Una testimonianza ne

è la lettera che, ancora sedicenne (1879), scrive a Giosuè Carducci, mentre

frequenta il liceo. Nel 1879 il padre finanziò la pubblicazione della prima opera

del giovane studente, Primo vere, una raccolta di poesie che ebbe presto

successo. Accompagnato da un'entusiastica recensione critica sulla rivista

romana Il Fanfulla della Domenica, il successo del libro venne aumentato dallo

stesso D'Annunzio con un espediente: fece diffondere la falsa notizia della 7

propria morte per una caduta da cavallo. La notizia ebbe l'effetto di richiamare

l'attenzione del pubblico romano sul romantico studente abruzzese, facendone

un personaggio molto discusso. Dopo aver concluso gli studi liceali presso il

Real Ginnasio-Liceo, giunse a Roma nel 1881, con una notorietà che andava

crescendo.

I dieci anni trascorsi nella capitale (1881-1891) furono decisivi per la

formazione dello stile comunicativo di D'Annunzio, e nel rapporto con il

particolare ambiente culturale e mondano della città si formò quello che

possiamo definire il nucleo centrale della sua visione del mondo. L'accoglienza

nella città fu favorita dalla presenza in essa di un folto gruppo di scrittori,

artisti, musicisti, giornalisti di origine abruzzese (Scarfoglio, Michetti, Tosti,

Masciantonio, Barbella, ecc.) che fece parlare in seguito di una "Roma

bizantina".

La cultura provinciale e vitalistica di cui il gruppo si faceva portatore appariva

al pubblico romano, chiuso in un ambiente ristretto e soffocante, una novità

"barbarica" eccitante e trasgressiva; D'Annunzio seppe condensare

perfettamente, con uno stile giornalistico esuberante, raffinato e virtuosistico,

gli stimoli che questa opposizione "centro-periferia" "natura-cultura" offriva alle

attese di lettori desiderosi di novità.

D'Annunzio si era dovuto adattare al lavoro giornalistico soprattutto per

esigenze economiche, ma attratto alla frequentazione della Roma "bene" dal

suo gusto per l'esibizione della bellezza e del lusso, nel 1883 sposò Maria

Hardouin duchessa di Gallese, da cui ebbe tre figli (Mario, Gabriellino e

Veniero). Tuttavia, le esperienze per lui decisive furono quelle trasfigurate negli

eleganti e ricercati resoconti giornalistici. In questo rito di iniziazione letteraria

egli mise rapidamente a fuoco i propri riferimenti culturali, nei quali si

immedesimò fino a trasfondervi tutte le sue energie creative ed emotive.

Il primo grande successo letterario arrivò con la pubblicazione del suo primo

romanzo, Il piacere nel 1889. Venne presto a crearsi un vero e proprio "pubblico

dannunziano", condizionato non tanto dai contenuti quanto dalla forma

divistica che lo scrittore costruì attorno alla propria immagine. Egli inventò uno

stile immaginoso e appariscente di vita da "grande divo", con cui nutrì il

bisogno di sogni, di misteri, di "vivere un'altra vita", di oggetti e

comportamenti-culto che stava connotando in Italia la nuova cultura di massa.

Tra il 1891 e il 1893 D'Annunzio visse a Napoli, dove compose il suo secondo

romanzo, L'innocente, seguito da Il trionfo della morte e dalle liriche del Poema

paradisiaco. Sempre di questo periodo è il suo primo approccio agli scritti di

Nietzsche che vennero in buona parte fraintesi, sebbene ebbero l'effetto di

liberare la produzione letteraria di D'Annunzio da certi residui moralistici ed

etici. Tra il 1893 e il 1897 D'Annunzio intraprese un'esistenza più movimentata

che lo condusse dapprima nella sua terra d'origine e poi ad un lungo viaggio in

Grecia.

Nel 1897 volle provare l'esperienza politica, vivendo anch'essa, come tutto il

resto, in un modo bizzarro e clamoroso: eletto deputato della destra, passò

quasi subito nelle file della sinistra, giustificandosi con la celebre affermazione

«vado verso la vita>>

Sempre nel 1897 iniziò una relazione con la celebre attrice Eleonora Duse, con

la quale ebbe inizio la stagione centrale della sua vita. Per vivere accanto alla

sua nuova compagna, D'Annunzio si trasferì a Firenze, nella zona di Settignano

dove affittò la villa "La Capponcina", trasformandola in un monumento del 8

gusto estetico decadente.

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