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Sintesi

Sintesi Propaganda nazista tesina



La tesina maturità descrive il tema della propaganda nazista. La tesina mostra come nel corso della prima metà del XX secolo abbiamo avuto in Germania l'avvento del regime nazionalsocialista che dal 1933 al 1945 ha sconvolto gli equilibri politico-economici mondiali. Elemento chiave di tale regime era la propaganda, la quale, nelle sue svariate forme, ha indubbiamente influenzato l'opinione pubblica tedesca, alterandone la percezione della realtà e il conseguente comportamento. Lo scopo delle seguenti argomentazioni è quindi quello di evidenziare il rapporto tra la “razionale macchina della propaganda” e “l'istintuale risposta” delle masse.
Possiamo definire questo rapporto (ragione-sentimento) paradigmatico per il fatto che quella della propaganda nazista è una delle manifestazioni storico-sociali che più evidenziano l'intrinseco rapporto tra la “ragione dei pochi” e il “sentimento dei molti”. Infatti, è proprio grazie ad un'attenta e studiata preparazione che la propaganda nazista (e
non solo) mira a colpire la parte più istintuale delle masse, le quali, assuefatte, sono indotte a cambiare il proprio comportamento rispetto a determinate situazioni. In ultimo, possiamo quindi definire questo rapporto paradigmatico, poiché è alla base dell'odierno marketing e in definitiva di ogni politica dittatoriale.

Collegamenti


Propaganda nazista tesina



Storia
- Goebbels, il direttore d'orchestra della propaganda.
Filosofia - Strumentalizzazione Volontà di potenza di Nietzsche.
Latino - Strumentalizzazione dell'opera Germania di Tacito.
Inglese - 1984: Orwell e la propanganda romanzata..
Estratto del documento

+

PROPAGANDA NAZISTA:IL PARADIGMATICO

RAPPORTO TRA RAGIONE E SENTIMENTO

INDICE

Premessa.........................................................................................................2

Perchè rapporto paradigmatico?...................................................................2

La propaganda del terzo reich.......................................................................3

Goebbels, l'unico direttore d'orchestra..........................................................3

Gli 11 pilastri.................................................................................................4

Giornali, radio, ma soprattutto cinema!.......................................................5

Il mito della razza..........................................................................................7

Nietzsche, filosofo del nazismo?....................................................................8

L'Ubermensch: oltreuomo o superuomo?.....................................................9

La volontà di potenza: Foster-Gast e la smentita di Colli-Montinari..........9

Orwell:1984 the fictionalized propaganda.................................................10

Considerazioni finali..................................................................................11

Premessa

Nel corso della prima metà del XX secolo abbiamo avuto in Germania l'avvento del regime

nazionalsocialista che dal 1933 al 1945 ha sconvolto gli equilibri politico-economici

mondiali. Elemento chiave di tale regime era la propaganda, la quale, nelle sue svariate

forme, ha indubbiamente influenzato l'opinione pubblica tedesca, alterandone la percezione

della realtà e il conseguente comportamento. Lo scopo delle seguenti argomentazioni è

quindi quello di evidenziare il rapporto tra la “razionale macchina della propaganda” e

“l'istintuale risposta” delle masse.

Perchè rapporto paradigmatico?

Possiamo definire questo rapporto (ragione-sentimento) paradigmatico per il fatto che

quella della propaganda nazista è una delle manifestazioni storico-sociali che più

evidenziano l'intrinseco rapporto tra la “ragione dei pochi” e il “sentimento dei molti”.

Infatti è proprio grazie ad un attenta e studiata preparazione che la propaganda nazista (e

non solo) mira a colpire la parte più istintuale delle masse, le quali, assuefatte, sono indotte

a cambiare il proprio comportamento rispetto a determinate situazioni. In ultimo, possiamo

quindi definire questo rapporto paradigmatico, poiché è alla base del odierno marketing e

in definitiva di ogni politica dittatoriale.

LA PROPAGANDA DEL TERZO REICH

Goebbels: l'unico direttore d'orchestra

“La propaganda è un'arte, non importa se questa

racconti la verità.”

Joseph Paul Goebbels(Rheydt,29 ottobre 1897-Berlino,1

maggio 1945) può essere indubbiamente considerato il

“direttore d'orchestra” di tutta la propaganda

nazionalsocialista. Il gerarca, rimasto zoppo a causa di una

paralisi infantile all'eta di 7 anni, non potè prendere parte al

primo conflitto mondiale avendo così modo di finire gli studi

e di conseguire un dottorato in letteratura. Nel 1928 fu eletto

deputato al Reichstag e l'anno seguente venne incaricato di

dirigere tutta la propaganda del regime. Nel 1933 viene

ufficialmente nominato “Ministro della propaganda”.

Goebbels aveva il controllo su stampa, radio e cinema

riunendo le principali industrie di ogni settore in monopoli direttamente controllati dal

partito, ne è un esempio la Reichsfilmkammer, il quale, aveva poteri assoluti su produzione

distribuzione e censura.

Gli 11 pilastri

Qui di seguiti sono riportati gli 11 principi fondamentali della propaganda

nazionalsocialista:

1. Principio della semplificazione e del nemico unico.

• E’ necessario adottare una sola idea, un unico simbolo. E, soprattutto, identificare

l’avversario in un nemico, nell’unico responsabile di tutti i mali.

2. Principio del metodo del contagio.

• Riunire diversi avversari in una sola categoria o in un solo individuo.

3. Principio della trasposizione.

• Caricare sull’avversario i propri errori e difetti, rispondendo all’attacco con

l’attacco. Se non puoi negare le cattive notizie, inventane di nuove per distrarre.

4. Principio dell’esagerazione e del travisamento.

• Trasformare qualunque aneddoto, per piccolo che sia, in minaccia grave.

5. Principio della volgarizzazione.

• Tutta la propaganda deve essere popolare, adattando il suo livello al meno

intelligente degli individui ai quali va diretta. Quanto più è grande la massa da

convincere, più piccolo deve essere lo sforzo mentale da realizzare. La capacità

ricettiva delle masse è limitata e la loro comprensione media scarsa, così come la

loro memoria.

6. Principio di orchestrazione.

• La propaganda deve limitarsi a un piccolo numero di idee e ripeterle

instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo

sempre sullo stesso concetto. Senza dubbi o incertezze. Da qui proviene anche la

frase: “Una menzogna ripetuta all’infinito diventa la verità”.

7. Principio del continuo rinnovamento.

• Occorre emettere costantemente informazioni e argomenti nuovi (anche non

strettamente pertinenti) a un tale ritmo che, quando l’avversario risponda, il

pubblico sia già interessato ad altre cose. Le risposte dell’avversario non devono

mai avere la possibilità di fermare il livello crescente delle accuse.

8. Principio della verosimiglianza.

• Costruire argomenti fittizi a partire da fonti diverse, attraverso i cosiddetti palloni

sonda, o attraverso informazioni frammentarie.

9. Principio del silenziamento

• Passare sotto silenzio le domande sulle quali non ci sono argomenti e dissimulare le

notizie che favoriscono l’avversario.

10. Principio della trasfusione.

• Come regola generale, la propaganda opera sempre a partire da un substrato

precedente, si tratti di una mitologia nazionale o un complesso di odi e pregiudizi

tradizionali.

Si tratta di diffondere argomenti che possano mettere le radici in atteggiamenti

primitivi.

11. Principio dell’unanimità.

• Portare la gente a credere che le opinioni espresse siano condivise da tutti, creando

una falsa impressione di unanimità.

Giornali, radio, ma soprattutto cinema!

L'applicazione dei principi sopracitati è vistosamente riscontrabile in tutte i mass media del

terzo reich.

La stampa

Partendo dalla stampa, possiamo constatare come la casa editrice “Eher” diventò la più

grande mai esistita in Germania arrivando a far circolare, all'inizio del 1944, un milione e

700000 copie della principale testata del regime: il “Völkischer Beobachter”

(l'osservatore popolare”). Gli argomenti trattati dall'osservatore popolare spaziavano dalla

politica all'economia, dalla cronaca al costume, ma tutte le informazioni trasmesse erano

attentamente selezionate e manipolate, rendendo così il giornale un “manifesto” del

nazionalsocialismo. I temi ricorrenti erano l'umiliazione subita dalla Germania dopo il

trattato di Versailles, la debolezza del parlamentarismo di Weimer e la malvagità del mondo

ebraico e del bolscevismo, che venivano messi in contrasto con gli ideali patriottici del

Nazismo.

La radio Proseguendo con la radio, il ministero

della propaganda ne comprese subito le

potenzialità e finanziò fortemente la

produzione di apparecchi radiofonici a

“prezzi popolari”. Agli inizi del 1935 in

Germania si contavano circa 1 milione e

mezzo di “radio del popolo” rendendo

così la cittadinanza tedesca una delle più

grandi platee mondiali. Da rilevare

“Storia di un esercito di radio in marcia

verso la propria missione”,uno dei primi

cartoni di propaganda nazionalsocialista

nel quale vediamo un esercito di radio che

educa e salva un piccolo paese tedesco.

L'opera rimanda chiaramente al volere di

Goebbels: “L'ascolto della radio non è

uno svago personale, ma una necessità,

non deve più esistere un focolare tedesco

senza apparecchio ricevitore, con il quale

può stabilirsi in ogni momento la

comunicazione immediata fra ogni

cittadino e il capo. Ogni famiglia è invitata ad acquistare un apparecchio ricevente messo

in vendita a prezzo popolare.”

Il cinema Concludendo con il cinema, notiamo che questo era il

mezzo preferito dal regime e da Goebbels per

comunicare con la popolazione. Era il canale più

chiaro, diretto e semplice per diffondere i principi del

nazionalsocialismo. Basti ricordare le monumentali

opere di Leni Riefenstadhl, soprannominata in seguito

“la vestale del fuhrer”, la quale, con pellicole quali

“Olympia” e “Il trionfo della volontà” deforma

attraverso l'obbiettivo “la missione nazista”,

proponendone una visione mistica e grandiosa.

Attenzione particolare merita poi un documento inedito

ritrovato sul finire degli anni 80' dallo storico del

cinema Hilmar Hoffman nel quale ci viene data la

rappresentazione di una Londra in mano ai nazisti,

nella quale inglesi e tedeschi convivono pacificamente,

facendo così di questa produzione un documento di

fantapolitica . Oltre le grandi produzioni la diffusione

dei cinegiornali era diventata capillare e coinvolgeva quotidianamente il grande pubblico.

A partire dal 1934 il ministero della propaganda comincia a produrre cinegiornali e

documentari destinati alla gioventù hitleriana che organizza speciali programmi

cinematografici in cui erano proiettati cinegiornali e film propagandistici. Al fine di portare

le proiezioni cinematografiche anche nelle aree rurali e più remote, il regime mise in

funzione 300 autocarri-cinema e due treni-cinema che contenevano la necessaria

strumentazione per spettacoli cinematografici all'aperto.

IL MITO DELLA RAZZA

“I più grandi eventi sono così oscuri, che mentre alcuni danno per scontato qualsiasi

sentito dire, qualunque sia la sua fonte, altri girano la verità in menzogna, ed

entrambi gli errori trovano incoraggiamento nella posterità.” (Tacito, Annales)

Un altro degli aspetti propagandistici più interessanti della

Germania nazista è quello del “mito della razza”, che, pone al

di sopra di tutte le altre etnie, quella “ariana”, considerata

creatrice di cultura e portatrice di caratteristiche fisiche

“perfette”. In tutto questo discorso si inserisce l'opera tacitiana

“De origine et situ Germanorum”, trattato etnografico sugli

usi e i costumi teutonici del 98 d.C. La strumentalizzazione di

quest'opera da parte del regime ha in primis impresso

nell'opinione pubblica il senso di purezza della razza ariana e

ha poi giustificato l'antisemitismo e il conseguente sterminio

degli Ebrei.

Soprannominato “Codex

Aesinas”, il trattato di Tacito

parla di quelli che erano gli usi e i costumi dei popoli

germanici confrontandoli con la decadenza dell'età imperiale

romana, nella quale vizi ed eccessi erano all'ordine del giorno.

Bisogna però dire che già prima dell'avvento della dittatura

nazionalsocialista il testo tacitiano era già stato “rivisitato” e

preso ad esempio sempre per sostenere il “mito della razza

ariana”; ritroviamo questo sentimento “pantedesco” nei

“Discorsi alla nazione” di Fichte e molto più marcatamente

“razzistizato” nell'opera “Fondamenti del XIX secolo” (1899)

di Houston Chamberlaim, nella quale si sosteneva che solo i

tipi “migliori” dovevano poter procreare e quindi portare

avanti una razza “pura”. Nodo centrale dell'opera è il

capitolo 4 nel quale troviamo scritto:

“Ipse eorum opinionibus accedo, qui Germaniae populos

nullis aliis aliarum nationum conubiis infectos propriam et sinceram et tantum

sui similem gentem extitisse arbitrantur. Unde habitus quoque corporum,

quamquam (?) in tanto hominum numero, idem omnibus: truces et caerulei oculi,

rutilae comae, magna corpora et tantum ad impetum valida.” (Germania, 4)

"Io stesso sono d'accordo con le opinioni di coloro che ritengono che i popoli

della Germania, non contaminati da nessuna unione con altre genti, mostrino la

loro razza pura e simile solo a se stessa. Per cui anche l'aspetto dei corpi,

sebbene (?) in un numero tanto grande di uomini, è lo stesso per tutti: truci occhi

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