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Biologia/Filosofia - Definizione di vita data da Erwin Schrodinger
Chimica - Analisi della teoria sui tioesteri (comportamento della molecola organica)
Scienze della Terra - Esopianeti
2 3.1. Equazione di
Drake_________________________ 17
3.1.1. Fattori astrofisici______________________
18
3.1.2. Fattori planetari ______________________
18
3.1.3. Fattori biologici_______________________
19
3.1.4. Fattori tecnologici e culturali______________
20
3.2. Paradosso di
Fermi_________________________ 20
3.2.1. Validità dell’equazione di Drake____________
20
3.3. Esopianeti_______________________________
21
4. RICERCA DI VITA INTELLIGENTE____________________
22
4.1. Comunicazione con civiltà
extraterrestri___________ 24
4.1.1. Storia 24
4.2. Come comprendersi
25
5. CONCLUSIONE_______________________________
26
LA SCELTA DI QUESTO PERCORSO
Da piccolo passavo diverse giornate a casa dei miei nonni
lungo la riva dell’Adige a Parona e la sera era tradizione
sedersi sul terrazzo con mio nonno a guardare il cielo
stellato. Lui amava guardare gli aerei che passavano
immaginando le loro destinazioni. Io mi lasciavo
trasportare da quella sua curiosità e immaginazione e
contemplavo il cielo in cerca di qualche segno che
confermasse che noi non siamo soli nell’universo. Infatti
osservare il cielo stellato è sempre stato, per me, motivo di
riflessione. Era il momento in cui mi confrontavo con la
grande immensità dell’universo sentendomi estremamente
2
3 piccolo. Mi sorgeva spontaneo immaginare e desiderare
l’esistenza di qualcosa al di fuori della terra perchè ero
convinto, e lo sono tuttora, che il nostro pianeta non sia
l’unico privilegiato a poter ospitare la vita.
INTRODUZIONE
C’è vita nell’universo? E’ una domanda interessante e al
contempo problematica. Ad oggi non è ancora possibile
dare una risposta certa, ma le ultime scoperte in ambito
astronomico hanno reso statisticamente probabile tale
ipotesi. La scienza è in grado di descrivere le più piccole
componenti che costituiscono le cellule e i vari processi
che le caratterizzano ma non è ancora in grado di spiegare
come esse si siano formate. A tale proposito sono state
presentate diverse ipotesi e sono stati effettuati diversi
esperimenti. Si è però certi che la vita sulla Terra si sia
formata in determinate condizioni fisico-chimiche,
pertanto, se su un altro pianeta si verificassero condizioni
simili, la vita potrebbe avere inizio?
Sulla Terra le forme di vita più semplici sono i batteri, i
quali hanno la capacità di poter sopravvivere anche in
habitat estremi. Sugli astri del nostro sistema solare le
condizioni che si osservano sono comunque molto più
critiche, non è quindi possibile azzardare questa ipotesi
senza dimostrazioni valide. Inoltre un fattore fondamentale
per la genesi della vita sulla Terra è stata la presenza di
acqua allo stato liquido. Tale dato di fatto fa considerare
quest’ultima quale discriminante necessario per l’origine
della vita, potendo escludere a priori pianeti che non
presentano queste caratteristiche.
Scoperte recenti hanno dimostrato che molte delle stelle
presenti nell’universo possiedono un sistema planetario
simile al nostro e conseguentemente potrebbero esserci
pianeti simili alla Terra potenzialmente abitabili. E’
ragionevole pensare che in quei pianeti in cui si instaurino
le condizioni favorevoli allo sviluppo della vita questa si
formi e si evolva dalle forme più semplice a quelle più
3
4 complesse. Supporre che il nostro pianeta sia unico è un
po’ come ritenere che la Terra sia il centro dell’Universo e
che tutto ruoti attorno ad essa.
"E' innaturale in un campo avere solo una spiga di grano, e nell'infinito
universo solo un mondo vivente".
(Metrodoro di Chio)
COS’È LA VITA?
Innanzitutto, prima di poter iniziare la ricerca di vita su altri
pianeti, è necessario porsi la domanda di cosa bisogna
cercare. Ovvero, cos’è la vita? Se dovessimo analizzare un
altro pianeta, quali sono i fattori che potrebbero indicarci la
presenza o meno di vita?
Gli esseri viventi per lo scienziato sono dei sistemi, ed
infatti si parla di sistemi viventi. Un sistema è una
4
5 qualsiasi porzione di mondo fisico posta sotto
osservazione, in esso si riconoscono sempre più parti che
sono in continua correlazione tra loro. Scomponendo un
sistema nelle sue parti, la conoscenza di ciascuna di esse
non ci permette di conoscere il sistema nel suo insieme.
Quando si verifica questo, si dice che il sistema è
complesso. I sistemi viventi sono sistemi materiali, e si
classificano in sistemi aperti, quindi sistemi che
scambiano con l’ambiente esterno sia materia che energia.
i viventi, ripetiamo, sono molto complessi e ci possiamo
limitare a trovare tutte le caratteristiche e proprietà che
questi ultimi presentano in comune tra loro: 1
Ordine
Scambi di materia e di energia
Metabolismo
Uniformità chimica
Risposta agli stimoli
Omeostasi
Lasso di vita
Programma genetico
Riproduzione
Costituzione cellulare
Capacità di evolversi
E. SCHRÖDINGER E LA DEFINIZIONE DI VITA
E. Schrödinger, fisico di origine austriaca, si interroga sullo
stesso problema nel libro “Cos’è la vita? La cellula vivente
dal punto di vista fisico”. Si chiede se sia possibile
raggiungere una verità chiara e distinta sul fenomeno
della vita o se in essa vi sia un qualche elemento
sfuggente ed eccedente che non ne permetta la
definizione in maniera universale e necessaria.
Attualmente la fisica e la chimica non sono in grado di dare
una spiegazione a tale evento, però non è affatto una
buona ragione per dubitare che le due scienze possano mai
spiegarlo. Schrödinger si interroga sul problema cardine di
1 BIOLOGIA,
Campbell N.A., Reece J.B., Bologna,Zanichelli, 2008.
5
6 tutta la biologia e lo fa attraverso gli strumenti della nuova
fisica, quella quantistica, cercando di trovare una
spiegazione che soddisfi i criteri di scientificità della
domanda. Analizza la natura fisica del materiale
genetico: in primo luogo sente il bisogno di definire il
modo attraverso cui agiscono e funzionano le leggi fisiche
e chimiche, le quali svolgono una funzione importante
nella vita dell’organismo e sono leggi di natura
statistica. Ciò significa che, all’interno di un sistema
macroscopico, quelle che noi chiamiamo “leggi” non sono
altro che dei calcoli del comportamento medio di molte
particelle, mentre in un sistema microscopico formato da
pochi atomi si nota che esso si comporta in maniera
assolutamente disordinata. L’atomo non è assolutamente
un centro d’ordine, ma è un centro di disordine e
soltanto i legami molecolari rendono stabile qualcosa che è
di per sé instabile. Ma quest’affermazione conduce ad una
controversia: un organismo deve avere una struttura
relativamente grande per godere del beneficio di leggi
molto accurate sia per la sua vita interna, sia nelle
sue interazioni con il mondo esterno e questo è ciò
che afferma la fisica statistica. La biologia, invece, dice che
dei gruppi incredibilmente poco numerosi di atomi (che
non dovrebbero essere ordinati) hanno un’importanza
dominante negli eventi estremamente regolari
all’interno di un organismo vivente. Questo significa che
il gene, che è necessariamente formato da un numero
limitato di atomi, si comporta in maniera stabile e
ordinata mantenendo l’informazione genetica anche
attraverso i secoli.
STABILITA’ E ORDINE DELLA VITA
Per spiegare la stabilità si fa riferimento alla molecola,
seppur piccola, come ad una sorta di solido. Si può
affermare che esistono due modi differenti attraverso
cui la natura fabbrica i corpi:
Uno è quello relativamente monotono di ripetere
cioè all’infinito la stessa struttura nelle tre direzioni
(come nell’accrescimento dei cristalli). 6
7 L’altro è quello di costruire un aggregato sempre
più esteso, senza ricorrere alla ripetizione. Questo
è il caso delle molecole organiche via via più
complicate, nelle quali ogni atomo e ogni gruppo di
atomi ha una funzione particolare. Schrödinger
definisce tale struttura cristallo o solido aperiodico.
Per spiegare la seconda caratteristica, ovvero dell’ordine,
Schrödinger afferma che la vita sembra dipendere da un
comportamento della materia, ordinato e retto da leggi
rigorose, non basato esclusivamente sulla tendenza di
questa a passare dall’ordine al disordine, ma basato in
parte sulla conservazione dell’ordine esistente.
Anche in questo caso si verifica un paradosso, il quale
consiste nel fatto che il secondo principio della
termodinamica afferma che tutti i sistemi isolati sono
soggetti a un livello crescente di entropia, cioè a una
redistribuzione dell’energia tale da portare a uno stato
disordinato della materia, disordinato ma in equilibrio
inerte (equilibrio che per il vivente corrisponde alla
morte) . Ciò entra in contraddizione con l’organismo che
invece si fonda sul meccanismo della conservazione
dell’ordine interno e della vita. La risposta che dà
Schrödinger è che l’organismo può tenersi lontano da
tale stato (l’entropia massima cioè la morte) solo traendo
dal suo ambiente continuamente entropia negativa, si
può dire che il ruolo del metabolismo, all’interno
dell’organismo, è di liberare tutta l’entropia che non può
non produrre nel corso della vita. Il vivente quindi è
costituito in maniera tale da opporsi alla legge
universale dell’entropia che conduce ogni cosa ad uno
stato caotico e inerte. E ciò avviene appunto attraverso lo
scambio metabolico con l’ambiente. Per cui cos’è la vita?
E’ quell’insieme di originali strutture fisico‐chimiche che
si oppongono alla disgregazione a cui vanno
incontro naturalmente tutti i corpi.
Infine si pone il problema del determinismo e del libero
arbitrio; gli eventi spazio‐temporali che si verificano nel
corpo di un essere vivente corrispondono all’attività
della sua mente ed alle sue azioni, consce o no. Questo
7
8 porta a due premesse: il mio corpo funziona come un
puro meccanismo, del quale io ne dirigo i movimenti e ne
prevedo gli effetti, e nel caso si verificassero gravi
conseguenze io ne assumerei la piena responsabilità.
Schrödinger risponde a questo problema con la necessità
di postulare l’esistenza di un “io” che controlla il
movimento degli atomi secondo le leggi di natura. 2
FORME DI VITA
Queste sono le caratteristiche principali di un essere
vivente e sono fondamentali per la ricerca in quanto ci
permettono di circoscrivere l’analisi dei dati raccolti. Si
possono distinguere diverse forme di vita.
BATTERI E FORME DI VITA PLURICELLULARI
La riproduzione avviene tramite un processo che coinvolge
gli acidi nucleici (RNA e DNA). Quella cellulare avviene
principalmente per divisione (mitosi) ed è connessa
all’accrescimento di un organismo pluricellulare, mentre
quella sessuata in organismi pluricellulari richiede una
forma più complessa di divisone (meiosi). In entrambi i
casi l’informazione viene trasmessa attraverso i geni,
contenuti nei filamenti di DNA. Cercando di definire la vita,
le caratteristiche essenziali che cerchiamo sembrano
risiedere essenzialmente nelle molecole degli acidi nucleici
che contengono l’informazione necessaria per la
riproduzione. Un’altra molecola fondamentale alla vita
sono le proteine, alle quali spetta il lavoro teleonomico,
ovvero di trasmissione dell’informazione necessaria, anche
indirettamente, per la sopravvivenza e la moltiplicazione
della forma di vita.
VIRUS
I virus sono costituiti da acidi nucleici (DNA o RNA) che
possono essere avviluppati da una proteina o da una
2 CHE COS’E’ LA VITA?.
Schrödinger E.,
La cellula vivente dal punto di vista fisico, Adelphi, Milano 2008.
8
9 membrana composta da più proteine. Essi vengono
considerati forme di vita in quanto sono indubbiamente
portatori di un codice genetico che trasmettono venendo a
contatto con una cellula. Il loro meccanismo gli permette di
oltrepassare la parete cellulare, una volta all’interno
perdono il rivestimento protettivo del loro genoma e
modificano il DNA della cellula ospite, replicando il proprio
acido nucleico e sintetizzando proteine virali. Attraverso
questi passaggi permettono la formazione di nuovi virus
che fuoriescono dalla cellula (processo di lisi) oppure
rimangono in stato di quiescenza.