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Sintesi Con i piedi per terra tesina
La tesina di maturità descrive il volo. Ormai volare è per noi un’esperienza banale e scontata, milioni di persone per turismo o per lavoro si muovono via aerea, tuttavia non si può fare a meno di chiedersi come fa una struttura con peso di almeno trecento tonnellate a stare in aria? Il volo sia dal punto di vista fisico che concettuale, ovvero come superamento di un limite, è un argomento che mi ha sempre affascinata e ho deciso di illustrarlo come percorso nella mia tesina. Ho scelto di percorrere la scoperta e l’evoluzione del volo a partire da Leonardo fino ad arrivare ai fratelli Wright, analizzando anche il concetto di portanza, che permette all’aereo di volare. Ho scelto di porre particolare attenzione sulle figure di due donne aviatrici, Amelia Earhart e Rosina Ferrario, poiché dal punto di vista storico più di ogni altro possono essere esempio dell’emancipazione femminile nei primi anni del ‘900. Sono affascinata dal concetto di volo come volontà umana di superare un limite, spunto per molti letterati negli ultimi due secoli, quali Gabriele D’Annunzio con il mito del superuomo e Julian Barnes con “Livelli di vita”. Infine ho analizzato lo sviluppo di questa innovazione meccanica abbia portato sviluppi anche nel campo artistico all’interno della corrente futurista con l’aeropittura.
Collegamenti
Con i piedi per terra tesina
Fisica - Il concetto di portanza.
Italiano - Il superuomo di Gabriele D'Annunzio.
Storia - Il ruolo della donna nei primi anni del 1900.
Arte - Il Futurismo: dall’arte meccanica all’aeropittura.
Premessa
Ormai volare è per noi un’esperienza banale e scontata, milioni di persone per turismo o per lavoro
si muovono via aerea, tuttavia non si può fare a meno di chiedersi come fa una struttura con peso di
almeno trecento tonnellate a stare in aria?
Il volo sia dal punto di vista fisico che concettuale, ovvero come superamento di un limite, è un
argomento che mi ha sempre affascinata e ho deciso di illustrarlo come percorso nella mia tesina di
maturità. Ho scelto di percorre la scoperta e l’evoluzione del volo a partire da Leonardo fino ad
permette all’aereo di
arrivare ai fratelli Wright, analizzando anche il concetto di portanza, che
volare. Ho scelto di porre particolare attenzione sulle figure di due donne aviatrici, Amelia Earhart e
Rosina Ferrario, poiché dal punto di vista storico più di ogni altro possono essere esempio
dell’emancipazione femminile nei primi anni del ‘900. Sono affascinata dal concetto di volo come
volontà umana di superare un limite, spunto per molti letterati negli ultimi due secoli, quali Gabriele
D’Annunzio con il mito del superuomo e Julian Barnes con “Livelli di vita”.
Infine ho analizzato lo sviluppo di questa innovazione meccanica abbia portato sviluppi anche nel
campo artistico all’interno della corrente futurista con l’aeropittura.
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Introduzione
La storia del volo ha inizio con il volo di Dedalo e Icaro, per poi passare attraverso gli studi di
concretezza nell’esperimento dei
Leonardo da Vinci, Otto Lilienthal, per dare la sua fratelli Wright
nei primi anni del ‘900 e trovare poi applicazione in numerosi pionieri del volo, quali Charles
Lindberg e Amelia Earhart.
Nell’ultimo secolo il volo si è sempre più perfezionato con l’evoluzione della scienza e numerosi
studi hanno portato alla costruzione di motori sempre più potenti e alla progettazione di ali e
strutture capaci di trasportare centinaia di passeggeri. Se gli uccelli hanno scoperto il segreto del
volo milioni e milioni di anni fa, l’uomo ha capito come sollevarsi dal suolo con una macchina
volante da appena un secolo. Ciò che si tentava di costruire erano infatti macchine ad ala battente,
impossibili da realizzare. Era stato ovviamente notato che alcuni uccelli quali aquile, poiane e falchi
volano anche ad ali ferme, ma questo non era stato sufficientemente considerato perché ciò che si
cercava di ottenere era il decollo da terra. L’altra cosa che si tentava di copiare era la forma dei
volatili, ma ciò che erroneamente se ne riproduceva era essenzialmente la loro forma planimetrica
mentre, per secoli, nessuno aveva preso in considerazione un elemento sostanziale, e cioè il fatto
che le ali degli uccelli non sono piatte ma hanno un profilo convesso di un certo spessore. Il primo a
e a disegnare un’ala
intuire con un profilo convesso fu Leonardo da Vinci che, pur disegnando
macchine ad ala battente, aveva correttamente concepito un’ala che, se costruita come disegnata,
sarebbe stata in grado di volare seppure solo in volo planato. Infatti quattro secoli più tardi, nel
1800, le ali da lui progettate furono riprodotte in modo quasi identico dall’ingegnere tedesco Otto
rudimentale. L’intuizione di Leonardo, pur
Lilienthal e rese effettivamente volanti in un libratore
con tutte le modifiche apportate nel tempo ai profili alari, resta tuttora valida perché nessun aereo
potrebbe mai volare se non avesse la parte superiore dell’ala convessa. Dopo questo primo
fondamentale riferimento molte altre cose sono state osservate e copiate dagli uccelli: esaminando
esempio l’ala di un gabbiano si nota che essa è rastremata, variabile sia nello spessore che nel
ad Oggi con l’impiego
profilo, e con un certo rapporto tra corda e apertura alare. di nuove ingegnerie si
è giunti alla costruzione dei cosiddetti “pocket e delle “ali volanti”,
drone” nonché la
configurazione aeronautica più originale e allo stesso tempo più antica, avendo da sempre
rappresentato il sogno del volo più simile agli uccelli. progresso nell’aviazione non sono soltanto gli
Coloro che hanno il merito di essere giunti ad un tale all’impossibile.
ingegneri ma anche quei pionieri che hanno battuto record e hanno tentato fino
dell’Oceano Atlantico
Primo tra tutti, Charles Lindbergh con la trasvolata in solitaria e, seconda a
l’americana
lui e prima tra le donne, Amelia Earhart, prima anche a tentare il giro del mondo.
Amelia, resa leggendaria dalla sua tragica sparizione nel nulla il 2 luglio 1937, divenne una
celebrità assoluta del suo tempo, business woman ante litteram e figura animata da un indomabile
Altro personaggio femminile del mondo dell’aviazione di cui tratteremo è
desiderio di libertà.
Rosina Ferrario, prima aviatrice italiana.
Il fotografo Nadar sfruttò questa nuova invenzione per scattare le prime fotografie aeree e le riprese
dei ruderi romani sono le prime mai fatte da un velivolo. L’aereo divenne un simbolo del ventesimo
secolo, dalle imprese di Linbergh e di Italo Balbo fino ad arrivare ai combattimenti nei cieli durante
la Prima e della Seconda guerra Mondiale. Oggi in ogni istante sono in volo in tutto il mondo
quindicimila aerei con a bordo milioni di passeggeri mentre altre tecnologie hanno portato l’uomo,
sempre in volo, al di là dei confini terrestri: sulla luna o nelle stazioni orbitanti intorno alla terra.
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Il volo dei fratelli Wright 17 Dicembre 1903, quando l’aereo dei fratelli Wright alle 10.35
Passa alla storia il giorno nella
spiaggia di Kitty Hawk (Carolina del Nord) si alzò per circa dodici secondi percorrendo trenta metri
ad un’altezza di circa un paio di metri La macchina ripeté l’impresa per altre tre volte al
da terra.
comando dei fratelli Wright.
I due fratelli erano tipografi che possedevano anche un’officina di biciclette dove appresero le
conoscenze dei materiali che risultarono utili per costruire i primi aerei. Ciò che li spinse a
realizzare la “macchina volante” era stata la morte del tedesco Otto Lilienthal durante una delle sue
sperimentazioni in volo. Iniziarono costruendo un aquilone e risolsero il problema che aveva
determinato la morte del tedesco ovvero come controllare il velivolo una volta staccatosi da terra.
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Perfezionarono l’ala studiando il fenomeno della portanza ed ebbero l’idea di far deformare le ali
dell’aereo per farlo inclinare e virare. Nei mesi della loro progettazione venne costruito anche il
motore a benzina leggero e compatto. Infine i fratelli Wright svilupparono l’idea dell’elica
aeronautica concepita come un’ala ruotante che sviluppa portanza e fa muovere il velivolo in avanti
invece che in alto. Con una leva posta davanti al pilota che stava straiato al centro dell’aereo
venivano azionate le superfici anteriori che facevano alzare e abbassare il muso dell’aereo cioè lo
facevano cabrare o picchiare, mentre muovendo il bacino a destra o a sinistra si deformavano le
estremità delle ali e girava il timone di coda così che l’aereo si inclinava e virava.
I fratelli Wright costruirono velivoli sempre più grandi ed equipaggiati anche su commissione
facendo grandi passi, tuttavia era difficile immaginare quali grande imprese avrebbe compiuto
l’aviazione.
In basso: il volo dei fratelli Wright
1 dalla diversa forse superiore e inferiore di un’ala: poiché la parte superiore è un dosso incurvato e più
Forza provocata
lungo l’aria ci trasita più velocemente che nella parte sottostante piatta e più corta. Questa differenza di velocità tra
l’aria che scorre nelle due parti dell’ala vcrea la famosa portanza: la spinta verso l’alto.
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Il concetto di portanza
Molti si domandano cos’è che permette agli aeroplani di volare. Spesso ricevono risposte fuorvianti
o addirittura completamente errate.
Cominciamo definendo i tre modi di descrivere la portanza riportate in libri di testo e in manuali di
addestramento al volo.
Il primo, usato dagli ingegneri aeronautici, è la descrizione aerodinamica matematica. Essa permette
per esempio di determinare la portanza di un’ala mediante simulazioni su computer in cui,
applicando un concetto matematico complicato chiamato “circolazione”, si calcola l’accelerazione
subita dall’aria. La circolazione, che quantifica il fenomeno fisico della rotazione dell’aria intorno
all’ala, è un utile strumento matematico ma non si presta a formare una comprensione intuitiva di
perché l’aereo vola.
Il secondo modo è la descrizione comune e si basa sul principio di Bernoulli. Ha il vantaggio di
essere facile da capire e infatti è la più frequentemente insegnata. Per la sua semplicità è anche
quella riportata da molti manuali d’addestramento. Ha il difetto di ipotizzare un “principio di uguale
tempo di percorrenza”, ossia l’idea che la velocità relativa dell’aria lungo la faccia superiore
dell’ala è più elevata perché la distanza da percorrere è maggiore. Questa descrizione focalizza
l’attenzione sulla forma dell’ala e non spiega fenomeni come il volo rovesciato, la potenza
l’effetto della vicinanza del suolo a volo radente e la
occorrente per volare, dipendenza della
portanza dall’angolo d’incidenza dell’ala.
La terza descrizione proposta è la descrizione fisica della portanza basata principalmente sulle tre
leggi della dinamica. Essa è particolarmente utile per capire non solo i fenomeni che rendono
possibile il volo ma anche le relazioni tra grandezze significative come, per esempio, la dipendenza
2 o la dipendenza della velocità di stallo dall’altitudine. Fornisce
della potenza dal carico alare
portanza in modo veloce e approssimato (i cosiddetti calcoli “sul retro della
strumenti per stimare la
busta”) ed inoltre promuove l’acquisizione di una comprensione intuitiva del volo, utilissima ai
piloti quando guidano un aeroplano.
La “descrizione comune” della portanza
Agli studenti di fisica e di aerodinamica s’insegna che gli aerei volano a causa del principio di
quando la velocità dell’aria aumenta,
Bernoulli, che afferma che la sua pressione diminuisce. (Di
l’aria scorra veloce sulla presa statica dell’aereo, l’altimetro
fatto ciò non è sempre vero. Nonostante
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ne misura correttamente l’altitudine . La motivazione addotta è che la portanza è dovuta al fatto che
l’aria fluisce più velocemente sopra l’ala che sotto, generandovi una zona di minor pressione.
Questa spiegazione soddisfa la curiosità dei più e pochi la pongono in dubbio. I più curiosi
potrebbero voler capire perché l’aria che passa di sopra è più veloce: proprio questo è il punto
debole della spiegazione. dell’aria si ricorre alla geometria, dicendo che la velocità è in
Per giustificare la maggiore velocità
relazione alla distanza che l’aria percorre. Si dice che dopo essersi separati sul bordo anteriore
dell’ala i due flussi d’aria - quello che passa sopra e quello che passa sotto - devono tornare a
2 Il carico alare è la risultante del peso del velivolo (e di ciò che trasporta) e delle forze dovute ad accelerazioni normali
alla superficie delle ali, per esempio le forze centripete in virata.
3 I dati sull’altitudine, sulla velocità di salita o discesa e sulla velocità rispetto all’aria si ricavano da misure i pressione,
effettuate attraverso aperture chiamate “prese”. La presa statica è un’apertura laterale, normale alla direzione di volo
dell’aereo, che coglie la pressione atmosferica locale utile a determinare l’altitudine. La presa dinamica è un’apertura
parallela al verso del moto dell’aereo e coglie la somma della pressione atmosferica e della pressione di arresto
dell’aria. Dal confronto delle due pressioni si ricava la velocità del velivolo rispetto all’aria.
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riunirsi in corrispondenza del bordo posteriore. È il cosiddetto "principio degli uguali tempi di
transito".
Ma chi lo dice che i due flussi devono rincontrarsi nello
stesso istante al bordo posteriore? La Figura 1 mostra
come si muove l’aria intorno a un’ala in una galleria del
s’introducono nella
vento simulata. Nella simulazione
galleria sbuffi di fumo ad uguali intervalli di tempo.