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Sintesi
Storia- Guerra di Crimea
Italiano- Lev Tolstoj
Arte- Ivan Ajvazovsij
Tecnica Turistica- Crociera
Inglese- Viaggio in Crimea
Estratto del documento

I preparativi alla guerra fervettero per tutto il 1853, quando il 2 luglio 1853, le

truppe russe invasero i Principati danubiani di Moldavia e Valacchia,

appartenenti all’Impero Ottomano; la Gran Bretagna, nella speranza di

salvaguardare l’Impero Ottomano, visto come barriera contro l’espansione della

potenza russa in Asia, inviò una flotta in prossimità dei Dardanelli;

successivamente se ne unì un’altra inviata dalla Francia. Il Sultano dichiarò

ufficialmente guerra alla Russia il 23 ottobre 1853.

La regina Vittoria dichiarò, ufficialmente, guerra alla Russia; pochi giorni dopo lo

stesso atto fu compiuto da Napoleone III. L’Austria si limitò ad offrire il suo

appoggio diplomatico alla Turchia. La Prussia scelse di rimanere neutrale,

lasciando così la Russia priva di alleati.

Vista la situazione, il Regno di Sardegna compì ogni sforzo per unirsi all’impresa

e, nel 1855, inviò un Corpo di spedizione che contava 18.000 soldati. L’esercito

sardo fu impegnato in combattimento nella battaglia della Cernaia. Molto alte

furono invece le perdite dovute a malattia (colera), circa 2000.

Gli scontri avvennero nei Balcani, nel Mar Baltico, nel Mar Caspio ed in Crimea,

sia sulla terraferma che sul Mar Nero, dove le navi anglo-francesi erano entrate

ed attaccavano incessantemente. Le numerose sconfitte riportate dalle forze

zariste in Crimea e nel Mar Baltico alimentarono le tensioni nel paese,

rafforzando le componenti dell’opinione pubblica contrarie al conflitto.

L’opposizione al governo si fece sentire anche nei ceti più conservatori, tanto da

spingere lo Zar a prendere in considerazione i quattro punti di resa propostogli

dal conte Buol (Austria) a nome delle forze alleate.

Scontri molto duri, soprattutto dal punto di vista delle perdite umane, da una

parte e dall’altra.

Si giunse a nuovi scontri ordinati dal giovane zar Alessandro II che portarono,

però, solo ad un’ennesima bruciante sconfitta da parte russa. Dopo un anno di

assedio la città di Sebastopoli, importante roccaforte russa, venne presa dagli

alleati, mettendo così in luce le carenze militari della Russia.

Lo svolgimento della guerra e in particolare l’assedio di Sebastopoli furono

seguiti per la prima volta dall’opinione pubblica europea grazie al telegrafo. Il

conflitto si chiuse solamente nell’anno 1856, quando ad Alessandro II non

rimase altra alternativa se non quella di tirar fuori il proprio paese da un

conflitto dal quale non sarebbe mai potuto uscire vincitore. Le perdite di uomini

ammontarono a circa 370.000 unità (le perdite totali delle forze in campo

compresi i civili ammontarono a circa 1.000.000 di unità). Un’ epidemia di colera

scoppiata nella regione aveva inoltre falcidiato la popolazione, non risparmiando

neppure le truppe e le casse dello Stato.

Lev Nikolaevič Tolstoj

Lev Nikolaevič Tolstoj nasce nella tenuta di Jasnaja Poljana il giorno 28 agosto

1828; la famiglia è di tradizioni aristocratiche,

appartenente alla vecchia nobiltà russa. Le condizioni

del suo ceto faranno sempre in modo che si distingua

dagli altri letterati del suo tempo, da cui egli stesso si

sentirà separato anche quando la sua condizione gli

parrà essenzialmente negativa. Perde la madre quando

ha solo due anni e rimane orfano all'età di nove: il

piccolo Lev viene cresciuto da una zia che gli permette

di frequentare l'Università: studia dapprima lingue

orientali, poi legge, tuttavia non arriverà a conseguire

il titolo. Già negli anni dell'adolescenza Tolstoj sostiene

un ideale di perfezionamento e di santità: la sua è la

ricerca di una giustificazione della vita davanti alla

coscienza. Si ritira in campagna a Jasnaja Poljana

dove si arruola come ufficiale dell'esercito nel 1851;

partecipa nel 1854 alla guerra di Crimea, dove ha

modo di essere a contatto con la morte, e con le

considerazioni di pensiero che ne derivano. Inizia in

questo periodo la sua carriera di scrittore con "I

racconti di Sebastopoli", ottenendo un buon

successo a Mosca.

Lasciato l'esercito, dal 1856 al 1861 si sposta tra

Mosca, Pietroburgo, Jasnaja Poljana con qualche viaggio anche oltre confine. In

questo periodo Tolsotj si trova diviso tra un ideale di vita naturale e senza

preoccupazioni (la caccia, le donne e i piaceri) e l'incapacità di trovare in questi

contesti il senso dell'esistenza. Nel 1860 perde il fratello; l'evento lo lascia molto

turbato; a trentadue anni si reputava già vecchio e senza speranza: si unisce in

matrimonio a Sofja Andrèevna Behrs. Il matrimonio gli permetterà di

raggiungere uno stato naturale di serenità stabile e duraturo. In quesiti anni

nascono i suoi capolavori più noti, "Guerra e pace" (1893-1869) e "Anna

Karenina" (1873-1877).

Ispirazioni storiche “Guerra e pace”

Quest'opera monumentale viene concepita durante la campagna di Sebastopoli

in cui lo scrittore assiste alla disfatta delle truppe russe. L'interpretazione più

evidente porta a vedere nella scelta dell'epoca un desiderio di riscatto sulla

storia, cioè offrire alla Russia una vittoria sostitutiva della realtà, facendone

risaltare il carattere popolare della lotta contro Napoleone.

Tolstoj riesce ad imporre una nuova interpretazione del conflitto che racconta

spesso il contrario delle testimonianze. Stando ad una prima versione l'idea era

di scrivere una novella, I Decabristi, la cui azione si sarebbe svolta nel 1856

data in cui i Decabristi deportati tornano dalla Siberia. Successivamente il

progetto iniziale viene abbandonato per raccontare sia l'elemento decisivo nella

vita del protagonista Bezukov (l'insurrezione del 1825), sia della sua gioventù,

che coincide con la guerra patriottica del 1812. Tolstoj preferisce cominciare il

racconto dalla descrizione di una sconfitta: l'azione del romanzo prende il via nel

1805.

La guerra e la pace o “Guerra e pace” è un romanzo epico di Leone Tolstoj, considerato

da molti la più alta espressione di questo genere letterario e pubblicato tra 1865 e

1869, racconta la storia della Russia all'epoca di Napoleone. La ricchezza e il realismo

dei suoi dettagli come le sue molte descrizioni psicologiche fanno sì che sia spesso

considerato come un romanzo “principale” della storia della letteratura. Tolstoj vi

sviluppa una teoria fatalista della storia, dove il libero arbitrio avrebbe soltanto

un'importanza secondaria e dove tutti gli eventi obbedirebbero soltanto ad un

determinismo storico inevitabile.

Quest'opera monumentale viene concepita durante la campagna di Sebastopoli

in cui lo scrittore assiste alla disfatta delle truppe

russe. L'interpretazione più evidente porta a

vedere nella scelta dell'epoca un desiderio di

riscatto sulla storia, cioè offrire alla Russia una

vittoria sostitutiva della realtà, facendone risaltare

il carattere popolare della lotta contro Napoleone.

Tolstoj riesce ad imporre una nuova

interpretazione del conflitto che racconta spesso il

contrario delle testimonianze. Stando ad una

prima versione l'idea era di scrivere una novella, I

Decabristi, la cui azione si sarebbe svolta nel

1856 data in cui i Decabristi deportati tornano

dalla Siberia. Successivamente il progetto iniziale

viene abbandonato per raccontare sia l'elemento

decisivo nella vita del protagonista Bezukov

(l'insurrezione del 1825), sia della sua gioventù,

che coincide con la guerra patriottica del 1812.

Tolstoj preferisce cominciare il racconto dalla descrizione di una sconfitta:

l'azione del romanzo prende il via nel 1805.

Una leggenda urbana afferma che il senso reale del titolo sarebbe la guerra ed il

mondo: essendo le parole "pace" e"mondo" effettivamente omonimi in Russia, e

che si scrivono in modo identico dalla riforma ortografica russa del 1918.

Tuttavia, Tolstoj tradusse il titolo in “la guerra e la pace”. In realtà, Tolstoj trovò

tardi questo titolo ispirandosi ad un lavoro del teorico anarchico socialista

francese Pierre Joseph Proudhon (la guerra e la pace, 1861), che incontrò a

Bruxelles nel 1861, ma di cui non condivideva le idee.

Durante le guerre napoleoniche, la Russia alleata dell’Austria, combatte contro

la Francia. Il

principe Andrei

Bolkonski rimane ferito

ad Austerliz e

viene rimandato a

casa dove

apprende la grave

notizia che la moglie

Lisa è morta nel dare alla luce un figlio. Contemporaneamente il conte Pierre

Bezukov, che ha sposato Helene Kuraghin, una donna bellissima ma frivola, si separa

dalla moglie.

Nella famiglia Rostov, intanto, Natascia è divenuta una bella ragazza e una sera

conosce Andrei ad una festa e se ne innamora. Anche il principe si innamora e decide di

sposarla per cui la porta nella casa paterna a Lisja Gori per presentarla alla famiglia.

Natascia vieve accolta con freddezza e rompe il fidanzamento. Quando poi incontra il

principe Anatole Kuraghin, bello ma dissennato, Natascia progetta di fuggire con lui ma

viene fermata da Pierre.

Trascorrono gli anni e si arriva al 1812 anno in cui Napoleone invade la Russia. I Russi si

ritirano lasciando terra bruciata ma vengono sconfitti a Borodinò ed i francesi entrano

in Mosca. Tra i moltissimi feriti vi è anche il principe Andrei che, nell’infermeria incontra

Anatole morente e, mosso da pietà, lo perdona. Qualche giorno dopo arriva al campo

Natascia la quale ha saputo che Andrei è ferito e viene ad assisterlo. Purtroppo la ferita

è grave ed Andrei muore dopo pochi giorni sereno tra le braccia di Natascia. In seguito

all’invasione dei francesi un furioso incendio scoppia a Mosca e Pierre, che è tra i pochi

superstiti, medita di uccidere Napoleone. Si avvia per mettere in atto il suo proposito,

ma durante il tragitto si ferma per salvare una bambina dall’incendio e una donna dalle

violenze dei francesi, e viene arrestato. In prigione conosce Platon Karataev un

semplice soldato che gli fa capire che gli uomini sono tutti fratelli. I francesi si ritirano

da Mosca portando con se i prigionieri tra i quali ci sono Pierre e Platon Karataev.

Quest’ultimo muore durante la marcia, mentre Pierre, salvato da una banda di

partigiani russi, ritorna a Mosca dove incontra Natascia profondamente addolorata per

la morte di Andrei e del fratello Petia. Pierre che ha sempre amato, segretamente,

Natascia, la sposa. Poco dopo anche Nikolaj Rostov si sposa con l’amata Maria ed il

romanzo si chiude in un’atmosfera serena per i pochi superstiti della disastrosa guerra

contro Napoleone.

I personaggi che accompagnano il lettore in questa grande avventura (nel romanzo ce

ne sono oltre 500) sono da Tolstoj affiancati a reali personaggi storici, inseriti negli

eventi di volta in volta narrati; tra questi sicuramente i più rilevanti sono Napoleone e lo

zar Alessandro I. Degni di nota anche i vari eroi delle campagne napoleoniche, come

Kutuzov, il comandante in capo delle truppe russe nell'ultimo periodo della campagna,

o il principe Bagration, valoroso ufficiale dell'esercito russo, oltre a vari altri comandanti

dell'esercito francese.

Nataša Rostova

E' uno dei personaggi più significativi del romanzo: appartiene alla nobile famiglia dei

Rostov e viene presentata all'inizio giovane, molto bella, allegra e spensierata. I suoi

interessi principali sono per i vestiti, i balli, la caccia, il gran mondo. Non è dotata di

particolare intelligenza e sensibilità, ma è capace di gesti generosi: quando la sua

famiglia fugge da Mosca, dove sta per entrare Napoleone, fa scaricare tutti i bagagli per

far posto ai soldati russi feriti. Destinata a sposare il principe Andrej Bolkonskij, mentre

questi è lontano s'innamora di un avventuriero, Anatolij, uomo egoista e da poco.

L'esperienza non le giova, anzi spegne la sua voglia di vivere. Fallito il piano di essere

rapita da Anatolij per l'intervento di un'energica zia, rotto il fidanzamento con Andrej,

Natascia si ritrova sola. Verso la fine del romanzo Tolstoj la presenta come una donna

sciatta e banale, che ha perso l'allegria, la bellezza e ogni speranza. Soltanto l'amore di

Pierre e il matrimonio con lui le ridanno un pò di serenità. Non ha più il fascino di un

tempo, è invecchiata, e non solo esteriormente, ma ricopre con impegno il suo ruolo di

moglie e di madre.

ANDREJ PERSONAGGIO COMPLESSO

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