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Introduzione Parole delle cose tesina
La seguente tesina liceo scientifico tratta il tema delle parole delle cose, permettendo di effettuare dei collegamenti di tipo interdisciplinare. Argomenti tesina maturità: in Chimica: polimerizzazione, in Storia: Italia repubblicana, in Filosofia: Croce, in Italiano: cinema e Pasolini, in Inglese: Kerouac, in Biologia: sistema nervoso, in Fisica: potenziale elettrico, in Matematica: calcolo integrale, in Informatica: fibra ottica.
Collegamenti
Parole delle cose tesina
Chimica: polimerizzazione.
Storia: Italia repubblicana.
Filosofia: Croce.
Italiano: Cinema e Pasolini
Inglese: Kerouac.
Biologia: sistema nervoso.
Fisica: potenziale elettrico.
Matematica: calcolo integrale.
Informatica: fibra ottica.
LE PAROLE DELLE COSE, INTRODUZIONE
“ <<Anche i bambini sono svegli,>> disse l'india con la sua convinzione fatalista. <<Una volta che
entra in casa, nessuno sfugge alla peste.>>
Avevano contratto, in effetti, la malattia dell’insonnia. Ursula, che aveva imparato da sua madre
il valore medicinale delle piante, preparò e fece bere a tutti un beverone di aconito, ma non
riuscirono a dormire, e invece rimasero a sognare svegli per tutto il giorno. In quello stato di allucinata
lucidità non soltanto vedevano le immagini dei loro stessi sogni, ma vedevano perfino
gli uni le immagini sognate dagli altri. Era come se la casa si fosse riempita di visitatori. Seduta
nella sua poltroncina a dondolo in un angolo della cucina, Rebeca sognò che un uomo molto simile
a lei, vestito di lino bianco e col collo della camicia chiuso da un bottone d’oro, le portava
un mazzo di rose. Lo accompagnava una donna dalle mani delicate che staccò una rosa e la infilò
nei capelli della bambina. Ursula capi che l’uomo e la donna erano i genitori di Rebeca, ma per
quanto si sforzasse di riconoscerli, si confermò nella certezza di non averli mai visti. Nel frattempo,
per una negligenza che José Arcadio Buendìa non si perdonò mai, si continuavano a vendere
nel villaggio gli animaletti di caramello fabbricati in casa. Bambini e adulti succhiavano beatamente
i deliziosi galletti verdi dell’insonnia, gli squisiti pesci rosa dell’insonnia e i teneri cavallini
gialli dell'insonnia, di modo che l'alba del lunedì sorprese sveglio tutto il villaggio…
…Fu Aureliano che concepì la formula che li avrebbe difesi per parecchi mesi dalle evasioni
della memoria. La scoprì per caso. Insonne esperto, per esserlo stato tra i primi, aveva imparato a
perfezionare l'arte dell'oreficeria. Un giorno stava cercando la piccola incudine di cui si serviva
per laminare i metalli, e non si ricordò del suo nome. Suo padre gliela disse: "tasso." Aureliano
scrisse il nome su un pezzo di carta che appiccicò con la colla sul piede dell'incudine: tasso. Cos ì
fu sicuro di non dimenticarlo in futuro. Non gli venne in mente che quella poteva essere la prima
manifestazione della perdita della memoria, perché l'oggetto aveva un nome difficile da ricordare.
Ma pochi giorni dopo scoprì che faceva fatica a ricordarsi di quasi tutte le cose del laboratorio.
Allora le segnò col nome rispettivo, di modo che gli bastava leggere l'iscrizione per riconoscerle.
Quando suo padre gli rivelò la sua preoccupazione per essersi dimenticato perfino dei fatti
più impressionanti della sua infanzia, Aureliano gli spiegò il suo metodo, e José Arcadio Buendìa
lo mise in pratica in tutta la casa e tardi lo impose a tutto il paese. Con uno stecco inchiostrato
segnò ogni cosa col suo nome: tavolo, sedia, orologio, porta, muro, letto, casseruola. Andò in
cortile e segnò gli animali e le piante: vacca, capro, porco, gallina, manioca, malanga, banano.
A poco a poco, studiando le infinite possibilità del dimenticare, si accorse che poteva arrivare un
giorno in cui si sarebbero individuate le cose dalle loro iscrizioni, ma non se ne sarebbe ricordata
l'utilità. Allora fu più esplicito. Il cartello che appese alla nuca della vacca era un modello esemplare
del modo in cui gli abitanti di Macondo erano disposti a lottare contro la perdita della memoria:
Questa è la vacca, bisogna mungerla tutte le mattine in modo che produca latte e il latte
bisogna farlo bollire per aggiungerlo al caffé e fare il caffellatte. Così continuarono a vivere in
una realtà sdrucciolosa, momentaneamente catturata dalle parole, ma che sarebbe fuggita senza
rimedio quando avessero dimenticato i valori delle lettere scritte.
Sull'entrata della strada della palude avevano messo un cartello su cui era scritto Macondo e
un altro più grande nella strada centrale che diceva Dio esiste. In tutte le case erano stati scritti
segni convenzionali per ricordare gli oggetti e i sentimenti. Ma il sistema esigeva tanta sollecitudine
e tanta forza morale che molti cedettero all'incanto di una realtà immaginaria, inventata da
loro stessi, che risultava loro meno pratica ma più riconfortante.”
Cent’ anni di solitudine, G. Garcia Marquez
1
LE PAROLE DELLE COSE, CHIMICA
UNA RIVOLUZIONE TUTTA ITALIANA: GIULIO
NATTA
«Professor Natta: Lei è riuscito a preparare mediante un
nuovo metodo macromolecole
che hanno una struttura spaziale regolare. Le conseguenze
scientifiche e tecniche della
sua scoperta sono immense, e ancora non possono essere
valutate pienamente».
Ingegnere chimico italiano (Porto Maurizio 1903 - Bergamo 1979). N. e la sua scuola hanno chiarito nelle
linee essenziali, e talora anche in dettaglio, il meccanismo dei principali processi di polimerizzazione
stereoregolare, elaborando nuovi metodi d'indagine teorica sulla conformazione delle macromolecole. Per
le sue ricerche sulla polimerizzazione stereospecifica, ha ricevuto nel 1963 il premio Nobelper la chimica,
insieme con K. Ziegler.
I MATERIALI CHIMICI NELLA VITA DELL’ UOMO
L’ umanità ha utilizzato procedimenti chimici finalizzati all’ uso quotidiano fin dalla preistoria. Con il passare
del tempo hanno preso piede tutti processi che consentivano l’ estrazione prima, e la lavorazione dopo, dei
metalli. Questi hanno caratterizzato la storia dell’ uomo sino alle due rivoluzioni industriali che hanno
aperto la strada ad una crescita esponenziale nell’ ambito della ricerca chimica e di conseguenza
industriale.
Una tipologia di materiali che più di ogni altra ha cambiato il vivere quotidiano è la classe dei polimeri.
I POLIMERI
Un polimero è una sostanza composta da molecole caratterizzate dalla ripetizione multipla di unità
strutturali chimiche, costituite da una o più specie di atomi o gruppi di atomi legati tra loro, in modo da
formare lunghe catene.
I polimeri vengono solitamente indicati come delle macromolecole, ossia molecole di grandi dimensioni.
Bisogna in primo luogo distinguere il concetto di polimero da quello di macromolecola; il primo si definisce
2
LE PAROLE DELLE COSE, CHIMICA
come un insieme di monomeri ; mentre il secondo termine possiede un significato ben più ampio e
raggruppa un insieme di molecole complesse.
Il termine unità che si ripete più volte, che in generale può non obbligatoriamente coincidere con il
monomero, indica l’unità base che si ripete all’interno del polimero.
Un polimero si dice regolare se le molecole da cui è costituito possono essere descritte da una sola specie
di unità strutturali, in una singola disposizione sequenziale.
CARATTERISTICHE
Per caratterizzare un polimero occorre definire due grandezze fondamentali:
Il peso molecolare;
Il grado di polimerizzazione.
peso molecolare
La prima grandezza, il medio numerale (Mn), è definito come media dei pesi delle
catene polimeriche.
Il grado di polimerizzazione (DP) si può definire come numero medio di unità monomeriche all’interno
delle catene di una miscela polimerica.
LE REAZIONI DI POIMERIZZAZIONE
Fino al 1953 i polimeri furono distinti in due macro gruppi:
1. Polimeri di addizione;
2. Polimeri di condensazione.
I primi sono ottenuti da reazioni di polimerizzazioni, le quali, danno come prodotti solo polimeri puri; le
reazioni che producono i polimeri di condensazione, invece, danno come prodotti oltre a questi una specie
a basso peso molecolare detto condensato. 3
LE PAROLE DELLE COSE, CHIMICA
In seguito, nel 1953, grazie alle ricerche dello studioso Paul Flory i polimeri furono classificati in base al
meccanismo di reazione seguito dalla reazione di sintesi dei polimeri.[3] A seconda del meccanismo di
reazione, la reazione di polimerizzazione può essere infatti distinta in:
• polimerizzazione a stadi (in inglese step polymerization);
• polimerizzazione a catena (in inglese chain polymerization).
I polimeri ottenuti per polimerizzazione a stadi sono in genere polimeri di condensazione, mentre i polimeri
ottenuti per polimerizzazione a catena sono in genere polimeri di addizione. Esistono comunque delle
eccezioni a questa regola. Quindi le classi di polimeri secondo i due modelli di classificazione non
coincidono.
POLIMERIZZAZIONE A STADI
Nelle polimerizzazioni a stadi si possono osservare le seguenti
caratteristiche, che la diversificano da quella a catena:
le reazioni di inizio e di propagazione avvengono con
circa la stessa velocità;
non si ha bisogno di attivare il sistema con un
iniziatore;
la macromolecola (con elevato grado di
polimerizzazione) si forma in un tempo relativamente
lungo;
il grado di polimerizzazione aumenta nel tempo ma la conversione a polimero rimane costante (il
monomero sparisce subito).
Nella polimerizzazione a stadi vengono coinvolti monomeri di tipo A-A/B-B o A-B, dove A e B sono gruppi
complementari; tali monomeri possono essere bi- o poli-funzionali (cioè aventi due o più gruppi
funzionali).
Nel caso in cui ogni molecola abbia più di due gruppi funzionali sussiste la possibilità di creare dei polimeri
non lineari.
La polimerizzazione a stadi prevede invece la reazione di una generica catena X con una catena X
n m
mediante funzioni reattive. Il polimero X risultante può essere ottenuto con l’eventuale eliminazione di
n+m
piccole molecole Y. 4
LE PAROLE DELLE COSE, CHIMICA
X + X X + (Y)
n m n+m
Bisogna tenere presente che in questo caso l’eliminazione di molecole non è condizione necessaria alla
classificazione del tipo di sintesi. Esistono alcuni tipi di polimerizzazione a stadi in cui l’eliminazione di Y non
è contemplata.
Esempio di polimero derivante da una reazione a stadi: poliestere
POLIMERIZZAZIONE A CATENA
Questo meccanismo di formazione dei polimeri è caratterizzato da tre processi in sequenza: il primo è
iniziazione
l’ in cui viene prodotto un centro attivo, che può essere un radicale, un catione o un anione;
reazione di addizione
su tale centro avviene la della specie monomerica che comporta anche la
formazione di un analogo centro attivo sull’unità addizionata polimerica ; infine si hanno le reazioni che
portano all’interruzione della propagazione della catena, e quindi alla produzione della catena polimerica
definitiva o morta, cioè non più in grado di addizionare unità monomeriche.
terminazioni
Queste reazioni vengono dette se comportano la scomparsa del centro attivo o
trasferimenti di catena se lo stesso viene semplicemente trasferito a un’altra molecola, consentendo
cosi la propagazione di una nuova catena.
In sintesi la reazione di polimerizzazione a catena prevede, la crescita di una catena X dotata di un centro
n*
reattivo (di tipo radicalico, anionico o cationico) per addizione di un’unità monomerica X. La catena
risultante X possiede anch’essa un centro reattivo e la polimerizzazione può essere reiterata.
n+1*
X + X X
n* n+1*
Esempio di polimero derivato da una reazione a catena:
polietilene
(C2H4)n 5
LE PAROLE DELLE COSE, CHIMICA
A seconda della natura del centro attivo che consente la propagazione della catena polimerica, si possono
avere polimerizzazioni radicaliche, cationiche o anioniche. Anche alcune polimerizzazioni catalitiche, come
quelle delle olefine su catalizzatori Ziegler-Natta, seguono un meccanismo di reazione analogo, detto anche
per coordinazione. I CATALIZZATORI DI ZIEGLER-NATTA
Questa tecnica di polimerizzazione è stata messa a punto negli anni 1950 da Giulio Natta e dai suoi
collaboratori del Politecnico di Milano e ha permesso di ottenere polimeri altamente cristallini dalle ottime
proprietà tecnologiche che hanno rivoluzionato il mondo delle materie plastiche. Il gruppo di Natta, in
particolare, ha lavorato sul polipropilene che fino a quel momento era ottenibile solo come polimero
liquido. I ricercatori hanno usato dapprima catalizzatori del tipo Ziegler (stava studiando le reazioni
dell’etilene catalizzate da trialchilalluminio), opportunamente modificati, ottenendo un polimero in parte
cristallino e in parte amorfo. Poi, dopo aver messo a punto specifici catalizzatori, hanno ottenuto
polipropilene isotattico ad alta cristallinità.