Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 33
Omicida&Artista, le due facce di Adolf Hitler - Tesina per Liceo Artistico Pag. 1 Omicida&Artista, le due facce di Adolf Hitler - Tesina per Liceo Artistico Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Omicida&Artista, le due facce di Adolf Hitler - Tesina per Liceo Artistico Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Omicida&Artista, le due facce di Adolf Hitler - Tesina per Liceo Artistico Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Omicida&Artista, le due facce di Adolf Hitler - Tesina per Liceo Artistico Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Omicida&Artista, le due facce di Adolf Hitler - Tesina per Liceo Artistico Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Omicida&Artista, le due facce di Adolf Hitler - Tesina per Liceo Artistico Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Omicida&Artista, le due facce di Adolf Hitler - Tesina per Liceo Artistico Pag. 31
1 su 33
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Italiano: Il superuomo di D'Annunzio

Filosofia: il superuomo di Nietzsche

Storia: Hitler e il Nazismo

St.Arte: Guernica di Picasso

Fisica: Termodinamica

Matematica: Successioni numeriche

Chimica: I veleni
Estratto del documento

STORIA

L’opera è strettamente connessa alla guerra civile spagnola e in particolare al

bombardamento franchista della città basca di Guernica, che venne rasa al

suolo in poche ore il 26 aprile 1937.In quel periodo la Spagna era agitata da

una guerra civile tra fronte popolare e Falange nazionalista, filo fascista,

militarista, capeggiati dal generale Franco. La guerra finì solo nel 1939 con la

vittoria di Franco e un milione di morti. L’impegno civile di Picasso aveva

avuto momenti alterni e non si era mai espresso in modo tanto esplicito come

in quest’opera, concepita come la descrizione di un dramma locale, ma anche

come un manifesto universale contro la forza cieca delle guerre che

coinvolgono la popolazione inerme .In un’atmosfera mondiale estremamente

tesa, torbida e instabile si apre nel 1937 a Parigi una grande Esposizione

Internazionale. La Spagna vi partecipa con lo scopo di sensibilizzare l’opinione

pubblica sulla guerra civile che dilania il proprio paese e affida a Picasso il

compito di rappresentarla con un grande dipinto murale. Ma quando il 26

aprile si diffonde la notizia dell’atroce eccidio del popolo basco di Guernica a

opera di bombardieri tedeschi, Picasso decide di rispondere con coraggio

straordinario, alla viltà di un gesto assurdo quanto inutile e cambia il soggetto

in preparazione. Nasce così, dalla febbrile attività svolta dall’artista in poche

settimane, il capolavoro assoluto di Guernica. L’opera prende le mosse dalla

convinzione di Picasso che il bombardamento a tappeto di Guernica non sia un

isolato e raccapricciante episodio della guerra civile spagnola, ma l’avvio di

una tragedia collettiva. Per questo motivo il dipinto non rappresenta un fatto

storico ma è di per sé un fatto storico che trascina uno stuolo di intellettuali e

di democratici a difendere la democrazia.

IL QUADRO 1937

La grande tela, realizzata nel nel pieno della guerra civile spagnola su

all’Esposizione

incarico del Governo repubblicano ed esposta

internazionale di Parigi, esprime la protesta rabbiosa di Pablo Picasso

contro il bombardamento della cittadina basca di Guernica y Luno. Il senso

della drammaticità delle figure, della tensione delle opposizioni formali,

dell’assenza del colore e evocazione di un mondo che esita tra le tenebre e la

luce, si estende alla visione più ampia di una umanità sospesa tra la vita e la

morte. Gran parte degli elementi presenti nella tela appartengono all’universo

simbolico della corrida, che diviene dunque lo strumento metaforico ideale per

la rappresentazione del dramma bellico. Sebbene le forme spezzettate ed il

loro sovrapporsi suggeriscono un assemblaggio caotico degli elementi, la

rappresentazione è in realtà strutturata in base ad un impianto dal rigore

quasi classico. Lo spazio della tela si divide verticalmente in quattro parti

uguali e si compone su un triangolo che culmina al centro della stessa. Con

una serie di quinte giustapposte, su un suolo appiattito, senza prospettive ne

spessore, Picasso costruisce uno spazio che è allo stesso tempo aperto e

chiuso, privato e pubblico, diurno e notturno. La luce fredda della lampada

suggerisce uno spazio piramidale, al vertice del quale domina, la figura

scalpitante del cavallo ferito, la cui testa ruota in un grido di dolore. L’animale

dal ventre squarciato, strumento dell’uomo nella battaglia contro la forza

bruta, assurge a simbolo della tragedia umana. Il toro paradigma di serenità,

forza, fierezza, nobiltà, è in realtà una figura estremamente ambigua: ispirato

alla figura mitologica del Minotauro, in cui la passione fisica animale si fonde

alla sensibilità umana, il toro diventa qui spettatore della tragedia del valore

di fronte alla morte, assumendo un ruolo quasi protettivo nei confronti della

donna col bimbo morto tra le braccia. I capi scultorei, ovoidali, nudi del

guerriero morto evidenzia occhi allucinati, diversamente orientati, in modo da

suggerire un’idea di stasi e al tempo stesso di tensione dinamica. Il suo corpo

svuotato, martoriato, con il braccio destro legato alla mano sinistra, si

costituisce come vertice di triangolo rovesciato che lo lega al toro e al cavallo.

Infine i soggetti femminili, figure ricorrenti della figurazione picassiana: la

donna con la lampada che sporge dalla finestra; la donna in fiamme, che fa da

perfetto contrappunto della donna con il bambino, anch’essa dagli occhi a

forma di lacrima: la donna nuda in fuga, con lo sguardo angosciato rivolto

verso l’alto, verso la morte che cola dal cielo. In realtà si lavora con pochi

colori quello che dà l’illusione dell’umano dell’essere stati messi al posto

giusto (Pablo Picasso).

LA PIRAMIDE

La costruzione di Guernica si basa su una struttura piramidale di tipo

tradizionale che affonda le sue radici nel cinquecento e che è stata sempre

largamente utilizzata da artisti come Leonardo, Raffaello, sia per le scene

sacre che per quelle profane. Ciascuno di questi elementi è rafforzato da una

linea verticale che ne dipende: il collo del toro, il bastone del cavallo, la

lampada della donna, il braccio sinistro dell’uomo urlante.

Il raggruppamento di figure che crea un triangolo isoscele fortemente

centrale, evidenziato attraverso il colore chiaro. Il suo vertice è nel polso della

donna, mentre si chiude da entrambi i lati, sulle due parti basse della tela, con

il braccio del caduto a sinistra e il ginocchio della donna a destra. Le parti

chiare che stanno fuori da questo triangolo assumono, così, l’effetto di

frammenti esplosi dal centro, aumentando la drammaticità della scena e quasi

creando un rumore visivo. Il caduto, del resto, ha in mano un frammento di

spada e il cavallo, nel suo moto circolare, mostra di avere perso

l’orientamento come in un labirinto. Quasi tutte la figure, inoltre, sono

descritte come spinte verso sinistra da una sorta di vento: la forza d’urto delle

bombe che sospinge verso la fuga. Guernica, come un quadro classico, si

sviluppa sui principi della simmetria (all’asse mediano del muro corrispondono

i pilastri verticali del toro, a sinistra, e della figura con le mani alzate, a

destra), della prospettiva (Le figure dei caduti in primo piano, i piani

prospettici del fondo, lo strombo della finestra), del ritmo crescente dei toni:

dall’elemento classico e oratorio rappresentato dal braccio del soldato che

impugna una spada spezzata, al lacerante nitrito lanciato dal cavallo ferito,

che costituisce il momento più drammatico, il culmine dell’intera

composizione.

URLO COSMICO

Orrore e furore sono dietro l’ispirazione dell’artista e il nitrito che il cavallo

lancia con la testa all’indietro assume in sé tutto il dolore del mondo. Violenza

e morte geometrizzano i volti, le membra, le figure. L’analisi conoscitiva che

Picasso mette in campo diventa frantumazione violenta e distruttiva, così

come lo sono stati i mezzi di distruzione che il nemico ha usato a Guernica. Le

bestie, in realtà sono concepite come generose compagne dell’uomo e ne

condividono lo stesso destino: l’universo della vita civile, offeso, si

contrappone alla violenza di quello militare indiscriminata. La luce fredda

della lampada domestica suggerisce uno spazio piramidale, al vertice del

quale domina, la figura scalpitante del cavallo ferito, la cui testa, con gli occhi

stravolti e folli, ruota all’indietro in un grido di dolore; grido che assume in sé

tutto il dolore del mondo. L’animale dal ventre squarciato, strumento

dell’uomo nella battaglia contro la forza bruta, assurge a simbolo della

tragedia umana. Il capo scultoreo, ovoidale, nudo del guerriero morto

evidenzia occhi allucinati, diversamente orientati, in modo da suggerire

un’idea di stasi e al tempo stesso di tensione dinamica. Il suo corpo svuotato,

martoriato, con il braccio destro legato alla mano sinistra, si costituisce come

vertice di triangolo rovesciato che lo lega al toro e al cavallo.

MORTE E SPERANZA

La morte stessa si trasfigura e nella tragedia accenna a un raggio di speranza;

il braccio martoriato dal guerriero stringe ancora il ferro, ma da questo già

germoglia un fiore.Il classicismo dei volti è desunto da modelli greci e romani,

che Picasso ebbe modo di studiare nel suo viaggio in Italia.

DISPERAZIONE

L’ultima figura a destra, l’uomo in fiamme, con gli occhi a forma di lacrima e le

braccia rivolte al cielo, ricorda, nella posizione straziante, la Maddalena di

molte crocifissioni, dove la disperazione non si domina, ma anzi si manifesta in

modo spettacolare.

COLORE

In Guernica non c’è colore: solo nero, bianco e grigio. E’ escluso che Picasso si

sia servito del monocromato per dare al dipinto una tonalità cupa, tragica:

tutto è chiaro, le linee disegnano con precisione i piani destinati a colmarsi di

colore, ma il colore non c’è, è andato via. E’ escluso che il monocromato serva

ad accentuare l’effetto plastico-volumetrico: il rilievo non c’è, è andato via. Il

colore ed il rilievo sono due qualità con cui la natura si fa conoscere.

Eliminare il colore e il rilievo è tagliare il rapporto dell’uomo con il mondo:

tagliandolo, non c’è più la natura o la vita. Nel dipinto c’è, invece la morte

non rappresentata con le sembianze della natura o della vita, perché quella

morte non è il termine naturale della vita, è il contrario. Il senso della

drammaticità delle figure, della tensione delle opposizioni formali,

dell’assenza del colore e evocazione di un mondo che esita tra le tenebre e la

luce, si estende alla visione più ampia di una umanità sospesa tra la vita e la

morte.

La vigilia della guerra mondiale

La politica imperialista tedesca si fece strada quasi indisturbata.

• Nel 1938 venne annessa l'Austria.

• Fu reclamata la regione cecoslovacca dei Sudeti , dove la popolazione

era in maggioranza tedesca. Il braccio di ferro con il governo ceco portò i due

Stati SIIIÎÌIPIG) della guerra. Mussoli, Hitler, il premier britannico

Charnberlain e il Primo ministro francese Daladier si incontrarono a Monaco,

dove le decisioni dei nazifascisti vennero supinamente sottoscritte da Francia

e Inghilterra. In cambio dell’annessione dei Sudeti il Reich garantiva

l’indipendenza della Cecoslovacchia.

• Nel marzo 1939 i nazisti infransero il patto, occupando Boemia e

Moravia e formando con esse un protettorato tedesco.

Quando Hitler chiese Danzica alla Polonia, finalmente Francia e Gran

Bretagna si dichiararono pronte a intervenire anche con la guerra. Intanto

l’Italia occupava l’Albania e rivendicava altri territori. Il 22 maggio 1939 Italia

e Germania firmarono il Patto d'acciaio di aiuto reciproco in caso di guerra. A

sorpresa, il 25 agosto 1959, Hitler e Stalin firmarono un patto di non

aggressione (detto Patto Melotov-Ribbentrop): la Germania si garantiva la

neutralità dell’URSS in caso di attacco alla Polonia. Il patto includeva un

protocollo segreto sulla spartizione della Polonia e delle reciproche sfere di

influenza nella regione baltica.

La Seconda Guerra Mondiale

L’1 settembre 1939 la Germania attaccò la Polonia, provocando l’entrata in

guerra di Francia e di Gran Bretagna. Per alcuni mesi Franco-Inglesi e

Tedeschi si scontrarono lungo le loro linee difensive (la Sigfrido tedesca e la

Maginot francese),praticamente senza combattere, in quella che venne

chiamata la “strana guerra”. Poi, il 9 aprile 1940 la Germania attaccò

Danimarca e Norvegia. I Tedeschi intendevano condurre una «guerra lampo»:

un offensiva massiccia e rapidissima condotta con aerei e carri armati. Il 10

maggio del 1940 ,Hitler decise di attaccare a sorpresa la Francia. Passando

per il Belgio e l’Olanda, entrò a Parigi il I4 giugno ;il governo si trasferì prima

a Tours e poi a Bordeaux. La Francia si arrese e firmò un armistizio:

•il Centro-Nord rimase sotto l’occupazione tedesca;

•al Centro-Sud si instaurò il governo collaborazionista del generale Petain

con sede a Vichy.

La vittoria tedesca sembrava prossima: Mussolini pensò di poterne

approfittare e il IO giugno 1940 entrò in guerra con i nazisti. Ma le forze

Dettagli
Publisher
33 pagine
24 download