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Introduzione Tesina Olio
La scelta dell’ oggetto su cui si basa la tesina che vi propongo, deriva dal fatto che l’uso dell’olio di oliva, nella tradizione gastronomica dei Paesi mediterranei, rappresenta uno dei caratteri peculiari della cucina tipica italiana e ogni giorno se ne assume una quantità importante nel nostro organismo: molte persone però non ne conoscono le origini e il processo di estrazione che, da semplici frutti colti da piante (alcune di queste plurisecolari) portano alla realizzazione del condimento più in uso nella dieta mediterranea. La mia tesina di maturità inoltre permette il collegamento con le varie materie scolastiche.

Collegamenti
Olio d'oliva - Tesina
Letteratura italiana - "La canzone dell'Ulivo" di Giovanni Pascoli.
Storia - L'Italia di fine 800 inizi 900, Italia Giolittiana.
Chimica delle Fermentazioni - Cellula vegetale.
Tecnologie Chimiche - Estrazione dell'olio d'oliva.
Analisi Chimiche - Analisi chimiche relative all'olio d'oliva.
Inglese - Chemical and Biological aspects of Olive Oil.
Al decollo della grande industria in Italia contribuirono la costruzione di ferrovie,
strade, porti, linee telegrafiche e la riforma del sistema bancario, con la nascita della
Banca d’Italia.
Lo Stato continuò a praticare una politica commerciale protezionistica, con dazi
doganali che ostacolavano le importazioni, ed esso divenne il maggiore cliente di
molte aziende e, in qualche caso, l’unico.
Infine, quasi tutte le grandi industrie si concentrarono tra Milano, Torino e Genova,
dove si formò allora il cosiddetto “triangolo industriale”. Solo in quell’area del nord-
ovest procedettero di pari passo industrializzazione, crescita urbana e 10
miglioramento complessivo dei redditi e delle condizioni di vita. Nel resto del nord,
l’agricoltura capitalistica, con l’impiego di braccianti salariati, era ancora dominante.
Pochi mutamenti si ebbero invece nelle regioni centrali, caratterizzate dal sistema
agricolo della mezzadria, e ancora meno nelle regioni del sud, in gran parte
dominate dal latifondo. Alcune zone del Mezzogiorno, però, trassero qualche
beneficio dalla crescita economica generale, perché si ampliò la domanda dei loro
prodotti agricoli pregiati, quale soprattutto l’olio. Esso infatti è da sempre stato uno
dei principali prodotti delle nostre terre.
Fu questo il periodo in cui si ampliò maggiormente il divario fra nord e sud. Sintomo
della crescente di questa distanza fu la distribuzione degli analfabeti: il 35% degli
italiani nel 1911, ma solo il 14% nelle regioni del nord-ovest, e ben il 60% di quelle
del sud (continentale e insulare). All’inizio del Novecento il decollo
industriale fu accompagnato da una
decisa svolta politica, rispetto alla fase
repressiva e autoritaria di fine
Ottocento. Dopo l’avanzata elettorale
delle opposizioni di sinistra alle elezioni
del giugno 1900 e l’assassinio del re
Umberto I da parte di un anarchico, salì
al trono il nuovo re Vittorio Emanuele III.
Questi affidò l’incarico di primo ministro
al maggiore esponente del liberalismo
progressista, Zanardelli (1901). In quel
governo ebbe un ruolo preponderante,
come ministro degli Interni, Giovanni
Giolitti, che poi arrivò alla guida del
governo nel 1903, e vi rimase, con brevi
interruzioni, fino al 1914.
La sua fu una dittatura parlamentare
caratterizzata da punti come le leggi
speciali a favore del Mezzogiorno, la statalizzazione delle ferrovie, la costituzione del
monopolio statale delle assicurazioni sulla vita e il suffragio universale maschile del
1912. Giolitti non represse più gli scioperi e le manifestazioni operaie perché erano
del tutto normali in una moderna società, se condotti in maniera pacifica. Riteneva
che, di fronte ad essi, il governo dovesse restare neutrale, e, se era il caso,
intervenire come mediatore.
Giolitti cercò di non modificare gli equilibri parlamentari, ma cercò di attrarre verso
se la sinistra, ottenendo così l’astensionismo da parte di molti suoi membri.
Molto importanti furono, in questo periodo, i movimenti di massa organizzati da 11
socialisti e cattolici. Nel 1904 i
rivoluzionari si misero alla guida del
partito socialista e, a causa di una strage
di proletari in Sardegna, organizzarono il
primo sciopero generale nazionale.
Giolitti lasciò che la manifestazione si
esaurisse da sola senza alcun intervento
militare. Nel 1906 i riformisti fondarono
la Confederazione generale del lavoro
(CGdL). Dopo l’espulsione dei riformisti
di destra, nel 1912 il partito passò in
mano ai rivoluzionari, tra cui il maggior
leader fu Benito Mussolini, uno dei
principali personaggi cardine della
Seconda Guerra Mondiale. Per ciò che
concerne il movimento cattolico, invece,
molto importante fu il “movimento
democratico cristiano” guidato dal
sacerdote riformatore Romolo Murri;
questo movimento venne condannato
dal nuovo papa Pio X. Inoltre si
svilupparono le organizzazioni sindacali
“bianche” (cioè di stampo cattolico), costituite dai soli lavoratori. Nel frattempo, le
forze clerico-moderate si allearono con i liberali, grazie all’appoggio sia di chiesa che
dello stesso Giolitti.
Giolitti, in linea alla sua politica interna, rinunciò inizialmente alle ambizioni di
espansione coloniale. Egli inoltre migliorò i rapporti con la Gran Bretagna e la
Francia, anche se confermò l’adesione alla Triplice Alleanza con la Germania e
l’Austria. Nel corso degli anni, però, divenne sempre più difficile sostenere questa
linea di equidistanza, di fronte alle tensioni crescenti tra le grandi potenze e alla
diffusione del nazionalismo. Questo si diffuse anche in Italia e qui giudicava la
politica giolittiana priva di ideali. Inizialmente circoscritto agli ambienti intellettuali
delle riviste letterarie, il nazionalismo italiano acquistò risonanza e peso politico con
la nascita, nel 1910, dell’Associazione nazionalista italiana. Il suo fondatore, Enrico
Corradini, promuoveva la guerra tra le nazioni al posto della lotta tra le classi
(esattamente l’opposto del socialismo), e il diritto all’espansione coloniale per la
nazione italiana. I nazionalisti, infatti, spinsero l’Italia alla conquista della Libia.
Grazie al riavvicinamento con la Francia nel 1902, l’Italia ottenne la priorità sulla
Libia lasciando alla Francia quella sul Marocco. La guerra con la Libia iniziò nel 1911
e si concluse nel 1912 con la pace di Losanna con la quale i Turchi rinunciavano a
quel territorio. 12
Il sistema politico vide numerose trasformazioni tra cui nel 1913 le prime elezioni a
suffragio universale maschile; inoltre vi fu un aumento del potere dei nazionalisti e
dei cattolici che segnò una crisi della politica giolittiana. Nel 1914 Giolitti si dimise
indicando il liberale di destra Antonio Salandra come suo successore.
Nel giugno dello stesso anno, nella cosiddetta settimana rossa, vennero uccisi tre
cittadini dai militari durante un’insurrezione popolare contro alcune rigorose
riforme giolittiane. Con l’inizio della Grande Guerra poi, vi fu la fine dell’età
giolittiana.
D , ’ :
RUPA CONTENITORE NATURALE D OLIO CELLULA VEGETALE
Il prodotto principale dell'olivo è la drupa (oliva).
La cellula vegetale della drupa è un tipo di cellula eucariotica. 13
Questo tipo di cellula presenta numerosi compartimenti interni e
una parete cellulare che la distinguono dalle cellule procariotiche
e dalle eucariotiche animali.
I vari organelli interni sono immersi nel citosol, una matrice fluida,
fisicamente gelatinosa, contenente nutrienti, ioni, proteine e sostanze di
rifiuto; la sua consistenza gelatinosa è dovuta alla grande quantità di
proteine disciolte in esso e, oltre a queste, sono presenti anche piccole
molecole come amminoacidi, zuccheri semplici e nucleotidi che servono
per il corretto funzionamento degli organuli; il citosol costituisce circa il 14
50% del volume cellulare ed è a sua volta formato per il 70% da acqua,
mantenendo un valore di pH vicino alla neutralità.
Insieme agli organuli cellulari e al citoscheletro, costituisce il citoplasma,
cioè tutta la porzione interna di una cellula contenuta all’interno della
membrana plasmatica. 15
La membrana cellulare, detta anche membrana plasmatica, plasmalemma o
citomembrana, è un sottile rivestimento, con spessore di 5-10 nm, che delimita
la cellula in tutti gli organismi viventi, la separa dall'ambiente esterno e ne regola gli
scambi con questo.
Essa è formata principalmente da lipidi, e più precisamente da un doppio strato
fosfolipidico che si forma grazie alle proprietà idrofobiche e idrofile possedute da
queste molecole. Inoltre sono anche presenti glicoproteine e glicolipidi, aventi
importanti funzioni fisiologiche, e molecole di colesterolo che la stabilizzano.
La membrana plasmatica è una barriera semi-permeabile tra il citoplasma e
l'ambiente extracellulare. Questa caratteristica è dovuta alla composizione lipidica e
proteica della membrana. Il doppio strato fosfolipidico permette il libero passaggio
dell'acqua, di gas come O e CO e di piccole molecole liposolubili come ammoniaca,
2 2
urea, etanolo e glicerolo, mentre specifiche proteine di trasporto assicurano il
passaggio di ioni e molecole idrosolubili (elettricamente cariche). A differenza di
quanto avviene per i composti a basso peso molecolare, il trasporto di
macromolecole è un processo molto più complesso, che non si svolge
esclusivamente nella membrana cellulare, ma interessa sia la membrana plasmatica
sia il citoplasma e richiede la formazione di vescicole (trasporto vescicolare), al cui
interno sono contenute le macromolecole da trasportare. Il trasporto vescicolare
viene utilizzato sia per trasferire macromolecole extracellulari all'interno della
cellula (endocitosi) sia per trasportare composti intracellulari nell'ambiente
extracellulare (esocitosi). Inoltre, a circondare la membrana
plasmatica e a caratterizzare tutte le
cellule vegetali, vi è la parete cellulare, il
primo contatto della cellula con l’esterno
che rappresenta una barriera fisica e
chimica contro gli agenti patogeni ,
conferisce rigidità e aiuta a mantenere la
forma. Essa è composta da cellulosa, uno
dei più importanti polisaccaridi costituita 16
da un gran numero di molecole di
glucosio unite tra loro da un legame
β(1 4) glicosidico. A permettere la
comunicazione fra le cellule sono i
plasmodesmi, strutture che attraversano
la parete cellulare e permettono il
passaggio di molte sostanze.
Un’altra importante struttura, che insieme al citoplasma costituisce l’impalcatura
della cellula, è il citoscheletro, che non si limita ad essere un’intelaiatura statica,
ma è molto dinamico; esso permette alle cellule di cambiare la loro forma,
rinforza la membrana plasmatica e quella nucleare, trasporta le vescicole nel
citoplasma e permette il movimento di alcuni organelli.
Ѐ costituito da microfilamenti, filamenti intermedi e microtubuli.
I microfilamenti sono formati da una classe di proteine di forma globulare
chiamate actine; principalmente permettono alle cellule di muoversi,
contribuiscono alla loro stabilità e aiutano anche nell’interazione con altre cellule. 17
I filamenti intermedi sono costituiti, invece, da più tipologie di proteine e formati
da sub unità lineari ad α-elica; la loro principale funzione è quella di
consolidamento e di rinforzo, ma servono anche per tenere bloccati alcuni
organuli come il nucleo.
I microtubuli sono costituiti da proteine globulari chiamate tubuline; la loro
funzione principale è l’organizzazione e il trasporto intracellulare.
All’interno di una cellula vegetale sono Altri, invece, sono tipici della cellula
presenti numerosi organuli (alcuni di vegetale:
questi sono in comune con la cellula Vacuolo
animale): Plastidi
Nucleo
Reticolo endoplasmatico
Ribosomi
Apparato del Golgi
Mitocondri
Perossisomi
Nucleo
Il nucleo è una struttura che si trova all'interno della cellula ed è sede di importanti
reazioni. Il suo scopo è quello di contenere gli acidi nucleici, provvedere alla
duplicazione del DNA,
alla trascrizione e alla
maturazione dell'RNA.
Il nucleo è presente
solo negli eucarioti ed
è delimitato da una
doppia membrana
fosfolipoproteica.
Nel nucleo possono
essere distinti:
una doppia
membrana, che lo
separa
dal citoplasma dell
a cellula e che
presenta dei fori,
detti pori nucleari,
il cui scopo è quello
di permettere il passaggio di alcune molecole;
la cromatina, un materiale filamentoso costituito da proteine ed acidi nucleici
(materiale genetico);
i nucleoli, responsabili della sintesi dell'RNA ribosomiale.
Reticolo endoplasmatico
Il reticolo endoplasmatico (RE) è un
sistema di canali a membrane
interconnessi tra loro, situato
all'interno del citoplasma. Questi
canali assumono varie forme, tra
cui quelle di sacchi appiattiti, tubuli
e vescicole. Questo è classificabile
in reticolo endoplasmatico liscio e 19
reticolo endoplasmatico rugoso.
Il reticolo endoplasmatico rugoso,
detto anche ruvido, è ricoperto da
ribosomi ancorati alle membrane
ed è una sede della sintesi proteica.
Il reticolo endoplasmatico liscio è
strutturalmente organizzato in
modo totalmente diverso rispetto