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Sintesi Novanta, simbologia della paura tesina
La mia tesina ha come titolo il numero novanta perché è collegato al tema della paura.
Si sa che il novanta nella tombola napoletana rappresenta la paura e siccome io sono una persona molto paurosa ho voluto formare la mia tesina in torno a questa tematica che fa parte del mio carattere.
Nella tombola napoletana il novanta è associato alla paura perché essa è grande ed è in grado di disturbare l’animo umano e si è pensato quindi di associarlo al numero più grande della tombola.
Vi illustrerò la mia tesina incominciando a parlare di una teoria di Giovanni Verga che attualmente è presente anche se non in maniera persistente: la paura del diverso. Collegata a questa teoria nella mia tesina di maturità parlerò del pregiudizio contro gli ebrei per quanto riguarda storia e la collegherò ad un libro francese che ho letto che tratta la tematica del razzismo. Ho usato il colore verde per i titoli di queste materie perché il verde è associato alla speranza, perché spero che prima o poi queste paure e questi pregiudizi contro chi è diverso finiscano.
Conclusa la tematica del ‘‘diverso’’, descriveròun’altra paura che invece è molto presente in questi anni: l’alimentazione. La considero una vera e propria paura perché io stessa per un breve periodo sono stata ossessionata da essa anche se non in modo grave e, per fortuna, sono riuscita a superarla. Per sviluppare questa tematica farò un’ introduzione dei Fast Food per quanto riguarda la materia di ristorazione che collegherò all’obesità trattata in alimentazione per poi analizzare, in inglese, uno dei problemi alimentari più critici: l’anoressia. Per queste materie ho usato il grigio che è simbolo di distacco che denota un atteggiamento di auto protezione, comportamento che hanno le persone che soffrono di disturbi alimentari.
Infine, ma non perché è meno importante, tratterò in legislazione di una tematica che la popolazione italiana sta vivendo ora ma che colpisce soprattutto i giovani: il lavoro. Per questa materia invece ho usato il rosso che significa passione, ossia quel sentimento d’intensità che ognuno di noi mette per trovare o per svolgere un lavoro.
Italiano: La paura del diverso di Giovanni Verga.
Storia: La persecuzione degli ebrei; Shoah: un Epilogo di incommensurabile tragicità.
Francese: ‘‘LeRacisme expliqué à ma fille’’.
Ristorazione: I Fast Food.
Alimentazione: L'obesità.
Inglese: Anorexia Nervosa.
Legislazione: Il lavoro.
La mia tesina ha come titolo il numero novanta perché è collegato al tema della paura.
Si sa che il novanta nella tombola napoletana rappresenta la paura e siccome io sono una persona
molto paurosa ho voluto formare la mia tesina in torno a questa tematica che fa parte del mio
carattere.
Nella tombola napoletana il novanta è associato alla paura perché essa è grande ed è in grado di
disturbare l’animo umano e si è pensato quindi di associarlo al numero più grande della tombola.
V’illustrerò la mia tesina incominciando a parlare di una teoria di Giovanni Verga che attualmente
è presente anche se non in maniera persistente: la paura del diverso. Collegata a questa teoria
parlerò del pregiudizio contro gli ebrei per quanto riguarda storia e la collegherò ad un libro
francese che ho letto che tratta la tematica del razzismo. Ho usato il colore verde per i titoli di
queste materie perché il verde è associato alla speranza, perché spero che prima o poi queste paure
e questi pregiudizi contro chi è diverso finiscano.
Conclusa la tematica del ‘‘diverso’’ parlerò di un’altra paura che invece è molto presente in questi
anni: l’alimentazione. La considero una vera e propria paura perché io stessa per un breve periodo
sono stata ossessionata da essa anche se non in modo grave e, per fortuna, sono riuscita a
superarla. Per sviluppare questa tematica farò un’ introduzione dei Fast Food per quanto riguarda
la materia di ristorazione che collegherò all’obesità trattata in alimentazione per poi finire a
parlare, in inglese, di uno dei problemi alimentari più critici: l’anoressia. Per queste materie ho
usato il grigio che è simbolo di distacco che denota un atteggiamento di auto protezione,
comportamento che hanno le persone che soffrono di disturbi alimentari.
In fine, ma non perché è meno importante, tratterò in legislazione di una tematica che la
popolazione italiana sta vivendo ora ma che colpisce soprattutto i giovani: il lavoro. Per questa
materia invece ho usato il rosso che significa passione cioè quel sentimento d’intensità che ognuno
di noi mette per trovare o per svolgere un lavoro.
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Giovanni Verga: La paura
del diverso
Giovanni Verga nasce nel 1840 a Catania, dove trascorre l’infanzia e parte dell’adolescenza.
S’interessa di Letteratura già in età giovanile fattore alimentato sicuramente dalla sua famiglia
e dagli educatori all’età di undici anni il suo maestro era Antonino Abate, un giovane poeta e
romanziere.
Verga, ben presto, sente la necessità di un incontro con i maggiori esponenti del
Romanticismo europeo, perché l’ambiente
chiuso della Sicilia non lo soddisfa più.
Si trasferisce a Firenze nel 1869 mentre nel
1872 inizia il periodo detto milanese.
In questo periodo si ha la miglior
produzione verghiana infatti, nel 1875,
termina il primo ciclo della sua arte.
Dall’esaltazione patriottica presente nei
primi romanzi e dall'impostazione
romantica dei successivi, si passa al ritorno
nell’ambiente chiuso della Sicilia e alla vita
dei ceti umili disagiati e della sua terra. Giovanni Verga muore nel 1922 nella sua Catania.
Tratterò una delle novelle più conosciute di Verga: Rosso Malpelo.
La vicenda è ambientata in Sicilia e il protagonista è un ragazzo dai capelli rossi che nel
pregiudizio popolare indicava il suo modo di essere ‘‘malizioso e cattivo’’; da qui il
soprannome Rosso Malpelo.
A causa di questa discriminazione è maltrattato da tutti, anche dalla sua famiglia.
Malpelo lavora con il padre nella cava, ed è l’unica persona con cui il ragazzo è davvero
legato a tal punto da difendere il padre nel momento in cui gli altri operai lo deridono.
Il padre, un giorno, terminò un lavoro a cottimo che consisteva nel togliere un pilastro nella
cava che la sera stessa cadde all’improvviso sul pover’uomo che era morto.
Dopo questa vicenda Malpelo divenne ancora più cattivo agli occhi della gente e continuò a
lavorare, dove il padre morì.
Dopo poco tempo in quella cava arrivò un ragazzino, soprannominato Ranocchio per il modo
in cui camminava a causa del lavoro precedente che gli aveva lussato il femore,
preso di mira da Malpelo che si sfogava sul povero ragazzino perché vuole che impari a
reagire.
In realtà il motivo di tale cattiveria è dato dal fatto che Malpelo gli vuole bene e desidera che
impari la dura lezione della vita; Infatti Malpelo alle volte concede al ragazzino una mano nei
lavori pesanti e talvolta gli dona la sua razione di cibo pur di non farlo morire di fame. Dopo
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pochi giorni nella cava si ritrova il corpo del padre e Malpelo, a causa del forte avvenimento,
si allontana per un paio di giorni.
Tutto quello che gli rimane del padre sono i pantaloni, che la madre sistemò affinché
andassero bene al ragazzo, il piccone e un paio
di scarpe.
Quando un asino grigio muore, il carrettiere lo
getta nella sciara, e Malpelo porta Ranocchio a
vedere i cani mangiarselo. Secondo Malpelo la
morte è la liberazione di tutto, e per i deboli
sarebbe meglio non nascere. Ranocchio, invece,
spiega al ragazzo che esiste il Paradiso, un posto
in cui tutti i vivi che hanno fatto del bene vanno
a riposare in eterno. Non molto tempo dopo,
Ranocchio, si ammala di tubercolosi e muore in
breve tempo. Malpelo resta solo: la madre ha
trovato un compagno e la sorella un marito, non gli resta che prendere il piccone del padre e
andare nella cava dove muore per verificare un tratto di galleria ancora inesplorato.
Malpelo resta una leggenda della cava, tanto che i ragazzi hanno timore che pronunciando il
suo nome gli possa riapparire.
Rosso Malpelo descrive in modo reale la povertà e sfruttamento delle classi disagiate della
Sicilia, realtà che Verga conosce molto bene. Principalmente l’opera è un ritratto umano di un
adolescente che è preso di mira, che è giudicato dalle persone a causa del colore dei suoi
capelli, ritenuti generatori di male . Le persone hanno sempre avuto paura di Malpelo
all’inizio per il colore dei capelli e alla fine anche solo di nominarlo, per evitare che compaia.
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Il Pregiudizio Contro gli Ebrei
L’antisemitismo è da sempre considerato la manifestazione della più assurda avversione e della
più ingiusta lotta contro gli ebrei che dalla fine del 1800 è diventata una sistematica dottrina a
sfondo razziale. Questo termine stava a precisare la differenza tra le manifestazioni antisemite che
si stavano diffondendo in Europa all’inizio del 1900 e le precedenti persecuzioni contro gli ebrei.
È noto, che l’ostilità verso gli ebrei era diffusa già nell’età classica per poi perdurare anche
durante il Medioevo e nei secoli a seguire e le cause di un tale atteggiamento furono per lo più un
intreccio di ragioni politiche, economiche e religiose. Gli ebrei, infatti, sono da sempre oggetto di
pregiudizi, persecuzioni e massacri. L’origine di quest’avversione è per lo più religiosa, anche se
c’è da considerare che essa rimane anche quando, nel corso dell’800, lo stato si laicizza.
Osserviamo quindi che a questo punto è giustificata scientificamente usando argomenti razziali e
quindi da un antiebraismo di origine
religiosa si passa ad un antisemitismo
basato su teorie razziste. In ogni modo
l’antisemitismo ebbe una così gran presa
sulle persone anche perché era stato
vissuto come un fatto di origine religiosa,
poiché gli ebrei erano visti come “gli
uccisori di Cristo”. La cosa che forse
colpisce di più è il fatto che le cause delle
azioni degli antisemiti e delle loro idee
non sono del tutto conosciute. A volte si è
parlato di una specie di follia che rende
l’uomo fautore di azioni indescrivibili agli occhi di una persona che ha la capacità di capire e
rispettare la diversità dell’altro: sarebbe proprio questa diversità a spaventare coloro che si
comportano in modo razzista, considerandosi superiori a persone che, in realtà, sono praticamente
uguali a loro. A questo proposito è bene riflettere sulle considerazioni che il filologo e storico
tedesco Theodor Mommsen svolge in merito al pregiudizio antisemita, considerandolo come
un’epidemia che non si può né capire, né spiegare, né curare. Per lui gli antisemiti non sono capaci
di ascoltare altro che il proprio odio, la propria violenza e la propria invidia, restando indifferenti
alla ragione e alla morale. Ciò è significativo per cercare di trovare una spiegazione ad
avvenimenti che nel corso della storia, e in particolare nel 1900, hanno lasciato segni indelebili
nella memoria collettiva. L’antisemitismo moderno è considerato il “male” oscuro che per lungo
tempo è rimasto vivo nell’organismo dell’Europa e che è considerato ancora oggi la punta di
quell’iceberg, sotto il quale si trova pregiudizi e false credenze. L’antisemitismo andò
diffondendosi sempre più a partire dalla fine del 1800 quando, le antiche restrizioni contro gli
ebrei cominciarono ad affievolirsi, e si diffuse la tendenza in quasi tutti i Paesi Europei, a
considerare gli ebrei dei normali cittadini. Infatti, proprio questa liberalizzazione e l’ascesa sociale
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di molti ebrei contribuirono a manifestarsi di due tendenze contrapposte ma entrambe ostili
all’incrementarsi della popolazione ebraica nei nuovi Stati Nazionali.
Shoah: un Epilogo di Incommensurabile
Tragicità Shoah significa catastrofe ed è il termine con cui gli ebrei chiamarono lo
sterminio hitleriano effettuato nei loto confronti. Esso sta a indicare la tragedia di un popolo. Con
l’avvento del nazismo e la sua dottrina razzista nel 1900 l’antisemitismo compì un agghiacciante
peggioramento: gli ebrei furono considerati praticamente “non degni di vivere”. L’antisemitismo
in Germania assunse nuove forme e caratteri accesi a partire dal 1918, stimolato
dall’immigrazione, durante la guerra, di numerosi ebrei. Questo però è stato solamente il capro
espiatorio che i tedeschi hanno cercato per la difficile situazione del paese. Nel 1933, una data che
ha segnato la storia che l’intera umanità non
dimenticherà, ci fu la nomina a Cancelliere
di Adolf Hitler. Inizia così la dittatura che darà origine al Terzo Reich. Il programma di Hitler era
fondato per gran parte su una dottrina antisemita, si perseguirono fisicamente e legalmente gli
ebrei residenti in Germania. Emblematico è il “saggio sulla ineguaglianza delle razze umane” di
J.A. Gobineau, in cui è sostenuta la supremazia assoluta dalla “razza” ariana, (che lui considera
erroneamente una razza) alla quale, per darle un’etichetta scientifica attribuirà caratteri
morfologici specifici. Inoltre sosteneva che gli ariani, la razza pura per eccellenza, erano destinati
a costituire la classe dominante, gli altri, a causa dell’incrocio delle razze, avevano perduto la
purezza di sangue e non ne potevano far parte. Queste teorie erano approvate anche dallo scrittore
tedesco Houston Stewart Chamberlain, per il quale solo i popoli nordici potevano appartenere alla
“razza pura”.Hitler condivideva totalmente questa idea, tanto che cominciò la persecuzione degli
ebrei. I nazisti cominciarono a limitare le possibilità professionali degli ebrei in ogni settore e,
vista l’impossibilità di far chiudere loro immediatamente i negozi, venne imposto con la violenza
il loro boicottaggio. La dottrina della razza fu elaborata e sostenuta da A. Rosemberg nell’opera “il
mito del ventesimo secolo”, secondo la quale alla “razza pura” ariana si contrappone quella
giudea, parassitica e creatrice di tutti i mali civili. Nonostante tutte queste considerazioni si era
ancora lontani dagli orrori degli anni successivi, anche se ci furono comunque manifestazioni di
proteste molto forti in Europa, tanto che molti ebrei fuggirono all’estero. Dopo il processo di
Norimberga del 1935 cominciarono ad essere approvate leggi antisemitiche che vietavano i
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matrimoni misti, furono confiscati i beni, furono esclusi dalla vita economica, sociale, politica
(dalle scuole, dalle manifestazioni pubbliche, dai luoghi pubblico di cultura). Per risolvere il