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Sintesi
Italiano: Decadentismo, P. Verlaine;

Storia: nuova società del '900, Giolitti;

Elettronica: sistemi acquisizione dati;

Sistemi: Sviluppo in serie di Fourier;

Inglese: What's the Internet.
Estratto del documento

L'argomento da me proposto nasce dal quelle che sono per me due grandi passioni:

la musica e la tecnologia.

Sarà mio intento quello di dimostrare come dall'interazione tra il mezzo espressivo musicale e

l'inventiva tecnologica possano nascere soluzioni nuove e creative.

La mia tesi vuole analizzare come la concezione della musica sia

cambiata nel tempo, attraverso alcuni cenni storici, focalizzando la

situazione del XXI° secolo per dimostrare come le applicazioni tecniche

siano diventate parte integrante dell'ambito musicale arrivando a creare

un nuovo genere dissimile dalla musica classica.

La musica è vicina all'uomo fin da tempi antichissimi, essa era usata per

riti religiosi o anche solo per comunicare perché essa è la più universale

delle arti ed è in continua evoluzione in base al contesto sociale.

Risulta molto difficile attribuire una collocazione temporale alla nascita

della musica e varia in base alla definizione di musica che si vuole

adottare. Se decidiamo di parlare di un sistema teorico di organizzazione

dei suoni, collegato a precisi riferimenti estetici, dobbiamo attendere

l'antica arte greca, se intendiamo la musica solo come produzione di

suoni possiamo anche arrivare a parlare del paleolitico.

Probabilmente le prime forme di musica erano legate al ritmo e

facevano semplicemente uso di mani e piedi per scandirlo.

Per molti secoli la musica era legata all'arte classica (greca e romana) e

rimanda all'idea di una cosa perfetta, gradevole e ben ordinata.

La musica era spesso usata per accompagnare la lettura di opere scritte

e il ritmo della composizione musicale era quello della poesia.

Gli anni d'oro della musica sono nel periodo compreso tra il 1750 e il

1850, essa si esprime in forme sempre più ricche ed elaborate grazie

agli studi di produzione del suono e del suo uso nell'ambito operistico.

Il periodo musicale compreso tra il 1700 e il 1830 viene chiamato

classicismo musicale e consiste in una forma lineare, simmetrica ed

equilibrata del componimento.

Il classicismo musicale è in netta opposizione all'arte barocca.

Anche il melodramma subisce dei cambiamenti e lascia all'esecutore una

minore libertà di improvvisazione; esso consiste nella rappresentazione

di drammi presi da opere letterarie dove l'influenza della musica era

necessaria ad evocare emozioni drammatiche.

Nel corso dell'Ottocento la musica assorbe aspetti provenienti da

influenze artistiche differenti come l'estetica del Naturalismo.

Alle origini della letteratura italiana la musica è unita alla poesia. Un

esempio è la lirica provenzale che veniva cantata in pubblico con

accompagnamento musicale; da essa si è poi sviluppata la lirica

siciliana.

Con Petrarca, il testo letterario diviene autonomo dalla composizione

musicale.

Un riavvicinamento tra musica e poesia lo si ha durante la seconda metà

dell'Ottocento nella cosiddetta età del Decadentismo.

Il Decadentismo è un movimento che si sviluppa in Europa ed è in chiaro

contrasto con la corrente del Positivismo. La Francia è la nazione guida.

Nel 1883, P.Verlaine pubblica su “Le Chat Noir” un sonetto chiamato

“Languore” dal quale emergono sentimenti di una società decadente e in

disfatta.

L'opera che divenne il vero e proprio manifesto del Decadentismo fu “Le

Décadent” dal quale il movimento prende il nome.

Il tema della “società decadente” venne ripreso dallo stesso autore che

pubblicò un'opera sui poeti maledetti: Rimbaud, Corbière e Mallarmé.

Inizialmente la critica attribuì un significato negativo al termine ma

successivamente venne conosciuto come un nuovo modo di concepire la

realtà.

Il Decadentismo può essere visto come un movimento che si diffuse in

Francia negli anni Ottanta ma secondo la storiografia italiana esso

riguarda tutto il Novecento ed ingloba altri movimenti come il

Simbolismo.

Alla base della visione del mondo decadente c'è un rifiuto di qualsiasi

forma di razionalità, la realtà è mistero. Il poeta simbolista rifiuta le

spiegazioni scientifiche e razionali e preferisce procedere in modo

intuitivo e simbolico esaltando il potere conoscitivo delle proprie

sensazioni; pertanto il poeta diventa un veggente.

Durante il decadentismo si sviluppa anche il movimento dell'Estetismo il

quale mette al centro della vita l'arte. L'artista va alla ricerca del bello

per fare della propria vita un'opera d'arte.

Il linguaggio poetico non è più chiaro ma è avvolto da una nube di

mistero e pertanto non è immediato nel suo significato; la poesia deve

evocare.

Importante è anche la scelta delle parole le quali non vengono più scelte

in base al proprio significato ma bensì tenendo conto della loro

musicalità.

Il linguaggio è ricco di metafore, simboli e sinestesie.

Un personaggio ricorrente nelle opere decadenti è quello dell'inetto il

quale, per un male interiore, non riesce ad entrare a far parte della

società.

Al concetto di decadenza si contrappone quello del vitalismo dove

emerge la figura del superuomo che è in grado di compiere gesta

eroiche.

Il Decadentismo mette al centro qualsiasi forma di arte ma quella

prediletta è proprio quella della musica vista come l'arte più irrazionale.

Sono noti in celebri opere letterarie richiami alle composizioni di Wagner.

Alla fine del secolo, in base alle opere di Wagner, troviamo una musica

che per “struttura” armonica differisce dalle precedenti, dagli aspetti

enigmatici non interpretabili alla luce delle regole in vigore.

Wagner crea inoltre l'opera totale nella quale convergono le opere

musicali, poetiche e teatrali.

Il poeta decadente più vicino di tutti alla musica è certamente P.Verlaine

e la sua vicinanza alla musica è pienamente espressa nell'opera Arte

Poetica che può essere considerata una poesia-manifesto, un vero e

proprio programma di intenti.

Ogni strofa espone un aspetto di questo programma.

Musica prima d’ogni altra cosa,

e perciò preferisci il verso Dispari

più vago e più solubile nell’aria

senza nulla che pesi o posi.

Nella prima strofa Verlaine esprime l'importanza che ha per lui la musica

ed analizza il verso da utilizzare nei componimenti preferendo quello

impari il quale è più libero e vago.

Bisogna pure che le parole

tu le scelga non senza qualche equivoco:

nulla è meglio del canto ambiguo dove

l’Indeciso al Preciso si sposa.

Sono i begli occhi da dietro un velo,

la gran luce che trema a mezzogiorno,

è per un tiepido cielo d’autunno,

la farragine azzurra delle stelle!

Nella seconda e terza strofa vengono analizzate le parole da utilizzare le

quali devono evocare e lasciare la libertà di avere diverse chiavi di

lettura.

La Sfumatura è ciò che ci vuole,

non il Colore, soltanto l’alone!

Oh, fidanzi la sfumatura sola

il sogno al sogno,il flauto al corno!

In questa quarta strofa è di particolare importanza l'accostamento di

due strumenti dal timbro e dai colori molto differenti quali il corno e il

flauto.

E' propria degli autori del Decadentismo accostare immagini tra di loro differenti in

maniera analogica.

Fuggi l’arguzia che assassina,

lo Spirito tagliente e il Riso impuro

per cui piangono gli occhi dell’Azzurro,

tutto aglio di bassa cucina!

Verlaine suggerisce di allontanarsi dall'eloquenza e dall'umorismo visti

negativamente e paragonati all'aglio di bassa cucina.

Strangola l’eloquenza, e sull’ aire

Di questa energia, fa attenzione

che la Rima abbia un po’ di discrezione,

altrimenti, dove andrà a finire?

O chi dirà i torti della rima!

Quale fanciullo sordo o negro folle

ci forgiò questo gioiello da un soldo

vacuo e falso sotto la lima?

La rima va limitata o abolita in quanto concepita come una gabbia alla libera

iniziativa del poeta. Possiamo dire che con questi poeti si afferma il verso libero.

Musica e sempre musica ancora!

Sia il tuo verso la cosa che dilegua

E senti che con anima irrequieta

Fugge verso altri cieli, altri amori.

Nella conclusione si ribadisce l'obiettivo iniziale: la poesia deve tendere alla musica.

Sia il tuo verso la buona avventura

Sparsa al vento frizzante del mattino

Che porta odori di menta e di timo…

E tutto il resto è letteratura.

La poesia è qualcosa di indefinito ed è paragonata ad erbe umili ma dall'odore

intensamente aromatico. La parola perde il suo valore semantico.

La letteratura è discorso.

La rottura rappresentata da questa poesia-manifesto e dalla posizione, a

volte provocatoria, di questi poeti francesi si inserisce in quelle che sono

le trasformazioni economiche e sociali della seconda metà

dell'Ottocento. Periodo in cui trionfa la modernità e cambia il modo di

sentire e percepire la vita. Il treno, il telefono, il telegrafo trasformano il

modo di vivere lo spazio e il tempo, rendendo più agevoli e rapide le

comunicazioni.

E' proprio grazie agli importanti sviluppi tecnologici e all'introduzione di

nuovi mezzi di comunicazioni che la musica del Novecento si rivolge ad

un pubblico più ampio consentendo così la nascita della musica

popolare.

In un mondo che vede protagonisti la tecnica e il denaro, l'arte cade dal

suo trono celeste, diventando una merce come le altre. Gli scrittori

perdono il proprio prestigio, hanno la sensazione di prostituirsi, di

svendersi.

Le sole alternative al declassamento sono la provocatoria ribellione,

attuata con successo da Baudelaire, oppure la snobistica affermazione

della propria superiorità, come fa D'Annunzio, lo scrittore-divo

beniamino delle masse.

Si afferma la società di massa con la conseguente organizzazione delle

masse nei sindacati e nei partiti e questo processo richiede nuovi metodi

di governo.

Giolitti rappresenta il politico liberale lungimirante, aperto a misurarsi

con il protagonismo delle masse quindi con la necessità di ampliare le

basi dello Stato, anche alle tendenze estreme di socialisti e cattolici.

Nei primi anni del Novecento ci sono importanti cambiamenti riguardo la

musica che è concepita come un sistema composto da 12 note

(dodecafonia) il quale non godette di molta considerazione.

Negli anni Cinquanta del Novecento si assiste alla nascita della musica

elettronica la quale è composta prevalentemente per mezzo di

apparecchiature digitali come sintetizzatori e campionatori usati per

riprodurre sonorità della natura o meccaniche.

I primi esperimenti risalgono già al 1700 dove si tentava di usare forze

elettrostatiche per riprodurre suoni.

Con l'arrivo dei primi oscillatori si poterono così compiere dei veri e

propri studi riguardanti l'estetica del suono.

Procedendo in questo senso l'elettronica non è solo un mezzo per

produrre musica ma diventa parte integrante di essa.

Questo nuovo genere, nonostante sia rivolto ad un pubblico ben più

ampio, si discosta molto dalla cosiddetta musica “colta” rivolta ad un

pubblico ben più elitario.

Nella musica elettronica vengono meno tutte le varie regole teoriche e le

strutture armoniche di composizione.

Altra pecca di questo genere di musica consiste nel rendere anonimi gli

esecutori; non c'è più l'esecutore che va alla ricerca di una particolare

sonorità e che dedica al proprio strumento ore e ore di duro lavoro per

ottenere ciò che vuole, nella musica elettronica ognuno può ottenere gli

stessi risultati in un tempo relativamente breve che si riduce alla

decisione di come far susseguire i vari suoni.

Facendo ancora riferimento alla musica classica, viene considerato un

bravo esecutore colui che riesce ad ottenere dal proprio strumento ciò

che gli altri non riescono, oppure, lo fanno in maniera diversa riuscendo

a dare ad un determinato brano una propria “personalità”. Nella musica

elettronica il tutto si riduce ad un insieme di suoni ed esecutori simili i

cui risultati ottenuti dipendono esclusivamente dagli standard delle

proprie apparecchiature.

La musica elettronica agisce manipolando quei suoni che vengono

trasformati da analogici a segnali digitali trasformando le informazioni in

numeri. Essa si fonda principalmente su due principi:

La produzione di un suono sulla base di alcuni parametri;

– La modifica di un suono già esistente.

Elementi importanti di un suono sono la sua frequenza ( per

determinare se un suono è grave o acuto), la forma d'onda (per

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